‘na pazza scatenata isterica.
Una vecchierella come la Befana – con molte cose in comune, con la Befana! – che ogni anno, nella vigilia dell’Epifania, visita le case dei Tedeschi nel suo vestito sporco e logoro, alla ricerca di qualcosa di buono.
Se si sente ben accolta, può anche valutare di lasciare un dono come ricompensa. Ma attenzione, bisogna accoglierla con tutti i crismi: nello specifico, la signora Perchta gradisce e pretende e esige che vengano lasciati sulla tavola imbandita dei dolcetti di farina d’avena e dei piatti a base di pesce, fatti apposta per lei.
La tradizione di lasciare cibo ai visitatori misteriosi che penetrano nelle nostre case nel periodo natalizio, è, come abbiamo visto, sicuramente molto diffusa. Si lasciano dolci agli elfi natalizi del Nord Europa, si prepara la tavola per le anime dei parenti morti… e, se ci pensiamo bene, si lascia qualcosa da sgranocchiare anche a Babbo Natale, soprattutto in Nord America. Babbo Natale va ghiotto di biscotti al cioccolato, a quanto sembra.
Ma Perchta…
Perchta, la “Befana” di area tedesca, sembra avere dei gusti decisamente particolari.
Passi, ancora ancora, il dolcetto a base di farina d’avena (le piacerà il gusto, che vi devo dire): ma il pesce?
Voglio dire: una fetta di merluzzo al forno non è il classico spuntino che vorresti sgranocchiare al volo mentre sei in viaggio, quando sei appena scesa dal treno e aspetti che arrivi la metro. O mentre stai compiendo un volo notturno nelle case di tutto il mondo, ‘nsomma.
Come dire: i gusti di madama Perchta mi sembrano decisamente inusuali.
Eppure… vi ricordate il colossale rompimento di scatole “Calendario della Quaresima” che vi avevo proposto l’anno scorso, in attesa che arrivasse Pasqua? Quello che avevo dedicato al tema dell’astinenza e del digiuno?
Embeh: se ci pensate, e se fate mente locale a quello che avevamo detto sulle antiche norme che regolavano l’astinenza, ricorderete che il pesce e i farinacei erano sostanzialmente gli unici due cibi che si potevano mangiare, nei “tempi forti” e nelle vigilie. Banditi carne, uova e latticini, non restava molta altra scelta.
Può forse essere una coincidenza, che madama Perchta – questa vecchia che si manifesta alla vigilia dell’Epifania – esiga di trovare sulla sua tavola solo ed esclusivamente cibi… ammessi dalla Chiesa?
“Noi di Voyager crediamo di no”, direbbe un blogger in stile Giacobbo – e in effetti, non ci credono neanche gli storici. Anzi: gli storici sono concordi nell’affermare che la figura di Perchta, con queste caratteristiche così peculiari, nasce proprio per riportare l’attenzione dei popolani sul precetto (a me tanto caro) dell’astinenza. Che, naturalmente, doveva essere rispettato anche in occasione delle feste natalizie.
Anche se a Natale si è tutti più contenti e si cerca di darsi ai bagordi: sì.
In un clima di festa come quello dicembrino, ci andava pure un personaggio che richiamasse il popolo ai suoi doveri.
***
Quasi tutti i portatori di doni, se ci pensate, premiano i bimbi buoni e puniscono quelli che sono stati cattivi.
Perchta fa la stessa identica cosa, concentrandosi però su un ambito ben specifico. E quindi: se, nella notte di vigilia fra il 5 e il 6 gennaio, visitando una casa, trova ad accoglierla un ambiente lindo ed ordinato, e intravvede sul tavolo gli ultimi resti del pasto di magro compiuto dalla devota famiglia… beh: si rallegra, e lascia un dono alla quella brava gente.
Ma se Perchta intuisce che qualcuno si è dato ai bagordi, ha gozzovigliato, senza rispettare il precetto imposto dalla Chiesa… beh: allora son dolori. ‘Sta pazza psicopatica – e vi giuro, non sto scherzando – apre lo stomaco dei peccatori, li sventra, estrae dalle loro budella il cibo “peccaminoso” che non avrebbe mai dovuto entrarci… e lo sostituisce con paglia, fieno, mattoni, e sassi appuntiti, ricucendo il tutto con il vomere e usando come filo di sutura una catena di ferro a maglie larghe.
Ehm.
Un altro inquietante personaggio di questo genere, per la cronaca, si aggira proprio in questa settimana nei cantoni della Svizzera (sconfinando di tanto in tanto in alcune zone della Francia). La vecchiaccia in questione si chiama Frau Faste – un nome che già di per sé richiama il ruolo di questo personaggio. “Faste”, in Tedesco come del resto anche in Inglese, significa “digiuno”.
Stessa fissazione, stesso meccanismo: nella terza settimana d’Avvento, Frau Faste si aggira nottetempo nelle case della gente. La sua vista a raggi X le permette di vedere attraverso i muri, e il suo udito in stile Superman le permette di sentire ogni minimo rumore di dentini che scarnificano una coscia di pollo.
E quando Frau Faste si rende conto che qualcuno sta infrangendo il precetto dell’astinenza, e sta mangiando carne “proibita” in un giorno di Vigilia…
…beh…
…gli spezza il collo, gli strappa le budella, e probabilmente inferisce anche sul suo cadevere.
Per chi si è comportato bene, invece, ricchi premi e regalìe.
E alla luce di ciò, con queste due psicotiche violente che minacciano la nostra esistenza (altro che profezia Maya!)… ehm… io vi domando: avete già pensato al menù per la Vigilia?
Francesca
ora capisco perché si riteneva che il babbo fosse buono e la befana cattiva…
e io che credevo fosse solo per il carbone e quelle arie da strega…
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Lucyette
Però io la trovo incredibilmente affascinante, questa figura che è stata creata apposta per richiamare la gente al precetto dell’astinenza… no? 🙂
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AlphaT
Ma perchè astinenza all’Epifania?
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Lucyette
Alla Vigilia dell’Epifania, cioè alla sera del 5… le due pazze passavano nella notte che precede l’Epifania, e controllavano che gli uomini avessero mangiato “correttamente” nel giorno che si era appena concluso. In quanto vigilia di una solennità, il 5 doveva essere un giorno di astinenza 🙂
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Lucyette
(In effetti, adesso che ci penso, non so se adesso l’astinenza sia ancora “obbligatoria” in tutte le Vigilie, o se anche per le Vigilie sia stata la possibilità di sostituirla con altre mortificazioni come ad esempio nei venerdì non di Quaresima. Boh? Io nel dubbio la faccio sempre perché mi ci trovo bene, lo trovo un precetto molto affine alla mia sensibilità, però in effetti non so mica se sia ancora strettamente obbligatoria anche in queste circostanze, ora come ora…)
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