È una cosa di famiglia

“Ragazzi? Io esco un attimo. Vado dal fotografo, a farmi fare una fotografia da mettere sulla mia tomba”.
Mia zia, che era china sui suoi compiti di Algebra, ha sollevato lentamente lo sguardo. “Che cosa?”.
“Vado dal fotografo”, ha scandito mia nonna più chiaramente, pettinata bene e avvolta nel suo cappottino buono, “per farmi fare una foto da mettere poi sulla mia tomba”.
Mia zia ha deglutito molto lentamente. “Ma mamma, no… ti prego…”.
“Ah bambina mia!”, ha protestato mia nonna, un po’ piccata. “Papà è mancato da poco, ed era giovanissimo!”.
“Sì, mamma”, ha sussurrato mia zia, “ma la tua vita deve andare avanti: non…”.
“Eccerto che va avanti”, ha commentato mia nonna in tono pratico. “Son capace di andare avanti fino a novant’anni, in teoria”.
Eh”, ha fatto mia zia. “E allora, non capisco come mai tu debba preoccuparti di queste cose tristi proprio adesso; non…”.
Mia nonna ha preso un lungo respiro, come chi si appresta a spiegare cose ovvie a gente che non ci arriva tanto. “Quando anche io raggiungerò tuo padre, nella tomba di famiglia, ci saranno le nostre lapidi l’una vino all’altra, e le nostre foto l’una vicina all’altra”.
“Eh”.
“E magari la gente che passa non perde tempo a leggere le date. Mica lo nota, che io e papà eravamo coetanei, solo che lui è morto giovanissimo e io invece magari son diventata una vecchia novantenne”.
“…”.
“E allora, magari, la gente vede nelle foto questo aitante cinquantenne che era sposato con una vecchiaccia decrepita, e lo irride: guarda questo qua, non era riuscito a trovar di meglio di questa vecchia carampana! Povero caro, non se lo merita”.
“…”.
“Quindi ho pensato di far così: vado dal fotografo, e mi faccio fare una bella foto. Poi, quando toccherà anche a me – il più tardi possibile, si spera – tu prenderai quella foto e la farai mettere alla mia lapide. Così tutti quanti vedranno me e papà, allegri e sorridenti, all’età che abbiamo adesso. E nessuno farà battutine su papà, povero caro”.

E fu così che mia nonna – una simpatica vecchietta di novant’anni già compiuti – ottenne d’esser ricordata con una allegra fotografia che si era fatta scattare apposta per lo scopo, in un giorno lontano di circa quarant’anni fa.
E poi dicono che la bizzarria non è ereditaria…

P.S. Ovviamente, non posso non ringraziarvi – grazie, grazie, grazie, anche a nome della mia famiglia!! – per tutto l’affetto e la vicinanza e le preghiere che ci avete regalato. Mio padre era sconvolto da tutte le condoglianze che gli arrivavano… beh… da perfetti sconosciuti.

E… altro post scriptum: per chi vuole, per chi non l’ha ancora fatto, per chi voleva farlo ma s’è dimenticato: avete ancora due giorni di tempo per partecipare al mio quiz per Tutti i Santi! Potete gareggiare fino alle 23:59 di domani sera, dopodiché verranno pubblicate le soluzioni. E.. vinca il migliore!

7 risposte a "È una cosa di famiglia"

    1. Lucyette

      Sì, ehm… diciamo che se nei ricordini mettono la foto di lei a cinquant’anni con la scritta “ricordatemi così”, la cosa diventa vagamente comica…
      …ma d’altro canto, che c’è di male a sorridere ancora una volta grazie all’ironia di mia nonna? ;-))

      Grazie per le condoglianze, sia da parte mia che da parte dei miei genitori. Diciamo che ce lo aspettavamo tutti, eravamo preparati, e anche per lei è stato decisamente un bene andarsene serenamente, senza soffrire e senza trascinarsi troppo in questa situazione. Però, sì… ovviamente, il dispiacere – soprattutto per i figli – c’è lo stesso, ci mancherebbe. Grazie :-*

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  1. Diego

    Devo dire che non l’evevo mai pensata sotto questa prospettiva, quando vedo foto di “giovani” con la data di anziani, ho sempre pensato ad una paura di invecchiare e di farsi vedere segnati dal tempo.
    Quella di fare un favore e magari anche compagnia al partner di una vita ancora da coetanei, è proprio bello!
    Tua nonna era una filosofa sopraffina!

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    1. Lucyette

      Io, in effetti, non avevo mai pensato a chissà quale paura di farsi vedere segnati dal tempo… In caso di morti che hanno una foto da giovane con data di anziani, più che altro mi domandavo: chissà cosa gli sarà mai passato per la testa? Non avevo mai pensato all’ipotesi di “tener compagnia” al coniuge defunto prematuramente, ma mi son sempre chiesta il perché di questa scelta, sì 🙂

      Magari ci sono mille motivazioni valide.
      Mi hai fatto tornare in mente un post di Berlic in cui si parlava della stessa cosa: http://berlicche.wordpress.com/2011/02/16/tilet/

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  2. giudig

    La mia amica Floriana, rimasta vedova a 50 anni, ha fatto la stessa cosa. Ha detto alla figlia che quando defungerà, il più tardi possibile, di far mettere la foto fatta per quell’occasione. Così non sfigura con il suo Roberto. Non la trovo tanto bizzarra come idea. Del resto anche io ho detto a mio figlio e a mia sorella, di mettere una foto in cui rido a più non posso. Sono desideri più che legittimi. Ho letto ieri della morte di tua nonna. Esprimo a te e famiglia la mia vicinanza. Io sono stata cresciuta dalla nonna materna e ogni nonna che “parte” me la fa ricordare con tanto affetto. Un abbraccio 🙂

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