Ma se la carne è nutriente, fa bene al corpo più di qualsiasi altro alimento al mondo, e dona vitalità a chi la consuma… allora, è anche evidente che l’astinenza forzata può potenzialmente arrecare qualche danno alla salute. Finché è un’astinenza che dura quaranta giorni, beh, chiaramente non c’è problema: me che dire di quelli che si astengono dalla carne come regola di vita, in saecula saeculorum amen?
Alla gente normale, naturalmente, questa disciplina non era affatto richiesta.
Era richiesta, semmai, ad alcuni Ordini religiosi. Ad esempio, ai Certosini.
Fondati del 1084 da San Bruno di Colonia, i Certosini sono universalmente noti (eheh!) per la pazienza con cui “sopportano” – con infinita gioia, è chiaro – le rigidità della loro Regola. Rispetto alle consuetudini di tanti altri ordini monastici, quelle dei Certosini sono sempre un po’ di più. Un po’ più rigide, un po’ più inflessibili, un po’ più forti.
Ad esempio, il Santo Fondatore aveva chiesto ai suoi confratelli di astenersi dalle carni sempre e comunque, sette giorni su sette per trecentosessantacinque giorni all’anno, senza eccezioni e senza deroghe. Si trattava di un alimento troppo ricco, troppo gustoso, che scatenava una vitalità (aehm) francamente inutile per i monachelli… e quindi, San Bruno di Colonia aveva detto no. Niente carne nella dieta dei Certosini; e grazie tante.
Mentre San Bruno diceva “no”, e mentre i Certosini si davano un gran daffare per sviluppare ottime ricette a base di pesce e di verdure, i medici del Medio Evo sgranavano gli occhi e inorridivano. La carne, come abbiamo detto, è un alimento nutriente: il più nutriente e il più gustoso di tutti gli alimenti in circolazione.
Ma allora, com’è pensabile che centinaia di persone, sparse in tutto il mondo, siano costrette ad astenersi dalle carni per una regola monastica?
Va bene far Quaresima, ma qui si sta esagerando. Astenersi dalla carne per quaranta giorni – dicevano i dottori – fa bene al corpo ed allo spirito; ma astenersi dalla carne per tutta una vita intera vuol dire correre a braccia aperte verso una precoce morte per malnutrizione!
La medicina moderna ci dice che le cose non stanno proprio così; la medicina medievale c’aveva le sue teorie… e questo era il responso. E i medici dell’epoca erano proprio preoccupatissimi, eh!, per la situazione dei Certosini – che sembravano, ai loro occhi, dei pazzi scatenati con un piede nella fossa.
Ci fu qualche secolo secolo di tira-e-molla, con medici che scrivevano trattati contro la dieta dei Certosini, e Certosini che ribattevano che la loro dieta era meglio di tante altre. Poi, alla fin fine, qualche medico particolarmente ansioso decise che bisognava ricorrere alle maniere forti, per salvare la vita a quei pazzi fondamentalisti. ‘Se non dan retta a me’, pensò il dottore, ‘quantomeno, ascolteranno il Papa!’.
E il Beato Urbano V si ritrovò improvvisamente impelagato in una lite fra nutrizionisti, costretto a determinare quale delle fazioni avesse torto.
Nel dubbio, il Papa sembrava intenzionato a dar ragione ai medici.
Mica per altro: ma si suppone che, se hai una laurea in Medicina, tu sappia cosa stai dicendo.
E, comunque, insomma: nel dubbio, mica si può permettere che delle persone mettano a repentaglio la loro vita solo perché una Regola monastica dice di comportarsi in un certo modo. La Regola si può riscrivere; soprattutto se lo dice il Papa.
Protestino quanto vogliono, ma alla fine i Certosini dovranno comunque dar ragione al Santo Padre. Roma locuta, causa finita.
Tecnicamente, però Urbano V non stava a Roma. Stava ad Avignone. Eh-eh.
Traendo forza da un tal constatazione, forse pensando che un ultimo tentativo non fa male a nessuno, i poveri Certosini tentarono il tutto per tutto. Mandarono a Roma – cioè: ad Avignone – una folta delegazione di Certosini in rappresentanza di tutto l’Ordine, per dimostrare al Papa che senza carne si campava benissimo, e grazie tante.
Piccolo dettaglio: per esser più convincente, questa delegazione era interamente composta da decine e decine di pimpanti Certosini… ultracentenari. E questi arzilli vecchietti, per la cronaca, si recarono ad Avignone a piedi, aiutandosi tutt’al più con un umile bastone, marciando allegramente per giorni e giorni di cammino.
Arrivati di fronte al Papa – raccontano le cronache – inclinarono la testolina canuta da una parte, e domandarono colloquialmente: “com’era questa storia? Il nostro regime alimentare ci rende malaticci, e ci fa morire giovani?”.
Ed effettivamente – raccontano le cronache – il povero Urbano V non trovò la forza per ribattere.
Che io sappia, (correggetemi se sbaglio), ancor oggi i Certosini portano felicemente avanti lo stesso stile alimentare: niente carne, solo pesce…
…“Vegetarianism” RULEZ, commenterebbe qualcheduno.
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