Il Cristo e l’alluvione

In principio, era così.

Occielo: non che sprizzasse gioia da tutti pori, siamo d’accordo – però, questa era la sua faccia.
Egli era il Redentore del Beato Angelico, custodito nel Duomo di Livorno. E – benché avesse l’aria di uno che ha vissuto giorni migliori – aveva un aspetto molto professionale, no? Sofferente, ma professionale. Aveva l’aria di uno che s’è fatto ammazzare in croce per salvare il mondo, e c’è riuscito. O no?
Era un dipinto molto bello. Così bello che, un giorno, il Duomo di Livorno decise di ristamparlo, sottoforma di santino.

E il Redentore aveva l’aria di essere felice, eh. Una roba tipo “uà, che bello: adesso vado in casa di brava gente cristiana, e faccio il santino. Mica male, veh!”.

Avvenne un giorno, a questo povero Cristo, di capitare per disgrazia nelle mani della sottoscritta. Avvenne poscia, a questo povero Cristo, di suscitare gli entusiasmi isterici della qui presente blogger, che strillò “chebbello, lo metterò nella mia raccolta di santini!!”, e tosto se lo portò a casa.
Avvene a questo povero Cristo di trovarsi nella casa della qui presente blogger proprio mentre un tubo dell’acqua si spaccava in piena notte. E la casa si allagava, e si allagava, e si allagava…

Solo la mattina dopo, mentre cercava di guadare il suo salotto, la Nostra Lucyette raccattò dal pavimento un cartoccio inumidito. Solo in quel momento Lucyette si rese conto che il Redentore era finito a mollo – e, molto dispiaciuta per l’evento, appese Cristo a testa in giù affinché si asciugasse al sole. Aehm.

Ventiquattr’ore più tardi, il santino era asciugato.
L’acqua l’aveva fatto gonfiare, ingrossare, deformare; aveva stravolto le proporzioni dell’immagine, cancellato i colori, e alterato il disegno.

Magari è un’impressione mia, eh.
Magari dipende dal fatto che attualmente sono un po’ stravolta, e quindi tendo a vedere il mondo in tinte cupe.
Oppure, è proprio santino che non ha retto al trauma di una inondazione domestica di notte in pieno agosto, (che è una piccola catastrofe idraulica che non auguro nemmeno al mio peggior nemico, N.d.R.).

Sarà quel che sarà, ma non riesco a togliermi di dosso quest’impressione.
Se lancio un’occhiata al mio povero Cristo (alluvionato, scolorito, e gonfio d’acqua e di sporcizia)…
…beh…
a me, sembra che abbia un’aria inequivocabilmente depressa.
Ed anche un po’ prostrata.


P.S. Non so se il Redentore sia prostrato; ma senz’altro lo sono io.
Se in questi giorni sarò più assente – beh – non stupitevi troppo: sto semplicemente cercando di bonificare il mio salotto, dopo che s’è trasformato in una palude. Au revoir.

10 risposte a "Il Cristo e l’alluvione"

  1. flalia

    Ih ih, hai ragione! Da una sofferenza composta e "appropriata al ruolo" è passato a quella maschera di esasperazione incontrollata di uno davvero provato dagli eventi! La vita avventurosa di un santino…

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  2. Lucyette

    Flalia, LOL… "maschera di esasperazione incontrollata": in effetti la sua espressione rispecchia esattamente la mia mentre cercavo di prosciugare la mia povera casa alluvionata, sob… 😀

    Cecilia, effettivamente è vero >.>
    (P.S. Non mi ricordo se ti ho mai detto "benvenuta!" su questo blog! Ci incrociamo sempre su altri blog cattolici, ma mi sorge l'orrendo sospetto di non aver mai fatto gli onori di casa qui da me… :-P)

    Daniele: ma non è colpa mia!!

    Stella: simpatico non saprei, (mi stava simpatico anche prima!), però mi ha fatto una certa pena. Quando ho ripreso in mano il santino dopo l'operazione "asciugatura" e ho visto l'espressione di questo povero Cristo, prima mi son messa a ridere e poi gli ho detto "coraggio, vecchio mio!".

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  3. utente anonimo

    è solo stravolto per l'allagamento del salotto dove evidentemente ormai ci stava bene…
    coraggio, quando la bonifica sarà finita, sarà stanco ma risollevato nel morale anche lui!
    auguri.

    Diego

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  4. Lucyette

    Filippo: quanto al microclima tropicale, ti dirò solamente questo.
    Nella casa di Pavia ho un condizionatore che, per farci risparmiare un po' quando l'abbiamo messo, fa defluire l'acqua direttamente in una tanica che ho messo sul balcone (so che altri fanno in modo che defluisca direttamente nella vasca da bagno, il che è senz'altro più comodo ma anche più costoso).
    Comunque: quando mi si è allagata la casa, l'acqua era talmente alta che ho dovuto togliere la corrente per evitare rischi. Ho rimesso la corrente solo qualche ora più tardi, e ho azionato subito il condizionatore perché c'era veramente un caldo afoso, umido e soffocante. Ho acceso il condizionatore con opzione "deumidificatore"… e ci credi che mi ha buttato fuori due litri d'acqua in qualcosa tipo mezz'ora?

    Diego, pover'uomo.
    Più lo guardo, più mi impietosisco.

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  5. cecilia2day

    In effetti no, Lucyette, non ci siamo mai presentate nè benvenutate veramente; ma l'hai fatto ora perciò siamo a posto 😉
    Anzi, mi hai persino offerto da bere… che vuoi di più?! (Okay, questa era cattivella, ghgh).

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