[Pillole di Storia] Tecniche di persuasione

La compagna Lucia Bianciotto, che sarà poi confinata a Ponza assieme ad altri antifascisti, era attiva nelle file del partito comunista. Incaricata di prendere contatto con un compagno di Bergamo, profittò dell’occasione per confrontarsi con lui su certi temi caldi: il partito, ad esempio, aveva appena provato a organizzare a livello nazionale uno sciopero operaio, ma il tentativo era fallito a causa dei comprensibili timori dei diretti interessati. Amareggiata per il magro risultato, Lucia si rallegrò entusiasta col “collega” bergamasco, unico in tutta Italia ad essere riuscito a mobilitare un gruppo di operai.
“Bene!”, esclamò Lucia, come ricorda oggi nelle sue memorie. “Mi rallegro con te, che sei l’unico che sei riuscito a far fare questo sciopero […]. Come hai fatto? Quali argomenti?”.
E attese, emozionata: si aspettava da lui qualche perla di saggezza; racconti eclatanti e eroici; retorica ciceroniana…
“Ah, ho fatto presto”, le rispose lui, molto allegramente. “Ho preso un martello in mano, mi son messo in mezzo al reparto, e ho detto: Se non mollate il lavoro, spacco la testa a tutti“.

In effetti, una tecnica efficace.

16 risposte a "[Pillole di Storia] Tecniche di persuasione"

  1. Lucyette

    Flalia: ma questa è la tecnica base di ogni insegnante! :-DDSuibhne, dici? :PBriciolanellatte, ciao! In effetti sì, immagino che funzionerebbe in ogni tempo e in ogni luogo… ;-)Ornella: al limite, al posto del martello si può prendere una mitragliatrice… Ester: ed è anche lui così? :-PPaleografo: :-DDiego: infatti! Basta un sorriso… 😀

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