Principi azzurri, 2011 d.C.

Sospira, affranto: “Lucia, ma si può sapere come mai le ragazze di oggi sono tutte così cafone? E non gliene importa niente delle buone maniere?”.
“Beh… mi sembra ingeneroso, da parte tua, generalizzare a tal modo”.
“Vabbeh, non saranno tutte così, ma una buona parte…! C’è una mia compagna di università che mi piace veramente un sacco, è da mesi che cerco un modo per approcciarla”.
“Maddai? In bocca al lupo!”.
“Ecco, e finalmente qualche giorno fa sono riuscito a strapparle un appuntamento con una scusa, approfittando del fatto che a lezione ci avevano consigliato di andare a vedere una certa mostra”.
“Bravo! E dunque?”.
“E dunque, io ho provato a conquistarla, no? Mi avevano detto che alle donne piacciono le buone maniere, le piccole attenzioni…”.
“Ah-ah”.
“E allora sono stato gentile, okay? Un vero cavaliere. Le ho detto che mi piaceva molto il suo vestito, che le stava bene quel taglio di capelli; le ho ceduto il passo quando entravamo al museo, mi sono alzato da tavola quando lei si è alzata per andare in bagno… Le ho persino detto che la sua collana si intonava col colore dei suoi occhi!”.
“E lei? Non ne è stata colpita?”.
“Tutt’altro: ne è stata colpita eccome. Mi ha detto che non aveva mai incontrato un ragazzo così a modo e così sensibile, in tutta la sua vita”.
“E dai! E allora è fatta!”.
“È fatta un corno. Da quanto mi hanno poi detto altri compagni di università, il mio garbo l’ha colpita così tanto che si è convinta che io sia gay”.

Si ringraziano Mad e i suoi lettori per la cortese ispirazione: perché essere galantuomini, al giorno d’oggi effettivamente, non sempre paga!

43 risposte a "Principi azzurri, 2011 d.C."

  1. shinykida

    sinceramente l'avrei pensato anch'io.
    non che uno debba essere come nella canzone Teorema, però di solito quelle (vestito-capelli-collana) sono cose che un uomo non nota…
    qualche dubbio è lecito.
    Parlare meno e agire di più!
    o come diceva l'Assessore, fatti!..non pugn***e!

    😀
    Chiara

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  2. shinykida

    sinceramente l'avrei pensato anch'io.
    non che uno debba essere come nella canzone Teorema, però di solito quelle (vestito-capelli-collana) sono cose che un uomo non nota…
    qualche dubbio è lecito.
    Parlare meno e agire di più!
    o come diceva l'Assessore, fatti!..non pugn***e!

    😀
    Chiara

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  3. utente anonimo

    Quando ho letto la parola sensibile ho capito subito come finiva la storia ghhhhh XD

    Comunque sia nei locali pubblici (musei, ma anche ristoranti, uffici ecc…) non si fa mai entrare prima la donna, ma sempre prima l'uomo, lo dice il galateo. Il motivo mi pare sia che così l'uomo verifica se vi siano problemi dentro il locale pubblico che possano mettere in pericolo la sua donna XD oppure questa è la giustificazione che mi sono dato io boh XD

     

     

    Daniele

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  4. utente anonimo

    Quando ho letto la parola sensibile ho capito subito come finiva la storia ghhhhh XD

    Comunque sia nei locali pubblici (musei, ma anche ristoranti, uffici ecc…) non si fa mai entrare prima la donna, ma sempre prima l'uomo, lo dice il galateo. Il motivo mi pare sia che così l'uomo verifica se vi siano problemi dentro il locale pubblico che possano mettere in pericolo la sua donna XD oppure questa è la giustificazione che mi sono dato io boh XD

     

     

    Daniele

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  5. Lucyette

    Agapetos, LOL, non la conoscevo… devo farla ascoltare al mio amico 😀

    Darty: ehm, sì, ma non credo che lui sia intenzionato :-S

    Ago, io una volta sono stata accusata di essere sessista. Da una donna. Vistosamente incinta. Perché mi ero offerta di cederle il posto sull'autobus. La pazza mi ha criticata, dicendo che la gravidanza non è una malattia, lei sta benissimo così, grazie, e che non è bello per una donna incinta essere trattata alla stregua di una handicappata. Un trattamento del genere se lo sarebbe aspettata da un maschio, forse, ma da una donna no. Una donna dovrebbe capire che non c'è niente di strano o di mortale in una gravidanza. Mi ha financo chiesto se io, essendo incinta, sarei contenta di vedere la gente che si alza per cedermi il posto. Io le ho risposto in tutta sincerità che in effetti sarei contentissima, e lei mi ha fulminata con lo sguardo.

    Chiara, mah, io sto dalla parte del ragazzo. Non dico che bisogni necessariamente essere così cavallereschi nel corteggiare una ragazza (anche perché… poi cosa fai? Una volta conquistata, smetti di farle i complimenti? Allora giustamente lei si irrita; ma d'altro canto, non si può mica andare avanti a far moine esagerate per tutto il resto della vita, se non ci sei abituato). Ma comunque… poverino, voleva essere gentile, insomma… che avrebbe dovuto fare, secondo te? 😀

    Daniele, sì, esatto: il motivo è proprio quello. D'altro canto, questo mio amico conosce molto bene il galateo, quindi immagino che abbia rispettato questa norma. In effetti, io ho scritto "le ho ceduto il passo quando entravamo nel museo" per essere più sbrigativa, ma probabilmente in realtà lui le aveva ceduto il passo quando entravano in un'altra sala del museo. Cioè, quando dovevano passare da una porta per andare in un'altra sala, ma essendo già entrati.
    In compenso… okay per i ristoranti e musei, ma gli uffici tu li consideri "locali pubblici"? Uhm, forse stiamo pensando a uffici diversi: se tu parli di uffici postali (o simili), allora sì, è giusto che l'uomo entri per primo. Ma nel caso dell'ufficetto in cui lavori con i tuoi colleghi, quello mi sembra già un luogo "semi-privato"… cioè, ad esempio io mi aspetterei di vedermi cedere il passo, a logica 😛
    Sono molto felice di essere una donna: le norme del galateo sono quasi tutte a nostro favore, mentre tocca a voi maschi scervellarvi sul da farsi u_u

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  6. Lucyette

    Agapetos, LOL, non la conoscevo… devo farla ascoltare al mio amico 😀

    Darty: ehm, sì, ma non credo che lui sia intenzionato :-S

    Ago, io una volta sono stata accusata di essere sessista. Da una donna. Vistosamente incinta. Perché mi ero offerta di cederle il posto sull'autobus. La pazza mi ha criticata, dicendo che la gravidanza non è una malattia, lei sta benissimo così, grazie, e che non è bello per una donna incinta essere trattata alla stregua di una handicappata. Un trattamento del genere se lo sarebbe aspettata da un maschio, forse, ma da una donna no. Una donna dovrebbe capire che non c'è niente di strano o di mortale in una gravidanza. Mi ha financo chiesto se io, essendo incinta, sarei contenta di vedere la gente che si alza per cedermi il posto. Io le ho risposto in tutta sincerità che in effetti sarei contentissima, e lei mi ha fulminata con lo sguardo.

    Chiara, mah, io sto dalla parte del ragazzo. Non dico che bisogni necessariamente essere così cavallereschi nel corteggiare una ragazza (anche perché… poi cosa fai? Una volta conquistata, smetti di farle i complimenti? Allora giustamente lei si irrita; ma d'altro canto, non si può mica andare avanti a far moine esagerate per tutto il resto della vita, se non ci sei abituato). Ma comunque… poverino, voleva essere gentile, insomma… che avrebbe dovuto fare, secondo te? 😀

    Daniele, sì, esatto: il motivo è proprio quello. D'altro canto, questo mio amico conosce molto bene il galateo, quindi immagino che abbia rispettato questa norma. In effetti, io ho scritto "le ho ceduto il passo quando entravamo nel museo" per essere più sbrigativa, ma probabilmente in realtà lui le aveva ceduto il passo quando entravano in un'altra sala del museo. Cioè, quando dovevano passare da una porta per andare in un'altra sala, ma essendo già entrati.
    In compenso… okay per i ristoranti e musei, ma gli uffici tu li consideri "locali pubblici"? Uhm, forse stiamo pensando a uffici diversi: se tu parli di uffici postali (o simili), allora sì, è giusto che l'uomo entri per primo. Ma nel caso dell'ufficetto in cui lavori con i tuoi colleghi, quello mi sembra già un luogo "semi-privato"… cioè, ad esempio io mi aspetterei di vedermi cedere il passo, a logica 😛
    Sono molto felice di essere una donna: le norme del galateo sono quasi tutte a nostro favore, mentre tocca a voi maschi scervellarvi sul da farsi u_u

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  7. Daniel19

    Io intendevo uffici tipo quelli postali si 😛 uffici governativi, tipo un tribunale, cose di questo tipo (anche se presumo che se entri in un tribunale o in questura ti aspetti che comunque sia tutto in ordine quindi non dovrebbe esserci bisogno di tastare la situazione all'interno XD comunque…)

    Bisogna fare i complimenti per fare un po'colpo ma discreti, tipo "come stai bene oggi!" oppure "sei bellissima", "che bella!" XD ma se ti metti a urlare "oddio che bell'abbinamento tra il violetto della tua collana e il braccialetto porpora che indossi al polso destro, che richiamano tra l'altro la viola del profumo che indossi quest'oggi" beh, qualche dubbio può anche essere lecito… 😛

    Daniele

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  8. Daniel19

    Io intendevo uffici tipo quelli postali si 😛 uffici governativi, tipo un tribunale, cose di questo tipo (anche se presumo che se entri in un tribunale o in questura ti aspetti che comunque sia tutto in ordine quindi non dovrebbe esserci bisogno di tastare la situazione all'interno XD comunque…)

    Bisogna fare i complimenti per fare un po'colpo ma discreti, tipo "come stai bene oggi!" oppure "sei bellissima", "che bella!" XD ma se ti metti a urlare "oddio che bell'abbinamento tra il violetto della tua collana e il braccialetto porpora che indossi al polso destro, che richiamano tra l'altro la viola del profumo che indossi quest'oggi" beh, qualche dubbio può anche essere lecito… 😛

    Daniele

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  9. Lucyette

    Claudio, ho bisogno della traduzione per alcune frasette che non ho capito, ma la morale conclusiva è geniale 😀

    Daniele, ROTFL… se la metti così, effettivamente qualche dubbio verrebbe anche a me 😀
    Comunque, scherzi a parte, essere donna è davvero più facile, se si vuol seguire a puntino il galateo. Non devi fare (quasi) niente: tocca tutto al maschio!
    Toh, l'unica cosa a cui prestare attenzione è il modo in cui scendi dalla macchina quando hai la gonna, ecco. Poi basta: tutto il resto, sta sulle vostre spalle 😛

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  10. Lucyette

    Claudio, ho bisogno della traduzione per alcune frasette che non ho capito, ma la morale conclusiva è geniale 😀

    Daniele, ROTFL… se la metti così, effettivamente qualche dubbio verrebbe anche a me 😀
    Comunque, scherzi a parte, essere donna è davvero più facile, se si vuol seguire a puntino il galateo. Non devi fare (quasi) niente: tocca tutto al maschio!
    Toh, l'unica cosa a cui prestare attenzione è il modo in cui scendi dalla macchina quando hai la gonna, ecco. Poi basta: tutto il resto, sta sulle vostre spalle 😛

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  11. flalia

    Certo che siam messi un po' male se uno gentile viene automaticamente scambiato per gay; cosa vuol dire, che gli etero "hanno (ancora) da puzzà"? Modernizziamoci un po'!!! 🙂

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  12. flalia

    Certo che siam messi un po' male se uno gentile viene automaticamente scambiato per gay; cosa vuol dire, che gli etero "hanno (ancora) da puzzà"? Modernizziamoci un po'!!! 🙂

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  13. Lucyette

    Nacochan, mappoveri ragazzi gentili!! E poi ci si domanda perché non esistono più i Principi Azzurri: ma te credo, li trattiamo a pesci in faccia… 😛

    Flalia, secondo me in realtà ci siamo modernizzati troppo: cioè, credo che fino a qualche decennio fa le buone maniere non facessero correre questo rischio (ti presentavi come corteggiatore premuroso, e quello eri). Adesso i rapporti sono molto più informali (e va bene) e non c'è più bisogno di tante formalità (e va bene), e nessuna si scandalizza più se non le cedi il passo (e va bene)… ma per l'appunto, chi lo fa ancora rischia di esser preso per cretino!
    Però – per dire – ai tempi di mia nonna, un corteggiatore del genere avrebbe riscosso un successone, credo 😛

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  14. Lucyette

    Nacochan, mappoveri ragazzi gentili!! E poi ci si domanda perché non esistono più i Principi Azzurri: ma te credo, li trattiamo a pesci in faccia… 😛

    Flalia, secondo me in realtà ci siamo modernizzati troppo: cioè, credo che fino a qualche decennio fa le buone maniere non facessero correre questo rischio (ti presentavi come corteggiatore premuroso, e quello eri). Adesso i rapporti sono molto più informali (e va bene) e non c'è più bisogno di tante formalità (e va bene), e nessuna si scandalizza più se non le cedi il passo (e va bene)… ma per l'appunto, chi lo fa ancora rischia di esser preso per cretino!
    Però – per dire – ai tempi di mia nonna, un corteggiatore del genere avrebbe riscosso un successone, credo 😛

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  15. ClaudioLXXXI

    Testo della canzone e traduzione simultanea:

    Prendi una donna trattala male
    mannala ogni tanto 'o 'spedale.
    (mandala all'ospedale)
    non calcolarla e quando ti tocca
    dalle quattro cavc 'mmocca.
    (prendila a calci sulla bocca)
    Fai capire che sei un animale
    deve sentire che il piu' forte sei te
    certi 'bbote l'haje rompere 'e 'mmole
    (a volte devi romperle i denti)
    con questi sistemi la impari a campa'
    (le insegni a vivere)
    Rit.
    E allora si, vedrai, che t'amerà
    pecché alla donna le piace abbusca'
    (le piace essere picchiata)
    e allora si, vedrai, che capira'
    che senza paccheri nun po' campa'
    (senza botte non può vivere)

    Prendi una donna trattala bene
    mandala in vacanza a Fregene
    Falle un visone e pure un diamante
    Lascia che si tenga un amante.
    Falle fare la signora col cano
    (il cane)
    Falle pure 'a villa a Positano
    Le 'catta' pure 'na bella Toyota
    (devi comprarle una Toyota)
    la donna alla moda tua moglie vo' faaaaaaaa
    Rit.
    E allora si, vedrai, ti lascerà
    'e cazettielle n'e bbo' cchiu' lavaaaaaa
    (i calzini non li vuole più lavare)
    E allora si che rieste sule sule
    (resti solo soletto)
    pecche' tua moglie te manna 'affanculo.

    No caro amico il discorso non coglie
    io abbusco tutt'e' juorne 'a mia moglie
    (io sono picchiato tutto il giorno da mia moglie)
    chella me vatte me fa 'o strascino
    (mi picchia, mi tira i capelli)
    me da' e cavc int'e' rine
    (mi dà i calci nei reni)
    Io cercavo la donna perfetta
    ma mia moglie me cummanda a bacchetta
    certi 'bbote lavo pure pe' terra
    (certe volte lavo anche il pavimento)
    succede 'na guerra si nun voglio stira'
    (se non voglio stirare)
    Rit.
    In questo amore non c'e' dignita'
    cummanda 'a femmena e l'ommo se sta
    (comanda la donna e l'uomo subisce)
    e m'arricuordo 'e parole 'e mamma'
    (mi ricordo le parole di mamma)
    … tu in mano a chella fai a fine 'e papa'…..
    (tu con lei fai la fine di papà)

    A questo punto sono sicuro che Lucyette potrà fare una dotta dissertazione filologica e glottologica sulle differenze italiano-napoletano!

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  16. Lucyette

    Grazie mille per la traduzione!!
    Ehm, in effetti ne avevo bisogno: la frase "non vuole più lavare i calzini" era stata da me erroneamente interpretata come "non vuole più cucinare il casatiello".

    "A questo punto sono sicuro che Lucyette potrà fare una dotta dissertazione filologica e glottologica sulle differenze italiano-napoletano!"
    Cos'è, una provocazione?
    Dimmi che vuoi che lo faccia sul serio, e ti giuro che mi ricollego pure a Santa Commodilla e alle consuetudini liturgiche in età carolingia; giuro che posso farlo veramente

    "Mi piace"

  17. Lucyette

    Grazie mille per la traduzione!!
    Ehm, in effetti ne avevo bisogno: la frase "non vuole più lavare i calzini" era stata da me erroneamente interpretata come "non vuole più cucinare il casatiello".

    "A questo punto sono sicuro che Lucyette potrà fare una dotta dissertazione filologica e glottologica sulle differenze italiano-napoletano!"
    Cos'è, una provocazione?
    Dimmi che vuoi che lo faccia sul serio, e ti giuro che mi ricollego pure a Santa Commodilla e alle consuetudini liturgiche in età carolingia; giuro che posso farlo veramente

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  18. Lucyette

    L'hai voluto tu, eh…

    (NB I filologi romanzi di passaggio sono DIFFIDATI dal leggere quanto segue, è solo un esercizio in itinere e non ho ancora dato il relativo esame, Suibne chiudi subito questo commento perché mi stai facendo venire l'ansia da prestazione, vattene, sciò sciò!).
    ;-P

    Ora.
    Claudio.
    [tossicchia]
    Tornando a noi…

    _____________________________________________

    Prendi una donna trattala male
    mannala ogni tanto 'o 'spedale.

    Mannala = assimilazione del nesso –ND (cfr. ad es. napoletano quanno / it. quando)

    non calcolarla e quando ti tocca
    dalle quattro cavc 'mmocca.

    ‘mmocca < in + bocca, con univerbazione, caduta della vocale iniziale I, e assimilazione delle consonanti N e B (iN Bocca) in –mm

    Fai capire che sei un animale
    deve sentire che il piu' forte sei te
    certi 'bbote l'haje rompere 'e 'mmole

    ‘bbote → Santa Commodilla ti ho promesso, e Santa Commodilla tu avrai. Se vai a Roma, a vistare la catacomba di Santa Commodilla, vedi (malamente, perché nel ’71 alcuni vandali l’hanno danneggiata) una iscrizione collocata in una cappella sotterranea della catacomba (più precisamente, nella cripta dei santi Felice e Adautto). Il graffito si può così trascrivere: “non dicere illa secrita a bboce”, “non dire quei segreti a voce alta”. I “segreti” non si riferiscono a dei segreti qualunque, ma alle “orazioni segrete” della Messa: secondo un (discutibile) uso documentato a partire dal sec. VIII, e poi in misura maggiore durante tutta l’età caroligia (cosa che ci permette di datare l’iscrizione a questo periodo, per l’appunto), i sacerdoti recitavano il Canone della Messa a voce bassa, a mo’ di rito segreto e inaccessibile al volgo. Il graffito è stato dunque vergato da un sacerdote che celebrava il rito sacro nella catacomba, e che voleva invitare tutti i suoi colleghi a rispettare questa tradizione.
    La cosa che ci interessa è la grafia di “a bboce”, che rende in maniera fedele la pronuncia con raddoppiamento fonosintatico (bb) e betacismo (passaggio di V a B: lat VOCEM > romanesco boce). Sono, questi, tratti tipici della parlate centromeridionali, che ritroviamo per l’appunto anche in questo caso: bbote; bbò (più in basso, per “vuole”).

    ‘mmole < lat. MOLAREM, da MOLA, cioè “quello che macina” (per estensione, detto anche dei denti). L’Italiano conserva l’etimologia solo per quanto riguarda i molari; il Napoletano allarga il significato ai “denti” in generale.

    con questi sistemi la impari a campa'

    la impari → si noti l’uso transitivo del verbo imparare (cfr. invece l’it. “imparare qcs; insegnare qsc. a qlc.”)
    campà → l’etimologia è la stessa di “campo” da cui “accamparsi” (da cui, per estensione, starsene al sicuro, vivacchiare; cfr. it. “tirare a campare”). Il Napoletano utilizza evidentemente questo termine per indicare, genericamente, il vivere.

    E allora si, vedrai, che t'amerà
    pecché alla donna le piace abbusca'

    Abbusca(re) < sp. buscar, anticamente boscar, “cercare”, di etimologia incerta ma forse derivante da bosco, come suggeriscono le etimologie di altri vocaboli appartenenti al mondo della caccia (es. busco, orma di selvaggina; busca, cane da caccia). Dunque, sta per “cercare di ottenere qualcosa” (cfr. it. “voglio buscare qualche soldo”); e, con meno proprietà, anche “ottenere qualcosa senza sforzo” (cfr. “ho buscato un bel premio alla lotteria”), da cui deriva l’accezione popolare di “diventare soggetto di (un colpo, ecc.)” (cfr. “ho buscato un bella botta andando a sbattere contro il letto”).
    Per l’accezione di “diventare soggetto di percosse”, si confronti l’it. “buscarle” (in cui il “-le” sono per l’appunto le botte), che il Napoletano sottintende.

    e allora si, vedrai, che capirà
    che senza paccheri nun po' campa'

    Paccheri → io non ci sarei mai arrivata, ma sono stata illuminata da un sito internet dedicato ai vocaboli napoletani per indicare le botte (che sono un sacco, aehm, questo è un po’ inquietante). Da ciò si evince che al signore in questione piacevano i giochini sadomaso, siccome “pàcchero” o “pàccaro” sta per “schiaffo a mano aperta a tesa”, originariamente derivante dal napoletano “pacca” (< longobardo pakka), natica (e, per una certa somiglianza visiva, anche la fetta della pera quando l’hai tagliata).
    Il pàcchero era dunque originariamente lo schiaffo sulla natica, la sculacciata (o il giochetto sadomaso preferito dal signor Tammaro, in alternativa); poi, per estensione, “schiaffo” su qualunque altra parte del corpo. L’etimologia non va confusa con quella del toscano “pacca” (es. pacca sulla spalla), che non indica un gesto altrettanto violento, e che è probabilmente onomatopeica.
    In compenso, pare che i paccheri napoletani da mangiare condividano la stessa etimologia, ricordando una mano aperta a schiaffo.

    Prendi una donna trattala bene
    mandala in vacanza a Fregene
    Falle un visone e pure un diamante
    Lascia che si tenga un amante.
    Falle fare la signora col cano

    Cano = non ho idea se finisca in –o per far rima con “Positano”, o se bisogni tirare in ballo il vocalismo atono napoletano.

    Falle pure 'a villa a Positano
    Le 'catta' pure 'na bella Toyota

    cattà → non ne ho idea ma suppongo fortemente che sia un francesismo, visto che in Piemontese abbiamo caté per “acquistare”

    la donna alla moda tua moglie vo' faaaaaaaa

    moda = tu scrivi “moda”, ma il cantante pronuncia “moTa”, assordando l’occlusiva dentale sonora /d/ in posizione intervocalica, e facendola passare al suo corrispettivo sonoro /t/.

    E allora si, vedrai, ti lascerà
    'e cazettielle n'e bbo' cchiu' lavaaaaaa

    bbo → vedi “bbote”
    chiù < lat. PLUS. L’evoluzione del nesso latino –PL– > ki è tipica dei dialetti dell’Italia meridionale

    E allora si che rieste sule sule

    rieste = dittongamento della E tonica.
    sule : culo = a rigor di logica, sarebbe una rima imperfetta, sennonché il Napoletano tende a pronunciare in modo indistinto le vocali atone a fine parola, rendendo meno evidenti le distanze.

    pecche' tua moglie te manna 'affanculo.
    No caro amico il discorso non coglie
    io abbusco tutt'e' juorne 'a mia moglie

    juorne = la i semivocalica a inizio parola è resa graficamente dal segno j.

    chella me vatte me fa 'o strascino

    chella < lat. *EC(CU)(M) ISTA. La labiovelare derivante dall’incontro di –CU + vocale si riduce alla sola occlusiva velare /k/
    vatte = nel passaggio da B > V, osserviamo che l’occlusiva labiale sonora diventa fricativa

    me da' e cavc int'e' rine
    Io cercavo la donna perfetta
    ma mia moglie me cummanda a bacchetta
    certi 'bbote lavo pure pe' terra
    succede 'na guerra si nun voglio stira'
    In questo amore non c'e' dignita'
    cummanda 'a femmena e l'ommo se sta
    e m'arricuordo 'e parole 'e mamma'
    … tu in mano a chella fai a fine 'e papa'…..

    Ciao, Claudio. Ribadisco che sei tu che me l'hai chiesto. Sì. 

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  19. Lucyette

    L'hai voluto tu, eh…

    (NB I filologi romanzi di passaggio sono DIFFIDATI dal leggere quanto segue, è solo un esercizio in itinere e non ho ancora dato il relativo esame, Suibne chiudi subito questo commento perché mi stai facendo venire l'ansia da prestazione, vattene, sciò sciò!).
    ;-P

    Ora.
    Claudio.
    [tossicchia]
    Tornando a noi…

    _____________________________________________

    Prendi una donna trattala male
    mannala ogni tanto 'o 'spedale.

    Mannala = assimilazione del nesso –ND (cfr. ad es. napoletano quanno / it. quando)

    non calcolarla e quando ti tocca
    dalle quattro cavc 'mmocca.

    ‘mmocca < in + bocca, con univerbazione, caduta della vocale iniziale I, e assimilazione delle consonanti N e B (iN Bocca) in –mm

    Fai capire che sei un animale
    deve sentire che il piu' forte sei te
    certi 'bbote l'haje rompere 'e 'mmole

    ‘bbote → Santa Commodilla ti ho promesso, e Santa Commodilla tu avrai. Se vai a Roma, a vistare la catacomba di Santa Commodilla, vedi (malamente, perché nel ’71 alcuni vandali l’hanno danneggiata) una iscrizione collocata in una cappella sotterranea della catacomba (più precisamente, nella cripta dei santi Felice e Adautto). Il graffito si può così trascrivere: “non dicere illa secrita a bboce”, “non dire quei segreti a voce alta”. I “segreti” non si riferiscono a dei segreti qualunque, ma alle “orazioni segrete” della Messa: secondo un (discutibile) uso documentato a partire dal sec. VIII, e poi in misura maggiore durante tutta l’età caroligia (cosa che ci permette di datare l’iscrizione a questo periodo, per l’appunto), i sacerdoti recitavano il Canone della Messa a voce bassa, a mo’ di rito segreto e inaccessibile al volgo. Il graffito è stato dunque vergato da un sacerdote che celebrava il rito sacro nella catacomba, e che voleva invitare tutti i suoi colleghi a rispettare questa tradizione.
    La cosa che ci interessa è la grafia di “a bboce”, che rende in maniera fedele la pronuncia con raddoppiamento fonosintatico (bb) e betacismo (passaggio di V a B: lat VOCEM > romanesco boce). Sono, questi, tratti tipici della parlate centromeridionali, che ritroviamo per l’appunto anche in questo caso: bbote; bbò (più in basso, per “vuole”).

    ‘mmole < lat. MOLAREM, da MOLA, cioè “quello che macina” (per estensione, detto anche dei denti). L’Italiano conserva l’etimologia solo per quanto riguarda i molari; il Napoletano allarga il significato ai “denti” in generale.

    con questi sistemi la impari a campa'

    la impari → si noti l’uso transitivo del verbo imparare (cfr. invece l’it. “imparare qcs; insegnare qsc. a qlc.”)
    campà → l’etimologia è la stessa di “campo” da cui “accamparsi” (da cui, per estensione, starsene al sicuro, vivacchiare; cfr. it. “tirare a campare”). Il Napoletano utilizza evidentemente questo termine per indicare, genericamente, il vivere.

    E allora si, vedrai, che t'amerà
    pecché alla donna le piace abbusca'

    Abbusca(re) < sp. buscar, anticamente boscar, “cercare”, di etimologia incerta ma forse derivante da bosco, come suggeriscono le etimologie di altri vocaboli appartenenti al mondo della caccia (es. busco, orma di selvaggina; busca, cane da caccia). Dunque, sta per “cercare di ottenere qualcosa” (cfr. it. “voglio buscare qualche soldo”); e, con meno proprietà, anche “ottenere qualcosa senza sforzo” (cfr. “ho buscato un bel premio alla lotteria”), da cui deriva l’accezione popolare di “diventare soggetto di (un colpo, ecc.)” (cfr. “ho buscato un bella botta andando a sbattere contro il letto”).
    Per l’accezione di “diventare soggetto di percosse”, si confronti l’it. “buscarle” (in cui il “-le” sono per l’appunto le botte), che il Napoletano sottintende.

    e allora si, vedrai, che capirà
    che senza paccheri nun po' campa'

    Paccheri → io non ci sarei mai arrivata, ma sono stata illuminata da un sito internet dedicato ai vocaboli napoletani per indicare le botte (che sono un sacco, aehm, questo è un po’ inquietante). Da ciò si evince che al signore in questione piacevano i giochini sadomaso, siccome “pàcchero” o “pàccaro” sta per “schiaffo a mano aperta a tesa”, originariamente derivante dal napoletano “pacca” (< longobardo pakka), natica (e, per una certa somiglianza visiva, anche la fetta della pera quando l’hai tagliata).
    Il pàcchero era dunque originariamente lo schiaffo sulla natica, la sculacciata (o il giochetto sadomaso preferito dal signor Tammaro, in alternativa); poi, per estensione, “schiaffo” su qualunque altra parte del corpo. L’etimologia non va confusa con quella del toscano “pacca” (es. pacca sulla spalla), che non indica un gesto altrettanto violento, e che è probabilmente onomatopeica.
    In compenso, pare che i paccheri napoletani da mangiare condividano la stessa etimologia, ricordando una mano aperta a schiaffo.

    Prendi una donna trattala bene
    mandala in vacanza a Fregene
    Falle un visone e pure un diamante
    Lascia che si tenga un amante.
    Falle fare la signora col cano

    Cano = non ho idea se finisca in –o per far rima con “Positano”, o se bisogni tirare in ballo il vocalismo atono napoletano.

    Falle pure 'a villa a Positano
    Le 'catta' pure 'na bella Toyota

    cattà → non ne ho idea ma suppongo fortemente che sia un francesismo, visto che in Piemontese abbiamo caté per “acquistare”

    la donna alla moda tua moglie vo' faaaaaaaa

    moda = tu scrivi “moda”, ma il cantante pronuncia “moTa”, assordando l’occlusiva dentale sonora /d/ in posizione intervocalica, e facendola passare al suo corrispettivo sonoro /t/.

    E allora si, vedrai, ti lascerà
    'e cazettielle n'e bbo' cchiu' lavaaaaaa

    bbo → vedi “bbote”
    chiù < lat. PLUS. L’evoluzione del nesso latino –PL– > ki è tipica dei dialetti dell’Italia meridionale

    E allora si che rieste sule sule

    rieste = dittongamento della E tonica.
    sule : culo = a rigor di logica, sarebbe una rima imperfetta, sennonché il Napoletano tende a pronunciare in modo indistinto le vocali atone a fine parola, rendendo meno evidenti le distanze.

    pecche' tua moglie te manna 'affanculo.
    No caro amico il discorso non coglie
    io abbusco tutt'e' juorne 'a mia moglie

    juorne = la i semivocalica a inizio parola è resa graficamente dal segno j.

    chella me vatte me fa 'o strascino

    chella < lat. *EC(CU)(M) ISTA. La labiovelare derivante dall’incontro di –CU + vocale si riduce alla sola occlusiva velare /k/
    vatte = nel passaggio da B > V, osserviamo che l’occlusiva labiale sonora diventa fricativa

    me da' e cavc int'e' rine
    Io cercavo la donna perfetta
    ma mia moglie me cummanda a bacchetta
    certi 'bbote lavo pure pe' terra
    succede 'na guerra si nun voglio stira'
    In questo amore non c'e' dignita'
    cummanda 'a femmena e l'ommo se sta
    e m'arricuordo 'e parole 'e mamma'
    … tu in mano a chella fai a fine 'e papa'…..

    Ciao, Claudio. Ribadisco che sei tu che me l'hai chiesto. Sì. 

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  20. utente anonimo

    Su abbuscà credo che centrino "le busse" che ho trovato qualche volta in qualche vecchia fiaba e che indicano le botte.

    Sul cano, è usato per fare rima

    'cattà è accattà abbreviato, non so se sia un fancesismo, ma è probabile, visto che ce ne sono molti nel napoletano

    Cmq questa canzone è bellissima, mi fa davvero sbellicare ^_^
    Tony Tammaro fa sempre delle canzoni molto buffe ^_^

    Cmq sono d'accordo con te, trovo che sia estremamente educato cedere il posto ad una donna incinta e anche ad una persona anziana; magari lì qualcuno si può offendere, però la donna incinta che si offende è proprio scema!

    Penso che il tuo amico sia stato troppo gentile, magari cedere il passo e fare qualche complimento può andare, però analizzare le sfumature dell'abbigliamento è un pochino eccessivo.

    Aerie

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  21. utente anonimo

    Su abbuscà credo che centrino "le busse" che ho trovato qualche volta in qualche vecchia fiaba e che indicano le botte.

    Sul cano, è usato per fare rima

    'cattà è accattà abbreviato, non so se sia un fancesismo, ma è probabile, visto che ce ne sono molti nel napoletano

    Cmq questa canzone è bellissima, mi fa davvero sbellicare ^_^
    Tony Tammaro fa sempre delle canzoni molto buffe ^_^

    Cmq sono d'accordo con te, trovo che sia estremamente educato cedere il posto ad una donna incinta e anche ad una persona anziana; magari lì qualcuno si può offendere, però la donna incinta che si offende è proprio scema!

    Penso che il tuo amico sia stato troppo gentile, magari cedere il passo e fare qualche complimento può andare, però analizzare le sfumature dell'abbigliamento è un pochino eccessivo.

    Aerie

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  22. anonimok

    @ClaudioLXXXI
    Tradurre "paccheri" con "botte" è di un'approssimazione inaccettabile per un avvocato.

    @Lucyette
    Se i paccheri napoletani (la pasta) ti ricordano una mano aperta a schiaffo, hai dei ricordi danneggiati. 😉 I paccheri (la pasta) sono chiaramente onomatopeici, non vedo altra spiegazione.

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  23. anonimok

    @ClaudioLXXXI
    Tradurre "paccheri" con "botte" è di un'approssimazione inaccettabile per un avvocato.

    @Lucyette
    Se i paccheri napoletani (la pasta) ti ricordano una mano aperta a schiaffo, hai dei ricordi danneggiati. 😉 I paccheri (la pasta) sono chiaramente onomatopeici, non vedo altra spiegazione.

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