Tu sai che io sono una persona ragionevole, che non pretende la Perfezione scesa in terra e che sa benissimo che siamo tutti esseri umani, con la nostra sacrosanta possibilità di sbagliare. Infatti non mi sono arrabbiata proprio per niente, quando tu hai deciso di far defluire l’acqua del deumidificatore in un tubo bucato, e io mi sono resa conto che l’acqua defluiva fuori dall’apposita tanica allagandomi il balcone. Non mi sono arrabbiata, e tu lo sai benissimo: mi sono limitata a telefonarti e segnalarti il guasto, e quando sei venuto ad aggiustarlo ti ho persino offerto un bicchiere di tè freddo.
Non mi sono arrabbiata nemmeno la seconda volta, quando a bucarsi, e durante la notte, è stata però sezione del tubo che era in casa, col risultato che io mi sono alzata la mattina, ho messo i piedi per terra, e ho fatto splosh.
Non mi sono arrabbiata con te. Proprio no. Mi sono solo presa un colpo, perché erano i giorni in cui Pavia era a rischio alluvione e io abito vicino al fiume, e trovavo molto allarmante che l’acqua mi fosse entrata in casa. Anche perché abito al terzo piano. In quest’ottica sono stata persino felice, quando ho scoperto che la mia casa si era allagata per colpa tua, e ho preso lo strofinaccio e ho iniziato a pulire benedicendo il Cielo, e quando tu sei venuto ad aggiustare il guasto io ti ho nuovamente offerto un bicchiere di tè freddo.
La terza volta no, la terza volta non te l’ho offerto perché ero un po’ irritata: il condizionatore mi aveva gocciolato sul quaderno di appunti per l’esame che avrei dovuto sostenere da lì a quattro giorni, e direi che la mia irritazione era comprensibile. Però ti ho offerto un bicchiere d’acqua.
Messi in chiaro questi presupposti, caro tecnico dell’aria condizionata, ora siediti davanti a me, e parliamone.
Quando domattina ti telefonerò e ti dirò che per la quarta volta nell’arco di tre mesi quello stramaledetto tubo di scarico che tu mi monti si è bucato, non dovrai allarmarti. Sai già che io sono una ragazza pacifica, e che non ti caccerò da casa mia a calci nel sedere come una qualsiasi persona sana di mente avrebbe già fatto.
Però, caro tecnico dell’aria condizionata, io ho per te due domande. Gradirei che tu mi rispondessi sinceramente.
La prima è molto semplice: perché il tuo stramaledetto impianto è sincronizzato per rompersi tutte le sante volte quando io sono sotto esame, e di conseguenza mi manca il tempo per starti dietro mentre tu mi smonti il salotto?
Se non hai risposte, tecnico, non temere, e concentrati piuttosto sul quesito secondo. E’ ancora più semplice. Dimmi, o caro tecnico, parla ed apri a me il tuo cuore: ma perché cavolo continui a installarmi in casa tubi bucati?!
Chi sei veramente, o tecnico? Uno psicotico che si diverte ad allagare il mio alloggio?