Proseguiamo sulla falsariga dei ricordi olimpionici di una che viveva a Torino in quel lontano 2006?
Massì, dai. Anche perché, qualche settimana fa, rimaneggiando la libreria di casa, mi sono improvvisamente trovata fra le mani un piccolo souvenir olimpico… a tema religioso. E di cui, perdipiù, quasi nessuno sembra aver mai parlato, online!
Curiosi di sapere di cosa si tratta?
Beh… di un Vangelo. Il Vangelo delle Olimpiadi.
Onestamente, non sono riuscita a capire chi sia stato il primo ad avere l’idea. Personalmente, punterei tutto sulla Chiesa Valdese – ché i Valdesi sono molto presenti, nelle vallate alpine del Piemonte; e, in genere, è un’abitudine protestante, quella di distribuire gratis copie della Bibbia nei luoghi pubblici molto affollati.
Ad ogni modo: chiunque sia stato ad avere l’idea, ha saggiamente deciso di non tenerla per sé. E, come succede talvolta durante gli eventi straordinari, i rappresentanti di varie confessioni si sono seduti a tavolino e si son messi a ragionare assieme: “chissà se, unendo le forze, riusciamo a combinare qualcosa di bello?”.
In effetti sì, ci son riusciti. I vescovi di Torino, Pinerolo e Susa stringono un accordo coi rappresentanti locali della Chiesa Valdese e dell’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta: del resto, le Olimpiadi Invernali sono un’occasione da non farsi scappare. Ragionando in termini pastorali, è come ritrovarsi con orde di pecore provenienti da tutto il mondo che vengono a pascolare a casa tua per due-tre settimane…e vorrai mica permettere che tutte ‘ste pecore se ne tornino da dove son venute, senza che tu abbia lasciato almeno un segno nei loro cuori?
E poiché, talvolta, i segni sono tanto più preziosi quanto più sono tangibili, tre Chiese più presenti sul territorio piemontese si accordano per distribuire, gratuitamente, a tutti i convenuti un ricordo tangibile e concreto di quelle Olimpiadi 2006.
Alla ricerca di un oggetto economico, prezioso (ed ecumenico) da distribuire per l’occasione, le tre Chiese optano concordi per la scela più ovvia: una copia dei Vangeli. O, meglio ancora, su una copia del Vangelo di Marco – non so se si sia trattato di una felice coincidenza, ma era il Vangelo “del 2006” secondo il lezionario della Chiesa Cattolica.
Il lavoro viene affidato alla Società Biblica Britannica e Forestiera, con sede a Roma, che si occupa anche di fare da “coordinamento” fra le tre Chiese coinvolte. Dovendo decidere, concretamente, quale testo mandare alle stampe, si decide saggiamente di riproporre il Vangelo di Marco nella cosiddetta versione “TILC”, cioè in traduzione interconfessionale in lingua corrente. Si fa anche una cernita delle lingue in cui far stampare questo Vangelo-omaggio: okay che siamo in Italia, ma mica possiamo pretendere che gli atleti di tutto il mondo si mettano a parlare la nostra lingua. Si decide quindi di riunire in un unico volumetto paperback, in formato tascabile, sei diverse traduzioni del Vangelo di Marco. E così, oltre al Vangelo in Italiano che giustamente “apre” la raccolta, abbiamo anche la sua traduzione in Inglese, Tedesco, Francese, Spagnolo, Polacco e… Giapponese; addirittura.
Si crea una copertina che secondo me è un piccolo capolavoro, e si conia uno slogan che secondo me è ancor meglio, “la vostra fede vale molto più dell’oro” (…che oltre ad essere un commento geniale, è una citazione da 1 Pietro 1, 7).
E poi, a lavori ultimati, questo Vangelo olimpionico viene dato alle stampe: oltre 50.000 copie del Vangelo cominciano ad essere distribuite gratuitamente negli alberghi della città, nel villaggio olimpico degli atleti, nei luoghi di lavoro dei giornalisti, nei campi da gioco prima delle partite. Anche le chiese di Torino vengono letteralmente invase da questi piccoli Vangeli omaggio: ricordo grossi banconi strabordanti di Vangeli nell’ingresso della mia parrocchia, e ricordo una folla di parrocchiani che si accalcava attorno ai tavolini, desiderosa di portare a casa questo piccolo gadget olimpico.
C’è bisogno di dirlo?
Ovviamente no: io ero una di quelli che si accalcavano attorno alle pile di Vangeli omaggio, ed io sono una di quelli che custodisce ancor oggi, con cura religiosa, questo piccolo souvenir.
Che, per come la vedo io, non è solo un piccolo souvenir da conservare come “pezzo raro” – è una bella storia che parla di cooperazione, amicizia inter-religiosa ed ecumenismo andato a buon fine.
Girando per il web alla ricerca di informazioni su questa edizione del Vangelo “in salsa olimpica”, sono finita su un sito americano che intervistava Valdo Bertalot – all’epoca, capo di quella Società Biblica che aveva coordinato l’operazione. “È un forte segno di unità fra le varie Chiese”, commentava Bertalot all’epoca delle Olimpiadi: “le persone che si immaginano una Chiesa Cattolica che non fa altro che combattere i Protestanti o prendere le distanze dagli Ortodossi, potrebbero leggere questa iniziativa come un segno di comunione e di fratellanza, in un mondo in cui tutto sembra essere all’insegna della lotta e dell’antagonismo”. Per contro, questo progetto, “propone una visione del mondo in cui la cosa più importante non è la competizione, l’arrivare primi: la cosa più importante è tenere l’umanità del tuo prossimo”.
Insomma: questo progetto, al di là degli intenti meramente pastorali, avrebbe anche potuto essere di monito per gli atleti? Ma certo che sì: nelle intenzioni delle tre Chiese che promuoveva l’iniziativa, questo piccolo Vangelo interconfessionale avrebbe aiutato gli atleti a tener presente che “l’avversario non è un nostro nemico: è un compagno, un fratello. E noi siamo tutti figli dello stesso Dio”.
Che è un messaggio mica male, se ci pensate. Anche in ambito sportivo!

In diretta dal “mio” Vangelo: il Vangelo di Marco, in Giapponese, a quanto pare, inizia così.
P.S. Mentre voi leggete questo post, la sottoscritta si trova ahilei sotto i ferri di un chirurgo per un piccolo intervento, che presumibilmente la lascerà K.O. per alcuni giorni. Per distrarmi in attesa dell’operazione, ho scritto a raffica un po’ di post che ho lasciato in coda di pubblicazione; però, nonostante le apparenze, nei prossimi giorni non sarò online, non leggerò i commenti, non risponderò alle mail, e così via dicendo.
A fra un po’!
giudig
Da quello che leggo è tempo di “tagliandi”… Io sono ancora convalescente e ti auguro di guarire presto. Ieri sera ho letto il tuo post su Ceburaska con mio figlio. Io ho in casa il pupazzetto che Guido ha riportato, anni fa da uno dei suoi viaggi nell’Est europa. Anzi, lo porta sempre con sé quando parte e spessissimo alle dogane dei vari stati ex Urss trova il plauso dei doganieri che, curiosi, gli chiedono come mai si porta dietro il Ceburaska. Ora sta per arrivare in casa la mascotte di quest’anno, l’Orso. Il suo amico sta per tornare da Volgograd e gliene farà omaggio. Così saranno tre, Misha, Ceburaska e the polar bear. Sarebbe “ganzo” poter avere una copia del vangelo torinese!
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Emilia
A me ricorda i vangeli polilingua che vengono dati alla GMG (io ho quello di Madrid), però più ecumenico.
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El
Intanto buona convalescenza, e cerca di rimetterti presto… ci teniamo alla tua salute! E poi i tuoi post sono sempre una scoperta simpatica e rigenerante!!
Ah, mi piacerebbe tanto avere tra le mani il vangelo in giapponese!!!! Che invidia!!!! 😉
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senm_webmrs
Auguri di prontissimo “ristabilimento” 😀
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Lucia
Al volo per non stancarmi troppo: grazie per gli auguri di buona guarigione 😀
Ancora parecchio convalescente, ma… tutto okay, mi sto riprendendo. Grazie! 😉
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