San Vincenzo Ferrer, sacerdote domenicano, predicava un bel giorno a Tortosa quand’ecco che “interruppe improvvisamente il suo discorso”, come dice la biografia composta su di lui da Antonio Teoli, “e rimase estatico”. Con aria misticheggiante tacque lungamente per numerosi istanti e poi, senza perdere la calma, annunciò quietamente al popolo riunito: “in quella capanna sotto a quegli alberi, vicino al fiume, sta divampando un grande incendio. Vi prego: correte a spegnerlo, prima che le fiamme distruggano tutto”.
Con un’occhiatina sguincia alla piazza piena di gente, Vincenzo giunse le mani con aria molto ispirata e quindi fissò il cielo, con sguardo ieratico.
Nel frattempo, la folla cominciava giustamente a rumoreggiare: “Un incendio! Presto, prima che si attacchi anche alle altre case!”. “Corriamo! Io procuro delle coperte per soffocar le fiamme!”. “Possiamo prendere acqua al fiume! Presto, qualcuno ha un secchio?”. “Sia lodato Iddio che ha voluto salvarci da questa tragedia! Se facciamo presto, tutto si risolverà senza troppi danni!”.
San Vincenzo tossicchiò, cercando di mantenere la sua espressione impassibile. “Sì amici, ma fate in fretta, eh”, commentò a bassa voce. “Correte subito, mi raccomando”.
E poi intrecciò le mani in grembo e rimase quietamente immobile nel guardare quell’orda di gente che correva urlando verso la casuccia sotto agli alberi. Sorrise fra sé e sé, ma cercò comunque di mantenere un certo contegno.
Passarono alcuni minuti.
La folla corse verso il fiume, sfondò a calci la porta e le finestre, versò secchi d’acqua all’interno della stanza… e poi tornò pian pianino verso la piazza in cui si trovava san Vincenzo.
Il predicatore accolse i pompieri improvvisati con un sorriso a trentadue denti. “Allora? Tutto a posto, amici?”.
Gli uomini si scambiò un’occhiata imbarazzata, senza rispondere. San Vincenzo li incitò, sorridendo incoraggiante.
Ci fu qualche altro istante di imbarazzato silenzio collettivo e poi il maniscalco azzardò, a voce bassa… “veramente non c’era nessun incendio, se devo essere sincero”.
San Vincenzo si atteggiò in un’espressione di indicibile stupore. “Come, no?”.
“Ehm. No”, ripeté il maniscalco, a capo chino per l’imbarazzo. Fra le persone che erano accorse a soffocar le fiamme, qualcuno non riuscì a trattenere una risatina. “Se dobbiamo essere proprio sinceri”, mormorò il maniscalco arrossendo visibilmente, “nella casetta c’erano due persone che…”. Le risatine crebbero. “Giacevano assieme nel letto, ecco, se mi capite”.
San Vincenzo continuò a sorridere, niente affatto sorpreso dalla notizia.
“Fra l’altro, ci hanno pure ricoperti di insulti. Gli abbiamo sfondato la porta mentre facevan cose e gli abbiam versato addosso un secchio d’acqua gelata perché pensavamo ci fosse un incendio in casa…”. Il maniscalco tossicchiò, fissando con grande interesse la punta delle sue scarpe. “Diciamo che non hanno apprezzato, ecco”.
San Vincenzo non fece una piega.
“E comunque no, padre. Le posso assicurare che non c’era nessun incendio”.
San Vincenzo inclinò la testolina da un lato, sorridendo beatamente. “Oh, miei cari amici… ma chi aveva mai parlato di incendio in senso tecnico? Io parlavo di fiamme nel senso di fuoco della passione, miei cari…” e giunse le mani, seraficamente. “Quei due non erano sposati, stavano fornicando e offendendo Dio. Quindi direi che, nonostante questo imprevedibile fraintendimento, il vostro intervento è stato comunque più che appropriato”. E sorrise beatamente, sogghignando fra sé e sé. “Allora. Cosa stavamo dicendo, prima di questo fuoriprogramma?”.
Diego
Diavolo d’un Santo…
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Luca
Non conoscevo questa vicenda; non conosco neanche trpopo il santo (a dire il vero); l’unico Ferrer di cui ho memoria era il cardinale (o vescovo, non me lo ricordo) de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Una statua del santo Predicatore si trova a ridosso di una delle colonne della navata sinistra della Basilica di Santa Maria sopra Minerva, che dà le spalle all’altare, e quindi guarda verso l’entrata. Mi hai fatto venir voglia di approfondire la sua storia. Buon pomeriggio, Lucia! 😉
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Laurie
Ferrer non era un cardinale, ma era il cancelliere di Milano, personaggio storico (e non invenzione manzoniana). Il cardinale e vescovo di Milano era Federigo Borromeo (anche lui esistito davvero)
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Luca
Che Ferrer non sia un’invenzione lo so, perché conosco la statua all’interno della basilica minervitana a Roma, ma non sapevo che ruolo ricoprisse; per quanto riguarda invece Borromeo, di sicuro non ricordavo la carica, ma ricordavo che anche lui è esistito realmente. Grazie.
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Luca
… e buon fine settimana. 🙂
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