A Pavia no. A Pavia decisamente non è così.
A Pavia la Primavera irrompe, se ne infischia dell’ordine, va avanti per la sua strada.
A Pavia il sole brilla senza riguardo; ti abbagliano, i suoi raggi che si riflettono sulla superficie liscia delle acque del Ticino.
A Pavia piove, piove di quei temporali quasi estivi che ti tolgono il fiato, che sorprendono impietosamente gli ignari passanti che camminavano in strada. Ma poi un arcobaleno ti fa l’occhiolino: che pensavi? Credevi che ci fossimo dimenticati che questa, proprio questa, è la Primavera?
A Pavia si schiudono le uova, le prime nidiate prendono il volo. A Pavia una coppia di merli ha fatto il nido nel giardino di casa tua, e il loro tsii sottile ti saluta la mattina, accompagnando il tuo risveglio. A Pavia le farfalle volano, le coccinelle abbondano; a Pavia, se cammini sulle rive dei fiumi, li vedi: sono lì, i cuccioli delle nutrie, che timidamente si inerpicano sulle sponde per brucare un filo d’erba. E… no: le nutrie non sono delle grosse pantegane, se a qualcuna fosse venuto il dubbio.
A Pavia i raggi del sole fanno risplendere le mura chiare dell’Università. A Pavia fioriscono le magnolie: e lo dice anche Beppe Servergnini – all‘università di Pavia i ragazzi studiano sotto le magnolie. E il glicine.
A Pavia sei chiusa in aula e aspetti il tuo turno per l’esame: poi il vento improvviso spalanca la finestra, fa sbattere le imposte, e invade la stanza di un meraviglioso profumo di fiori.
A Pavia non senti il rumore dei motori, ma il cinguettio scomposto di capinere e passerotti.
A Pavia, come in ogni piccola città non soffocata dallo smog, hai una percezione chiara e ben tangibile del risveglio della Natura, che ha dormito per un lungo Inverno e ora si riveste di abiti colorati.
A Pavia il sole ti abbaglia, il profumo ti rallegra, il cielo azzurro ti sorride.
E poi ti ritrovi la casa piena di insetti e non hai idea di dove possano essere entrati, porcaccialamiseria e che il diavolo li porti.