Ultreya!

Marinz sta per partire, pellegrino, per Santiago… e quanto a me, devo decisamente ringraziarlo.
Mi obietterete che voi non c’entrate niente in questo scambio di favori, ma non so cosa dirvi. Insomma: pazientate.
Pazientate, perché quest’oggi – 25 luglio, festa di San Giacomo il Maggiore – era decisamente il giorno migliore per un post a tema, che sta a metà fra i “Che sant’uomo!” e le mie Pillole di Storia.
E poi, chi lo sa. Magari, Marinz non è l’unico, qui dentro, a voler compiere il Cammino…

*****

La nostra storia comincia tanto tempo fa, ai tempi in cui regnava Carlo Magno.
Carlo Magno non c’entra niente con Santiago, ma era giusto per darvi un riferimento storico.
Chi c’entra con Santiago, invece, è piuttosto il giovane Pelayo: un tranquillo e pacifico eremita, che passava le giornate a meditare nei pressi del monte Libredon.
Medita di giorno, e medita di sera, capitava spesso che Pelayo andasse a meditare sulla soglia della grotta, per riempirsi gli occhi delle luci delle stelle. E allora immaginate un po’ la sua sorpresa, quando una sera notò che le stelle stavano cadendo, in una vera e propria pioggia, alle pendici del suo monte!
Non parlo di una stella cadente, eh. Quello, sarebbe comprensibile.
Non parlo di due stelle cadenti, o tre o quattro, o anche una decina.
Parlo proprio di una enorme pioggia di stelle luminose, che rischiaravano una radura piccina in mezzo ai boschi.
Il danno era fatto: Pelayo si era molto incuriosito. Il giorno dopo, invece di meditare nella grotta, andò a curiosare nella radura delle stelle – apprendendo, con suo gran sconcerto, che i greggi dei pastori si rifiutavan di calpestare quel terreno. Si bloccavano impietriti, e rifiutavano di pascolare; e la notte successiva, di nuovo una pioggia di stelle giù dal cielo! Sempre su quel campo; sempre misteriose.

Pelayo, sempre più perplesso, tornò al suo pagliericcio e provò a dormire. Ma fece sonni agitati, calcolando che sognò Sant’Iago: e cioè sognò San Giacomo, San Giacomo il Maggiore, che gli fece una rivelazione sconvolgente. Quella pioggia di stelle in mezzo ai campi aveva uno scopo ben preciso: e cioè, segnalare a Pelayo il luogo di sepoltura del Santo apostolo!
Su ordine di San Giacomo, Pelayo andò a scavare in mezzo ai campi, l’indomani. E in quell’antichissimo compostum, ovvero “cimitero” (ma Pelayo preferiva chiamarlo, con un gioco di parole, campus stellae, in ricordo del prodigio), l’eremita trovò davvero molte tombe, fra cui una sepoltura contrassegnata da una lapide. Sulla lapide, a chiare lettere, la scritta inequivocabile: “qui giace Jacopo, figlio di Zebedeo e di Salomè”.
Era senza dubbio San Giacomo. E cioè Sant’Iago. Sant’Iago, de Campus Stellae.

Da qui in poi, sapete tutti come va la storia. Viene eretta una chiesa (e poi distrutta. E poi rieretta. E così via per un bel po’ di volte), e incominciano i pellegrinaggi.
Pellegrini da tutta Europa – da tutto il mondo – percorrono incessanti il cammino per Santiago.
Ed è qui, a ben vedere, che incomincia il bello della Storia.

Sapete?
Il pellegrinaggio verso Santiago era così famoso e popolare, che molti dei documenti relativi al cammino si sono conservati. Ad esempio, si è conservata la formula con la quale l’autorità ecclesiastica investiva i pellegrini di bisaccia e di bastone: la bisaccia serviva per raccogliere le offerte, o trasportare le provviste; quanto al bastone, invece…
Pensavate che servisse come aiuto lungo il viaggio?
Manco per idea! Copio testualmente dalla formula di un tempo: “ricevi questo bastone per sostegno del tuo viaggio […], affinché ti serva a battere chiunque ti vorrà far del male e ti faccia arrivare tranquillo alla porta di Santiago”.
Insomma: a quanto pare, il viaggio per Santiago non era un granché agevole. Anzi: era così disagevole che, in pieno Medio Evo, un certo Aimery Picaud si mise in viaggio per Santiago, partendo dalla Francia… e ne rimase – letteralmente – traumatizzato. Così traumatizzato da voler mettere per iscritto la sua esperienza, a pro’ dei futuri pellegrini – che ad esempio avrebbero potuto evitare le tappe più insidiose, grazie a questa guida turistica ante litteram.

Insomma. Volete sapere quali erano i disagi di un vero pellegrinaggio medievale? Benissimo: prendendo a caso dall’Iter pro peregrinis ad Compostellam Aimery Picaud ascriptum, posso ad esempio informarvi che:
1. In Guascogna tutti i pellegrini erano costretti a mangiare per terra e a bere da un’unica tazza zozza, con immaginabile proliferare di germi e malattie;
2. I cibi della Galizia e della Castiglia non si confacevano agli stranieri, e solo chi era veramente in forma riusciva a non ammalarsi in modo grave;
3. Lungo il cammino, toccava dividere il letto con perfetti sconosciuti, dormendo stretti stretti per il poco spazio;
4. In Galizia, usavano i pellegrini come fattorini: a ogni passante veniva tirato addosso un masso, e lui lo doveva portare giocoforza fino alla tappa successiva, dov’era in costruzione una basilica;
5. I barcaioli della regione di Sorde spennavano i pellegrini con tariffe da estorsione, e non contenti facevano apposta a gettare in acqua i viaggiatori, di modo che affogassero (infatti, derubavano i cadaveri);
6. A Lorca, Aimery Picaud incontrò due abitanti della Navarra, che, seduti accanto a un fiume, affilavano coltellacci come quelli che si usano per scuoiare i cavalli. Interrogati se l’acqua fosse potabile, loro risposero di sì. “Due dei nostri cavalli, bevuta l’acqua, morirono immediatamente”, scrive il nostro amico, sconcertato, “ed essi li scuoiarono sul posto, davanti ai nostri occhi!”.

Insomma: spero che negli anni le cose sian cambiate, (o che Marinz sia provvisto di bastone). Purtuttavia, a quanto pare, in pieno Medio Evo… un viaggio per Santiago doveva essere molto, molto folcloristico

Come dite? Questo non è il genere di informazioni che è bello sentirsi dare, quando stai partendo per un viaggio?
Beh, in effetti è vero. Avete un fondo di ragione.
Ma Marinz mi scuserà, poretto: in fin dei conti son pur sempre bibliotecaria. E forse voi non lo sapete, ma in realtà è del tutto vero. Notoriamente – lo dice anche Suibhne – le bibliotecarie son cattive per natura

8 risposte a "Ultreya!"

  1. marinz

    Grazie mille di questo post… sono commosso :Peh si manca una settimana alla partenza effettiva… domenica mi trasferisco in Spagna e da lunedì mattina sarò in cammino :o)e se ti dico che non vedo l'ora è riduttivo alla voglia che ho di mettermi in viaggio… nonostante le tue "raccomandazioni" credo che difficilmente troverò dei briganti in giro, almeno ai giorni nostri… e poi non faccio la via che ha fatto Aimery Picaud dato che farò la via de la Plata e il Senabres, partendo da Salamanca… quindi credo che il bastone non mi serva :o)… e poi ti svelo un segreto: la gente difficilmente litiga con me … 187 di altezza, mi dicono con spalle rubate all'agricoltura e di quasi 100kg… in pratica dovrei essere simile ad un armadio :DGrazie ancora….  e la "dedica" sarà fatto come "scritto" ;)Un sorriso 🙂

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  2. marinz

    Grazie mille di questo post… sono commosso :Peh si manca una settimana alla partenza effettiva… domenica mi trasferisco in Spagna e da lunedì mattina sarò in cammino :o)e se ti dico che non vedo l'ora è riduttivo alla voglia che ho di mettermi in viaggio… nonostante le tue "raccomandazioni" credo che difficilmente troverò dei briganti in giro, almeno ai giorni nostri… e poi non faccio la via che ha fatto Aimery Picaud dato che farò la via de la Plata e il Senabres, partendo da Salamanca… quindi credo che il bastone non mi serva :o)… e poi ti svelo un segreto: la gente difficilmente litiga con me … 187 di altezza, mi dicono con spalle rubate all'agricoltura e di quasi 100kg… in pratica dovrei essere simile ad un armadio :DGrazie ancora….  e la "dedica" sarà fatto come "scritto" ;)Un sorriso 🙂

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  3. utente anonimo

    Buon pellegrinaggio Marinz, lascia che ti dia un consiglio, anche se sei un armadio a quattro ante, se incontri una signorina che maneggia un coltellaccio da macellaio con i guanti di lattice, prima di dire dove sei diretto chiedi se per caso non fa la bibliotecaria… "è noto che le bibliotecarie son cattive per natura…" magari ce n'è una appassionata di Medio Evo che si è lasciata prendere un po' la mano…Diego(scusami Lucyette, mi è venuta così… , con simpatia… per sicurezza mi involo oggi per la Bolivia, là mi raggiungerà la tua ira?)

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  4. utente anonimo

    Buon pellegrinaggio Marinz, lascia che ti dia un consiglio, anche se sei un armadio a quattro ante, se incontri una signorina che maneggia un coltellaccio da macellaio con i guanti di lattice, prima di dire dove sei diretto chiedi se per caso non fa la bibliotecaria… "è noto che le bibliotecarie son cattive per natura…" magari ce n'è una appassionata di Medio Evo che si è lasciata prendere un po' la mano…Diego(scusami Lucyette, mi è venuta così… , con simpatia… per sicurezza mi involo oggi per la Bolivia, là mi raggiungerà la tua ira?)

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  5. marinz

    @Diego spero davvero di non incontrare bibliotecarie in guanti di lattice con coltello che provano a vedere cosa si pensa di twilight… teoricamente in mezzo ad una strada polverosa la cosa è difficile… si sa che le bibliotecarie, soprattutte quelle più cattive, sono allergiche alla polvere… ecco farò come facevano i druidi che avevano sempre un sacchettino con dentro erbe mediche e medicinali… in polvere … spero che basti per difendermi da un attacco di una creatura blibiotecaria :o)@Daniele grazie mille@Lucy si scherza 😛

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  6. marinz

    @Diego spero davvero di non incontrare bibliotecarie in guanti di lattice con coltello che provano a vedere cosa si pensa di twilight… teoricamente in mezzo ad una strada polverosa la cosa è difficile… si sa che le bibliotecarie, soprattutte quelle più cattive, sono allergiche alla polvere… ecco farò come facevano i druidi che avevano sempre un sacchettino con dentro erbe mediche e medicinali… in polvere … spero che basti per difendermi da un attacco di una creatura blibiotecaria :o)@Daniele grazie mille@Lucy si scherza 😛

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