La mamma aprì pian piano la porta della stanza, per dare un’occhiata a cosa facevano i bambini.
I piccoli erano ancora a letto: i nasini spuntavano appena, da sotto le coperte. I fantolini avevano i pugnetti chiusi, respiravano di quel respiro lento e profondo di chi è ancora immerso del mondo dei sogni. Tutto era silenzioso e quieto, e le luci dell’alberello di Natale illuminavano a malapena la stanza, ancora immersa della penombra.
La mamma rimase sulla soglia per qualche istante, a contemplare lo spettacolo.
Poi strinse fra le mani un grosso frustino, e si avventò sui suoi figli con violenza.
“VI AVEVO DETTO” – e giù una frustata – “DI SVEGLIARVI PER TEMPO, QUESTA MATTINA! VI AVEVO DETTO” – e giù un altro colpo – “DI NON FARVI TROVARE A LETTO, QUANDO IO MI FOSSI ALZATA!”.
E giù frustate e gomitate e sculacciate sui sederini, mentre i bambini mezzi addormentati gridavano di paura, e dalle finestre della casa affianco si sentivano arrivare le stesse urla, confuse e spaventate.
No, non inquietatevi troppo. Non c’è bisogno di chiamare il Telefono Azzurro: qualche secolo fa – incredibile ma vero – questa era una tradizione diffusa. Succedeva in varie parti d’Europa, nel periodo natalizio, alla mattina del 28 dicembre: i bambini venivano frustati senza (troppa) pietà, “per mantenere viva la memoria del crimine di Erode”, spiega un autore del secolo XVII, “riproducendo, in maniera moderata, tali crudeltà”.
Ehm. Proprio così.
***
A dire il vero, non erano i bambini le uniche vittime di questa, ehm, bizzarra usanza natalizia.
Al Sud della Germania, erano i figli (di qualunque età) a frustare i genitori alla mattina del 28 dicembre. Sui monti Metalliferi, erano i ragazzi in età da marito a frustare le donne che trovavano per strada, in una usanza che a qualcuno sembrerà sado-maso, ad altri sembrerà un preludio di femminicidio, e a me ricorda più che altro quei maschietti di cinque anni che, all’asilo, facevan dispetti alle bambine per attirare la loro attezione. In Turingia, erano i bimbi a colpire i passati con un rametto di betulla; in Francia, i bambini che si facevano trovare a letto la mattina del 28 dicembre erano frustati da mamma e papà: in alternativa, il bimbo che si svegliava per primo aveva il diritto/dovere di picchiare i fratelli più dormiglioni.
A dirla tutta, ‘sti pazzi picchiavano forte: tuttavia, questa pratica non andava intesa solo ed esclusivamente come una punizione, o come un sinistro monito sulla strage di Erode, o come una via per espiare i peccati, o che so altro.
No, al contrario: in alcuni frangenti, questa fustigazione rituale poteva anche assumere un aspetto scherzoso, carnascialesco; un po’ come quando il papà ti butta sul letto e ti da il tormento col solletico. È una piccola “tortura”, sì, ma fatta col sorriso sulle labbra; tu gridi di smetterla, ma sotto sotto te la godi.
Ecco: la fustigazione reciproca alla mattina del 28 dicembre era, sostanzialmente, qualcosa di molto simile.
Si riteneva che i colpi di frusta avessero la funzione di “scacciare” il male, di allontanare la malasorte: ogni frustata sulla schiena era un passettino in più verso un anno nuovo costellato di successi.
In alternativa, le frustate ai passanti avevano una funzione… come dire… un po’ alla “trick or treat”? Per la serie: sì, sono un bambino in atteggiamento minaccioso armato di un nodoso bastone. Dammi subito qualche caramella, sventurato passate, o vedi come te le buschi!
…però, intanto, il malcapitato passante se le buscava per davvero: e non erano poche le voci che si levavano contro questa pratica, che sempre più spesso diventava lo spunto per abusi di ogni tipo. Un tizio armato di bastone che pretende di ottenere qualcosa da te se vuoi aver salva la vita, puoi anche tollerarlo con un sorriso finché il criminale è un bambinetto. Ma la cosa, evidentemente, diventava molto più spiacevole se il criminale in erba era un omaccione di vent’anni, e magari voleva qualcosa di più rispetto a un biscotto al pan di zenzero…
Complice le prediche scandalizzate dei moralisti, la pratica, pian piano, cade lentamente nel dimenticatorio. E certamente non è più in uso ai giorni nostri – e se provaste, oggigiorno, a malmenare i vostri figli “per far ricordare loro la strage degli Innocenti… eppoi, dai, tutto sommato porta bene!”, potreste ritrovarvi a dover passare dei momenti poco piacevoli.
Ma se per assurdo qualcuno volesse mettere in scena una rievocazione storica del “Natale del tempo che fu”… beh: a questo punto, credo sia chiaro a tutti che le botte da orbi avrebbero un ruolo preponderante.