Christian Fashion Week – 2

Non erano tutti cristiani, gli stilisti che hanno partecipato all’ormai famigerata Christian Fashion Week di Tampa.
Alcuni sì, lo erano: convinti credenti che concepiscono la moda come un mezzo di evangelizzazione. Altri erano cristiani così-così, di quelli che non necessariamente troverai in chiesa alla domenica; altri invece erano stilisti “come tanti”, non-praticanti o addirittura non credenti – accomunati, però, da un’unica convinzione: “basta con questa moda che non sa fare altro che venderci sesso”.
o anche no: nel senso che c’erano pure degli stilisti “normalissimi”, che avevano prodotto collezioni d’abiti assolutamente mainstream, ma che trovavano intrigante l’idea di cimentarsi nel campo della modest fashion. “Creare abiti fantastici senza lasciare troppa pelle scoperta? Perché no?”.
Sicuramente, un bel modo per mettersi alla prova.

Insomma: un melting pot di stilisti diversi, con esperienze diverse e con sensibilità tutte differenti. Era inevitabile che in questo mare magnum di proposte trovassero spazio abiti che incarnano concetti di “modestia” anche molto diversi fra di loro.
Per dire: certi abiti che sono sfilati in passerella, io non li indosserei per uscire nemmeno se mi pagassero. Altri spettatori hanno avuto l’impressione opposta: le proposte di certi stilisti, dicevano, andrebbero bene sì e no per una nonnetta trista; “modestia” non vuol mica dire andare a spasso intabarrati come una vecchia.
Sotto i riflettori della Christian Fashion Week, insomma, sono idee di “modestia” e di “moda cristiana” molto diverse fra di loro… con grande gioia degli organizzatori, che volutamente hanno deciso di non mettere paletti alla creatività degli artisti. A parte una serie di diktat che erano assolutamente da rispettare (e che mi immagino sulle linee di “niente nudi in trasparenza” e cose simili), gli stilisti hanno avuto carta bianca: pensa ai concetti di “modestia” e di “pudore”, cerca di stabilire cosa significano per te, e metti in pratica la tua visione.
Ed è interessante – oserei dire interessantissimo – osservare il modo in cui tanti artisti diversi, con storie diverse alle loro spalle, hanno interpretato questi concetti.

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A due settimane dalla chiusura della Christian Fashion Week, gli organizzatori della sfilata pongono la stessa domanda anche a noi “fan”. Ed io mi unisco a loro, nel chiedervi: che cos’è per voi la modestia? Cosa stabilisce se un abito, un comportamento, uno stile di vita, è “modesto” oppure no?
La modestia dipende dal grado di malizia di chi ci guarda?
La modestia c’entra poco o niente con le reazioni dell’altro sesso, ed è un valore che andrebbe coltivato di per sé?
Ci sono dei criteri per dire “sì, questo abito è modesto”, “no, questo abito è impudico”?
La modestia è un valore strettamente cristiano? Oppure è un valore antropologico universale, che dovrebbe interessare individui di ambo i sessi appartenenti a qualsiasi religione o credo filosofico?
Per intanto, è interessante scoprire in che modo hanno risposto a queste domande i numerosi stilisti che hanno sfilato in passerella.
Di alcuni artisti avevamo già parlato la settimana scorsa; gli altri ve li presento qui, in una veloce carrellata…

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Lo slogan di Elaine di EJ Fashion Design è tutto un programma: “Modest Wear for the Modern Woman in the Modern World”. È uno di quei brand cristiani per davvero, che infarcisce di citazioni bibliche le pagine del suo sito web e che non riesce nemmeno a concepire l’idea di lavorare su una moda che non sia 100% cristiana, 100% casta.
Mia mamma ha dato un’occhiata alla collezione primavera-estate, e ha sintetizzato commentando “questa ha aperto il tuo guardaroba, ha studiato la tua idea di ‘modestia’, e ci ha aggiunto un bel po’ di colore”.
Con tali premesse, è inutile dire che questo stile mi piace un sacco.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

In Jessica Rios riponevo grandi speranze – perché è una stilista di abiti da sposa, e perché io trovo francamente inconcepibile e intollerabile questa scandalosa abitudine delle sposine moderne di presentarsi in chiesa più svestite che coperte. Persone che mai e poi mai entrerebbero in chiesa conciate in un certo modo, decidono improvvisamente di farlo al loro matrimonio perché “e che posso farci? Son tutti così, i vestiti da sposa!”.
Non riesco nemmeno a capire la logica di un abito da sposa come quelli che vanno di moda oggi: scollacciati, super-aderenti, senza maniche, pieni di trasparenze. E… niente da fare: su questo punto, proprio non transigo.

Non a caso riponevo grandi speranze in Jessica Rios – negli Stati Uniti, esistono fantastiche collezioni di abiti da sposa in stile modest che sono aggraziati, retrò, romantici, dolci: insomma, un capolavoro; e molto adatti a una sposina.
Non vedevo l’ora di vederne sfilare qualcuno sulle passerelle della CFW… e invece no: Jessica Rios ci propone “normalissimi” abiti da sposa (e da cerimonia) come tanti.
Delusione immensa.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Medina Hagen-Morgan di Medi ha una idea di modestia tutta sua particolare, e ritiene che una donna possa essere pudica anche indossando una mini-mini-gonna.
Ehm.
Io non sono esattamente della stessa opinione… ma se non fosse per le gonne cortissimissime, indosserei molti dei suoi abiti!

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Madame Weathersby: ecco un’altra stilista secondo cui lo stacco di coscia è okay.
Nonostante Madame Weathersby abbia trovato fortuna producendo abiti per bambini, dal delizioso sapore retrò, di tanto in tanto si diverte a lavorare su collezioni per donne adulte.
Il delizioso sapore retrò rimane invariato, e la Madame ci regala una serie di vestiti da far girare la testa a qualsiasi amante del vintage.
Tipo me, per esempio.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

(Come una Madame di tale raffinatezza riesca poi a produrre (e mandare in passerella!!) (in una sfilata di moda modesta!!!) perle come questa… è e resta per me un mistero).

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Narrowgate Limited non è, di per sé, un brand esclusivamente dedicato alle taglie forti. Quest’anno, però, ha voluto concentrarsi proprio su questa tipologia di clienti, approfittando della CFW per mettere in mostra una collezione tutta sui toni del viola.
E molto graziosa, secondo me – molto adatta a valorizzare il corpo di una taglia forte.
Con un paio di correzioni da poco conto (tipo: i leggins non sono pantaloni), sarebbe anche perfettamente in linea con i miei canoni di “modestia”.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Sottolineando per i distratti che sono una fan dello stile retrò, il motto di RePurposed for Classic Gentlemen prometteva decisamente bene: “non è la sfilata di moda a cui partecipava tuo nonno da giovane… ma tuo nonno, probabilmente, riconoscerebbe alcuni degli stili”.
Ehm.
Non so come si vestissero gli Americani negli anni ’30, ma io ho parecchie foto di mio nonno e, onestamente, vestito così non l’ho visto mai…

In diretta per voi dalla Christian Fashion Week: il fattone sessantottino che non vorrei incontrare la sera in un vicolo; Lurch della Famiglia Addams; l'unico decente di tutta la collezione. Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

In diretta per voi dalla Christian Fashion Week: il fattone sessantottino che non vorrei incontrare la sera in un vicolo; Lurch della Famiglia Addams; l’unico decente di tutta la collezione.
Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Ronnisha Tolefree di Aura Boutique sarebbe una stilista da tenere d’occhio, se non fosse che – ahimè – difficilmente troveremo i suoi abiti qui in Italia.
Punto primo, andrebbe tenuta d’occhio per premiare la sua costanza. La stilista comincia a tenere in mano ago e filo quando è ancora giovanissima: membro di una famiglia numerosa in cui la madre, a un certo punto, s’è ritrovata sigle (e con un bel po’ di figli a carico), trascorre alcuni anni in condizioni di pesante indigenza. Non può permettersi vestiti nuovi, ma può permettersi stoffe di recupero con cui confezionare abiti hand-made.
Nasce così una passione che presto diventerà lavoro… e che un giorno permetterà a Ronnisha di far quadrare i conti.
Ciliegina sulla torta? I vestiti che produce: li trovo molto graziosi… e soprattutto, sono super-economici – quasi a livello di OVS o H&M!

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

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Lo ammetto: ho una passione per i vestiti etnici, soprattutto se provengono dall’Estremo Oriente. Dosati con moderazione, riescono subito a rendere originale un abbigliamento “da tutti i giorni”. E poi, le stoffe orientali sono così belle – così piene di colori, così luminose e splendenti…
Sumita Bhojwani di Xala Express mi è piaciuta, e non poco.
Certo non è il tipo di vestito che metteresti per andare a far la spesa, ma…

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

E concludiamo questa carrellata con i vestiti di Xiaolin, una stilista osannata da tutti e che sembra essere la rivelazione e l’enfant prodige di questa sfilata.
Siccome io non ci capisco un granché di moda, posso solo dare il mio contributo con una mera osservazione anagrafica: effettivamente, la ragazzina ha diciannove anni. Ed è già il secondo anno che fa sfilare in passerella le sue creazioni.
Creazioni ispirate alla natura (“l’opera d’arte di Dio”, per citare le parole della stilista)… E voi che ne dite? Vi unite al coro dei suoi fan entusiasti?

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Photo Credit Dance Cafe LLC Photography.

Proprio con i vestiti di Xiaolin si sono spenti i riflettori della Christian Fashion Week… un evento che ha avuto notevole successo, devo dire, laggiù negli Stati Uniti!
Ai giornalisti che li hanno intervistati al termine delle sfilate, gli organizzatori hanno dichiarato di essere estremamente soddisfatti. E anzi, sognano in grande: la loro speranza è quella di riuscire a “sdoppiare” l’evento negli anni a venire, organizzando una sfilata per le collezioni autunno-interno ed una dedicata a quelle primavera-estate.
E se il genio della lampada permettesse loro di sognare ancor più in grande, esprimendo un desiderio di quelli grossi grossi e persino folli?
Beh: gli organizzatori spererebbero di esportare all’estero la loro Christian Fashion Week. Non nel senso che vogliono mettersi, loro, a organizzare sfilate a Milano e Parigi – proprio nel senso che gli piacerebbe “esportare la formula”; sapere che, grazie a loro, si è cominciato a parlare di modest fashion anche in Stati in cui “pudore” e “moda” sono vocaboli che difficilmente vengono accostati fra di loro.

Sarebbe bello, in effetti.

Incrociamo le dita?

 

4 risposte a "Christian Fashion Week – 2"

  1. filia ecclesiae

    La moda da uomo non mi piace, e non mi piacciono neanche: i vestiti da sposa, Madame e Narrowgate Limited, credo per le taglie forti si può fare molto meglio! Qualche accorgimento lo farei quasi a tutti i vestiti ma mi piace un sacco la gonna verde tenero e la blusa nera a pois!!! Quelle porterei senza cambiare nulla (o forse solo le maniche qualche centimetro più lunghe), se avessi la linea adeguata. 😀

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    1. Lucia

      Ci avrei scommesso, sul vestitino con gonna verde e blusa a pois 😀
      In effetti è delizioso… e anche molto “tedesco”, come stile 😉

      Certi vestiti di Mme Weathersby a me piacciono molto: altri invece sono francamente inguardabili, e francamente non riesco nemmeno a capire il filo logico di una collezione che presenta abiti raffinati in stile vintage e tubini con ananas pelosi sulla scollatura, senza soluzione di continuità O.o
      Però i vestiti più “classici” mi piacciono molto, potrei davvero indossarne qualcuno.

      Se mi dicessero “devi indossare alcuni dei vestiti della CFW: quali scegli?” io penso che mi orienterei sicuramente su Elegantees (ne avevo parlato nello scorso post) e su EJ Fashion Design. Per occasioni più eleganti, qualcosa della Madame… 🙂
      (I vestiti indiani mi piacciono molto, ma ahimè sono quasi tutti senza maniche. Ecco: per me, andare in giro a spalle scoperte è una cosa molto molto importante, per i miei canoni di modestia. Quindi, nada :-P)

      Concordo sull’orrore degli abiti da uomo, e sulla scarsa modestia degli abiti da sposa. Forse era la collezione che mi incuriosiva di più, e invece…! 😦

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  2. elimod

    Questi stupendi e dettagliatissimi articoli finiranno tutti nella nostra pagina di moda modesty!!!!!!!!!! Li condivido ok? Hai fatto un super lavoro, vale la pena di farlo conoscere!

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