L’identikit di una strega

Metto le mani avanti: la caccia alle streghe è un tema complesso e sfaccettato, forse così tanto da non poter essere affrontato in un blogpost.
E infatti, non è di caccia alle streghe in senso stretto che vorrei parlare in questo articolo. Più semplicemente, vorrei parlare di… streghe. Streghe nella Storia, intendo. Streghe intese come persone che, nell’Europa dei secoli passati, venivano accusate di esser dedite alla stregoneria.

Di norma, alla denuncia faceva seguito un processo; e durante il processo, venivano ovviamente prodotte numerose carte. Da queste carte processuali, possiamo farci un’idea abbastanza precisa di chi fosse la strega-media: che lavoro faceva, qual era la sua età, quale il suo background, di cosa era accusata.

E allora: chi era la strega dei secoli passati?
Il suo profilo combacia con la nostra idea platonica di “strega”, oppure la lettura delle carte processuali ci riserva, sotto questo punto di vista, sorprese inaspettate?
Verrebbe da dire: buona la seconda. Ecco a voi alcuni miti da sfatare sulla figura “storica” della strega…

1)    La strega è una donna

Sono piuttosto convinta che la nostra idea di “strega” sia quella di una donna che fa cosa stregonesche. Sfido chiunque a dire il contrario.
Ebbene: per quanto la notizia possa risultare sconvolgente… non necessariamente la strega è sempre una donna.

Intendiamoci: carte alla mano, la percentuale di donne accusate di stregoneria è decisamente molto alta in varie aree d’Europa. In diversi Stati, il 70 o 80% degli imputati era composto da donne.
Eppure, questo dato vale solo per certe aree d’Europa; in altre zone, i dati si ribaltano.
Soprattutto nei paesi dell’estremo Nord, la percentuale di donne accusate di stregoneria è sorprendente bassa: in Russia, il 78% degli imputati era composto da maschi; in Islanda, la percentuale di maschi sale fino a uno sconcertante 92%. In Finlandia, vigeva la parità dei sessi anche in materia stregonesca: il 51% degli accusati apparteneva al gentil sesso e il 49% era composto da maschi. Ma, ad esempio, le donne se la passavano abbastanza bene anche nella più vicina Normandia: solo il 27% delle accuse era rivolto ad esponenti del sesso debole.

Come mai questa preminenza di accusati maschi?
Beh… ad esempio, gli studiosi sono abbastanza concordi sul come spiegare la presenza di stregoni maschi nel Nord Europa. In queste regioni, che per certi versi erano rimaste legate attaccate a residui di paganesimo anche nella piena età moderna, la figura dello “stregone del villaggio” – un po’ guaritore e un po’ sciamano – era ancora assai radicata. E, per tradizione e per cultura, lo stregone nordico era maschio.
Inoltre, a qualunque latitudine, erano quasi sempre maschi gli individui accusati di aver praticato magia nera a scopi politici (per esempio, per causare la morte del neonato erede al trono, per provocare la sterilità della regina, per lanciare un maleficio sul re, e così via dicendo). Chi mai si sarebbe affidato a una donnicciola di campagna, per portare a termine tali giochi di potere?
In questi casi si parlava di roba grossa, ahò, mica di una puerpera a cui improvvisamente sparisce il latte. Ed era evidente a tutti che la roba grossa la fa uno stregone ben addentro alla politica, mica una dimessa streghetta di campagna…

2)    La strega fa magie

Uno direbbe: e che c’è di più ovvio?
E invece no: non necessariamente la strega finiva sotto processo per aver commesso stregonerie!

Di base, erano due i capi d’accusa che portavano a processo un individuo accusato di stregoneria. Il primo, era l’accusa di compiere magie e sortilegi; il secondo, era l’accusa di aver venduto l’anima al diavolo.

Nella maggior parte dei casi, si valutava che le due circostanze coesistessero: chi compie magia nera lo fa grazie a Satana, e chi fa un patto col diavolo ottiene in cambio poteri magici. Ma non necessariamente le due cose andavano a braccetto: per esempio, ci sono casi di soggetti che sono stati incriminati per stregoneria solo perché qualcuno aveva testimoniato di averli visti partecipare a un sabba.
Gli imputati, in questo caso, erano “onesti satanisti della porta affianco”: a parte quel piccolo dettaglio di aver stretto un patto col diavolo, non arrecavano danno ai vicini di casa e non praticavano stregoneria. Magari avevano venduto l’anima al demonio per assicurarsi la salute o per acquisire ricchezze, chessò. Non avevano mai commesso malefici a danni di terzi (o quantomeno: se l’avevano fatto, gli accusatori non ne erano a conoscenza) ma erano comunque considerati stregoni in virtù del loro giuramento di fedeltà verso Satana.

Per contro, esistono anche alcuni casi di individui accusati di praticare malefici… senza però implicazioni demoniache di sorta.
Questo si verificava soprattutto nella circostanza in cui l’accusa di stregoneria partiva “dal basso”, cioè dai compaesani. Alla gente del paesello importava ben poco, se la strega avesse o no venduto la sua anima al diavolo: alla gente del paesello interessava dimostrare che nel circondario abitava una tizia capace di lanciare fatture sui vicini di casa. Ma non necessariamente questa fattucchiera era automaticamente accusata di satanismo (non dai suoi accusatori, quantomeno. Casomai, sarebbe stato compito degli inquisitori scoprire la fonte dei suoi poteri magici).

Solo in poche aree d’Europa le due accuse (satanismo e magia nera) andavano quasi sempre sottobraccio. In Italia, Germania e Francia i due reati erano quasi sempre associati; nel Nord Europa (e parzialmente nelle isole britanniche), quasi mai.

3)    La strega non esiste: in realtà è una donna innocente, accusata ingiustamente

Capiamoci: non sto dicendo che sia stato un bene condannare a morte le streghe di Salem.
Sto dicendo una cosa ben diversa, ovverosia: in un’epoca in cui la gente credeva davvero che ci fossero individui capaci di praticare la stregoneria… beh: capitava con una certa frequenza che alcuni ci provassero sul serio. E anzi: se consideriamo “strega” un individuo che mette in pratica rituali magici allo scopo di arrecare danni al suo prossimo, allora di streghe ne sono esiste davvero.
È senz’altro capitato che siano state accusate di stregoneria persone che non c’entravano niente e che cascavano dalle nuvole di fronte all’accusa. Però, è anche capitato il contrario: cioè, che fossero accusate di magia nera persone che davvero ponevano in essere rituali magici.
Come lo sappiamo? Lo si capisce dalle deposizioni degli imputati.

Alcuni inquisiti confessavano sotto tortura: e va beh, questo ovviamente lascia il tempo che trova.
Alcuni inquisiti confessavano perché erano megalomani, e/o perché ritenevano che negare non servisse a niente.
Però, alcuni inquisiti confessavano cose quantomeno sospette. Capita, per esempio, che in alcuni processi alle streghe, certi accusati abbiano confessato di aver effettivamente praticato determinati rituali che venivano descritti fin nel minimo dettaglio. Le confessioni avvenivano separatamente e senza che gli imputati avessero modo di confrontarsi: e allora, com’è possibile avere due, tre, cinque deposizioni in cui i sospettati si accusano di aver praticato lo stesso identico rito, pronunciando le stesse identiche formule magiche? O gli imputati erano telepati, o gli imputati avevano realmente fatto quanto stavano descrivendo nella loro deposizione.

Chiaramente, questo non vale per tutte le accuse di stregoneria. Però, esistono dei casi in cui è probabile che sia stata portata a processo una donna che davvero sarebbe stata pronta a definirsi “strega”.

4)    La strega è una donna sessualmente disinibita: una pupa sexy piacente e lussuriosa

Capiamoci: nei processi per stregoneria, la componente sessuale c’era e giocava pure un ruolo importante. Del resto, i famosi sabba delle streghe erano sostanzialmente orge di gruppo con Satana.
Però, ehm… se, pensando alla strega, ce la immaginiamo come una fatalona sexy tutto pepe, che magari veniva accusata di stregoneria a causa del suo atteggiamento ribelle e dei suoi costumi disinibiti… aehm: proprio no.
Spiacente di rovinare l’immaginario erotico di molti, ma la “vera” strega non è fatta così:

Strega Sexy UnaPennaSpuntata


La “vera” strega è fatta così (con l’aggravante di essere fatta così e di voler concupire i giovanotti):

Strega Vera UnaPennaSpuntata


Storicamente, le donne accusate di stregoneria erano (quasi) tutte delle vecchiette. L’età media era decisamente over-cinquanta (in un’epoca in cui a cinquant’anni avevi già un piede nella fossa, senza offesa).
Certo, poteva capitare che finissero sotto processo anche giovani donne, ma si trattava di eccezioni: la maggior parte delle streghe erano “vecchie, zoppe, mezze cieche, pallide, sudice, e piene di rughe” (per citare l’impietosa descrizione che sir Reginald Scot ne faceva a fine ‘500).
Del resto, nei secoli passati, una donna giovane stava tappata in casa a pensare ai suoi bambini; erano in genere le donne più anziane (quelle con figli ormai adulti e indipendenti) ad assumere comportamenti “a rischio”. Erano quasi sempre donne di mezza età, le guaritrici che non riuscivano a curare una malattia, le levatrici che accoglievano al mondo neonati nati morti, le “puericultrici” che assistevano le neo-mamme e le vedevano morire da un giorno all’altro, apparentemente senza causa alcuna…

Mi sembra di sentirvi protestare: “ma come? E i sabba? E gli accoppiamenti col caprone? Una componente di lascivia c’era eccome!”. Eccome! Solo che, a fare le lascive col caprone, erano per l’appunto le vecchiacce di cui sopra.

Era credenza comune, nei secoli passati, che la carica sessuale delle donne restasse immutata anche in età avanzata (a differenza di quanto si credeva accadesse per i maschi). Le streghe del passato erano un po’ le cougar dei nostri giorni, se mi passate il paragone: donne vogliose, già esperte, navigate; insoddisfatte dal marito (oppure, direttamente vedove), al punto tale da abbandonarsi alle braccia di Satana.

Se l’immagine della Strega Nocciola che fa cose vi sembra ributtante, consolatevi: disgustava anche i nostri antenati. E infatti, l’idea di una vecchia megera che si accoppia con Lucifero era così orrenda e spaventosa da far presa nell’immaginario collettivo.
Ma i sabba, di base, erano questo: non una danza erotica di tante pupe sexy, ma una specie di gigantesca orgia contro natura in cui vecchie decrepite e ormai non più fertili sfogavano pulsioni puramente animalesche. Per la mentalità dell’epoca, un pensiero da far accapponare i capelli…

5)    La strega è una donna single

Anche questa è un’idea diffusa, no?
La strega è perlopiù una donna sola, che, non potendo contare sulla protezione del capofamiglia, diventa vittima delle maldicenze dei vicini… e da lì al rogo il passo è breve.
In realtà, non è sempre così.
Certamente erano numerose le donne vedove processate (anche perché, vista l’età media degli imputati…). Sicuramente poteva anche capitare che fosse accusata di stregoneria una donna nubile rimasta senza i gentori.
Ma, a dire il vero, non era sempre così: molto spesso, l’accusa di stregoneria partiva proprio dai parenti stretti dell’imputato. Chessò: coniugi che volevano liberarsi di un partner esasperante; figli che volevano vendicarsi di un genitore troppo autoritario. Capitava con una certa frequenza che i figli minacciassero di accusare la propria madre per convincere i genitori ad accettare un matrimonio sgradito.

6)    La strega è una donna povera, relegata ai margini della società  

Con questo stereotipo, direi che abbiamo completato il quadro: la strega del passato come una biondona sexy disgraziatamente rimasta sola, che vive in miseria arrabattandosi tra tanti lavoretti “a rischio” e che, a causa della sua trista condizione, si trova esposta all’accusa. In realtà, le condizioni economiche della strega-media non erano necessariamente così miserande: sono state processate per stregoneria anche molte nobildonne (e addirittura alcuni membri delle famiglie reali europee).
Ancor più numerosi sono i casi di imputati appartenenti a quello che oggi definiremmo ceto medio.

Poi c’erano anche tanti imputati poveri in canna; ma non è che un buon conto in banca ti risparmiasse dai sospetti! Anzi: capitava con una certa frequenza che l’accusa di stregoneria fosse usata strumentalmente per danneggiare il nemico politico, il concorrente in affari, il signorotto locale che aveva fatto uno sgarbo alla persona sbagliata. Un’azione diretta verso il nemico da danneggiare sarebbe stata troppo audace: ecco allora prenderne di mira la moglie, a mo’ di vendetta trasversale (…anche perché, dopo che si dimostra in tribunale che tua moglie è serva di Satana, in genere la tua carriera politica non ne trae molto vantaggio).

In molti altri casi, dietro a una denuncia contro una persona influente vi anche era il desiderio (dei parenti superstiti e/o dei magistrati) di impossessarsi dei beni dell’imputato a seguito di una sua eventuale condanna. Provate a pensare a tutte quelle ricche ereditiere il cui “conto in banca” faceva gola a quel lontano nipote, a quel cugino di terzo grado…

7)    La strega in realtà è mentalmente disturbata: i suoi vicini la temono perché non capiscono i suoi comportamenti “strani”

Nel passato, certe malattie psichiatriche (o neurologiche) non erano conosciute; e questo è ovvio.
È altrettanto ovvio che se vedi il tuo collega d’ufficio che di punto in bianco viene colpito da un attacco epilettico, e tu non hai la più pallida idea di cosa stia succedendo e neanche i medici sono in grado di fornire spiegazioni… beh: come minimo, la cosa ti sconvolge.

Però, non pare che la manifestazione di determinate malattie mentali conducesse di norma all’accusa per stregoneria. Tutt’al più faceva sospettare una possessione demoniaca.

Agli storici pare semmai che gli accusati di stregoneria fossero affetti da senilità, più che da malattie mentali propriamente dette.
Avete presente il genere? Magari ce l’avete anche voi, una vicina di casa vecchia, incarognita, sempre pronta a lamentarsi, brontolona, irascibile e polemica fino allo sfinimento. Capita spesso che, con l’avanzare degli anni, alcuni anziani si ripieghino su se stessi in queste modalità antisociali.
Provate a immaginare una vecchietta del genere, che sembra aver preso di mira la vostra famiglia, i vostri animali rumorosi e i vostri bambini troppo scalmanati. Provate a immaginare la vecchietta incattivita che, incontrandovi per strada, vi lancia a mezza voce una maledizione. E poi provate immaginare il vostro neonato che muore di lì a due giorni e i vostri animali che si ammalano l’uno dopo l’altro.
Ecco: era in questo contesto che nascevano i sospetti di stregoneria. Se proprio vogliamo parlare di malattie mentali come concausa delle accuse, dobbiamo pensare a queste forme di senilità o di disagio sociale, più che a patologie come schizofrenia e simili.

8)    La strega in realtà è un’anarchica: viene guardata con sospetto perché si ribella all’ordine costituito

Questa è una teoria molto romantica… inventata di sana pianta dalla storiografia dell’800.
Per lungo tempo abbiamo amato cullarci nell’idea della strega vista come una specie di femminista ante-litteram promotrice del libero pensiero che lottava per sovvertire le regole della società. Un’interpretazione molto suggestiva, ma che non corrisponde alla realtà: figuriamoci se le streghe di campagna erano contestatrici con velleità rivoluzionarie! Macché; ma quando mai?

Possiamo dire che le streghe fossero anticonformiste: toh.
Magari non erano la classica donna “angelo del focolare”; magari avevano la lingua lingua e/o tenevano comportamenti considerati disdicevoli. Magari erano forestiere che non erano mai riuscite ad integrarsi nel nuovo villaggio; magari erano donne polemiche e attaccabrighe, molto lontane dall’ideale cristiano di moglie e madre ubbidiente e silenziosa. Questo sì, è probabile. Ma che la strega fosse una rivoluzionaria che portava avanti lotte a difesa dei diritti femminili… quello è francamente un po’ eccessivo, e soprattutto non ha riscontro storico.

9)    Le streghe, oggi, non esistono più: si sono estinte nell’epoca dei Lumi

Uno direbbe: oggigiorno, nell’Occidente, non c’è quasi più nessuno che creda all’esistenza delle streghe. No?
Ehm, no. Nel suo saggio Le streghe, Wolfgang Behringer cita sondaggi secondo cui, nell’Europa di oggi, circa il 30% dei cittadini assicura di credere nella stregoneria. La percentuale cambia a seconda del modo in cui viene posta la domanda. Se solo un risicato 10% risponde di “sì” alla domanda diretta “credi che esistano le streghe?”, le risposte positive salgono in impennata se l’intervistatore la prende alla larga, ad esempio, ponendo domande tipo “ritieni possibile che qualcuno possa causare la malasorte o sia in grado di provocare volontariamente disgrazie o malattie ai suoi nemici?”.
Riferendosi a sondaggi effettuati fra gli anni ’70 e gli anni ’90 nella Germania Ovest, Behringer nota che la credenza nella stregoneria è addirittura aumentata nell’arco di quei vent’anni (e in realtà altri studiosi, come Thomas Waters, fanno notare che queste convinzioni sono salite in impennata negli ultimi dieci-vent’anni).

10)    La strega vola sul manico di scopa

Questa me la son tenuta per ultima, perché la trovo una notiziola comica. No: la strega non vola sul manico di scopa – e probabilmente non vola, perché tiene la scopa dal lato sbagliato!

Ma andiamo con ordine.
In primo luogo, la strega non vola punto e basta. La credenza popolare circa il volo notturno delle streghe aveva origini antichissime e pre-cristiane (già i Romani credevano che le strigae potessero trasformarsi di notte in gufi volanti). Ma, in quanto credenza popolare dalle origini pagane, la convinzione che le streghe fossero in grado di volare è sempre stata avversata dalla Chiesa (e/o dalle élite colte del Medioevo).

Del resto, perché mai il diavolo dovrebbe prendersi il disturbo di far volare i suoi adepti a cavallo di una scopa? Un conto, è conferire agli adepti il potere di uccidere e causare sventura (quello, almeno ha un senso pratico); ma ti pare che Satana perda tempo a trasformare le ramazze in tante Firebolt fiammanti?
Naaa! Satana, semmai, faceva una cosa ben diversa: prendeva i suoi adepti, e li induceva a credere di star volando su una scopa. Ma era un’illusione, un’allucinazione: uno scherzo crudele del diavolo, che si divertiva a prendersi gioco di chi, ormai, gli era in tutto e per tutto succube.

Questa convinzione si fa meno granitica in età moderna: il Malleus Maleficarum, ad esempio, ammette l’eventualità, sdoganando da quel momento in poi un certo possibilismo sulla questione. Per la serie: se Satana decidesse di trasportare le streghe sul luogo del sabba mediante un volo notturno, perché no? Sicuramente è in grado di farlo.
Ma, per tutto il corso del Medioevo, il volo notturno era stato considerato un’illusione allucinatoria – probabilmente causata da uno scherzo crudele del diavolo, così malvagio da volersi prendere gioco addirittura di chi gli ha giurato fedeltà eterna.

Ma voglio concludere con una nota più leggera: a inizio anni 2000, gli appassionati di Harry Potter avevano accolto con particolare divertimento la notizia che tal Kevin Carylon, presentatosi alla stampa come uno stregone del Sussex, aveva denunciato pubblicamente un errore da lui riscontrato nei libri di J.K. Rowling. Nella saga di Harry Potter, gli studenti di Hogwarts sono mostrati nell’atto di volare sul manico di scopa in tal maniera:

Harry Potter Quidditch


Ebbene: sappiate che lo stregone Kevin Carlyon ha scritto ai giornali babbani per comunicare che… così non va. Secondo lui la scopa va tenuta dalla parte opposta: cioè, con le setole di saggina davanti al conducente.
Effettivamente, il nostro amico non ha tutti i torti: a noi moderni viene istintivo immaginare una scopa di saggina che viene guidata “con le setole all’indietro”… per una banale questione di aerodinamica.
Il punto è che noi, oggigiorno, conosciamo le regole dell’aerodinamica; i nostri antenati, ovviamente, non le conoscevano affatto. Ai loro occhi, una scopa incantata volava indipendentemente dal lato in cui la tenevi: che le setole fossero posizionate davanti, dietro, o di lato rispetto al guidatore, era un dettaglio alquanto ininfluente. In effetti, le illustrazioni d’epoca ci mostrano streghe che guidano la scopa tenendola più o meno in tutte le maniere: addirittura, ci sono streghe che sembrano avanzare orizzontalmente, aggrappate a una scopa posizionata in verticale.
Del resto, ahò… stiamo parlando di scope incantate: vorrete mica pretendere che si assoggettino alle umili regole della fisica?

Scopa strega al contrario 1

Scopa strega al contrario 2

Scopa strega al contrario 3

Scopa strega al contrario 4

15th century --- Engraving of a Witch Flying on a Broomstick --- Image by © Corbis

Scopa strega al contrario 6

Scopa strega al contrario 7

 

E per approfondimenti:

Il consigliatissimo Due in una carne. Chiesa e sessualità nella Storia di Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia vi dirà tutto quello che volete sapere sulle streghe e i sabba (…aggiungendo probabilmente dettagli esilaranti che non avreste voluto sapere affatto). Altro libro interessantissimo che non parla solo di stregoneria, ma parla anche di stregoneria, è I peccati delle donne nel Medioevo di Georges Duby.
Le considerazioni sulla credenza nella stregoneria che persiste ancora oggi sono tratte da Le streghe di Wolfgang Behringer. Per tutto il resto, la fonte principe per questo post è il bellissimo La caccia alle streghe in Europa di Brian P. Levack: mastodontico, imperdibile, stra-consigliato a tutti; direi un must.

34 risposte a "L’identikit di una strega"

    1. Lucia

      Ma certamente sì 😀

      Dunque, andiamo dal generale al particolare.
      Il fenomenale (e consigliatissimo) Due in una carne. Chiesa e sessualità nella Storia di Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia (Laterza, 2008), non parla solo di sessualità femminile e di orge con Satana (chiaramente), però parla anche di quello. Molte considerazioni interessanti, ad esempio, su come le donne anziane libidinose e sessualmente attive fossero un terrificante spauracchio per gli uomini di un tempo, etc.
      Altro libro interessantissimo che non parla solo di stregoneria, ma parla anche di stregoneria, è I peccati delle donne nel Medioevo di Georges Duby (Laterza, 2008). Consigliatissimo anche lui.
      Parla, fra le altre cose, anche di stregoneria, Medioevo superstizioso di Jean-Claude Schmitt (Laterza, 2004). Affronta soprattutto il tema del sabba, dei patti col diavolo, etc (raccontando anche specifici casi di credenze popolari su come le streghe potessero fare questo e quest’altro: tecniche di divinazione, tecniche per danneggiare i raccolti, etc.).
      Le considerazioni sulla credenza nella stregoneria che persiste ancora oggi le ho tratte da Le streghe di Wolfgang Behringer (Il Mulino, 2002). Questo in realtà è un saggio dal taglio storico-antropologico: ci trovi pure notizie sulle streghe africane dei giorni nostri, per dire. Però, molte considerazioni sulla strega come figura “antropologica” sono prese (anche) da qui.

      Per il resto, direi che la mia fonte principe per questo post è il bellissimo La caccia alle streghe in Europa di Brian P. Levack (Laterza, 2008).
      (Laterza la fa da padrona in questa bibliografia, eh? :-P)
      Lo sto leggendo in questo momento e lo trovo fenomenale. In particolar modo, ci sono due capitoli dedicati, rispettivamente, a Le basi intellettuali e a Il contesto sociale in cui hanno avuto luogo le cacce alle streghe (più un utilissimo capitolo di introduzione metodologica) che spiegano, appunto, le origini della credenza alle streghe (così come si è sviluppata nell’Europa cristiana) e analizzano le dinamiche per cui un individuo (e ad esempio, non un altro) poteva essere accusato di stregoneria.
      400 pagine interessantissime e che mi sembrano davvero, davvero ben fatte (e con un apparato bibliografico e di note che già da solo prende 60 pagine, quindi, voglio dire… mi sembra che Levack sappia decisamente il fatto suo).
      Purtroppo non ho fatto in tempo a finirlo entro oggi, come avrei voluto… ma quello che ho letto mi basta già per consigliarlo tantissimo! 🙂

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    2. Lucia

      Ah: e poi, come fonte dell’epoca, il Canon Episcopi di Reginone di Prüm, che ad esempio è molto chiaro nello spiegare il come e il perché le streghe non volino davvero sul manico di scopa: è stata una delle fonti principali per l’instaurarsi della spiegazione “allucinazione crudele causata da Satana”.
      Il Malleus Maleficarum ricordo che mi ero divertita a leggerlo tempo fa quando ero nel trip di Harry Potter e avevo una passione per streghe, maghi, e affini, ma onestamente son passati anni e non posso dire di ricordarmi quello che c’era scritto 😛

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    3. Sugar_Demon_Daddy

      ho amato il punto di vista di voi cristiani, in quanto donna nata da Satana mi sono sentita presa in causa. purtroppo non sono brava a volare sulla scopa, però conosco molte ricette per mangiare i bambini cristiani, ho apprezzato il tuo commento riferito al mio essere sexi, nonostante i 342 anni. purtroppo hai ragione, il mio stato economico non è stato dei migliori, però nel prossimo Sabbat ti inviterò a un’orgia con il mio amato padre(Satana) nel bosco più vicino a te(lo saprò) 😉

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  1. ago86

    Tra i miti elencati non hai messo nulla riguardo la statistica cronologica dei processi per stregoneria. Intendo dire che a questo post manca solo che tu dica quando ci sono state le “punte” di processi per stregoneria, in quale periodo sono stati più o meno frequenti.

    Post fantastico, comunque!

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    1. Lucia

      Eh, ma a quel punto ci si addentrava nel discorso vero e proprio della caccia alle streghe, e io, su quell’argomento specifico, non ho ancora letto abbastanza per mettermi a scriverci sopra dei post… ;-P
      Me lo tengo buono come post per il prossimo Halloween, che dici? 😛

      (Comunque, sì: so bene dove volevi andare a parare. Detto proprio in due righe, la stra-grande maggioranza dei processi per stregoneria ha luogo in età moderna, e non nei “secoli bui” del Medioevo. Nel Medioevo, era sì viva la credenza nelle streghe, ma le grandi cacce alle streghe sono cominciate in età moderna. Immagino fosse quello, che intendevi? 🙂

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      1. Lucia

        🙂
        Il libro di Levack che citavo sopra, in risposta a Mercuriade, nello specifico, propone queste scansioni:

        ante 1420 -> processi per stregoneria legati perlopiù a malefici di natura politica e/o a piccole beghe locali, tipo la vicina di casa che ti lancia la fattura per far morire il bestiame e cose del genere;
        1420 – 1520 -> aumentano i processi per le accuse di maleficio, e comincia a farsi più frequente l’accusa di stregoneria nel senso di adorazione di Satana;
        1520 – 1560 -> cala drasticamente il numero dei processi;
        1560 – 1630 -> periodo della grande caccia alle streghe, molto più violenta e pervasiva rispetto alle cacce del Quattro- e Cinquecento;
        1630 – 1770 -> graduale declino dei processi per stregoneria; l’ultima condanna a morte è del 1782.

        Io, come detto sopra, mi limito a riferire, perché su questo aspetto specifico ne so ancora decisamente poco 😉

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        1. Matteo

          Grazie per la preziosa cronologia. Non so se hai già avuto modo di scrivere i dettagli di come la maggior parte dei processi di tale tipo nascessero in àmbito civile.

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  2. Monica

    Che scoperta sorprendente ed inaspettata, sei! Allora nn tutto è perduto… Condivido appieno la tua difficoltà nel reperire abbigliamento decoroso e pudico: cercare pantaloni a vita alta è come partecipare ad una caccia al tesoro: ed io nn ho mai brillato in quanto a fortuna, e ad intuito. Condivisione piena sulle altre tematiche affrontate. Visto il revival di certe norme alimentari catare, potresti argomentare nuovamente sul consumo della carne. Un caro abbraccio!

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    1. Lucia

      Ciao Monica!
      Rispondo solo adesso, in ritardo di quasi un mese causa eventi di forza maggiore (il 2 novembre ho abbandonato la mia casa, e il mio computer :P, per quella che avrebbe dovuto essere una breve trasferta di lavoro e che invece si è prolungata un sacco – e dura ancor ora, a dire il vero, solo che oggi ho a mia disposizione un computer più decente).
      Sono contenta che i miei post ti siano piaciuti, e magari anche serviti!, e benvenuta tra le mie pagine! :-))

      Indicazione di utilità pratica per quanto riguarda i pantaloni: onestamente, io non ho mai avuto problemi a trovare pantaloni a vita alta. E’ una cosa di cui si lamentano tantissime, ma io invece li ho sempre trovati senza problemi.
      Forse perché adotto questa strategia: se, per quanto riguarda la parte “sopra”, sono abituata a comprare maglioni nelle catene low cost che seguono le mode, per quanto riguarda i pantaloni preferisco, da sempre, spendere un po’ di più per comprare una marca buona. Il mio guardaroba si struttura con: pochissimi pantaloni di colore scuro e di buona marca (tanto ne ho poche paia, posso permettermi di spendere un po’ di più), e poi un tripudio di capi colorati per la parte “sopra” che mi permettono di variare il look.
      Cercando marche un po’ più costose (e un po’ più da signora, se vogliamo), di pantaloni a vita alta se ne trovano tanti! Diana Gallesi, Cannella, Krizia…
      Vicino a casa mia c’è un negozio che tiene marce di questo tipo (non particolarmente economiche, ma nemmeno particolarmente modaiole), e lì mi sono sempre trovata bene.

      Lo dico, anche perché i pantaloni a vita bassa sono una cosa che odio: non solo non mi piacciono ma mi danno anche proprio fastidio fisico, mi “tagliano” la pancia quando sto seduta e mi ci trovo proprio scomoda, dentro. Se queste indicazioni possono servire a qualche giovine donna afflitta dalla persecuzione dei pantaloni a vita bassa… 😉

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  3. Monica

    Grazie! Comunque, per tutte coloro che son strette in un budget limitato, vi sarebbe l’alternativa dei negozietti che commerciano il vintage: qui a Bologna ne siamo largamente provvisti… Ps. Ho fatto le ore piccole leggendo il frutto della tua esuberanza narrativa…

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    1. Lucia

      Vero, i negozietti vintage!
      A Torino non sono così diffusi (e/o non costano poco: quelli che ho visto io di persona vendono sempre “vintage firmato”, quindi comunque non molto low-cost)… ma da provare, sì!
      Sennò, segnalo una marca in cui la scorsa primavera ho comprato due pantaloni a vita alta pagandoli circa 30 euro: Camaieu.
      Non so se fosse una particolarità della stagione (magari, la scorsa estate andavano di moda pantaloni a vita alta e adesso non più, chessò), però tant’è: da Camaieu, quest’estate ho fatto buoni acquisti in tal senso. E in linea di massima mi sembra che questo marchio abbia anche un discreto assortimento di abiti “modest” (e in alcuni casi dal vago gusto retrò, che personalmente amo molto): anche quello sarebbe da tenere d’occhio!

      (P.S. Onorata dal tuo P.S. … 😉 )

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  5. Anonimo

    Ciao, con un po’ di ritardo ho letto il tuo articolo e lo trovo interessante! Quando ti riferisci alle orgie, erano orgie saffiche o almeno un “Satana” c’era?

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  9. Wicca_Girl

    Le streghe esistono e non c’entrano nulla con Satana o con le orgie, le streghe sono brave persone che usanoa magia per il bene, non è colpa delle streghe se i cristiani ci hanno dato la caccia nonostante stiamo cercando di salvare il mondo da voi stupidi cristiani con pregiudizi e con la mente chiusa

    p.s. sono una strega Wicca

    baci baci

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