[Ma che sant’uomo!] Un duro lavoro; ma qualcuno deve farlo

“E poi, padre… volevo dirle…”. La ragazza, imbarazzata, abbozzò un sorriso. “Insomma, io parlo spesso col mio angelo custode”.
“Beh, certo”, disse il sacerdote, conciliante. “Dici le preghiere: brava”.
“No, no. Cioè, io non mi limito a pregarlo. Ci parlo proprio”.
“Ah”.
“Dice che dovrei dirlo, al confessore: e quindi glielo lo dico. Ieri mi ha proprio sgridata, per questo motivo”.
“Uh?”.
“No, dico. Mi ha sgridata. Dall’ora di pranzo fino a notte fonda: mi ha tenuto il broncio”.
“Ma chi?”.
“L’angelo!”.
Quale angelo?”.
“Il mio angelo custode!”.

Padre Germano si raddrizzò meglio sulla sua seggiola, all’interno del confessionale. Si stropicciò gli occhi e prese un respiro molto profondo, iniziando a sospettare che la cosa sarebbe andata per le lunghe…
“Mi stai dicendo che il tuo angelo custode ti ha tenuto il broncio”.
“Sì. Mi ha spiegato la ragione solamente stamattina”.
“Ah, ecco. Perché tu parli col tuo angelo custode”.
“Sì”, disse la ragazza, molto lentamente. “È quello che sto dicendo”.
“Sì, vabbeh. E lui ti risponde, dico?”.
“Beh, sì”.
“Cioè, chiacchierate proprio”.
“Sì”.
“Tu e l’angelo”.
“Esattamente”.
Padre Germano sospirò una seconda volta, tentando inutilmente di mascherare un gemito di disperazione. “E cosa vi dite, se mi è dato chiederlo?”.
La ragazza esitò, per qualche istante. “Beh, padre, tante cose… Mi spiega i Misteri, mi parla di Dio, mi rimprovera quando sono svogliata nelle preghiere, mi protegge dalle tentazioni…”.
“Ah”.
“Ogni tanto scherziamo, anche”.
“Tu e l’angelo”.
“Sì!”.
“Tu parli con gli angeli e ci scherzi assieme”.
“Beh, sì. Ad esempio una volta ero molto agitata e avevo paura, era tardi, e l’ho pregato di non lasciarmi sola, di star con me tutta la notte. E lui ha sbuffato e ha detto Ma io ho sonno!”.
“…”.
“Allora io gli ho detto di no, che gli angeli di Gesù non dormono; e lui ha detto che, vabbeh, però ogni tanto dovevan pure riposare”.
“…!”.
“Ma faceva per ridere, ovviamente”.
“Vorrei ben vedere”.

Il sacerdote aggrottò gli occhi: si spostò in avanti, per guardar meglio la ragazza. Oltre le grate del confessionale, la signorina Gemma gli sembrava serenissima: sorrideva fra sé e sé, come chi ricorda un fatto buffo; e sembrava sincera, soprattutto. La cosa non consolò minimamente il confessore, che cominciò a chiedersi se non fosse il caso di mandarla da un buon medico, e di corsa.
“Tutte queste cose che dici sono molto belle”, osservò piano, molto cautamente, “ma sei sicura… ehm… di viverle davvero?”.
Lei gli lanciò uno sguardo vacuo.
“Cioè… io onestamente non penso che tu parli davvero col tuo angelo custode. Nel senso. Gli angeli custodi esistono, però… come dire… in genere non si mettono a far battute con la gente”. Gemma non disse niente, un po’ stupita. “Non hai mai pensato che forse potrebbe essere… non lo so… uno scherzo della tua immaginazione?”.

Oltre le grate del confessionale, Gemma fissò il suo prete come se fosse un pazzo. “Ma quale immaginazione, io lo vedo veramente!”, esclamò stupita.
“Beh, ho capito, ma magari pensi solo di vederl…”.
“Ma io lo tocco! Cioè, non ho le allucinazioni: c’è veramente, se allungassi la mano potrei toccarlo, è vicino a me, ci parlo, si siede sulla sedia, mi porta anche il caffè!”.
Scusa?”.
“Beh, sì, una volta stavo male. Non avevo digerito il pranzo, e lui mi ha portato una tazzina di caffè. Buonissimo”.

Don Germano, orripilato, invocò mentalmente l’aiuto del Signore. “Gemma, ti prego. Ascoltami. Quello che vedi tu, non è il tuo angelo”.
“Ma…”, protestò la ragazza, sconcertata.
“No. Niente ma. Ti prego, ascoltami. Non so cosa sia, ma credimi, quel coso non è un angelo”.
“Ma non sono pazza, c’è davvero, io…”.
“Gemma. Ti prego. Ci sarà pure, non metto in dubbio, magari tu lo vedi veramente. Ma non è un angelo. Gli angeli non ti parlano. Gli angeli non ti fanno gli scherzetti. Gli angeli non sono camerieri, e non ti servono il caffè. Quello che tu vedi, Gemma, non è un angelo”.
“Ma allora, cosa…?”.
“Non lo so. Ma ti prego, ascoltami. Se anche ricevi davvero queste visite, ti prego, sii prudente. Non è detto che il diavolo non possa mascherarsi da angelo di Dio, per ingannare le sue vittime…”.
Gemma aprì la bocca, sconcertata; poi la richiuse, senza aver parlato. “Ma adoriamo assieme Dio…”, disse debolmente.
“Gemma. Non mi interessa. Questa cosa non è normale. Nemmeno San Francesco aveva gli angeli che gli portavano a casa il caffè espresso; e ti sembra normale che possa succedere a te?”.
La ragazza esitò. Per la prima volta dall’inizio di quella confessione, sembrava un po’ confusa.
Ascoltami. Non so che cosa sia: non so se sia una tua allucinazione, o uno scherzo del demonio, o qualcos’altro ancora. Ma so che non è sano, per te, portare avanti questa situazione… quindi, ti prego, Gemma, ascoltami. La prossima volta che vedrai…”. Esitò. “Che vedrai quel coso, Gemma, ti prego: scaccialo. Mandalo via. Ascoltami: è importante”.

Santa Gemma Galgani (che gli angeli li vedeva per davvero, da brava mistica, come si accertò successivamente nel suo processo di canonizzazione), tornò a casa profondamente turbata, dopo quel dialogo.
Pregò. Pregò tanto. Pregò, ed era sempre più perplessa.
Ma alla fine decise di dar retta al suo confessore: le pareva cosa buona e giusta.
E così, non appena l’angelo riapparve, Gemma obbedì ai consigli del suo prete.
Urlò all’angelo di andarsene; poi si allontanò; e poi, vedendo che quello lì non se ne andava, si avvicinò di un passo e gli sputò dritto dritto in faccia.

L’angelo del cielo era un angelo del cielo, e quindi la prese – devo dire – con molta nonchalance. Si pulì dalla saliva e cominciò a pregare Dio, forse per invocare un poco di pazienz al solo e unico scopo di onorar l’Onnipotente, e di tranquillizzare quella povera ragazza.

Gemma Galgani si tranquillizzò; continuò a parlare col suo angelo; e poi divenne Santa.
Ma non parliamo di Santa Gemma, oggi: parliamo di quei poveri disgraziati dei nostri angeli custodi.
Impegnati ventiquattr’ore su ventiquattro, con un incarico di responsabilità assoluta: tu lavori come un matto per un compito usurante, e in tutto ringraziamento ti becchi pure gli sputi in faccia.

È un duro lavoro, poveracci i nostri angeli.
Fortuna che, nonostante tutto, son disposti ad occuparsene.

11 risposte a "[Ma che sant’uomo!] Un duro lavoro; ma qualcuno deve farlo"

  1. altarf

    Grazie, carissima Lucyette, come sempre non manchi una ricorrenza!Ma come fate a trovare quelle graziosissime immagini con le quali completate i vostri post? Questa di oggi mi ricorda le illustrazioni di alcuni antichi libri di lettura e sussidiari che vorrei non aver eliminato. Ma la giovinezza è sconsideratezza, ameno che non ci si chiami Gemma Galgani. Certo che anche a me piacerebbe chiacchierare col mio angelo custode. Be', tutto sta a provarci, che ne dici?Buona domenica a tuttiOrnella

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  2. utente anonimo

    Che bella storia *___*Io voglio molto bene al mio angioletto custode, e quando faccio le preghiere lo penso sempre e prego la sua protezione. Secondo me il mio è un tipo simpatico U_UDaniele

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  3. Nacochan

    Come dicevo ieri, sono felice di essere nata nel giorno degli angeli custodi! *_* Anche se, secondo me, se vedessi il mio angelo custode, penso che lui avrebbe una paternale lunga mesi da farmi! XDNon sapevo la storia di questa santa. Certo, un prete che non crede a una che parla con gli angeli custodi dimostra quanto in realtà anche molti di loro credono se non vedono XD però, il fatto che le porti persino il caffé… voglio dire, non lo biasimerei del tutto! XD

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  4. Lucyette

    Ornella, grazie! Per trovare le immagini, io non ho nessuna tecnica particolare: apro Google Immagini, e frugo fra i risultati finché non ne trovo uno che mi aggrada :-)A proposito: ti ringrazio per la domanda, perché mi da occasione di postare anche l'altra immagine che avrei voluto usare per questo post. Ne avevo trovate due che mi piacevano molto, e sono rimasta indecisa fino all'ultimo su quella da usare. L'alternativa era questa:Però, quella che ho scelto mi sembrava molto più simbolica: a me piace immaginare che l'angelo custode sia l'angelo custode della mamma, che la aiuta nel durissimo compito di educare la sua bimba (infatti le sta insegnando le preghiere).Insomma, si presta a una doppia interpretazione :-)Daniele, io ogni tanto mi diverto a immaginare il mio angelo custode, in toni "da fumetto"… e gli ho proprio dato un volto! :-DMe lo immagino come un ragazzino dai capelli rossi a caschetto, e un poco di lentiggini: secondo me è un angelo custode alle prime armi, infatti ogni tanto si distrae un pochettino e mi capitano cose strane (tipo quando mi faccio male inciampandomi nelle altrui teste)… però è bravissimo, eh! Un po' distratto, ma per le cose serie non sbaglia un colpo!(Ehm… angelo custode: se mi stai leggendo, scusami! :-P)Nacochan: "se vedessi il mio angelo custode, penso che lui avrebbe una paternale lunga mesi da farmi!".Perché, a noialtri no, eh? ;-)Beh, in realtà il padre spirituale di Gemma Galgani poi s'è ricreduto: è stato il primo a crederle, ha avuto un ruolo molto attivo nella causa di canonizzazione.Però, sì, all'inizio era molto scettico: pensava fosse un'allucinazione o qualcosa del genere. Beh, lo trovo anche comprensibile!Anche io sono fermamente convinta che la Madonna esista; ma se una mia amica venisse da me a confessarmi che parla abitualmente con la Vergine Maria, credo che anch'io la prenderei per pazza, come primissima reazione 😛

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  5. utente anonimo

    Lucia, da che pulpito, te che pensavi che la Madonna volesse apparire sulla tua bilancia, non puoi non credere ad un'amica che ci parla, o no? XDChe bello, se sapessi disegnare gli darei un volto anche io al mio angioletto *__*Daniele

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  6. altarf

    Carinissima anche la seconda immagine, ma hai ragione, la prima è più significativa!Buona l'idea di dipingere il ritratto dell' angelo custode.Il mio deve essere particolarmente attento a evitarmi incidenti. Negli ultimi anni mi ha salvato il collo di brutto in parecchie occasioni, soprattutto quando ero in bici.   In automobile, poi, mi sono spesso trovata il piede sul freno senza capire bene perché. Ma evidentemente l'angelo  lo sapeva. Deve essersi allenato a Maranello. Non scherzo, e non ho mancato di ringraziarlo immediatamente ogni volta che la mia giornata è scivolata via tranquilla, senza conseguenze spiacevoli.  Sarà bene ricordare , però,  che qualche volta potrebbe distrarsi, allora è meglio che mi dia da fare anch'io!Un caro saluto a tutti.Ornella 

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  7. Lucyette

    Daniele: ma appunto!A me non è mai apparsa, infatti! :-POrnella, pensa che il mio angelo custode mi ha recentemente fatta scampare ad un incendio: sono uscita da un locale cinque minuti prima che questo andasse a fuoco!In effetti per le cose serie è un custode impeccabile: forse, gli episodi tipo alveare-di-vespe-sul-balcone si spiegano con il fatto che il mio angioletto… uhm… ha uno spiccato senso dell'umorismo?

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  8. Nacochan

    Anche io sono fermamente convinta che la Madonna esista; ma se una mia amica venisse da me a confessarmi che parla abitualmente con la Vergine Maria, credo che anch'io la prenderei per pazza, come primissima reazione 😛Oh, beh, se ti può consolare a me è successa una cosa siile (di un'amica che ha detto una cosa, non che abbia parlato con la Vergine), ma lei era palese che stesse male, come i medici appurarono dieci minuti dopo averla portata in ospedale.

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  9. utente anonimo

    Questa storia mi fa venire in mente i film di don Camillo…Il Crocifisso era proprio perchè inchiodato, altrimenti penso che avrebbe servito anche lui, magari non il caffè ma un bicchiere di vino, il povero don Camillo… Chi non ha mai sognato "miracoli" di questo genere?Diego

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  10. Lucyette

    Nacochan, beh, c'è stato un breve periodo della sua vita in cui mio padre ha insegnato in una specie di istituto tecnico per ragazzi con handicap mentali (insomma, gli insegnavano un lavoro).E lui ce l'aveva per davvero, uno studente che si faceva lunghe chiacchierate con Maria Vergine. Una volta mio padre stava spiegando, e questo tizio è saltato in piedi urlando "VARDA LA MADONA LA' 'NSLA FNESTRA!!" ( = "o infedeli, prestate i dovuti onori alla Vergine Maria, che è venuta a visitarci ed ora se ne sta accovacciata sul davanzale, mentre ci osserva con sguardo benevolo").Il bello è che ha proprio urlato forte, nel silenzio generale: mio padre dice che li ha fatti sobbalzare! :-PDiego: LOL, ho scritto il post seguente prima ancora di leggere il tuo commento 😀

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  11. Pingback: Il test di santità | Una penna spuntata

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