I mille volti di Gesù Bambino

Non si parla d’altro, lo aspettiamo tutti; molti di noi, probabilmente, attendono ansiosamente la mezzanotte per deporlo finalmente nella mangiatoia del presepe, rimasta simbolicamente vuota per tutto l’Avvento.
Con tutta evidenza, sto parlando Gesù Bambino: immagino che, di questi tempi, ce ne sia uno (o più d’uno) in ognuna delle nostre case. E a questo punto mi vien da chiedervi: precisamente, com’è fatto, il vostro Gesù Bambino?

Essì, perché i Gesù-Bambini non sono mica tutti uguali. Il più famoso è il Gesù Bambino in fasce che riposa nella mangiatoia, ma chiaramente questo non è certo l’unico modo in cui generazioni di artisti hanno rappresentato il Bambinello.
Anzi: l’iconografia cristiana, fin dai primi secoli, si è sbizzarrita con una sorprendente varietà di rappresentazione diverse per Gesù Bambino – e nessuna di queste rappresentazioni è stata inventata a caso, evidentemente. Di Gesù Bambini ce ne sono tanti, e ognuno di loro trasmette al fedele un messaggio dfferente, sottolineando un aspetto diverso del Natale.
Ma quale?

Scopriamolo assieme, in questa breve rassegna!

***

IL GESÙ BAMBINO IN FASCE

Il Gesù Bambino più comune, quello seminudo nella mangiatoia, arriva a noi per gentile concessione di San Francesco d’Assisi.
Francesco – si sa – amava Madonna Povertà; e questo elemento è sempre stato sottolineato pesantemente, nella predicazione francescana riguardo al Natale. Quando cantiamo di quel Re del Cielo che finisce a tremare in una grotta al freddo e al gelo, stiamo attingendo a un classico topos della predicazione francescana: sottolineare lo sconvolgente sacrificio di un Dio Onnipotente che si fa uomo tra gli uomini, povero tra i poveri, inerme tra i più deboli.
Del resto, lo dice la canzone stessa: “quanto questa povertà più mi innamora!”.

Nasce così, nell’immaginario collettivo, il Gesù Bambino tremante nella mangiatoia, a malapena riscaldato dal fiato del bue e dell’asinello. I Vangeli, a ben vedere, non ci descrivono una situazione così drammatica (anzi: dicono esplicitamente che Gesù fu avvolto in fasce, non che fu messo a dormire sulla paglia nudo come un verme a parte un fazzolettino bianco che gli copriva le pudenda)… ma l’immagine del Dio indifeso che rabbrividisce per il freddo è – obiettivamente – troppo forte per non far colpo.
E quindi, ecco imporsi l’immagine l’ormai classica di Gesù Bambino, seminudo e tremante, nella mangiatoia.
Ah, quanto gli costò, l’averci amato.

Gesù Bambino in fasce 1

Gesù Bambino in fasce 2

Gesù Bambino in fasce 4

IL GESÙ BAMBINO NUDO

Nudo nudo, eh.
Non “vestito alla bell’e meglio” come il Gesù Bambino francescano: nonnò, nudo come mamma l’ha fatto, con tanto di dettagli anatomici da esibire allo sconcertato spettatore!
Non sto parlando di oggetti di culto per feticisti psicopatici: sto parlando di una tipologia di statuetta di Gesù Bambino… che, in realtà, nasceva con questa particolarità per una ragione per precisa.

Vi avevo già raccontato questa bella storia: la statuetta di Gesù Bambino veniva regalata alla giovane donna che entrava in convento o che andava in sposa… e che, unitamente alla statua, riceveva in dono anche un piccolo corredino di vestiti con cui adornare il suo nuovo Bambinello.
Esattamente come le bambine di oggi si divertono a cambiare il vestito a Cicciobello, le ragazzine di un tempo si divertivano a cambiare d’abito le loro statuette di Gesù Bambino, in una pratica che era un po’ coccola e un po’ preghiera. In un’epoca in cui le donne lasciavano giovanissime la casa paterna, questo Gesù Bambino da coccolare e da vezzeggiare fungeva anche da coperta di Linus, oltre che da oggetto di devozione.
Dunque, Gesù Bambino nudo era tale proprio per permettere ai fedeli di rivestirlo con ogni onore. Fatto sta che, però, sotto ai vestiti, il Gesù Bambino era decisamente nudo; ovviamente, non concepito per essere esposto nudo… ma pur sempre nudo.

Le foto non ve le metto perché – nonostante non ci sia ovviamente nulla di male – non vorrei scandalizzare animi deboli di passaggio; in compenso, per farmi perdonare la mancanza iconografica, vi racconto un fatterello di cronaca recente.
Chi ha buona memoria potrebbe forse ricordare la “polemica” scoppiata un paio di anni fa circa un Gesù Bambino nudo del XVI secolo, recentemente acquisito dal Museo del Louvre. La scelta del museo (esporre il Gesù Bambino così com’è, al naturale, senza ricoprirlo con il tradizionale vestitino in stoffa) aveva fatto molto discutere. Alcuni gruppi cattolici avevano addirittura organizzato una colletta per tentare di comprare il reperto e custodirlo con una diversa cura (ovverosia: rimettendogli il vestito addosso).
Tentativo fallito: il Gesù Bambino se ne resta nudo in una vetrinetta del Louvre.
Ma se, in gita a Parigi, dovreste sgranare gli occhi alla vista di questo bizzarro spettacolo… beh: adesso, quantomeno, sapete il perché.

IL GESÙ BAMBINO EUCARISTICO 

Di tanto in tanto, lo si trova nei santini di inizio Novecento: è – letteralmente – un paffuto Gesù Bambino che fa cucù da dentro al tabernacolo.
Quando non dimora dentro al tabernacolo, il Gesù Bambino eucaristico tiene in mano un calice di vino e/o un’ostia consacrata e/o un grappolo d’uva e li mostra solenne ai fedeli. Talvolta li porge addirittura ai comunicandi; più raramente, è raffigurato con le vesti sacerdotali, nell’atto di consacrare – ehm – il corpo di se stesso.
Questo tipo di raffigurazione nasce nel tardo Medio Evo e sopravvive molto a lungo: come s’è visto, la si trova ancora in alcuni santini della prima metà del Novecento. È stato un tema particolarmente visitato dagli artisti; mi risulta che sia stato meno gettonato dagli scultori.
Però, che bello…!

Gesù Bambino Eucaristico 4

Gesù Bambino Eucaristico 6

Gesù Bambino Eucaristico 2

Gesù Bambino Eucaristico 3

IL GESÙ BAMBINO BENEDICENTE

È quello che preferisco in assoluto, casomai ve ne dovesse importare qualcosa.
(A fatica, ma) lo si trova anche sottoforma di Gesù-Bambino-Da-Presepe, come alternativa al Povero-Cristo-In-Fasce.
Come lascia intuire il nome stesso, il Gesù Bambino benedicente è un bimbetto neonato che – con levità, in modo quasi inconsapevole – solleva la sua manina verso chi lo guarda, nel tipico gesto del sacerdote che benedice.
Il messaggio è chiaro: la statuetta vuole sottolineare la divinità, la sacerdotalità di Cristo. Se il Gesù Bambino benedicente si trova all’interno di un presepio, si presenta vestito di una bella tunichetta bianca; se invece esiste come statua stand alone (di quelle da mettere in chiesa, per capirci) può essere ricoperto di ornamenti ancor più elaborati. Tuniche lunghe fino ai piedi, abitini ornati; talvolta, addirittura paramenti sacerdotali, con tanto di pianeta e stola.
Talvolta lo si trova anche benedicente e in fasce, sempre per effetto della predicazione francescana, ma non è la norma (di norma, è raro vedersi benedire da un sacerdote in mutande).

Oh: non so quale sia il Gesù Bambino che colpisce di più la vostra sensibilità, ma il Dio-bimbetto-e-sacerdote è decisamente quello che mi piace di più.

Gesù Bambino benedicente 2

Gesù Bambino benedicente 3

Gesù Bambino benedicente 7

IL GESÙ BAMBINO DELLA PASSIONE

…decisamente quello che mi piace di più, dicevo, se escludiamo, ovviamente, quello con cui vi rompo l’anima da anni: il Gesù Bambino della Passione.
Deprimente, guardare Gesù Bambino nella culla e riflettere su come sarà torturato, umiliato e ammazzato per colpa nostra?
Deprimente, non lo metto in dubbio, ma che il Natale sia un momento in cui è vietato pensare alle brutture del mondo è un’idea (bacata) recentissima, che su questo blog non trova asilo.
Le leggende natalizie e l’iconografia hanno sempre tentato di ricordare il legame che intercorre tra il Natale e la Passione: perché, in fin dei conti, Dio non s’è incarnato giusto per vedere l’effetto che fa.
E allora, molti artisti hanno scelto di rappresentare Gesù Bambino nelle vesti di agnello sacrificale, che già presagisce il futuro a cui è chiamato.

Talvolta lo vediamo compreso nel suo ruolo, solenne, a meditare sul destino che lo aspetta; talvolta lo vediamo ancora bimbo e inconsapevole, mentre giocherella con una croce di legno e con alcuni chiodi che San Giuseppe deve aver lasciato incustoditi sul tavolo di lavoro. Altre volte lo vediamo proprio spaventato, che si stringe alla mamma in preda alla paura; altre volte ancora lo vediamo teneramente ignaro e inconsapevole, mentre riposa in una culla “adornata” di chiodi e di spine.

Io lo dico sempre e non lo faccio mai, ma me lo prendo come buon proposito per il Natale prossimo: intrecciare una corona di spine e posarla vicino alla culla di Gesù Bambino, nel mio presepio.
Oh, quanto lo troverei significativo!

Gesù Bambino della Passione 3

Gesù Bambino della Passione 2

Gesù Bambino della Passione 1

Gesù Bambino della Passione 5

IL GESÙ BAMBINO RISORTO 

…perché d’accordo che il Natale non è un evento fine a se stesso, ma lo stesso si potrebbe dire anche riguardo al Venerdì Santo.
E quindi, ecco fare capolino nell’iconografia le tante rappresentazioni del Gesù Bambino risorto: un bimbetto di pochi anni di bianco (o di rosa) vestito, che spesso porta sul suo corpo paffutello i segni del flagello e della crocifissione.
Ma è un Gesù Bambino flagellato, crocifisso, e vittorioso: si mostra al fedele come colui che è risorto sconfiggendo la morte e reca con sé il classico stendardo che siamo abituati a vedere in tanti quadri sulla Resurrezione. Spesso è accompagnato da un agnellino (che vicino a un bimbetto fa sempre il suo effetto); molto spesso ha una mano sollevata per benedire il fedele e annunciargli che la morte non deve più fare paura.

Gesù Bambino risorto 1

Gesù Bambino risorto 2

Gesù Bambino risorto 3

Gesù Bambino risorto

IL GESÙ BAMBINO RE DELL’UNIVERSO

È probabilmente una delle raffigurazioni più antiche di Gesù Bambino, perché, beh… Prima ancora di essere un neonatino innocente in fasce; prima ancora di essere un agnello sacrificale destinato alla sofferenza atroce, Dio Onnipotente è quello, no?
Il re dell’universo, il salvatore del mondo.
E allora, ecco un fiorire di quadri e di statuette in cui Gesù Bambino, rivestito di tutte le più solenni insegne della regalità, si mostra al fedele come il potente salvatore del mondo. Spesso stringe addirittura in mano un piccolo globo terrestre, a sottolineare la sua signoria sul mondo e sull’umanità; in altri casi, si mostra “semplicemente” come il più forte e il più venerabile di tutti i potenti – di rosso vestito, adornato di corona e di scettro.

Questo tipo di raffigurazione, diffusissimo e imperante fino a pochi decenni fa, sembra poco gettonata dagli artisti contemporanei (…e anche dai fedeli).

Gesù Bambino re 2

Gesù Bambino re 3

Gesù Bambino re 4

Gesù Bambino re

Eppure, se ci pensate, il Natale è tutto qui, no?
Il Signore Dio, salvatore del mondo e re dell’universo, che diventa uomo tra gli uomini, indifeso tra gli indifesi, per salvare l’umanità attraverso la sua morte e resurrezione.
…ma anche per tornare tra gli uomini ogni giorno, da duemila anni a questa parte, sugli altari delle chiese, per mano dei nostri sacerdoti.
È Natale ogni giorno, se la vediamo sotto questo punto di vista!

Ma siccome oggi è Natale ancor più che in ogni altro giorno: a tutti voi, di cuore, un augurio per una serena, felice, santa festa piena di gioia.

5 risposte a "I mille volti di Gesù Bambino"

    1. Lucia

      Ciao!
      …effettivamente, sì: parlando proprio di ostentatio genitalium di Gesù Bambino (e pure di Gesù adulto subito dopo la resurrezione), dedicava qualche pagina interessante a questo tema Didier Lett in un libro che ho letto qualche mese fa: Uomini e donne nel Medioevo. Storia del genere (secoli XII-XV) (ed. Il Mulino).
      Sicuramente ci saranno anche studi più approfonditi, ma io per il momento ho letto solo il capitoletto tratto da questo libro.

      In effetti, a riuscirne a parlare senza urtare sensibilità, sarebbe anche un tema sufficientemente curioso per farci sopra un post, uhm…

      "Mi piace"

  1. Pingback: La Madonna e il Bambin Gesù nell’arte e nella cultura popolare

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