Alla stazione di Torino

Io ti amo!
“…”
“Non puoi trattarmi così! Parlami!
“…”
“Ti ho già detto che mi spiace! Ascoltami! Guardami negli occhi!”
“…”
“Non puoi comportarti in questa maniera! Il tuo atteggiamento è infantile! Dimmi qualcosa!
“…”
“Insultami, se vuoi! Ma fai qualcosa!”
“…”
Qualsiasi cosa!”
“…”
“Senti, capiamoci. Io non me ne vado di qui finché tu non accetti di parlarmi”
“…”
“Posso anche dormire qui tutta la notte. Non importa. Prima o poi dovrai cedere”
“…”
“E comunque dovresti solo vergognarti”
“…”
Sappilo”.

Un barbone visibilmente ubriaco, inginocchiato di fronte a un cassonetto dei rifiuti sdegnosamente immerso in un offeso mutismo.

5 risposte a "Alla stazione di Torino"

  1. marinz

    La mente umana, quando cede alla razionalità, diventa un groviglio di emozioni e pensieri che escono deformando la realtà.

    Sicuramente un trauma in quel clochard è stato rivissuto davanti al cassonetto dei rifiuti e lui cercava delle risposte che mai ha avuto e mai avrà

    Lasciamo sempre un po’ così queste cose…. e fanno riflettere

    Un sorriso 🙂

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  2. Lucyette

    Sì, in effetti, tutto subito, quando l’ho visto implorare il perdono di cestino della spazzatura, mi è venuto da sorridere…
    … ma subito dopo, ti metti a riflettere, e il sorriso va via…

    🙂

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