Il pentimento di Baboushka, la gemella russa della Befana

C’era una volta, tanto tempo fa, un’anziana donna di nome Baboushka, che viveva sola soletta in una piccola casa nascosta tra le fronde della più profonda foresta russa.

Sarebbe ingeneroso definirla “cattiva”, anche se la qualifica di “donna buona” sarebbe esagerata in senso opposto: era una vecchietta senza infamia e senza lode, che nel corso degli anni aveva imparato a padroneggiare quell’antica arte del “fatti i fatti tuoi e campa cent’anni”. Aveva avuto una vita normale e una famiglia che aveva cresciuto nel miglior modo che le era stato possibile, collezionando una ragionevole quantità di gratificazioni personali e, come spesso capita, un buon numero di delusioni che l’avevano portata pian piano a diventare sempre più diffidente nei confronti del genere umano. Col passar del tempo, la vita aveva fatto il suo naturale corso e Baboushka era rimasta sola: nel giorno in cui comincia la nostra storia, la vecchina abitava tutta sola nella sua casetta in mezzo al bosco, godendo della quiete di quel posto silenzioso in cui non un’anima viva veniva a interrompere le sue giornate. A Baboushka non piaceva avere rogne, e di certo non era quel tipo di persona che ricercava il contatto umano; anzi, detestava gli scocciatori. E in tal modo la donna aveva vissuto per anni, beandosi della confortante monotonia della sua vita solitaria… quand’ecco, come capita nelle migliori fiabe, un evento inaspettato venne a turbare la sua quotidianità. Qualcuno stava bussando alla sua porta!

Il che, naturalmente, fece salire a Baboushka un gran nervoso: lei non amava essere interrotta nelle sue cose, e poi chi diamine è che si presenta a casa di qualcuno senza avere la buona creanza di avvisare con largo anticipo? Brontolando tra sé e sé, Baboushka andò alla porta e, quando sbirciò dallo spioncino, ebbe l’impressione di essere vittima di uno strano scherzo del Fato beffardo: impalati sul suo zerbino se ne stavano tre tizi vestiti con abiti eccentrici e sgargianti, accompagnati da uno stuolo di dromedari, cammelli, valletti e servitori che reggevano in mano astrolabi e strumenti per l’osservazione delle stelle.

Mentre la vecchia li fissava stranita, quegli strampalati spiegarono di essere tre re provenienti dall’Oriente, studiosi delle stelle e di tutto ciò che è sacro: si erano messi in viaggio perché avevano veduto in cielo un astro luminoso che ritenevano con buona sicurezza di poter interpretare come presagio della nascita imminente di un bambino straordinario.
C’era però un problema: inoltrandosi nella foresta in cui viveva Baboushka, avevano perso di vista la stella luminosa, perché le fronde degli alberi erano così fitte da nascondere il cielo. Oh, se solo avessero potuto approfittare per la notte dell’ospitalità della vecchina! La sua casetta se ne stava proprio nel mezzo di una piccola radura: e se la signora avesse dato loro il permesso di fermarsi per qualche ora nella sua casa, e di sbirciare quel piccolo scampolo di cielo che si poteva intravvedere dalle sue finestre…

Baboushka, inorridita, sgranò gli occhi e disse che non se ne parlava nemmeno. Non aveva la minima intenzione di dare ospitalità a quella marmaglia di sconosciuti (chissà poi se era vera quella loro storia strampalata: a lei puzzava di truffa ed era moderatamente convinta che quegli stranieri fossero dei malviventi che miravano a svuotarle casa). E poi i dromedari sporcano un sacco, non ce li voleva manco in giardino: quei tizi avrebbero fatto meglio ad allontanarsi rattamente e a non provare mai più a disturbarla!
I Re Magi provarono debolmente a protestare: “ma il Bambino…”.
“Non me ne importa niente del Bambino”, tagliò corto Baboushka: “questa casa non è un osservatorio astronomico. Sciò sciò!”.

E con rassegnazione i Re Magi se ne andarono, sperando di poter avere maggior fortuna altrove. Baboushka si illuse di poter tornare alla sua quieta vita di sempre, ma evidentemente un destino cinico e baro aveva deciso di perseguitarla: incredibile ma vero, qualche settimana dopo la vecchietta sentì di nuovo bussare alla sua porta.

Brontolando ancor peggio che la prima volta, sbirciò dallo spioncino e restò basita nel trovarsi di fronte a un uomo e a una donna con un neonato in braccio, che chiedevano di poter avere ospitalità per la notte. Per motivare la loro richiesta, raccontarono a  Baboushka una storia inquietantissima (e, francamente, neanche troppo verosimile) nella quale un re s’era messo in testa di ammazzare il loro figlio e, per andare sul sicuro, stava passando a fil di spada tutti i neonati della zona. La famigliola era fuggita in fretta e furia e aveva deciso di viaggiare secondo rotte imprevedibili per cercare di depistare i soldati che li inseguivano (…mettiamola così: passare dalla Russia mentre si fugge dalla Terra Santa avendo in animo di andare in Egitto è sicuramente un modo ingegnoso per far perdere le proprie tracce); ma ormai la notte stava calando, la puerpera era esausta e il loro povero asinello aveva bisogno di riposo: forse, Baboushka sarebbe stata così gentile da consentire loro di fermarsi lì per la notte? Quella casetta così appartata aveva l’aria di poter essere un rifugio sicuro…  

Baboushka, inorridita, sgranò gli occhi e disse che non se ne parlava nemmeno. Non aveva la minima intenzione di dare ospitalità a tre sconosciuti che avevano alle calcagna un esercito di sicari al soldo di un serial killer psicopatico: ma per chi l’avevano presa? Ci mancava solo che lo stragista finisse col ritenerla complice della fuga!
San Giuseppe provò debolmente a protestare: “ma il Bambino…”.
“Non me ne importa niente del Bambino”, tagliò corto Baboushka: “se avete bisogno di ospitalità, andate in qualche avamposto militare che possa offrirvi protezione armata, non certamente nella casa di una vecchierella tutta sola!”.

E, con un sospiro rassegnato, la Sacra Famiglia se ne andò, pregando di poter avere maggior fortuna altrove. E per la seconda volta Baboushka si illuse di poter tornare alla sua quieta vita di sempre, ma nuovamente un imprevisto arrivò a turbarla: in questo caso, non si trattò di un visitatore inopportuno, ma di un ospite ancora più ingombrante e più sgradito – il senso di colpa.

La vecchietta non riusciva a togliersi dalla testa il visino di quel bambino in pericolo di morte, che aveva scacciato da casa sua per quieto vivere. Cominciò a chiedersi incessantemente cosa ne fosse stato di lui e ripensò alle parole di quegli astrologi di qualche tempo prima: che fosse proprio lui, quel neonato straordinario per cui s’erano messi in moto addirittura i re dell’Oriente? E lei, che aveva avuto modo di trovarglisi di fronte, l’aveva cacciato via senza neppure riconoscerlo?

Quando il cruccio fu così intenso da sopraffarla, Baboushka si spinse fino in città e cominciò a fare domande: per caso, qualcuno aveva visto un bambino fatto così e cosà, in compagnia del suo papà e della sua mamma? Lei l’aveva maltrattato ingiustamente, ma adesso era pentita e avrebbe voluto chiedergli scusa: chiese a tutti quelli che incontrava, ma sciaguratamente nessuno seppe darle informazioni. Apparentemente, quella famiglia era davvero riuscita a far perdere le sue tracce: buon per lei.

Ma Baboushka non si arrese. Incapace di convivere con l’amarezza per ciò che aveva fatto, giurò a se stessa che non avrebbe più sbarrato la porta a chi le chiedeva aiuto. E giurò a se stessa che avrebbe fatto tutto il possibile per ritrovare quel bambinello, sincerarsi che tutto sia andato bene e chiedere ai genitori in fuga se hanno bisogno di qualcosa.  Ancor oggi, nel periodo di Natale, Baboushka bussa speranzosamente alla porta di tutte quelle case in cui ha sentito dire che viva un bimbo particolarmente buono: gentile coi suoi coetanei, diligente a scuola e pronto ad aiutare la mamma nelle faccende di casa.

Purtroppo, non le è ancora riuscito di trovarsi faccia a faccia con Gesù Bambino… ma intanto, la vecchina ha avuto modo di conoscere tanti altri giovanotti educati e buoni. Non appena ne trova uno, gli lascia un piccolo dono per dimostrare a se stessa e al mondo di essere cambiata: e poi, senza perdere le speranze, riprende la sua cerca. Baboushka ne è sicura, ci va solo un po’ di impegno: prima poi, anche lei riuscirà a incontrare il Bambinello e ricoprirlo di regali, supplicando il suo perdono per quel “no” che gli aveva opposto un tempo.


Per approfondire: Tom A. Jerman, Santa Claus Worldwide: A History of St. Nicholas and Other Holiday Gift-Bringers (McFarland & Co, 2020)

3 risposte a "Il pentimento di Baboushka, la gemella russa della Befana"

  1. Avatar di Whitewolf

    Whitewolf

    Interessantissima storia! Non sapevo del secondo incontro della Befana; alle medie ci raccontavano che Babuska si mosse solo dopo aver rifiutato non già di ospitare i re magi, ma di seguirli.
    In generale penso sia una bella storia…ed è un peccato che Putin non l’abbia recuperata. Ma probabilmente è per questa sua morale di accoglienza e di misericordia che Putin non sembra interessato a recuperarla. Te che ne pensi?

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    1. Avatar di Lucia Graziano

      Lucia Graziano

      Beh, diciamo che prima di Putin ci sono anche stati altri leader al governo della Russia, alcuni dei quali anche molto interessati politicamente a enfatizzare i buoni rapporti ritrovati tra Stato e Chiesa. Voglio dire: ci fosse stata l’intenzione, avrebbero potuto recuperarla loro. Secondo me, in questo caso, la spiegazione banale è che ormai in Russia si è affermata fortemente la consuetudine di scambiarsi i regali alla mezzanotte di Capodanno (originatasi durante la dittatura attraverso la figura di Ded Moroz), e ormai “va bene così” visto che il Capodanno è per ovvie ragioni una festa molto sentita).

      Sol per quello, e anche senza passare dal governo, la chiesa ortodossa avrebbe potuto recuperare la figura di san Nicola come portatore di doni, ancor più tradizionale, ma non mi risulta che siano mai stati fatti tentativi seri in questo senso 🤔

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  2. Avatar di Austin Dove

    Austin Dove

    una versione molto edulcorata era presente nel mio libretto illustrato su fiabe e streghe che leggevo da bambino
    è dall’infanzia che mi porto la passione per il urban fantasy come fantasia mi sa 😀

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