5 maggio (sottotitolo: Maggio 2010)

Okay: anche questo è un post che avevo già pubblicato a suo tempo, ma che magari non tutti avevano letto. E così, mentre ieri, 5 maggio, tutti quanti pensavamo indirettamente al buon Manzoni… ci ho pensato anch’io, nell’intimo della mia casetta, mentre su Pavia si scatenava un acquazzone colossale che nemmeno Roland Emmerich in The Day After Tomorrow.
Ecco, sì. Anche io ci ho pensato, al buon Manzoni.
E, con un occhio vigile puntato oltre i vetri della finestra, a spiare angosciosamente il livello del fiume… ne ho riesumato una riscrittura creativa.
Aehm.
Molto creativa.

****

Soffermati sull’umida sponda,
vòlti i guardi al mostruoso Ticino,
allarmati pel loro destino,
con la pioggia che ancor cade giù,
han giurato: non fia che quest’onda
rompa ancor, come fu in altre ere,
tutti gli argini, e poi le barriere
fra il Ticino e Pavia: mai più!

L’han giurato: altri forti a quel giuro
rispondevano dai ponticciuoli,
preparando nell’ombra i braccioli
ch’ormai gonfi, invocano il sol.
Già le destre hanno strette le destre;
già le zattere tutte son pronte:
o compagni in un fiume di morte,
o all’asciutto su arido suol.

Ma potranno, la gemina Dora,
e la Bormida al Tanaro sposa,
e il Ticino e poi l’Orba selvosa,
sopportare la piena del Po?
Inglobare del rapido Mella
e dell’Oglio le miste correnti,
ed accogliere i mille torrenti
che la pioggia nell’Adda creò?

Riuscirà questa gente un po’ smorta
a resister su ponti annacquati,
o a ritroso degli anni e dei fati,
torneranno quei prischi dolor?
Questa gente che unanime tutta
non vorrebbe finir sotto al mare;
questa gente che attorno all’altare
spera in bene, con tutto ‘l suo cor.

Con quel volto sfidato e dimesso,
con quel guardo atterrato ed incerto,
con che stassi un mendico sofferto
per mercede nel suolo stranier,
sul Ticino staziona il Lombardo:
la sua piena è ahinoi legge per lui;
il suo fato un segreto d’Altrui;
lui può solo sperare e tacer.

O lettori, è proprio selvaggio
quel Ticino che il suolo riprende!
O Pavesi, levate le tende
da una terra che amica non v’è!
Non vedete che piove da giorni,
dal Cenisio alla balza di Scilla?!
La speranza s’incrina e vacilla:
il Ticino, è quello che è.

O Pavesi! Qui piove da giorni,
e il mio argine è quasi sparito:
è scomparso, se l’è già inghiottito
questa triste, iniqua alluvion.
Voi che a stormo gridaste in quei giorni:
Tornerà il bel tempo, stasera!
Lo vedete, che non era vera
questa futile, dolce illusion.

Se quel fiume che un giorno arginaste
rompe gli argini dei costruttori;
se vi dico, miei cari signori,
che Stradella sott’acqua sta già,
chi vi dice che asciutto in eterno
resterà ‘l vostro bel salottino?
Io vi dico che il fiume Ticino
oggi esonda, ed esonda anche là!

Non vedete quell’onda vermiglia?
Ha già rotto diverse barriere,
come fece di già in altre ere
quando il Borgo del tutto allagò.
Preparate un canotto, di fretta:
aspettare non serve, giammai!
(Se nuotare – che jella! – non sai,
ho un bracciolo: te lo impresterò).

O Pavese! dovunque il dolente
grido uscì, del tuo alluvionaggio!
Dove ancor dell’umano lignaggio
ogni fede deserta non è;
dove già il bel tempo è tornato,
dove ancor nelle coltri matura,
dove forse c’è già la calura,
non c’è cor che non batta per te.

Quante volte da riva spïasti
quel bell’argine, tuo baluardo!
Quante volte smarristi lo sguardo
fra le onde del fiume, ormai mar!
Ecco alfin oltre il ponte sboccati
prime pozze, e fangosi colori.
Smorti, e armati dei nostri braccioli,
siamo tutti già pronti a evacuar.

Fra i tapini, sui volti balenan
le più grandi paure segrete:
la mia casa s’allaga, vedrete!
Sotto l’acqua Lucyette finirà.
O stasera al Tg mi vedrete,
sopra un tetto, trista et assisa;
o saprete, con giubilo e risa,
che son salva: lo scriverò qua.

Oh giornate di tempo un po’ matto!
Oh felice davvero colui
che da lunge, sul sito d’ altrui,
come blogger se le leggerà!
Che a’ suoi cari leggendole intorno
potrà dir sospirando: «io non c’era»;
che l’ansiogena, umida, era
della piena, vivendo non sta.


Alluvione del Ticino a Pavia, credo ottobre 1917.
Fotografia tratta dal gruppo su FaceBook Ad vori ben Pavia.

(Flalia, smettila subito di pensare che viver in viva al fiume possa esser bello!!!)

8 risposte a "5 maggio (sottotitolo: Maggio 2010)"

  1. flalia

    Be', però vedi come la paura ti ha ispirata? In condizioni serene, forse non avresti scritto questi versi in modo così sapiente… Augurandomi che il Ticino ti risparmi, accolgo il tuo suggerimento: va bene abitare vicino a un fiume, ma non troppo vicino… 😉

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  2. flalia

    Be', però vedi come la paura ti ha ispirata? In condizioni serene, forse non avresti scritto questi versi in modo così sapiente… Augurandomi che il Ticino ti risparmi, accolgo il tuo suggerimento: va bene abitare vicino a un fiume, ma non troppo vicino… 😉

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  3. marinz

    Che brava… complimenti!!!Circa l'abitare vicino ad un fiume, la casa di mio padre nel mantovano, dove ho passato numerose estati e dove ogni tanto ritorno, è proprio sotto l'argine del Po e secondo me è un bellissimo posto… forse perchè non ho mai visto le piene dal vivo anche se so quello che è successo nel 1951 e nel 2002 :o)Un sorriso 🙂

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  4. marinz

    Che brava… complimenti!!!Circa l'abitare vicino ad un fiume, la casa di mio padre nel mantovano, dove ho passato numerose estati e dove ogni tanto ritorno, è proprio sotto l'argine del Po e secondo me è un bellissimo posto… forse perchè non ho mai visto le piene dal vivo anche se so quello che è successo nel 1951 e nel 2002 :o)Un sorriso 🙂

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  5. utente anonimo

    Sei una forza!! Non solo sai scrivere storie bellissime di santi, che allietano le mie serate, ma possiedi una vena poetica e ironica difficilmente imitabile. Per non dire nulla dell'arte di sublimare la paura del fiume in ottave manzoniane. Superbo lavoro!  Spero mi riconoscerai, saltello tra il blog di flalia e melchisec . Salutissimi a tutti , Ornella 

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  6. utente anonimo

    Sei una forza!! Non solo sai scrivere storie bellissime di santi, che allietano le mie serate, ma possiedi una vena poetica e ironica difficilmente imitabile. Per non dire nulla dell'arte di sublimare la paura del fiume in ottave manzoniane. Superbo lavoro!  Spero mi riconoscerai, saltello tra il blog di flalia e melchisec . Salutissimi a tutti , Ornella 

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