Nota anche come “incendio d’amore”, a causa della sua tendenza a manifestarsi durante un trasporto emotivo particolarmente intenso provato dal santo verso Dio, l’ipertermia mistica è definita in questi termini dalla Congregazione delle Cause dei Santi, nel manuale che ha dedicato agli alunni del suo Studium:
[Questi] fenomeni mistici si presentano come un amore tanto ardente da consumare di passione l’anima del credente che riceve tali grazie. Si parla di incendi d’amore quando si avverte uno straordinario calore del cuore, oppure di ardori intensissimi che pervadono tutta l’anima.
Paola Giovetti, autrice del grazioso Fenomeni straordinari di mistici e santi, rincara:
è noto che le emozioni intense sono spesso accompagnate da un innalzamento della temperatura corporea; non c’è quindi da stupirsi se nella vita dei grandi mistici, nei momenti di maggiori trasporti d’amore, la temperatura salga.
Ecco, diciamo che io farei molta fatica a commentare queste storie con la stessa ammirevole nonchalance mostrata dell’autrice… ma non è questo il punto. Il punto è che, nel bel mezzo di una delle estate più calde di cui la Storia recente abbia memoria, io provo un qualche tipo di conforto andando a esaminare le vite di ‘sti poveri santi accaldati, che, quanto a bagni di sudore, stavano messi ancor peggio di me.
Vediamone alcuni.
San Pietro d’Alcantara (1499 – 1562) avrebbe un vasto carnet di fenomeni mistici da poter sfoggiare alla bisogna: ma oggi noi ci concentreremo sulle vampate di insopportabile calore che lo coglievano tutte le volte che il suo cuore “strabordava d’amore”, come scrive efficacemente una agiografia. Aggiungendo che, in tali frangenti, il poverino era costretto a uscire in fretta e furia dalla cella e a fare lunghe corse attraverso la campagna, in pieno inverno, per temperare con la freschezza dell’aria l’ardore che lo bruciava.
(Ché comunque, Pietro: secondo me, se camminavi a passo lento invece di correr la maratona, era pure meglio. Ma vedi tu).

San Francesco Saverio (1506-1552), mostrando a mio giudizio un maggiore senso pratico, in identiche circostanze aveva l’abitudine di versarsi direttamente in testa una brocca d’acqua fredda, nella speranza di abbassare la temperatura.
Sarà che Francesco, poverino, il caldo lo sopportava davvero a fatica. Più volte, nel corso delle lettere inviate dalla terra di missione, fece accenno al clima afoso e opprimente delle zone in cui si trovava a vivere – un clima che, in più di un’occasione, gli causò anche problemi seri di salute.
E poi zacchete: sul più bello, incendi mistici, così, a tradimento. Mai una gioia.

Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (1566 – 1607), mistica fiorentina, si sottoponeva nel suo convento a privazioni d’ogni tipo, tanto da andare in giro smunta, smagrita e pallida come un cencio. Una condizione che, però, mutava improvvisamente quando la mistica veniva colta da un incendio d’amore: allora, le sue guance si imporporavano, il suo volto splendeva d’un colorito piacevolmente roseo e i suoi occhi brillavano lucidi. Come fu testimoniato al suo processo di beatificazione, quando era in preda all’ipertermia la santa era solita togliersi i vestiti, correre nel chiostro del convento, bere sorsi d’acqua freddissima dal pozzo e versarsene su viso e petto.

San Filippo Neri (1515 – 1595) era più o meno sulla stessa barca. Nei momenti di slancio mistico più intenso, era costretto a sbottonare la tonaca, bere acqua fredda, spalancare le finestre anche in pieno inverno e arieggiare il letto. Frequentemente, le sue mani erano bollenti come quelle d’un malato con la febbre alta e il santo soffriva di intense palpitazioni, che potevano essere percepite addirittura dagli amici che, nel salutarlo, l’abbracciavano.

Ma tra tutti i santi accaldati, san Pio da Pietrelcina (1887 – 1968) è quello che stupisce più di tutti. Se non altro, per un dato collaterale: essendo vissuto nella nostra epoca, padre Pio ha suscitato la comprensibile curiosità della comunità medica, la quale ha avuto agio nello studiare in termini scientifici ciò che accadeva al corpo di quell’uomo.
La temperatura del santo cappuccino, a quanto pare, fu misurata numerose volte da diversi medici militari e poi dal dottor Giorgio Festa – il quale, fra l’altro, dichiarò di essersi approcciato alla questione con molto scetticismo. “Avevo sentito parlare di quella anomalia”, avrebbe avuto a scrivere in una sua relazione, ma “la ritenevo impossibile”. E dunque, per poterla valutare, Festa si trasferì per qualche tempo nel convento di padre Pio, portando con sé un termometro scientifico di precisione.
Ebbene: Festa misurò la temperatura corporea di padre Pio due volte al giorno per alcune settimane e successivamente ebbe a dichiarare che, in condizioni normali, i valori medi si assestavano attorno ai 36 gradi e qualcosa. E tuttavia, durante i picchi di ipertermia, la temperatura corporea superava di botto i 48 gradi, come assicurò di aver verificato personalmente in più di un’occasione.

Insomma: non so se l’idea può esservi di conforto, ma quando siamo per strada e agonizziamo sotto i 38 gradi al sole possiamo sempre illuderci che il nostro lago di sudore sia simbolo e testimonio del nostro amore verso Dio. Magari è solo simbolo del fatto che fuori fa un caldo boia e che noi avremmo urgente bisogno di una bustina di Polase, però dai. In fin dei conti, è tutta questione di prospettive.
Celia
Di san Filippo Neri non sapevo!
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Lucia
E dirò di più: dopo la sua morte, durante l’autopsia che fu fatta su di lui, il chirurgo trovò due costole che erano (da tempo) incrinate, sporgendo dall’interno verso l’esterno. La causa di questo fenomeno fu attribuita alle fortissime palpitazioni di cui dicevo, che si presume o presunse fossero così forti da spaccargli la cassa toracica dall’interno.
😐
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Celia
Wow. Molto splatter 😀
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Claudia
A parte Padre Pio, gli altri sembrano eventi normali. I sbalzi di temperatura possono capitare in determinate condizioni. A me, di natura superfreddolosa, capitava di dormire con le finestre aperte a marzo durante le prime settimane di gravidanza per via degli ormoni. Ora, ovviamente S. Filippo Neri non poteva essere incinta, ma gli sbalzi di pressione o di ormoni possono capitare anche in altre circostanze.
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blogdibarbara
Per non parlare della menopausa!
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Celia
Ma… arrivavi a 48° di temperatura corporea?!
(Dio, spero di no! 😀 )
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Lucia
XD
(Per il commento di Celia)
Beh, scherzi a parte sì: le varie agiografie ci parlano di fenomeni di ipertermia decisamente fuori dal normale, non paragonabili alla occasionale caldana sperimentabile un po’ da chiunque. Ovviamente all’epoca di Filippo Neri & co. non c’era modo di misurare la temperatura e bisognava affidarsi a valutazioni soggettive, ma le agiografie concordano nel parlare di vampate di calore decisamente sopra la norma “umanamente” raggiungibile.
(Poi per carità, va a sapere. Anche lo Studium per la Congregazione delle Cause dei Santi nel suo manuale ci va sempre molto cauto quando si parla di fenomeni che possono sempre rientrare nella sfera del soggettivo e anche del “naturale” – nel senso, un conto è levitare e un conto è sentire molto caldo 😛 Però ecco, le agiografie sono tutte concordi nel parlare di un caldo decisamente sovrannaturale, solo che all’epoca non era misurabile come invece fu nel caso di Padre Pio)
(e, per la cronaca, anche di un paio di signore vissute nel ‘900 e morte in odore di santità, che però non sono mai state dichiarate venerabili. Non ne ho parlato nell’articolo perché trovo sempre molto rischioso mettersi a “santificare” a mezzo Internet brava gente su cui però la Santa Sede non s’è ancora pronunciata, ma ad esempio si potrebbe citare il caso della mistica Teresa Palminota, che ha una storia (…e una cartella clinica, per così dire) molto simile a quella di Padre Pio. Per dire: non è stato lui l’unico caso noto 🙂 )
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Lucia
(Una auto-glossa a margine per maggior chiarezza XD
Quando parlo della pericolosità di “santificare” a mezzo Internet gente che ancora non è stata dichiarata venerabile, mi riferisco non tanto all’idea in sé e per sé di parlare di questa brava gente (ovviamente è bello raccontare belle storie), ma al rischio che i toni di chi scrive e la sensibilità di chi legge possano portare appunto a delle esagerazioni.
Una che secondo me fa un lavoro bellissimo in questo senso è l’ottima Emilia dell’ottimo blog Testimoniando, sempre molto cauta ed equilibrata e chiara in quello che scrive. Ecco, ad altri ho visto mancare questa prudenza, e son quei casi che mi lasciano interdetta. Sennò sembrava criticassi la povera Emilia, e anzi! XD)
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Celia
Ottimo blog, sì, ed estremamente preciso su tutto.
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Emilia
Grazie mille dell’appoggio!
In effetti, mi sono sentita in dovere di mettere sotto la testata del blog quella precisazione, proprio per evitare critiche sull’inserimento di qualche personaggio che non è neppure Servo di Dio.
Quanto a mistici e affini, solitamente me ne tengo a distanza sul blog, tranne in rari casi. Ho paura di lasciarmi abbagliare dalla loro eccezionalità dimenticandomi della normalità sottostante.
Quando scrivo per santiebeati, invece, cerco di accennare ai fenomeni singolari, ma senza dar loro un rilievo eccessivo.
Poi magari mi capitano le tali suore che mi scrivono: “Ma nella parte iniziale non hai detto che la nostra Fondatrice vedeva la Madonna!”, o altre che, al contrario, mi fanno sapere: “Non mettere che la nostra Fondatrice vedeva Gesù!”. Forse la differenza sta che una tra un po’ sarà canonizzata, mentre la causa dell’altra è in fase romana?
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Emilia
Di san Filippo e san Pio sapevo, ma di quest’ultimo conoscevo la versione per cui gli misuravano la febbre con i termometri da vasca da bagno… o con quelli per i cavalli (da cui il detto “febbre da cavallo”)! 😲
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blogdibarbara
Scientificamente, al di sopra dei 42° sopravviene la morte per ipertermia.
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Celia
Appunto 😉
E’ la soglia tra caso clinico e miracolo, se vogliamo.
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Emilia
Aggiungo madre Maria Luigia del Santissimo Sacramento (al secolo Maria Velotti), fresca di beatificazione.
Stando alle biografie che ho letto, a volte si scaldava tanto, se anche solo pensava all’amore di Dio, che le sue consorelle commentavano: “La Madre ha fatto il forno”. Come a dire che era accaldata come se fosse stata a lungo a infornare il pane!
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Anonimo
San Pietro di Alcantara riformò l’Ordine dei Francescani e diede vita a quello degli Alcantarini scalzi. Nella foto vediamo chiaramente che indossa un mantello marrone (come i Francescani) e non bianco (come i Carmelitani). Inoltre si nota il cordone francescano, che per gli Alcantarini porta quattro nodi e non tre come quello degli altri Ordini francescani. Annalisa Neviani aka la piantagrane.
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