8 Marzo

E poi dicono che i Principi Azzurri non esistono. Non è vero: ce ne sono eccome, e io ne conosco un paio.
Gente che un giorno arriva a scuola e regala una rosa rosa a tutte le sue compagne di classe, così, per galanteria.
Gente che, quando è a tavola con te, si alza dalla sedia tutte le volte che tu ti alzi.
Gente che si impiccherebbe, pur di non passare prima di te oltre una porta.
Gente che, naturalmente, non si dimentica della Festa delle Donne, e prima di entrare a scuola passa dal fioraio a comprare un mazzo di mimosa per ogni sua compagna di classe e ogni professoressa.
Riuscendo alla perfezione nel proposito di rendere il loro 8 marzo 2006 letteralmente… indimenticabile.
Prima ora di lezione: con la collaborazione del Preside compiacente, i Principi Azzurri de’ noantri  entrano in classe con dieci minuti di ritardo, stringendo fra le braccia venticinque grossi mazzi di stupenda, profumatissima mimosa.
Lacrime e commozione popolare. La professoressa al sesto mese di gravidanza scoppia a piangere per davvero, e dà la colpa agli ormoni; il professore di Filosofia cerca disperatamente di fare lezione, ma è decisamente inutile. Le sue studentesse sono tutte troppo impegnate a carezzare con lo sguardo i mazzetti profumati sui loro banchi, e della morale provvisoria di Descartes non gliene potrebbe importar di meno.

Seconda ora di lezione: col cambio di professori, la notizia raggiunge il resto della scuola. Adducendo le motivazioni più improbabili, una dopo l’altra le studentesse delle altre classi vengono a curiosare per vedere se davvero ci hanno regalato i fiori. La gelosia le rende più gialle delle nostre mimose; i Principi Azzurri di casa nostra vivono il loro momento di gloria.
Qualche ragazza inizia ad accusare un lieve mal di testa, ma non ci dà peso. Cosa vuoi che sia una banale cefalea, quando hai al tuo fianco dei ragazzi così meravigliosi?

Terza ora di lezione: le cefalee aumentano esponenzialmente, e non sono poi così banali. Qualcuna chiede ed ottiene il permesso di andare in Infermeria. Qualcuna inizia a sentirsi vagamente nauseata dal profumo delle mimose.
Poco prima della fine della lezione, entra, in ritardo per una visita medica, la Compagna Cagionevole, e sbianca. Lei è allergica alle mimose, ha appena la forza di sussurrare: grazie al cielo, dopo trenta secondi suona la campanella, e la Compagna Cagionevole può scappare nel corridoio.

Intervallo: curioso avvicendarsi di flussi migratori, da e per la Seconda Classico del nostro Liceo.
Le studentesse di altre classi vengono in pellegrinaggio a toccare con mano i nostri fiori.
Le studentesse della nostra classe peregrinano in massa verso l’Infermeria, con la testa che sta per esplodere e lo stomaco in rivolta.

Quarta ora di lezione: dopo venti minuti di permanenza in classe, la Compagna Cagionevole è sulle soglie di uno shock anafilattico e viene condotta, ansimante, in Infermeria.
La raggiungono presto altre cinque Compagne Piuttosto Cagionevoli, la cui nausea e il cui mal di testa non accennano a diminuire.
L’Infermiera finisce le confezioni di Moment, e manda di corsa il bidello a fare le scorte. Si sente poco bene anche la professoressa al sesto mese di gravidanza, nel bel mezzo della lezione in Seconda Classico; l’atterrita Infermiera medita di chiamare l’Ufficio di Igiene.
Nell’aula ormai satura dell’ammorbante profumo di mimosa, si spalancano le finestre. Nonostante piova di stravento.

Quinta ora di lezione: l’aria è ormai irrespirabile. Per ovazione popolare, le mimose vengono sigillate in un grosso sacco nero della spazzatura e sbattute in un armadio chiuso a chiave. Il professore di Filosofia rinuncia definitivamente al suo proposito di far lezione: stavolta le studentesse (e anche gli studenti maschi) sono tutti riversi sui banchi, nauseati e in preda all’emicrania.
I Principi Azzurri di casa nostra, poi, sono nauseati, delusi e anche sconsolati.
Le Principesse hanno tutta l’aria di volersi alleare col Drago Cattivo, pur di levarsi dai piedi quei malefici untori.

Sesta ora di lezione: quando uno dei ragazzi ardisce domandare “ma le mimose le lasciamo nel sacco della spazzatura, o ognuna si riprende il suo mazzolino da portare a casa?”, una delle Principesse non ce la fa proprio più.
Afferra la cravatta dello sventurato e la tira forsennatamente, col chiaro intento di strozzarlo.
“VI SEMBRAVA CARINO REGALARCI QUINTALI DI MIMOSE, EH? UN GESTO GENTILE, VERO?”, urla in preda a una (comprensibile) crisi di nervi. “PROVA A METTERMI ANCORA UNA VOLTA MAZZO DI MIMOSE SOTTO IL NASO, E SAI DOVE TE LI INFILO, IO, I TUOI SCHIFIDI FIORI?”.

In una versione rivisitata dei Cani di Pavlov, dopo quel drammatico 8 Marzo 2006 tutte le ragazze dell’ex-Seconda Classico iniziano a manifestare emicrania e conati di vomito al solo sentir nominare “la festa delle donne”.


(Aehm, comunque auguri a tutte quelle che mi leggono, eh…)

8 risposte a "8 Marzo"

  1. Lucyette

    Nel senso che eri di nuovo torva per l’ennesima brutta giornata, ma che chiamarmi Fotide ti fa ridere così tanto che ben presto non lo sarai più (torva)? 😉
    Detto ciò… massima solidarietà al povero Uomo di Casa, in condizione di netta, drammatica minoranza!

    Astrid: sì, davvero, io trovo che la mimosa puzzi da far schifo – non riesco ancora a capacitarmi di comeun fiore possa essere così puzzolente O.o
    Tu immagina stare chiusa, sei ore, in una stanza con venti grossi mazzi… da allora, Minimikkio, i Principi non hanno più osato 😉

    Auguri a tutte!

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  2. Lucyette

    Uh, ma allora i Principi Azzurri non sono una razza proprio in via di estinzione, Star!

    a me quest’anno nemmeno una pallina di mimosa >.>
    Ma BEATA 😛
    (Nemmeno a me, stavolta, grazie al cielo: a mia mamma invece ne hanno regalato due mazzetti, e puntualmente le è venuto mal di testa :P)

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  3. irenuccia88

    AhAhAh ^__^
    Beh.. immagino poi che se vi siete lamentate, loro: “ecco ecco, siete le solite.. se non si fa nulla, perchè non avete fatto? se si fa, non vi va cmq bene…!! Se credete che lo facciamo ancora vi sbagliate..”

    +_+ Tipico.

    Bello qui 🙂

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  4. Lucyette

    Non è che ci siamo lamentate, è che qualcuna è scappata in bagno colta da una comprensibilissima crisi di vomito 😛

    Ad ogni modo, sì, non si sono mai più azzardati. Solo un mazzo di rose bianche, geneticamente modificate per non avere profumo, l’anno dopo…
    Grazie al cielo, comunque, visto che la crisi di vomito l’hanno avuta anche loro, non si sono sognati di darci contro 😉 Anzi, alla fine ci hanno chiesto scusa, poracci!

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  5. Pingback: 31 gennaio « Una penna spuntata

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