[Pillole di Storia] Miss nel mondo

Fino a qualche settimana fa, eravamo tutti sintonizzati sul fuso di Pechino a incrociare le dita per gli atleti in maglia azzurra.
A partire da domani sera, la Rai riproverà a fare record d’ascolti con Carlo Conti che presenta Miss Italia.
Pechino e Miss, insomma: sono i due eventi mediatici della stagione. E allora io cavalco l’onda, e da brava medievista vi racconto quando sono nate le Miss a Pechino.

Intuibilmente, vista la mia premessa, sono nate molto tempo fa: per l’appunto, nel Medio Evo.
Nel Medio Evo, la Cina del Gran Khan era un posto ben strano per le donne: in Tibet, ad esempio, maggiore era il numero di uomini ai quali una fanciulla poteva dimostrare di essersi concessa, e maggiore era la dote che lei avrebbe recato al marito. Nello Yunnan, invece, accondiscendere alle libidini di perfetti sconosciuti era considerato un atto gradito agli dei, motivo per cui era frequente che un contadino tornasse un bel giorno a casa e trovasse la moglie tutta affaccendata con un tizio mai visto. Marco Polo riporta di un poveretto che ha dovuto dormire fuori di casa sua per tre notti, visto che un forestiero non si decideva a restituirgli il letto coniugale.
E in questa piacevole, femministica, atmosfera, i Cinesi del Medio Evo si erano anche inventati quello che probabilmente è stato il primo concorso di bellezza della Storia.

Presso la tribù mongola degli Ongirat, le cui fanciulle sfoggiavano una pelle pallida e vellutata da far girare il capo, svariati funzionari regali compivano annualmente una attenta cernita delle ragazze più belle, con tanto di commissione esaminatrice, giuria, e voti. A ciascuna ragazza si attribuiva un punteggio in base al suo fascino: poi, fatta una prima selezione, le finaliste venivano condotte a corte. E, anche se mancava un Carlo Conti a mettere alla prova le fanciulle, la valutazione diventava a quel punto durissima: in particolar, modo le future Miss dovevano dimostrare di lavarsi ogni giorno e regolarmente, e di godere di un alito gradevole e profumato. E soprattutto – cosa fondamentale – non dovevano assolutamente russare nel sonno!
Sbaragliate con esercitazioni, passerelle e prove pratiche la competitiva concorrenza, Miss Cina Milleduecentoequalcosa sarebbe, alla fine, stata eletta. Non avrebbe vinto una parure di Miluna, ma un posto privilegiato nell’harem del Gran Khan: fra balli e danze sarebbe stata introdotta nella camera privata del sovrano, per diventare sua schiava e dilettare il re con la sua avvenenza.

E le Miss scartate all’ultima votazione?
Potevano restare a corte, come vallette o spose di qualche funzionario.

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