Il potere di Miclin-a

Era piccola e deforme, con una faccia scura, tutta grinze e bitorzoli, incorniciata da pochi capelli bianchi e scomposti, il naso adunco e il mento appuntito, la bocca sdentata e gli occhi guerci spendenti di una luce strana, dotati di un fascino tremendo. Andando tutta curva per le solinghe strade del paesello o per i sentieri tra le rocche, levava per l’aria quelle sue mani lunghe e secche simili ad artigli, e con il bastone disegnava curiosi mulinelli pronunciando parole incomprensibili; ed anche se tutta sola discorreva ad alta voce, certo con degli spiriti invisibili a tutti fuorché a lei. E pazienza se si fosse contentata di quel parlare oscuro e di quel gesticolare da pazza! Il guaio era che per causa di lei ne capitava tutti i giorni una, che a dirle tutte ci sarebbe da farne un grosso libro come un messale”.

Così scrive, nel 1931, il professor Euclide Milano, nativo di Bra, in Piemonte, e grande esperto di storia locale.
Scrive di una strega, il professor Milano: scrive di una masca. E’ questo il termine che, in Piemonte, viene adottato per descrivere le perfide streghe cattive: rapiscono i bambini, uccidono gli animali, fanno mancare il latte alle mamme; si divertono a burlarsi dei contadini con scherzi crudeli.
Il mio bis-bis-nonno l’ha vista, una volta, una masca. Lo inseguiva, lo minacciava, gli saltellava davanti per interrompergli il cammino: lui aveva steso un braccio in avanti, per colpirla…
… e il braccio si era paralizzato, improvvisamente. Il mio bis-bis-nonno non era mai più riuscito ad utilizzarlo.
Se chiedete a mia nonna, lei vi assicurerà che è una storia assolutamente vera: perché il mio bis-bis-nonno lei lo conosceva, e non era un tipo da raccontar fandonie. E il braccio paralizzato ce l’aveva per davvero, che diamine.

E’ un peccato che le masche marcino inesorabilmente verso il baratro dell’oblio: non so cosa sarebbe stata la mia infanzia, senza i racconti di streghe di mia nonna. Ma è la triste verità: a Torino, le masche sono già cadute nel dimenticatoio.
Non vengono registrati da decenni, casi di paralisi da masca.
Sul monte in cui le streghe facevano il loro sabba, adesso si avvistano gli alieni.
Ed è una cosa molto triste, perché nessuno conosce più la storia della masca Miclin-a.

Miclin-a (e non Micillina, in quella idiotissima italianizzazione proposta da Calvino nelle sue Fiabe Italiane), era senza dubbio la masca più potente di tutte quante. Forse, ciò dipende dal fatto che Miclin-a era una masca vera, nel senso che era veramente esistita.
La signora Micaela Angiolina Damasius, detta Miclin-a, viveva in Piemonte a metà Cinquecento. Originaria di Barolo, era andata in sposa ad un uomo di Pocapaglia: e lì era andata a vivere, dopo il matrimonio.
Non era stato un matrimonio felice: proprio per niente. Lui era un violento, un alcolista, la picchiava. Lei rifiutava di tacere, protestava, alzava le mani per difendersi: girava per il paese con sguardo spiritato, augurando la morte al coniuge, ai suoi parenti, e a tutti i cittadini di quel borgo maledetto.
Il problema è che la morte arrivava per davvero.
Un giorno attaccò discorso con alcune comari, formando capannello davanti a casa sua”, continua a raccontare il professor Milano. “Durante la conversazione le venne fatto di toccare sulla spalla la figlioletta d’una delle comari, che le stava accanto: il giorno dopo, alla povera bambina cominciò a crescere la gobba!”. O ancora: “un ragazzo che stava sulla strada a giocare, vistala comparire si diede alla fuga, inciampò e cadde: nel rialzarsi, si trovò con un piede volto in avanti e uno in dietro!”.
Terribili poteri, insomma, quelli mostrati da Miclin-a. Miclin-a che, dal canto suo, rideva, godeva di quella situazione, e addirittura provocava. Quando suo marito era morto, giovanissimo, per cause inspiegabili, la vedova afflitta ne era stata così colpita da festeggiare – letteralmente – nel giorno della sepoltura.
Per gli abitanti di Pocapaglia, questo era troppo: era evidente che Miclin-a era una pericolosissima masca, e che andava fermata. Si rivolsero alle autorità civili e religiose, e in breve tempo fu istruito un processo.
E Miclin-a confessò, e fu dunque condannata a che “fosse sospesa per la gola finché l’anima non si fosse separata dal corpo, quindi abbruciata e le sue ceneri sparse al venti tra le rocche di Pocapaglia dove nottetempo si era intrattenuta in carnale commercio, come lei stessa aveva confessato, con Satana, più volte apparsole sotto l’aspetto talora di un gatto, tal’altra di caprone”.
Il 29 luglio 1544, Miclin-a morì, su una collina di Pocapaglia.

Questa, è la Storia.
Ma se chiedete a mia nonna, che senza dubbio ne sa molto di più di tutti  gli storici di professione, lei vi risponderà che Miclin-a non è morta proprio per niente! Man mano che la strega si avvicinava al suo patibolo, l’aria si riempiva di strani miagolii, e di un vociare confuso. Enormi ragni lanciavano verso Miclin-a dei fili cui aggrapparsi, e centinaia di masche invisibili urlavano ad alta voce “Miclin-a, attaccati!”.
Ma Miclin-a non riuscì ad aggrapparsi, e fu, apparentemente, arsa sul rogo: la strega era già avvolta dalle fiamme, quando riuscì a liberarsi del bavaglio, per gridare, “maledetti!! Non è con il fuoco, che vi libererete di me!”.
E allora comparvero nelle campagne centinaia di pulcini che, invece di pigolare, emettevano un metallico stridore; montoni irti di setole vagavano per i boschi lanciando sibili di serpenti; le scintille delle fiamme si sparsero sui presenti e su tutte le case del paese, incendiandole…
… e ancor oggi, Miclin-a torna spesso a Pocapaglia, sotto le spoglie di cagna famelica, di gatta misteriosa, o di gallina nera. E ancor oggi, su Pocapaglia, grava il peso della terribile maledizione.
E se non ci credete, chiedetelo a mia nonna.

Ieri pomeriggio, una forte scossa di terremoto ha fatto tremare il Piemonte. Nessun danno, a quanto pare: ma tanta paura. Tapparelle che vibravano, sedie che si spostavano, sensazioni di capogiro; molte le persone che sono scese in strada; fortissimo lo spavento; immediato il pensiero all’Abruzzo.

Con assoluta sicurezza, mia nonna avrebbe detto “sì sì. E’ stata colpa di Miclin-a”.
Del tutto ignaro dell’esistenza di Miclin-a, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha dichiarato: “è stata una scossa inattesa, decisamente anomala. L’epicentro era nei pressi di Pocapaglia”.

11 risposte a "Il potere di Miclin-a"

  1. minchiets

    Racconti la storia, le leggende, la vita dei santi in un modo sublime =)
    resto sempre incantata…
    Se mai tu dovessi diventare docente giuro che farei la pendolareA da Roma, solo per venire ad ascoltarti e non è ruffianaggine la mia, ma assoluta onestà.

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  2. Daniel19

    Ma che belle storie che ti raccontava tua nonna *___* molto… allegre!

    Se c’è Pocapaglia come fa ad incendiarsi? XD (battuta infelice lo so)

    Basta, basta terremoti >__<

    Daniele

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  3. Cappellai0Matto

    Miclin-a non può morire!
    Almeno finchè esisteranno persone che ne raccontano le gesta. Un pò come fa tua nonna e come hai fatto tu qui.
    Mi è sempre piaciuta l’idea di questa sorta di immortalità dei personaggi delle fiabe e dei miti. Vecchie divinità tenute in vita solo attraverso il pensiero degli esseri umani… Più il loro mito è conosciuto e più sono forti….
    Chissà, magari un tempo riuscivano davvero a “intervenire” nel mondo umano proprio perchè legittimate dall’immensa forza del pensiero dell’uomo… Oggi si sono invece trasformate in ombre sbiadite proprio perchè indebolite, in attesa di morire infine dimenticate.

    L’ora è tarda…
    Ed ho passato un pomeriggio sui libri… Un pò di pietà, eh? u.u

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  4. Layla24

    Non credo nemmeno alle streghe anzi, moltissime le chiamerei vittime innocenti.

    Comunque mi dispiace per la scossa (emotiva e reale), e mi chiedo cosa stia succedendo: in pratica è dalla fine del 2008 che la natura, in Italia, si sta facendo sentire in modo spaventoso. (continue scosse qui e là, allagamenti piovani, nubifragi, straripamenti…)

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  5. Daniel19

    Bellissima questa storia dell’etilista! XD

    Guarda, io non sopporto molto le storie di alieni, preferisco le streghe U_U

    E’ ovvio che ora i media siano molto interessati alle scossette che fanno in Italia continuamente… l’unica cosa che spero è che questi non dimentichino troppo presto quello che è successo e i problemi che ha quella gente, cose enormemente grandi, e badate tutti che la situazione è peggiore di quella che si vede in tv o sui giornali, molto peggio.

    Daniele

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  6. Lucyette

    Lo spero anch’io, anche se a dirla tutta non sono poi così ottimista… qualcuno di voi sa che fine ha fatto Sarno dopo la “valanga di fango” di dieci anni fa, per dire? Io non ne ho la più pallida idea, personalmente.
    Purtroppo, con tutto quello che succede nel mondo, è difficile che trovino il tempo per ricordarti che dieci mesi fa è successa quest’altra cosa. Io l’ho visto fare solo su A sua immagine, il programma di informazione religiosa, che ogni domenica, prima di salutare i telespettatori, diceva “e prima di lasciarci, vogliamo ricordare che tot. giorni fa sono state rapite le due suore cuneesi, ancora oggi ostaggio dei sequestratori. Arrivederci, e alla settimana prossima”.
    Nel suo piccolo, l’avevo trovato geniale: non “rubava” tempo alle notizie di attualità, ma serviva da promemoria per tutti. In certi casi, sarebbe bello, e utile, che lo facessero tutti i telegiornali.

    Daniele, dovresti prenderti la briga di raccontarci ogni tanto come vanno le cose lì all’Aquila, per promemoria u_u
    E’ una battuta, ma in realtà avrebbe un gran senso (soprattutto se lo facesse un mezzo di comunicazione di massa, e non un blog letto da quattro gatti :P)

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