[Ma che sant’uomo!] Il Grande Quiz per Ognissanti – le soluzioni!

Signori e signore, buona giornata, e felice festa di Ognissanti!

Come al solito, i post di questo genere sono piuttosto lunghi. Bando alle ciance, dunque, e veniamo al sodo: curiosi di sapere chi si è aggiudicato il primo premio nel mio bizzarro e spietato quiz su Tutti I Santi?
Quest’anno, avete addirittura una doppia chance di scoprirvi vincitori… sì, perché stavolta i “primi premi” sono stati due, a pari merito!

Ma, come dicevo: bando alle ciance, e veniamo alle risposte del quiz.

***

1)   Ildegarda di Bingen aveva posizioni piuttosto strane, per essere una monaca altomedievale. Ad esempio, criticava chi…?

La risposta corretta è la B: Ildegarda criticava chi si sottoponeva a digiuni troppo rigidi.
Nello specifico, questa sua critica è contenuta in una lettera che la suora renana aveva indirizzato a Santa Elisabetta di Schonau, un’asceta che si stava macerando un po’ troppo nel digiuno.
Occhio a non esagerare, le raccomandava Ildegarda: il corpo umano, in fin dei conti, è come un campo coltivato. Allo stesso modo in cui la siccità prolungata finisce col rovinare il raccolto, così anche la mancanza di cibo può rovinare una persona. Talvolta, la pratica ascetica portata all’eccesso rientra in un subdolo piano del demonio: Satana fa preda di coloro che sono tormentati dai sensi di colpa, inducendoli diabolicamente a credere che col digiuno essi riusciranno a placare le loro voglie. In realtà, l’asceta gradualmente si indebolisce, si ammala, e perde ogni interesse per la vita, finendo col morire… fors’anche senza aver espiato tutti i suoi peccati.

2)   Beh: sol per quello, anche Santa Elisabetta d’Ungheria aveva atteggiamenti piuttosto bizzari, per essere una santa. Del resto, non è mica tanto comune…

…“litigare furiosamente col proprio direttore spirituale”: la risposta corretta è la A!
Tutti quanti avete immaginato una Santa Elisabetta che si augura la morte del promesso sposo: poraccia, in realtà aveva un ottimo rapporto con suo marito.
I problemi, semmai, cominciarono a sorgere quando il coniuge passò a miglior vita: garantita una adeguata sistemazione ai suoi figli, Elisabetta scelse di vivere una vita di carità al servizio dei poveri, di cui volle condividere tutti i patimenti. Il suo desiderio più grande era quello di andare a mendicare… ma il suo direttore spirituale, Corrado di Marburgo, le proibì tassativamente anche solo di pensare a una cosa del genere.
Come commenta eufemisticamente André Vauchez in suo libro dedicato a La Santità nel Medioevo, “la cosa provocò tra i due uno screzio vivace”.
Un diplomatico eufemismo, per l’appunto.

3)   Non che la stranezza sia una prerogativa delle sante donne. Quello che ho in mente adesso, mentre era deportato a Dachau trovava il tempo (e lo spirito!) di…

…“improvvisarsi acrobata nel bel mezzo di un lager nazista”: la risposta giusta è la D!
Si tratta del beato Alois Andritzki, un sacerdote tedesco fresco fresco di ordinazione che, nell’ottobre del ’41, era stato deportato a Dachau con l’accusa di mettere in testa pericolose idee cristiane ai giovani affidati alle sue cure.
Alois morirà a Dachau due anni più tardi, stroncato dal tifo; ma nel frattempo, toccherà il cuore di tutti i suoi compagni di prigionia. I sopravvissuti a Dachau infatti ne ricorderanno il sorriso, la disponibilità, lo spirito di abnegazione, la  disponibilità nell’aiutare gli altri… ma anche i suoi tentativi di portare un po’ di gioia in quell’inferno.
Finché fu abbastanza in forze per farlo, Alois cercò di divertire i suoi compagni facendo l’equilibrista dopo i turni di lavoro: camminava con le mani e faceva giochi di prestigio nel tentativo di dare un po’ di svago agli altri prigionieri.
Incredibile ma vero.

4)   Fra tutte le mortificazioni corporali, qual era, secondo sant’Alfonso de’ Liguori, la più utile e fruttuosa?

La risposta corretta è la C: sant’Alfonso era un fan dell’alimentazione moderata, e, più generale, della frugalità in ogni aspetto della vita. In una sua opera dedicata alle religiose, il santo raccomanda sì le mortificazioni, ma solo se praticate con il giusto senso della misura. Che senso ha macerarsi in digiuni durissimi e indossare cilici e discipline, se poi, concluso questo momento di mortificazione, ci si siede a tavola per ingozzarsi come maiali?
Dice sant’Alfonso (e io concordo molto, per quel che vale).

5) Secondo un libretto di preghiere che circolava negli oratori fino a non troppi anni fa, qual è il numero esatto delle gocce di sangue che Gesù ha “sudato” nell’orto degli ulivi?

Si tratta di un libretto che elenca inquietanti numeri di ferite e vessazioni corporali subite da Gesù durante la Passione. L’opuscoletto citava anche le sue fonti, dichiarando di rifarsi alle rilevazioni private ricevute dalle sante Elisabetta, Brigida e Matilde.
E la risposta giusta è la B: secondo questo libretto, le gocce di sangue “sudate” da Gesù nell’Orto degli Ulivi sono state ben 97.307.
Per amor di completezza, riporto anche qualche altro dato: a detta dell’opuscolo, Gesù ha emesso 900 gemiti, è stato preso a calci 370 volte, è entrato in agonia 19 volte prima di esalare l’ultimo respiro, e per 32 volte qualcuno ha sputato sul suo volto santo. “A confronto di tutto questo”, concludeva l’opuscolo, “io ho ricevuto un solo atto caritatevole, da parte di santa Veronica”.

…comunque, mi sa che ‘sto opuscoletto aveva preso strane vie ed è andando incontro a modifiche varie man mano che passava il tempo: cercando un riscontro online per linkarvi qualche cosa in merito, ho trovato questa traduzione dall’Inglese… che però riporta numeri diversi da quelli pubblicati sul “mio” opuscolo!

6) Nel lasso di tempo che va dal 1200 al 1400, qual è stata la percentuale di laici che sono stati canonizzati, sul totale di tutte la canonizzazioni?

Ho sogghignato nel leggere risposte depresse che immaginavano percentuali bassissime… perché in realtà la risposta corretta è la C: un quarto dei santi canonizzati in quel lasso di tempo proveniva dallo stato laicale.
La santità laicale non era mica poi così sottovalutata, prima del Novecento!
Riservandomi di approfondire la questione in un altro post, se vi interessa, mi rifaccio ai dati raccolti da Vauchez nel libro che ho già citato sopra. Facendo riferimento a un arco temporale compreso fra il 1198 e il 1431, Vauchez rileva che il 25,7% dei santi canonizzati erano vissuti e morti nello stato laicale.
Sorpresi?

7) In suo racconto breve, Andrea Camilleri mette in scena un bizzarro personaggio, che… a un certo punto della sua vita, per ragioni sue, s’era inventato un santo.

…santo che si chiamava Filàno: la risposta corretta è la A!
Il racconto in questione è Chi è che trasì nello studio?, e io l’ho trovato in una piccola antologia di racconti brevi pubblicata sotto il titolo di Gocce di Sicilia per le Edizioni dell’Altana. Il protagonista del racconto è un certo zz’Arfredu, uomo dal multiforme ingegno… che, fra le altre cose, aveva anche inventato dal nulla il culto di un santo.
Festeggiato la seconda domenica di maggio, San Filàno era noto (secondo zz’Arfredu) per la sua capacità di trovar marito alle zitelle. Dopo una lunga propaganda, zz’Arfredu era riuscito a diffondere la devozione per il santo inventato… e, ogni anno, nel giorno della sua festa, le zitelle del paese si radunavano in preghiera per chiedere una grazia a san Filàno.
Naturalmente, prima di accasare le sue fedeli, san Filàno aveva bisogno di saggiare le loro qualità di mogli: e così, zz’Arfredu, in qualità di gran sacerdote di questo culto, domandava a tutte le ragazze di cucinare per lui qualche piatto prelibato. Le zitelle cucinavano, zz’Arfredu si pigliava i piatti, dichiarava che avrebbe riferito a san Filàno circa la qualità di queste preparazioni gastronomiche… e Filàno, in base al responso, avrebbe (forse) concesso la grazia alle cuoche migliori. Ovverosia, le più meritevoli di andare immediatamente in sposa.
Astuto, zz’Arfredu!

8) Tempo fa leggevo l’agiografia di una santa che, ehm, non era molto predisposta ad assaporare la bellezza quasi sacramentale dell’unione fisica con suo marito. Anzi. Tutte le volte che il marito provava a unirsi a lei, la Santa…?
…cominciava a vomitare furiosamente: addosso a se stessa, addosso al marito, addosso al letto; ininterrottamente.
La cosa evidentemente non bastò a far desistere il marito, che – facendo prova di una determinazione non da poco – riuscì comunque ad avere tre figli da sua moglie.
Che, per la cronaca, era santa Francesca Romana.

9) E ora, ho in mente un santo che ci era andato giù pesante nello scrivere la regola monastica del suo ordine…
Infatti, per non crogiolarsi in lussi eccessivi, i suoi confratelli non potevano usare buoi per arare i campi, e dovevano tirare l’aratro in prima persona.
Ebbene sì.
Il sadic l’illuminato fondatore aveva nome Davide di Menevia, e, per la cronaca, aveva posto ai confratelli anche altre regole meritevoli d’attenzione: ad esempio, i suoi monaci non potevano bere niente che non fosse acqua, e potevano mangiare solo pane, condito con pochissimi altri ingredienti.
Ebbene sì.

10) Nel primo dopoguerra italiano le riviste femminili amavano molto fare gossip sulla figura di Santa Giovanna d’Arco, improvvisamente diventata  famosa grazie al film con Ingrid Bergman. Peccato che la Giovanna d’Arco “dei giornaletti femminili” fosse, ehm, un po’ diversa dalla Giovanna d’Arco cantata dalle agiografie. Per fare giusto un esempio fra i tanti, i giornaletti anni ’50 erano capaci di scrivere articoli in cui…?

Giovanna d’Arco piangeva se ferita e si estasiava, come ogni fanciulla, di fronte a un bel vestito; Giovanna amava la vita e supplicava i nemici di non farsi uccidere; Giovanna d’Arco si sposò e non fu arsa sul rogo.

Sono tutti titoli di realmente articoli pubblicati sulla rivista Oggi, fra il 1949 e il 1952!
Per chi fosse interessato al tema, a cui del resto avevo già accennato qui, segnalo che è disponibile online, previa registrazione gratuita al sito Academia.edu, il bell’articolo di Tommaso Calò intitolato «Il miracolo in rotocalco». Il sensazionalismo agiografico nei settimanali illustrati del secondo dopoguerra.
Veh che è una lettura interessante: non si salvava manco la Madonna…

11) Tutti sanno che il primo testo a stampa è stato la Bibbia; ma forse, non tutti sanno che il primo testo a stampa stampato con caratteri moderni è stato…?

…una raccolta di lettere di Santa Caterina da Siena: la risposta corretta è la C!
Siamo a Venezia, nell’anno 1500, e l’editore Aldo Manuzio decide di dare una nuova veste grafica ai libri che uscivano dalle sue presse. Niente più libroni old style, che ricordavano nell’aspetto i vecchi manoscritti medievali: strada libera, invece, a libri dall’aria più moderna, con caratteri tipografici più simili a quelli a cui noi stessi siamo abituati.
Questo nuovo carattere – passato alla storia come corsivo Griffo – fu “tenuto a battesimo” proprio da Santa Caterina, in una raccolta delle sue Lettere.

Qui, per la vostra gioia, un dettaglio dell’opera:

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12) Inserendosi nel filone letterario dei manuali per confessori, Jean Gerson, teologo francese del ‘400, scrive un’opera di grande acume psicologico sul modo più subdolo e più devastante in cui Satana può indurre al peccato.
Ovverosia: indurti a credere di star compiendo atti fortemente virtuosi, mentre invece le tue azioni sono in realtà peccati belli e buoni. Solo che tu non te ne rendi conto. 

Io amo Gerson. Non posso dire di conoscerlo più di tanto, ma tutto quello che ho letto finora mi porta ad amarlo alla follia. A parte il fatto che Gerson è (secondo alcuni) quell’adorabile pazzo che mesi fa ci ammoniva sostenendo che “in qualsiasi ora, in qualsiasi circostanza, lasciata ogni occupazione, se si sa che l’altro è preso da urgente desiderio, occorre cercare un angolo segreto e assolvere immediatamente il debito coniugale” (…LOL!). A parte questo, dicevo, Gerson è anche autore di un’opera di grande acume psicologico intitolata Traité des diverses tenations de l’Ennemi. Le tentazioni più subdole, come dicevo sopra, sono quelle in cui il demonio ti convince di star compiendo il bene mentre in realtà stai facendo il male – e l’autore esamina cinquantotto modalità di tentazione in forza delle quali la conversione del bene in male rischia di avvenire a nostra insaputa.
La risposta corretta, dunque, è la C!
E, per avere qualche esempio concreto di come Satana possa tenderci questo trabocchetto, cito alcuni casi riassunti da Jean Delumeau nel suo Il peccato e la paura:

Talvolta, il Nemico cessa di tentarci per un po’ di tempo proprio per assopire la nostra vigilanza, e incoraggia, ad esempio, a dedicarsi a “opere virtuose grandi e generose” ben sapendo che non ci si riuscirà, cadendo in balia della tristezza.
Ad un altro manda “pene gravissime e straordinarie, da sopportare per devozione, affinché l’interessato prenda tutto il suo piacere in tali pene e non voglia più amare o servire Dio se non per esserne afflitto” (ed è questa una tentazione ben nota ai mistici).
In un altro caso il Nemico manda a qualche persona dei buoni pensieri, il che fa non per il suo bene, bensì per impedirle di pregare, per es. durante la Messa.

…eccetera, eccetera, eccetera.
Ditemi se quest’uomo non è un genio.

***

Giunti alla fine di questa carrellata, eccomi dunque proclamare il vincitore – anzi: i vincitori di questa gara. Con un risultato di sette punti a pari merito, vincono questa gara Marinz ed El!
Ai felici (?) vincitori, l’immenso privilegio di potersi aggiudicare un “Ma che sant’uomo!” personalizzato, dedicato al loro santo preferito. O a quello di cui vogliono leggere la storia, insomma.

E a tutti gli altri… di nuovo: di vero cuore, buona festa di Ognissanti!

7 risposte a "[Ma che sant’uomo!] Il Grande Quiz per Ognissanti – le soluzioni!"

  1. marinz

    wow ho vinto!!!!
    Adesso ci penso a quale santo (Marino il mio, Giorgio ammazzadraghi, Brigida di Svezia, Bakhita patrona d’Africa, ect) Ci penso e ti faccio sapere in questi giorni 🙂

    Tra l’altro sette è il mio numero 😀

    EVVIVA!!!!

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      1. marinz

        Ci sto ancora pensando ma visto che me lo chiedi potrei dirti:
        – se trovi una Santa Esther che non sia la regina bibblica scelgo lei
        – altrimenti lo fai su Marino (so che ne esistono due, quello più famoso dello stato e uno meno famoso) vedi tu se vuoi farmi una post differenziando le due storie

        Se poi ci metti aneddoti particolari meglio ancora :o)

        Grazie

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    1. Lucia

      Oh, ma pensaci pure ancora, quanto vuoi! Chiedevo per essere sicura di non dimenticarmene: se non hai fretta tu, io non ho nessuna fretta (anzi, in questo mese spererei di scrivere cose a tema natalizio) 😀
      Fai pure con calma!

      Comunque… ahimè: non ho trovato altre sante Ester al di fuori di quella famosa, ma in compenso ho contato ben otto Santi Marini :-O

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  2. El

    Ma ma ma… non ci posso credere!!!! E io che leggendo le risposte pensavo: quante poche ne ho azzeccate!!!! Evviva!!!!
    Beh, adesso che ho vinto… devo scegliere un santo, eh? Uhm… difficile, ce ne sarebbero così tanti! Ok, facciamo San Giovanni Leonardi…
    E molte grazie!!!!! 🙂

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