“No, ma guardate che io non ci ho fatto niente per davvero, con Maria”.
Seguì un silenzio gravido di tensione, in cui l’espressione degli amici di Giuseppe virò rapidamente da “ammiccante” a “imbarazzata”. Dopo qualche secondo che sembrò un’eternità, uno dei due si schiarì la gola. “Ma Giuseppe… si vede, ormai…”.
Giuseppe si passò una mano fra i capelli, con un sospiro rassegnato. “Ti ripeto”, scandì per l’ennesima volta, guardando fisso negli occhi il suo collega, “che non c’è stato niente fra me e Maria. Abbiamo osservato la Legge scrupolosamente”.
Ne seguì un silenzio ancor più imbarazzato, in cui gli amici di Giuseppe si fissarono a lungo per la seconda volta. “Ma scusa, Giuseppe”, azzardò debolmente il primo. “Se ci stai dicendo che non sei stato tu… allora, chi diamine…?”.
“Un angelo del Signore”, sussurrò stancamente il falegname, sentendosi anche un poco stupido. “La potenza dell’Altissimo ha steso la sua ombra su Maria”. Con la forza della rassegnazione, lanciò uno sguardo ai suoi amici e poi affondò la punta del bastone nella strada polverosa che stavano percorrendo. Si fermò, in educata attesa della reazione dei ragazzi.
I ragazzi, dal canto loro, rimasero impietriti per mezzo minuto abbondante.
E poi, alla fine, il più giovane scoppiò a ridere, in una risata contagiosa che si trascinò dietro anche i singhiozzi dell’altro amico. I due ragazzi risero un sacco, diedero di gomito, e fecero anche delle gran pacche sulle spalle a San Giuseppe.
San Giuseppe, che teneva il bastone così saldo nel pugno che le nocche delle dita gli erano quasi diventate bianche, rimase educatamente zitto per un po’, impassibile, nell’attesa che a quei due passasse la ridarola.
E poi, quando i due si furono chetati, deglutì e li guardò negli occhi. “Non sto affatto scherzando”, disse semplicemente.
I due non ci volevano credere.
E quel che è peggio, è che San Giuseppe non si sentiva manco di dargli torto.
Continuarono a insistere, e insistere, e dar di gomito: “eddai, siamo amici, non c’è bisogno di queste storie…”.
E Giuseppe continuò a ripetere, e ripetere, e ripetere fino alla nausea la stessa storia.
A un certo punto – ma c’era voluta mezz’ora abbondante, per arrivare a questa svolta – Giuseppe colse un guizzo negli occhi dei suoi amici ed ebbe la certezza di essere riuscito a convincerli della sua sincerità. Ecchila là, era arrivata: la solita espressione di commiserazione al cubo.
I due amici si guardarono, ed erano palesemente a disagio, porevetti; e squadrarono Giuseppe con l’aria di chiedersi ‘ma veramente questo qua può esser tanto idiota?’.
E siccome Giuseppe insisteva, uno dei suoi amici, alla fin fine, perse il controllo e la pazienza: “per la miseria, Giuseppe – ma come fai a esser così cieco?! Ti rendi ridicolo agli occhi di tutta Nazareth, e quel che è peggio sei davvero convinto di questa storia assurda! Apri gli occhi: svegliati! Se Maria è rimasta incinta in questo modo”, gli gridò a muso duro, per riscuoterlo, “allora, il legno del tuo bastone secco può fiorire in questo preciso istante! Ma porca la miseria!!”.
E improvvisamente, dal bastone di San Giuseppe, fiorì, maestoso, un giglio.

“Natività” di Giuseppe Ercolano
Un mazzo di gigli sulla cima di un bastone è relativamente difficile, da scolpire bene.
Se poi si tratta di scolpirlo in una statuetta di terracotta di sei-sette centimetri, diventa praticamente un incubo.
Un incubo perlopiù insensato, peraltro: perché un aggeggio così delicato si romperebbe senz’altro nell’arco di pochi Natali, con tutto il metti-e-togli-e-inscatola cui sono soggette le statuine del presepio.
Da alcuni anni a questa parte – da quando insomma i presepi sono diventati un oggetto “commerciale”, che si compra a poco prezzo e che ogni famiglia tiene in casa – i gigli sul bastone di San Giuseppe sono lentamente scomparsi, per ragioni sostanzialmente pratiche. Però, se ci fate caso, San Giuseppe ha sempre un bel bastone in mano: se anche non è fiorito, rievoca comunque questa antica leggenda apocrifa (che ha anche una variante).
Il bastone fiorito resiste ancora nei presepi artistici degli scultori napoletani (e ne avete visto un esempio sopra): più legati all’antica tradizione, gli artisti vesuviani tendono a portare avanti anche questa vecchia usanza.
Può darsi che San Giuseppe tenga in mano solo un semplice bastone, nel presepio di casa vostra.
Ma non importa: adesso conoscete la storia che gli sta alle spalle.
Persino il più misero bastone ha una ragion d’essere, all’interno del presepio.
Lucyette
DISCLAIMER: in realtà, c’è anche un’altra tradizione apocrifa che riguarda il bastone fiorito di San Giuseppe; e che è decisamente più famosa.
Il Protovangelo di Giacomo (sì: sempre quello) descrive anche il primo incontro fra Maria e Giuseppe. Giuseppe era un vecchio ottuagenario e un po’ rachitico, e Maria era una giovane fanciulla che viveva nel tempio di Gerusalemme dopo essere stata portata lì all’età di un anno come dono per il Signore (cosa totalmente inverosimile, ma che nell’ottica del vangelo aveva la funzione di presentare Maria come una specie di “suora” veramente “eletta”). Quando Maria ha dodici o sedic’anni – non si capisce bene – il Sommo Sacerdote va da Dio e gli chiede “e mo’ che ce ne facciamo di questa tipa, di grazia?”. Dio gli risponde che bisognerà darla in sposa a qualcheduno, e siccome si diverte a complicar la vita al prossimo ingiunge al sacerdote di convocare al tempio di Gerusalemme tutti i vedovi della Giudea: un segno miracoloso indicherà al sacerdote qual è il vedovo da scegliere.
L’ottuagenario San Giuseppe si presenta per sport, e mette subito in chiaro che non ha nessuna voglia di prendersi in casa ‘sta bambinetta: punto primo, perché non è un pedofilo; punto secondo, perché comunque nelle sue condizioni gli servirebbe una badante, più che una sposa.
Eppure, non appena varca la soglia del tempio, il suo bastone ortopedico comincia a gettare fiori e una colomba bianca si posa sulla testa dell’atterrito vecchietto, che protesta e si incavola ma senza alcun risultato. Maria si fidanza con San Giuseppe, e poi sappiamo tutti come prosegue la storia.
Amo San Giuseppe nella stessa misura in cui detesto le tradizioni apocrife che lo dipingono come un vecchio rimbambito e inabile (ma ne parlerò più diffusamente, in un’altra finestrella del nostro calendario). Quindi mi rifiuto tassativamente anche solo di divulgare in un post questa leggenda… e preferisco di gran lunga quella che ho raccontato nel post, che mi sembrava anche più efficace da un punto di vista narrativo 😉
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AlphaT
Ma veramente, ‘sta cosa di Maria per forza ragazzina, e Giuseppe che deve essere vedovo per giustificare come mai non ha voluto “consumare”… e per dare conto dei “fratelli” mi ha sempre dato fastidio.
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Lucyette
Infatti.
Io lo trovo pure offensivo nei confronti di San Giuseppe e dei maschi in generale, come se l’alternativa fosse essere ottantenni decrepiti oppure saltare addosso a ogni essere di sesso femminile che ti capita a portata di mano.
Mi va bene se rappresenti Giuseppe come uomo già maturo, d’accordo; ma rappresentarlo come un vecchio rimbambito perché sennò non è credibile la cosa della verginità dopo il parto… ma scherziamo?!
Fossi un maschio, mi offenderei O.o
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anonimok
Una cosa che mi stupisce della storia di san Giuseppe vecchio a garanzia della ‘incolumità’ di Maria è che non garantisce un bel niente, anzi, visto che è più facile che sia un vecchio, piuttosto che un uomo giovane o maturo, a ‘sbavare’ per una giovinetta, come mostrano certe cronache mondane contemporanee, ma anche come mostravano all’epoca svariati episodi riportati nel Vecchio Testamento e come mostrano opere letterarie di tutti i tempi.
E poi, diciamocelo: se a ottant’anni ancora doveva esercitare il mestiere di falegname, o era un incapace che aveva lavorato poco, o aveva evaso allegramente i contributi previdenziali!
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Lucyette
:-DD
Ma sì: in genere gli davano del vecchio impotente e rincretinito. Nonché incapace nel suo lavoro di falegname, giustamente.
A un certo punto del Medio Evo erano fiorite delle leggende in cui San Giuseppe (essendo vecchio e rincretinito ed incapace) sbaglia clamorosamente a tagliare un pezzo di preziosissimo legno pressoché introvabile con cui doveva costruire un importantissimo manufatto per un qualche potente della zona. Al che, Gesù Bambino solleva gli occhi al cielo e dice “vabbeh, diamo una mano a questo incapace ché sennò lo ammazzano”, e quindi riattacca miracolosamente l’asse che quel deficiente rimbambito aveva sbagliato a segare.
é___è
Davvero!
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Diego
Conoscevo la leggenda del “vecchio” Giuseppe, e anche a me non piace per niente!
Bellissima invece il racconto scelto per il post!
Credevo più semplicemente che il bastone si riferisse al lungo cammino, quello del pellegrinaggio forzato per il censimento,e quello sucessivo, forzato anche quello, verso l’Egitto… preludio di un figlio gran camminatore anche lui sulle strade della Palestina…
Quante cose in un pezzo di legno!
Ti ringrazio per questo nuovo calendario di Avvento, e penserò a dove stare nel presepio quest’anno…
Ciao
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marinz
io mi ricordo del bastone “fiorito” di San Giuseppe ma ho nella memoria che per scegliere, tra i giovani ancora non sposati, dovevano portare un ramo alla sposa, quello che sarebbe fiorito sarebbe stato il prescelto… forse era una rivisitazione del vangelo di San Giacomo in chiave più moderna :o)
Un sorriso 🙂
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Lucyette
Oh che carina! Questa non la conoscevo!
Sì, penso che sia una rivisitazione del protovangelo apocrifo (magari si trova addirittura in un qualche altro apocrifo più tardo, chi lo sa?). In effetti così è quasi romantica… forse un po’ troppo per un vangelo, ma chi lo sa? 😛
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Ilaria
La versione di Marinz la dà anche wikipedia, presa dalla tradizione apocrifa (ma non dice da quale vangelo apocrifo nello specifico). Però a me piace di più la tua versione. No, non mi piace pensare che ci fosse tutta questa folla di vecchi pretendenti per “aggiudicarsi” la dodicenne Maria! Io sono una grande “fan” di San Giuseppe, comunque. Un grande uomo, e tu nel tuo racconto hai restituito in pieno questa sua qualità.
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marinz
wow c’è anche su wikipedia? Io ho solo un vago ricordo di questo racconto ma non mi ricordo da chi mi era stato raccontato… forse tradizione popolare o forse primi anni di catechismo … non ricordo proprio :o)
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Lucyette
Wow: dice che è tratta da un Vangelo apocrifo?!
Sarei curiosa di sapere a quando risale (azzardo al Medio Evo?), perché in effetti è molto “romantica” questa cosa del bastone che fiorisce a mo’ di omaggio alla sposa… faccio fatica a figurarmelo, in un testo dei primi secoli 🙂
Grande fan di San Giuseppe a rapporto! E’ uno dei miei santi preferiti 🙂
Se non l’hai mai visto, ti consiglio il bellissimo (nonostante le polemiche) Nativity, in cui secondo me il vero protagonista è San Giuseppe, con i suoi dubbi, le sue paure e le sue umane incertezze. Bellissimo.
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Ilaria
Sì, anche a me sembra un’immagine di età più avanzata… sicuramente suggestiva e metaforicamente calzante. Ma continuo a preferire la tua storia! Non l’ho visto Nativity, be’, in previsione del Natale me lo guarderò, grazie del consiglio.
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Gabriele (ex-Poemen)
Un bastone, con su scritto il nome del prescelto, fa parte anche delle visioni di Maria Valtorta.
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Lucyette
Nuuuu, come, “ex”? 😦
In compenso, grazie per l’informazione: questa non la sapevo proprio! :-))
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Cappellaio Matto
Beh, per compensare la mancanza, mi è venuta un’idea: prendere uno di quei tanti mazzettini di fiori finti che ci propinano amici e parenti ad ogni occasione. Quelli che chiudono le bustine di confetti, per intenderci.
Scegliere il fiore della giusta dimensione ed applicarlo al bastone di San Giuseppe (facilissimo, dato che hanno sempre il gambo in fil di ferro).
Certo, difficilmente si troverà un giglio, però l’effetto è simile e l’episodio ricordato.
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Lucyette
Ma tu sei un genio.
Ora che ci penso, da qualche parte io avevo una bomboniera chiusa da un giglio in miniatura!!
Te l’ho già detto che sei un genio?
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Cappellaio Matto
Sì, ma se vuoi puoi anche ripeterlo, eh. Mica mi offendo! Gh.
Addirittura il giglio! Fortuna sfacciata!
Il mio dovrà accontentarsi di specie botanicamente indefinite, uh.
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rosenuovomondo
Ieri non sono riuscita a commentare perchè il mio pc si rifiutava. Così torno oggi e ci riprovo.
A me Giuseppe ha sempre ispirato simpatia. Mi immagino la faccia di questo uomo di un tempo che si trova di fronte a un mistero enorme da una parte, che gli incute paura forse e soggezione e anche alla gente che non può far altro che sorridere di fronte agli avvenimenti..
Bellissimo post che mi ha fatto cominciare la giornata sorridendo
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filippociak
Sono a dir poco entusiasta di questo calendario dell’Avvento: grande! Conoscevo solo la seconda versione della vicenda e… non avevo mai notato che fosse ricordata anche nel presepe! Sullo scegliere la propria statuina, quella in cui ci si rispecchia… uhm, non saprei… ma forse lo saprò alla fine di questo percorso!
p.s. Bello anche il look natalizio!
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trasparelena
Grazie, che cosa interessante che hai scritto!
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ago86
Lucia, tu come lo immagini san Giuseppe, giovane o vecchio? Perché tradizionalmente è un anziano, per gli ortodossi è un vedovo con figli, ma per i mistici la sua età si aggira intorno ai 33-35 anni. San Josemaria Escrivà ad esempio lo ha sempre immaginato come un giovane. E tu?
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Lucyette
Eh: direi che allora mi accodo ai mistici! 😛
Vecchio, non me lo immagino di sicuro. Capisco il perché di questa credenza, ma non la condivido affatto.
Maturo è già un altro discorso: me lo sono sempre immaginato come un uomo adulto attorno ai 30-35 anni, magari anche un filino di più; peraltro è una età ragionevolmente giovane che però si concilia anche col fatto che, all’epoca della vita pubblica di Gesù, San Giuseppe non è più in circolazione.
Giovane, nel senso di coetaneo di Maria, effettivamente no: me lo sono sempre figurato un po’ più maturo. Escrivà di che età se lo immaginava, per curiosità? Non sapevo che se lo immaginasse giovane-giovane! 🙂
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ago86
L’età precisa con cui se lo immaginava Escrivà non la conosco, ma ritengo che per giovane intendesse più o meno sui 30-35 anni. Per ora l’ipotesi più giovane in assoluto l’ha formulata Giuseppe Ricciotti nella sua vita di Gesù Cristo: Maria intorno ai 14-16 anni che fa voto di castità, sposa un uomo che ha fatto lo stesso voto (perché all’epoca una donna non sposata era un’anomalia come una persona senza testa, e il voto di castità non era per nulla diffuso), intorno ai 18-24 anni. Ovviamente sono ipotesi, ma all’epoca a quell’età si aveva già famiglia, casa e lavoro, si era insomma indipendenti, e capaci di occuparsi di sé stessi. Comunque, nemmeno io ce lo vedo vecchio e vedovo.
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Berlicche
Colpevolmente era un pezzo che non ti leggevo, così mi era sfuggito questo.
Ma guarda che la leggenda che cita marinz era diffusissima, e la scelta non era certo tra gli ottogenuari!
Guarda ad esempio lo sposalizio della Vergine di Raffaello: (http://www.ilcorrieremusicale.it/wp-content/uploads/2011/10/Sposalizio-Raffaello.jpg) Se noti a destra c’è un giovane che spezza incavolato il suo bastone perché NON E’ fiorito…e Giuseppe in questo quadro non si può certo dire decrepito! Lo stesso si può trovare in parecchi altri quadri, per esempio in Giotto (anche se si nota meno: a sinistra (http://www.cultorweb.com/Giotto/G/content/bin/images/large/_3040103022.jpg)
quello con il ginocchio alzato, mentre gli altri hanno in mano ognuno il loro stecco.
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Gabri
La leggenda è bellissima, ma in realtà durante un viaggio in Terra Santa, un sacerdote biblista e studioso di storia ebraica (era libanese) ci ha detto che la storia di san Giuseppe vecchio era realmente improbabile, per una serie di motivi storici e culturali che sarebbe lungo spiegare (e a dirla tutta non me li ricordo nemmeno tutti…), così come era quasi impossibile che la gente del posto sapesse che Maria era incinta senza essere sposata. Più probabilmente, visto che lei e Giuseppe erano già “sposati”, quando lei è rimasta incinta, (osservavano l’anno di fidanzamento in cui vivevano separati per legge), Giuseppe la prese in casa con sé prima del tempo (cosa che era possibile fare), così nessuno si accorse mai di nulla.
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Anonimo
NON HO AVUTO QUELLO CHE CERCAVO: IL FIORE DI SAN GIUSEPPE è UNA PIANTA CHE VOLEVO VEDERE LA SUA NATURA
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