Laggiù – sotto le profondità della terra, sotto le rocce più impenetrabili, sotto le immense distese del mare – scorrono i rami dell’Albero del Mondo.
Invisibile ai mortali, l’Albero regge sui suoi rami possenti tutta la superficie delle terre emerse, circondate da un lago d’acque.
Le fronde dell’albero compongono il firmamento che vediamo sopra di noi, quando la notte solleviamo lo sguardo verso il cielo stellato.
Quanto alle radici, esse affondano, non-si-sa-bene-dove, in quel misterioso mondo sotterraneo che è precluso a noi viventi. Un mondo magico e misterioso, popolato da folletti e spiritelli…
…ma popolato anche da mostri. Mostri potenti e terrificanti.
Laggiù, sotto al mondo che conosciamo – nel punto più basso dei profondi inferi, là dove le radici dell’albero affondano nel terreno per succhiarne la linfa vitale – là, vivono i Kallikantzaroi.
Mostri giganteschi e malvagi, per metà uomini e per metà lupi: creature spregevoli e senza cuore. Occhi rossi iniettati di sangue, folta pelliccia, piedi caprini: questi dèmoni non hanno altro scopo, se non quello di distruggere il mondo e tutti coloro che lo abitano.
Lungo tutto il corso dell’anno, i Kallikantzaroi cercano di minare in ogni modo la stabilità del miracoloso albero che sorregge il mondo. Appiccano fuoco al suo legno, rosicchiano la corteccia, cercano di segarne le possenti radici. Se riuscissero nel loro scopo – danneggiarlo irrimediabilmente – ecco che l’albero si ammalerebbe fino a morire… e presto o tardi cadrebbe, trascinando il nostro pianeta – e l’intera umanità – nelle viscere più oscure dell’oltretomba.
I Kallikantzaroi sono tenaci, e lavorano senza sosta.
Ma ecco: ogni anno, arriva un giorno in cui le fatiche di questi mostri sono improvvisamente vanificate.
Tutto succede alla mezzanotte della notte di Natale: mentre, sulla terra, le campane delle chiese suonano a festa, il legno dell’Albero del Mondo magicamente si rigenera. E i mostri levano al cielo le loro grida più disperate, perché tutti i loro sforzi sono stati vani.
Anche quest’anno, come ogni anno, è nato il Salvatore. Anche quest’anno, come ogni anno, gli uomini mortali sono stati salvati.
***
Da lì in poi, la nostra storia si sviluppa in modo simile a quella di ieri.
In questa notte di magia, in cui nulla è come sembra e in cui tutte le regole sono capovolte, i Kallikantzaroi oltrepassano la barriera che separa il mondo dei vivi da quello dei mostri… ed arrivano nelle nostre città. In Grecia, tutti gli uomini sono preparati al loro ritorno: sanno che i malefici lupi mannari arriveranno presto fra di noi… e saranno arrabbiati come iene. Per vendicarsi dell’affronto subito, si daranno a scorrerie e a barbarie di ogni tipo: gli uomini saranno uccisi, il bestiame verrà disperso; le case saranno saccheggiate; grida disperate si leveranno al cielo, nella notte di Natale.
Come difendersi da quest’orda famelica?
I Kallikantzaroi, come tutte le creature oscure, hanno il terrore della luce. Per tenere lontani i mostri, basterà una fiammella a nostra protezione: una candela sul davanzale, un lumino in una casetta intagliata, un grosso ciocco di legno da far bruciare nel camino per tutta la notte.
La luce calda della fiammella, agli occhi dei lupi mannari, sarà un bruciante richiamo alla luce di Cristo che è venuta fra noi nella notte di Natale. E mai, mai e poi mai, un mostro avrà l’ardire di avvicinarsi a un simbolo così potente.
I Kallikantzaroi, a differenza dei loro cugini del nord-Europa, resteranno sulla terra per un considerevole lasso di tempo: dalla notte di Natale al giorno dell’Epifania. Ogni sera, al calar delle tenebre, usciranno dai loro rifugi per seminare il panico fra i mortali. Ogni mattina, alle prime luci dell’alba, il primo raggio di sole li farà tornare nell’ombra… fino al tramonto di quella sera.
I dèmoni verranno ricacciati una volta per tutte nelle tenebre solo alla mattina del 6 gennaio, quando il sacerdote celebrerà la benedizione solenne delle acque che, da tradizione, si tiene in quel giorno. Ed ecco allora che i mostri saranno sconfitti una volta per tutte, e ricacciati negli inferi da cui provengono a cui appartengono.
E niente più potrà minacciare i mortali…
…almeno, fino alla successiva vigilia di Natale.
P.S. Ma come in ogni storia di paura che si rispetti, anche in questo caso ci va il colpo di scena finale che accresce la suspance. Essì: perché i Kallikantzaroi non sono dei mostri nati negli inferi e totalmente alieni a questo mondo…
…no, anzi: i Kallikantzaroi erano persone comuni come noi. Prima di fare una drammatica scoperta sulla loro identità… proprio mentre pregustavano la festa di Natale dell’indomani.
Secondo la leggenda, corrono il rischio di trasformarsi in Kallikantzaroi tutti quegli uomini che hanno avuto la sventura di nascere nel giorno di Natale. Il “germe” del male, annidato dentro di loro, rimarrà silente fino almeno all’età adulta, facendo tirare un illusorio sospiro di sollievo ai genitori e a tutti i loro cari.
Ma un giorno, alla vigilia di Natale… ecco che, all’improvviso, avrà luogo la mutazione.
Irreversibile, fonte di dannazione eterna… e sicuramente letale per chiunque si troverà vicino al lupo mannaro in questi tragici momenti.
marinz
Ecco altre creature della notte o del mondo di sotto.
Per fortuna non conosco nessuno nato il giorno di Natale :oP
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Emilia
Io sì, invece: ho deciso di postare questo articolo sulla sua bacheca come regalo: spero che non se la prenda.
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Lucia
LOL!
Non sei stata l’unica ad aver avuto questa idea, e infatti in questi giorni ho già ricevuto cinque-sei messaggi di protesta (scherzosa, ovviamente), da parte di gente nata il 25 dicembre che si lamenta: “ma come si permette di spargere basse illazioni sul mio buon nome, Lei?!” ;-)))
Ma non sono basse illazioni, è la verità: i Kallikantzaroi non lo sanno mica di essere lupi mannari, prima di trasformarsi! Eh!! 😀
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Lucia
Osservazione a cui un potenziale-futuro-Kallikantzaros ha risposto: “ah, evvabeh. Allora, prima di trasformarmi in mostro e guadagnarmi la dannazione eterna, approfitterò della mia triste condizione raccontando in giro questa storia allo scopo di rimorchiare ragazze. Ché ultimamente il mannaro attira un sacco, grazie a Twilight…”.
:-PPPP
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