Poi sono scomparsi i miei pantaloni.
Prima c’erano e adesso non ci sono più: visto che di lavoro non faccio la spogliarellista escludo di essermeli dimenticati in giro per Pavia, ma fatto sta che ho frugato in tutta la mia casa e i pantaloni continuano a essere scomparsi.
Mistero.
Poi la finestra della mia stanza si è bloccata, e ha smesso di aprirsi.
Fino ieri mattina si apriva e si chiudeva regolarmente; ieri pomeriggio si è bloccata, con la stessa ineluttabilità con cui si chiudono le porte dell’Inferno alle spalle dei peccatori condannati alla dannazione eterna.
Incomprensibile.
Stanotte, alle quattro e dodici del mattino, sono stata buttata giù dal letto da un cinguettio forsennato e insistente, che senza dubbio era troppo forte per provenire dall’esterno.
Nel lasso di tempo compreso fra le quattro e dodici e le quattro e quarantacinque, la sottoscritta ha sconsolatamente vagato per la casa alla ricerca di un uccello entrato chissà come, e chissà come rimasto intrappolato da qualche parte. Alle quattro e quarantasei, la sottoscritta ha toccato l’apice della sconsolatezza nello scoprire che l’uccello cinguettante era in realtà un uccello di plastica che cinguetta a comando se schiacci un tasto: un buffo regalo dell’Amica Ritrovata, arrivatomi per i miei diciott’anni e che ancora adesso conservo sulla mia scrivania.
Ebbene, l’uccello di plastica è impazzito, e sta tutt’ora cinguettando.
Il parmigiano dileguato, i pantaloni scomparsi, la finestra saldata su se stessa, l’uccello che si anima e cinguetta nel bel mezzo della notte.
Alle quattro e quarantasette del mattino, ho finalmente Compreso qual è il problema della mia casa.
La mia casa è infestata.
Dal fantasma del passero marcescente.