Quando giorni fa ho telefonato nel panico ai miei genitori, strillando che sul mio balcone c’erano centinaia di vespe intente a rosicchiarsi le mie tende, mio padre mi ha comprensibilmente presa per scema. Da quando in qua le vespe rosicchiano tende altrui? Le mie tende sono forse fatte di pollini e fiori? No! E allora!
Di certo ero io ad aver visto male.
O ad essermelo immaginato.
O a non saper distinguere uno sciame di vespe da – che so – un paio di farfalle.
E probabilmente è il troppo studio che mi fa male.
E poi non sono mai stata molto sveglia per certe cose.
Insomma, che me ne tornassi sui miei libri e lasciassi perdere le mie improbabili allucinazioni.
Vespe che si mangiano la mia tenda! Ah! Come se fosse possibile!
Di certo ero io ad aver visto male.
O ad essermelo immaginato.
O a non saper distinguere uno sciame di vespe da – che so – un paio di farfalle.
E probabilmente è il troppo studio che mi fa male.
E poi non sono mai stata molto sveglia per certe cose.
Insomma, che me ne tornassi sui miei libri e lasciassi perdere le mie improbabili allucinazioni.
Vespe che si mangiano la mia tenda! Ah! Come se fosse possibile!
Ora.
Posto che la mia mano è lì per darvi una idea delle esatte proporzioni, voglio un po’ vedere cosa dirà mio padre quando si troverà davanti al nuovo aspetto della mia compianta tenda quasi-nuova.
Probabilmente, che sono stata io a farci i buchi di proposito.