Sull’origine delle Madonne Nere, ci sono tesi fortemente contrastanti.
Le Madonne Nere sono quelle rappresentazioni della Vergine, (molto diffuse, in giro per il mondo), in cui Maria ha la pelle scura. E se questo è molto comprensibile per una statua scolpita in Africa (un nero, ovviamente, si immagina la Madonna con le fattezze che più gli sono familiari), il fatto diventa più curioso quando la Madonna con la pelle scura è stata scolpita in Europa, magari nel pieno Medio Evo, quando era francamente un po’ improbabile che un artista si ispirasse ai mori per ritrarre Maria Vergine.
Ma allora, perché le Madonne Nere esistono?
Sulla loro origine, per l’appunto, ci sono tesi fortemente contrastanti: potrebbero essersi originate nei primi secoli del cristianesimo, come calco di rappresentazioni artistiche di divinità pagane dalla pelle scura (emblematico, nell’Egitto copto, è il riutilizzo di statue di Iside con Horus bambino, “cristianizzate” con l’aggiunta della croce e di altri elementi sacri). In alternativa, il nero potrebbe essere una metafora visiva per il dolore, (le Madonne Nere sarebbero quindi una variante della Madonna Addolorata); oppure, potrebbe anche darsi che la Madonna abbia la pelle nera per lo stesso motivo per cui E.T. ha la pelle verde. Ci avete mai fatto caso? Per rappresentare qualcosa di molto simile a noi stessi, e che però è anche profondamente “altro”, noi uomini tendiamo automaticamente a cambiargli il colore della pelle: alieni verdi, fate turchine… e Madonne nere? Chi può saperlo.
Comunque sia, le Madonne Nere esistono. E, per la cronaca, è stato solo attorno all’Ottocento che il colore della pelle ha cominciato a assumere, agli occhi di qualcuno, un connotato di origine razziale, e quindi disturbante (in una lettera del 1856, Karl Marx le definiva “i più offensivi ritratti della divina madre”). Prima del razzismo eugenetico-biologico, che è una delle tante belle innovazioni della nostro Evo moderno e illuminato, era molto improbabile che qualcuno si scandalizzasse, di fronte a una Madonna con la pelle scura.
Semmai, rimaneva solo un po’ perplesso.
Magari si era sempre immaginato la Madonna con l’aspetto di una splendida regina, diafana-e-leggiadra-e-dalle-lunghe-chiome-bionde, e poi entrava in chiesa e si ritrovava di fronte a una specie di Aretha Franklin con bambino…
… insomma, una comprensibile sorpresa.
E poi, guardiamoci negli occhi. Con tutto il rispetto e il mio grande amore per la Vergine… ma la Madonna del Tindari non è ‘sta gran bellezza.
Non che sia brutta, per carità. Ma non è una top-top-model.
È una donna come tante.
Non bellissima, non magrissima, e neanche tanto giovane: ha l’aria di una mamma, un po’ appesantita dalla gravidanza e forse anche un po’ distrutta, perché quel terremoto di bambino l’ha tenuta impegnata tutto il giorno, e adesso deve ancora preparar la cena.
La Madonna del Tindari è molto bella, da questo punto di vista; ma forse, la donna pellegrina si aspettava un altro tipo di bellezza.
Come dite? “Chi è ‘sta pellegrina?”
Non lo so. Non ne ho assolutamente idea. Le fonti non riportano il suo nome.
Diciamo che era una pellegrina. Una pellegrina, con una figlia piccola.
Era partita da lontano, questa donna: lo sapete? Era partita da casa sua, con la figlia al seguito: probabilmente aveva fatto una lunga camminata, sotto il sole cocente di Sicilia, prima di arrivare, esausta, a Tindari.
E a Tindari – affamata, stanca – aveva dovuto affrontare un’ennesima salita, eterna, ripidissima. Una salita estenuante, su su, con la bambina al seguito, fino al colle su cui sorge, maestoso, il santuario. L’aveva fatto con piacere, sia chiaro: voleva vedere la Madonna, la Madonna del Tindari. Voleva vedere quella statua prodigiosa, elargitrice di grazie e di miracoli, la cui fama meritata era giunta fin nel suo paese. Voleva pregare la Madonna, vedere la Madonna, e riempirsi gli occhi della Sua bellezza indescrivibile…
… la poveretta, insomma, ebbe proprio uno scompenso, quando entrò in chiesa, esausta per il viaggio, e si trovò davanti – beh – a quella donna come tante.
Porcaccia la miseria. Lei non aveva affrontato quel viaggio atroce solo per vedere quella brutta statuaccia!
Una roba del genere poteva vederla anche nella chiesetta del paese suo, e grazie tante: ma lei aveva pensato che la Madonna del Tindari – la famosissima Madonna! Del famoso santuario! – fosse un po’ più…
Come dire?
Un po’ più divina?
Sì, ecco. Un po’ più divina.
E comunque, un po’ più bella.
Qualcosa che valesse la pena di quel viaggio.
Mentre la figlia la tirava per la gonna, e chiedeva il permesso di andare a giocar lì fuori, sul sagrato della chiesa, la donna sospirava sconsolata, squadrando con lo sguardo quella statuaccia in legno.
Annuì distrattamente alla bambina, mormorandole di stare attenta, e poi si domandò con delusione se sul serio fosse vero, tutto quello che si diceva in giro della statua.
Grazie prodigiose. Miracoli impensati. Fatti indescrivibili. Possibile che tutto ciò potesse scaturire da quella brutta statuaccia in legno, ché suo marito falegname sarebbe stato sicuramente in grado di scolpirne una uguale o anche migliore, con un po’ di impegno? Da una statua miracolosa della Vergine, la donna si sarebbe aspettata – che ne so – qualcosa tipo un’aureola splendente, che riluce di luce propria.
Quel brutto aggeggio in legno non le sembrava neanche degno di rappresentare Maria Vergine: la donna si fece il segno della croce, un po’ stizzita, e si allontanò dalla chiesa a grandi passi, fumando rabbia. “Puoi capire! Sono partita da così lontano, per vedere una che è più brutta di me!”.
Lasciò la chiesa e uscì nella piazzola, a passi svelti ed irritati. Il sole del pieno pomeriggio accecò per qualche istante i suoi occhi, che si erano abituati alla penombra della chiesa: e così, la donna ci mise un po’ di tempo, per capire che c’era decisamente qualcosa che non andava, lì fuori, sul sagrato.
La piazza era affollata, e questo è ovvio (si veniva a Tindari da tutta la Sicilia); ma la folla di quel giorno era tutta radunata da una parte. Quasi tutti guardavano verso il basso, ma c’era anche qualche donna che piangeva: indicavano il punto in cui il colle del santuario si getta a strapiombo verso il mare, e mormoravano che bisognava pensarci prima, o mettere un muretto, come si fa a non capire che un bambino incustodito…
Fu un istante, e fu come se i polmoni le si fossero svuotati.
Si guardò attorno, gridò il nome di sua figlia: fece scorrere lo sguardo, febbrile, sulla folla, ma non c’era traccia da nessuna parte della sua piccola bambina. La chiamò ancora, a voce alta, pietrificata dall’orrore; e poi si sentì avvolgere dall’abbraccio di qualche donna, che era accorsa per sorreggerla: “è stata una disgrazia, non abbiamo potuto fare niente… ci dispiace… la bambina stava giocando, poi ha lanciato un grido ed è scomparsa… l’abbiamo vista solo allora, non c’è stato modo di…”.
La donna barcollò fino al precipizio, facendosi largo fra la folla. Guardò verso il basso, dove i flutti del mare si infrangevano sul fondale roccioso, ed esplose in un grido di dolore, urlando ancora il nome di sua figlia.
La gente cercò di trattenerla, si fece vicino per sorreggerla, qualcuno propose di portarla in chiesa, “facciamola sedere, ha bisogno di sdraiarsi”…
La trascinarono fin dentro al santuario, e lei gridava ancora il nome di una bimba che non sarebbe mai tornata. La fecero sedere su una panca, e lei piangeva disperata rimproverandosi tutti i se e i ma di questo mondo; le sussurrarono qualcosa all’orecchio, si allontanarono cercandole un po’ d’acqua, ma sua figlia era morta, sua figlia era morta disfatta sfracellata, e niente nella sua vita avrebbe più avuto un senso, ora, ora che la sua bimba se n’era andata via per sempre…
Gli occhi carichi di lacrime le si posarono sulla statua della Madonna: era lì davanti a lei, immobile.
Il suo primo impulso fu quello di gridare: di prendere il Bambino della statua e strapparlo via, dargli fuoco, toglierlo per sempre dalle braccia di sua Madre – perché sei una Madonna malvagia e sadica, se un bimbo muore e non fai niente per impedirglielo; anzi, non sei proprio una Madonna: sei solo uno schifosissimo pezzo di legno mal scolpito, che la credulità popolare ha fatto diventar famoso fino al punto di…
S’interruppe appena in tempo, e si morse le labbra per frenare il flusso dei pensieri. Puntò i suoi occhi, gonfi per il pianto, negli occhi lignei della Vergine Maria. E poi giunse le mani, in una preghiera disperata che aveva quasi il sapore della sfida: “se voi siete la miracolosa Vergine… se veramente voi siete la miracolosa Vergine, allora salvate la mia figlia”.
Ma era tutto inutile, ovviamente, e lei lo sapeva benissimo. Pianse a lungo, sul banco della chiesa; cercò il conforto nelle parole dei sacerdoti, bevve un bicchiere della loro acqua fresca, si asciugò il volto rigato per il pianto. E alla fine, quando ebbe pianto tutte le sue lacrime, provò a rimettersi in piedi, a uscire da quella chiesa che le sembrava cupa e asfittica: respirò l’aria del piazzale, mosse qualche passo, e poi, in maniera automatica, come spinta dall’istinto di natura, tornò ad affacciarsi al precipizio nel quale era scomparsa la sua bimba. Sarebbe tornata lì ogni giorno, si disse disperata: ogni giorno, ogni notte, per tutta la sua vita, perché quell’erba era stata l’ultima cosa che aveva visto la sua bimba e forse calpestandola le sarebbe sembrato di riaverla ancor…
“MAMMA!”.
La donna chiuse gli occhi, singhiozzando.
“Mamma!”, gridò più forte la voce di sua figlia, squillante e canterina.
Lentamente, la donna riaprì gli occhi: il dolore gioca brutti scherzi, ma…
“Maaa-mmaaaaa!”, ripeté la voce per la terza volta; adesso, sembrava anche un po’ scocciata.
La donna si guardò attorno, ma non vide nulla; o meglio: vide gli sguardi sconcertati di tutta l’altra gente, che le era rimasta accanto. Quantomeno non si trattava di un’allucinazione, rifletté la donna con una minuscola parte del suo cervello, ma che cosa…?
“Mamma!”, ululò la voce, per una quarta volta: adesso, sembrava decisamente un po’ impaziente. “Ho fame! Mi vieni a prendere?”.
La voce veniva la basso. La voce veniva dal basso, si ripeté incredula la donna: veniva dal basso, attutita dal rumore delle onde, e per un attimo ebbe la visione di sua figlia, precipitata sul fondale roccioso del mare, agonizzante eppure ancora viva, che con le sue ultime forze implorava un qualche aiuto. Ebbe un conato di vomito, e dovette veramente fare forza su se stessa, per affacciarsi allo strapiombo e guardare verso il basso, preparandosi a scenari orribili di corpicini straziati e maciullati sugli scogli…
“Maaammaaaaaa!”.
La donna guardò verso il basso; e per poco non si sentì svenire.
Là dove fino a cinque minuti prima c’era il mare – c’era notoriamente il mare; il mare alto, il mare alto con gli scogli; il mare alto con gli scogli, che non lasciava scampo – … là dove sua figlia era scomparsa, adesso sorgeva, in mezzo ai flutti, un minuscolo isolotto. Un isolotto di sabbia morbida, al posto delle rocce acuminate; e sulla spiaggia ocra, giocava una bambina, che stava costruendo un castello con il fango.
“Mamma!”, gridò la bimba, allegramente, non appena la donna si affacciò dal promontorio. “Ho fame! Per piacere, mi porti la merenda?”.
La mamma avrebbe voluto gridare, ma la voce le era morta in gola; si limitò a lasciarsi andare, giù, nell’erba fresca, cadendo in ginocchio e giungendo le sue mani. Gli occhi le si riempirono di lacrime, e la donna lanciò uno sguardo, attonito, al grande santuario. “Veramente voi siete la gran Vergine miracolosa!”, sussurrò pianissimo, incredula e tremante.
***
Se doveste trovarvi sul colle di Tindari, dove sorge il santuario, sporgetevi dalle balconate di pietra rivolte verso il mare, che si ergono ai limiti dello strapiombo. Potrete ammirare una lunga striscia di sabbia che si lancia verso l’orizzonte, e che è visibile ancor oggi, nella sua bellezza misteriosa.
Chiedete a qualche abitante del luogo di raccontarvi la sua storia…
… ed ecco ciò che ascolterete, circa quella spiaggia.
Post courtesy of: il Cappellaio Matto, che mi ha fatto conoscere questa Madonna e che si meritava, perciò, un ringraziamento.
Il post, invece, l’ho ovviamente scritto io… perciò aspettiamo che il Cappellaio mi corregga, per le mille imprecisioni che di certo ci saranno!
marinz
Di Madonna Nera conoscevo la Statuta di Loreto con la "Casa"… quella di Tindari l'avevo sentita nominare ma non sapevo che fosse nera!!!La battuta del marito falegname che la farebbe meglio mi ricorda tanto Tre uomini e un gamba di Aldo-Giovanni&Giacomo :o)Leggo questo bel post e immagino che il dolore al gomito stia passando :)Un sorriso 🙂
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suibhne
oh, brava! il cappello sulle madonne nere mi è servito proprio, me lo son sempre chiesto e non ho mai cercato niente. Brava.Però ET non ha la pelle verde, eh, sia chiaro. Capisco che sei giovane e post-rambaldiana però non è verde, per nulla 😉
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Lucyette
Ma perché ero assolutamente certa che E.T. fosse verde?!Cioè, chiariamo: io ce l'ho presente, E.T.; me lo ricordavo bene, che faccia avesse.Solo che me la ricordavo verde! Verde acceso!Perché?!Marinz, ahimé, il gomito mi fa ancora male, invece: questo post l'avevo scritto tempo fa, attorno a Ferragosto, e aspettavo solo il giorno giusto per postarlo!(Storia lunga, quella del mio gomito: comunque sono stata costretta per varie ragioni a sospendere per un po' le medicine, e quindi me lo sto ancora trascinando). Ma grazie mille per l'interessamento :-PIn compenso, questa cosa mi fa veramente sorridere: sarà già la terza o quarta volta che cogli nei miei post citazioni varie… che però non ho mai fatto!! 😀 Cioè, non ho mai visto il film di Aldo-Giovanni-e-Giacomo e non ho idea di cosa dicano sul marito falegname… adesso son curiosa! 😀
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utente anonimo
Per la cronaca quei due laghetti che si vedono son di un bellissimo verde ed è bello farci il bagno. Sembra di stare in una pozza di "vernice tenera" Devi farti una gran discesa, spostandoti per un sentiero, lo strapiombo è proprio a picco (come la madre fosse scesa ai laghetti non so), ma la sabbia è effettivamente molto soffice.Topografo(Di Messina, come il Cappellaio matto)
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utente anonimo
Per la cronaca quei due laghetti che si vedono son di un bellissimo verde ed è bello farci il bagno. Sembra di stare in una pozza di "vernice tenera" Devi farti una gran discesa, spostandoti per un sentiero, lo strapiombo è proprio a picco (come la madre fosse scesa ai laghetti non so), ma la sabbia è effettivamente molto soffice.Topografo(Di Messina, come il Cappellaio matto)
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Cappellai0Matto
Io non sono mai sceso sulla spiaggia, mi sono semplicemente limitato ad ammirare quel paesaggio suggestivo dall'alto del santuario.Che a tale gioco della natura sia stata data un'origine sovrannaturale non mi sorprende per nulla. E' davvero un paesaggio che lascia di stucco, sorprende. E' qualche anno che manco da Tindari e dovrei rimediare. Anche perchè non mi sono mai spinto ad una visita completa dell'intero circondario.La Madonna la ricordo quando ancora andava in giro ornata dell'ampia veste triangolare. A quanto leggo, se non erro, adesso è stata "eliminata", in favore di un restauro recente che ha portato la statua lignea alle antiche sembianze."Ho fatto tutta questa strada per vedere una donna più brutta di me!"Anno dopo anno, nonostante conoscessi ormai la storia a menadito, 'sta frase mi veniva puntualmente ricordata da mia nonna durante la visita settembrina. E ricordo altresì benissimo che guardavo con una certa inquietudine questa statua… Insomma, non si poteva certo dire che era una Madonna buona, no. Vendicativa! Anche perchè, nonostante qui tu non lo evidenzi, a me lasciavano tutti intendere che fosse stata proprio lei a far cadere la bambina dopo la battuta della madre!Bei ricordi u.u
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Cappellai0Matto
Io non sono mai sceso sulla spiaggia, mi sono semplicemente limitato ad ammirare quel paesaggio suggestivo dall'alto del santuario.Che a tale gioco della natura sia stata data un'origine sovrannaturale non mi sorprende per nulla. E' davvero un paesaggio che lascia di stucco, sorprende. E' qualche anno che manco da Tindari e dovrei rimediare. Anche perchè non mi sono mai spinto ad una visita completa dell'intero circondario.La Madonna la ricordo quando ancora andava in giro ornata dell'ampia veste triangolare. A quanto leggo, se non erro, adesso è stata "eliminata", in favore di un restauro recente che ha portato la statua lignea alle antiche sembianze."Ho fatto tutta questa strada per vedere una donna più brutta di me!"Anno dopo anno, nonostante conoscessi ormai la storia a menadito, 'sta frase mi veniva puntualmente ricordata da mia nonna durante la visita settembrina. E ricordo altresì benissimo che guardavo con una certa inquietudine questa statua… Insomma, non si poteva certo dire che era una Madonna buona, no. Vendicativa! Anche perchè, nonostante qui tu non lo evidenzi, a me lasciavano tutti intendere che fosse stata proprio lei a far cadere la bambina dopo la battuta della madre!Bei ricordi u.u
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Nacochan
Ci sono stata a Tindari e l'ho vista!Lo so, questo commento cambierà la vita a molti! U_U
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Nacochan
Ci sono stata a Tindari e l'ho vista!Lo so, questo commento cambierà la vita a molti! U_U
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