Dal Manuale del Perfetto Persecutore di Cristiani: come martirizzare un santo anche quando tutto va drammaticamente male

1) Mostra la tua autorità
Quando ti capiterà di convocare al tuo cospetto un cristiano, abbi cura di mostrarti in tutta la tua autorevolezza e la tua possenza. Indossa il tuo abito più ricco, vesti le insegne di cui l’Imperatore ti ha onorato; ricevi il martire in uno dei più grossi templi della città, in maniera tale che l’infingardo provi timore alla vista delle statue delle tue potenti divinità. Ordina che il cristiano entri nel tempio mentre tu siedi su un alto trono, simbolo del tuo potere, e alzati in piedi per guardare il reo dall’alto in basso. Ciò incuterà in lui terrore.

Alert! Normalmente è una tecnica efficace; ma se quel giorno è la tua giornata storta, e il dio cristiano è in vena di scherzetti, potrebbe anche capitare che il tuo sedere si fonda col sedile del tuo ricco trono. Tu provi ad alzarti, e ti trovi incollato alla sedia.
No buono.
Capitato al prefetto Hylas, nel 251, mentre cercava di martirizzare Sant’Aureliano.

2) Non farti prendere dal panico
I cristiani sono spesso degli sgradevoli condannati a morte: per ragioni non comprensibili, talvolta sono riottosi all’idea di un martirio rapido. Se li condanni a morte su una pira, può saltar fuori che sono ignifughi; se ordini ai legionari di stuprare una bella vergine, a quelli vengono crisi di disfunzione erettile che nemmanco col Viagra. Nella tua carriera di persecutore, potrà anche capitarti di provare ad alzarti dallo scranno e scoprire che in realtà c’hai le natiche incollate al legno. Umiliante, ma c’est la vie.
Il dio cristiano, evidentemente, non è una mezza calzetta; ma tu, persecutore, hai dalla tua un intero pantheon di dèi romani!!
Non perdere la speranza, guardati attorno, e invoca su di te la potenza del grande Giove.

Alert! Normalmente è una tecnica efficace; ma se quel giorno è la tua giornata storta, e il dio cristiano è in vena di scherzi, potrà anche capitarti di guardarti attorno… e notare che le grandi statue dei tuoi dèi romani sono improvvisamente finite a testa in giù. Nel senso che fino a due minuti prima erano statue normali, adesso sono statue con la testa immersa nella sabbia e le piante dei piedi tese verso il cielo.
No buono.
Capitato al prefetto Hylas, nel 251, mentre cercava di martirizzare Sant’Aureliano.

3) Sii capace a importi
Sei un prefetto dell’Impero, per Giove: il dio cristiano non può permettersi di trattarti in questo modo!!
Se non riesci a cavartela da solo, cerca l’appoggio del cristiano. Urla, sbraita: in fin dei conti, i cristiani son delle paste d’uomo. Realisticamente, non ti lasceranno lì a morir di vecchiaia col sedere incollato alla sedia, in saecula saeculorum amen.
Alza la voce, grida; se necessario, nomina pure tua moglie incinta che ti aspetta a casa con dei bimbetti che vogliono tanto bene al padre. Il cristiano si impietosirà, e porrà fine ai suoi sortilegi.

Alert! Normalmente è una tecnica efficace, ma dipende anche dalla sensibilità del singolo martire. Se quel giorno è la tua giornata storta e al martire cristiano girano un po’ le scatole, potrebbe capitarti di riguadagnare sì la mobilità, ma di ritrovarti con le statue che restano ostinatamente a testa in giù.
No buono, ché poi tocca a te finanziare il restauro.
Capitato al prefetto Hylas, nel 251, mentre cercava di martirizzare Sant’Aureliano.

4) Impara a delegare
Se proprio vedi che non è cosa, lavatene le mani e chiedi l’aiuto di un superiore.
L’Imperatore Decio va benissimo.
Così, se manco lui riesce a far dis-conficcare le statue, quantomeno non potrà dire che la colpa è tua e chiederti i soldi.
Dunque, manda un messo all’Imperatore e scappa più veloce che puoi.

Alert! Normalmente è una tecnica efficace, ma meglio non abusarne. Se è la tua giornata storta e se quel BIP di cristiano è veramente incarognito, corri il rischio che si metta a insultare pesantemente l’Imperatore appena se lo vede davanti.
No buono, proprio per niente.
Capitato sempre al prefetto Hylas, che – non so a voi – ma a me a ‘sto punto comincia anche a fare parecchia pena.

5) Sfrutta la situazione a tuo vantaggio
Il tuo sottoposto ti ha appena sbolognato la patata bollente, ti trovi davanti a un pazzo che ti dice le peggio cose, e ti rode parecchio il fegato al pensiero di dover aver a che fare con questo tizio?
Sfrutta la situazione. Ingannalo.
Mostrati blandamente aperto alla conversione, chiedigli di dimostrarti la potenza del suo dio, e sfidalo a guarire la tua figlia gravemente malata.

Alert! Normalmente è una tecnica efficace, nel senso che la figlia guarisce; però, nella maggior parte dei casi, va a finire che poi si converte e ti tocca ammazzarla.
Stranamente questo non capitò alla figlia dell’Imperatore Decio, che nel 251 si era unito agli sforzi del prefetto Hylas nel tentativo di martirizzare ‘sto benedetto Sant’Aureliano.

6) Sii infido
In un mondo in cui la successione imperiale si regola a suon di macete, vorrai mica mantenere la parola data (o lasciata intendere)?!
Una volta ottenuta la guarigione di tua figlia, ordina ai tuoi soldati di accerchiare il salvatore, e, in rapida successione: fallo ammanettare, firma la sua condanna a morte, trascinalo via.

Alert! Normalmente è una tecnica efficace, ma c’è sempre quel problema della conversione, ché tu non sai il giorno né l’ora ma pare che ottimi persecutori vengano improvvisamente fulminati sulla via di Damasco e perdano il senno.
Per evitare ogni pericolo, ordina ai tuoi soldati di tagliare la lingua al condannato a morte. Niente lingua niente predicazione, e niente predicazione niente rischio di veder gente che si converte. Tiè.
Così scelse di agire l’Imperatore Decio, nel 251, pensando d’essere a buon punto con il martirio di Sant’Aureliano.

7) Ma soprattutto: sii realista.
La vita di noi mortali è interamente nelle mani di un Fato crudele e capriccioso.
Talvolta, vecchio mio, è davvero la tua giornata storta. Ma proprio storta, storta, storta.
Talvolta, può capitare che il martire si veda staccare la lingua, e poi si chini, e poi la raccatti da per terra, e poi se la pulisca dal terriccio prima di reinfilarsela tranquillamente in bocca. E a quel punto, per uno di quei sortilegi che i cristiani chiamano “miracoli”, può capitare che la lingua si riattacchi al moncherino sanguinolento che il maledetto ha in bocca.
E quello ricomincia a parlare.
E oltrettutto dice pure “pussa via, brutto tempio di dèi pagani”, e ti polverizza in un colpo solo tutte le statue delle divinità, che precedentemente t’aveva scaravoltato a testa in giù.
Vecchio mio: un bravo persecutore di cristiani dev’essere spietato, ligio al dovere, inflessibile, incorruttibile… ma soprattutto, molto realista.
Non ostinarti. L’esperienza insegna che, oltre certi limiti, se t’ostini va a finire male.
Se la situazione diventa così palesemente insostenibile, c’è un’unica cosa che tu possa fare: ordina convulsamente di far ammazzare ‘sto caso umano, e scappa via. Scappa, scappa con tutte le tue forze, e corri più velocemente che puoi.

Si concluse così l’esasperante martirio di Sant’Aureliano (che comunque alla fine morì per decapitazione)…e le cui reliquie, peraltro, furono giustamente traslate qui a Pavia, in epoca longobarda. Sempre per la serie “se non sono pazzi, non li vogliamo”, ai Pavesi dovette apparire evidente che un così simpatico buontempone poteva essere invitato a buon diritto ad abitare questa nostra città di folli…

2 risposte a "Dal Manuale del Perfetto Persecutore di Cristiani: come martirizzare un santo anche quando tutto va drammaticamente male"

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