Il mio piatto di castagne

Affrettatevi, signori!
Se avete intenzione di partecipare al mio quiz sui Santi, potete farlo fino alle 23:59 del 31 ottobre.
L’indomani mattina festeggeremo tutti assieme la festa di Ognissanti…
… e nel frattempo, festeggio assieme a voi la festa di Halloween, ragazzi.

Sì, festeggio Halloween: stupiti?
Beh, non dovreste proprio.

****

“Paola? Se per te non è un problema, questa notte vado a casa di tua mamma, per tenerle compagnia”.
Scusa?”.
“Dicevo: se per te va bene, vado da tua mamma. Altrimenti resto con te, se preferisci”.
“… Guido, lo so che sei distratto, ma ti ricordo che mia mamma è morta stamattina”.
“Sì, certo”.
“Eh”.
“Eh”.
“Non so se il suo cadavere è di grande compagnia”.
“Beh, ma io vorrei vegliarla”.
“Vuoi passare la notte chiuso in una stanza con tua suocera morta per vegliare il suo cadavere?”.
“Beh, sì. L’ho sempre fatto, quando è morto qualcuno a cui tenevo. È tradizione”.

Oh: tre notti mia nonna ha trascorso in casa sua prima d’essere sepolta, e tre notti ha trascorso mio padre chiuso in casa di mia nonna, in un tête-à-tête col suo cadavere. La prima notte, abbiamo pensato che l’avesse usata come scusa per andare a prostitute; la seconda notte, abbiamo iniziato ad inquietarci; la terza notte, l’abbiam preso per cretino (oltre a porci inquietanti dubbi: “ma tu ti aspetti realisticamente che anche noi si faccia la stessa cosa, per vegliare il tuo cadavere quando sarai morto?”).

Mio padre è un contadino.
O meglio: mio padre era un colletto bianco, è laureato; però è nato in campagna, in un buco di paese in mezzo al Monferrato, e ha trascorso tutta la sua infanzia in questo ambiente che in sostanza era – e resta ancora – decisamente contadino.
Non so che problemi c’abbia la gente monferrina, ma fatto sta che mio padre ha ereditato un sacco di buffe tradizioni che riguardano i cadaveri. È tradizione vegliare il cadavere; è tradizione mettergli in tasca una moneta da un centesimo; è tradizione, è tradizione, è tradizione.
Ovviamente è tradizione, e non superstizione: mio padre lo sa benissimo, che la salvezza ultraterrena dell’estinto non dipende certo dalla moneta che lui gli ha messo in tasca. Però continua a mettergliela; così, per tradizione.

Mi sembrava una cosa deficiente.

Mi sembravano piuttosto deficienti tutte le manfrine al cadavere insepolto; ma vabbeh: ancora ancora, potevo sforzarmi di capirle. Davanti a un cadavere ancora caldo – davanti al corpo morto putrefatto e marcescente di quella persona che hai amato, e che adesso stai per seppellire – solo il cielo sa cosa ti passa per la mente. Tenerle compagnia, o infilarle una moneta in tasca, può essere un aiuto psicologico: per te, non per il morto; per te, che ti appigli a questo. Non ho la più pallida idea di cosa farò quando morirà mia mamma, ma potrei pure arrivare a ficcarle in tasca una mappa stradale con la via più breve per il Paradiso, se è per quello: lo farei, se mi servisse; se mi aiutasse a pensarla più felice.

Quindi potevo capirle, ancora ancora, tutte le manfrine col cadavere.
Ma vogliamo parlare delle castagne per i morti?
Parliamone, ragazzi.
Questa cosa – ve lo giuro – mi mandava in bestia.

Allora: ci sono delle castagne.
Okay?
Mio padre compra le castagne, e poi le fa bollire. Le scola, le mette in tavola, e serve un bel bicchiere di vino rosso; di quelli buoni, eh.
Ci siamo?
Secondo voi cosa fa, dopo questa bella cosa?
Si mangia le castagne?
Macché.
Se ne va a letto.
Giuro.

Nella notte fra il 1° e il 2 novembre, mio padre prepara uno spuntino per i morti, nella convinzione che i suoi parenti morti torneranno sulla terra, quella notte, per far visita agli amici. Siccome verranno a trovare anche noi, e quindi entreranno in casa nostra, è un atto di cortesia fargli trovare un buon dolcetto.
Logico, nevvero?

Ovviamente mio padre non ci crede per davvero; però lo fa, da sempre: è una vecchia tradizione. E ci tiene, eh! Guai ad impedirglielo.
La trovavo una cosa completamente idiota; una tradizione stupida, infantile, e deleteria: pericolosamente vicina all’occultismo e al paganesimo, e nel complesso un po’ irritante. Ai morti non serve a niente, un piatto di castagne; ai morti serve una preghiera, se vuoi, per aiutarli.

Poi, l’anno scorso, son rimasta qui a Pavia.
In genere, facevo in modo di tornare a casa, per i Santi, anche per accompagnare la famiglia al cimitero; ma l’anno scorso avevo esami, impegni vari, e non potevo allontanarmi… e insomma, son rimasta qui a Pavia.
E sapete una cosa? Mi si è aperto un mondo.

Tutto è cominciato in maniera casuale: un leggero magone, un po’ di nostalgia. Sarebbe arrivato il 1° novembre, e per la prima volta in vita mia non avrei visto le castagne.
Chiariamoci: io le odiavo, ‘ste castagne. Avessi potuto, gliele avrei tirate in testa, a mio padre, ‘ste castagne maledette.
Ma mi faceva impressione, un’impressione strana: un giorno dei Santi senza castagne? Ma che tristezza. Mi sembrava di non essere più a casa.

Insomma: le ho comprate, ‘ste castagne. Mica per altro, eh: ma è come festeggiar Natale senza manco una ghirlanda. Pregasi notare che le castagne mi fan schifo, e inoltre sono astemia: ma ho comprato castagne e vino rosso, e… ho cominciato a cucinarle.

Perché lo faccio?, mi chiedevo, un po’ perplessa. Che senso ha, perché lo sto facendo? Ci dev’essere un motivo, (inconscio, a questo punto), sennò non lo farei: che senso hanno, le castagne?
Mi sentivo un po’ cretina.

E poi, scolandole, ho capito.
Le castagne hanno un senso perché sono parte di me, di noi; di tutti i miei parenti.
Hanno un senso per mio padre; e ce l’avevano per suo padre prima ancora; e per suo nonno, e per il suo bisnonno, e per i nonni del bisnonno. Hanno avuto un senso per tutti i suoi antenati, risalendo indietro fino a chissà quanti secoli o millenni: ed avevano un senso chiaro, ed evidente!, che va salvaguardato. (Va salvaguardato se diventa un simbolo, ovviamente, e non superstizione).
La monetina nella tasca, la veglia, le castagne, sono un gesto di affettuosa cura: l’ultimo saluto al parente ch’è scomparso. Sono l’ultima coperta rimboccata, l’ultima tisana calda portata a letto; l’ultimo regalo per fargli una sorpresa, l’ultimo pranzetto per stare un poco in compagnia. L’ultimo “copriti bene ché fa freddo”, l’ultimo “buon viaggio!”; l’ultimo “grazie di tutto. Lo sai, ti voglio bene”.

L’ultimo?
E perché “l’ultimo”?
L’ennesimo!
Non è di certo l’ultimo: prima o poi ci rivedremo.
L’abbiamo abbracciato, l’abbiamo salutato: lui è partito per un lungo viaggio… e sta benissimo, lassù! Da dov’è adesso, non può venire spesso a salutarci (i mezzi pubblici fan schifo); fra qualche giorno è la sua festa, ma neanche quest’anno riusciremo a passarla assieme.

Pazienza. Basta il pensiero. Gli manderò una mail di auguri.

Le castagne, insomma, sono una mail di auguri.
Una maniera (tattile, visibile, concreta) per dire ad alta voce “ehi tu! Ti voglio bene, anche quest’anno!”.
Una maniera per ricordarli; una maniera per amarli. Una maniera per ricordarci che ci sono; e che anche loro ci amano, tutti quanti, da lassù.

Ci ho messo ventun anni, ma alla fine l’ho capito: ecco che senso ha, Halloween! Ecco che senso hanno, le malefiche castagne!

L’hanno fatto mio padre, mio nonno, e il mio bisnonno prima ancora.
E adesso lo faccio anch’io, sapete?
Perché un senso in fondo c’è.

In casa mia, fra il 1° e il 2 novembre, non mancherà mai un piatto di castagne.
È un saluto a quelli che, da lassù, mi amano riamati.

34 risposte a "Il mio piatto di castagne"

  1. Cappellai0Matto

    Avevo una zia che ogni anno, la sera del primo novembre (quello che poi è usanza fare anche la Notte di Natale), prima di andare a dormire, apparecchiava la tavola: un quadratino di tovaglia, un piatto di brodo e posate pulite.
    Eh già, perchè se i cari estinti tornavano in quella notte nelle loro vecchie case, peraltro portandosi dietro (non so se tradizione solo del sud) qualche balocco da lasciare poi sotto al cuscino dei propri nipoti e pronipoti, sarebbe stata anche giusta cortesia rinfocillarli un pò, eh.

    Comunque si. Bel post
    In fondo non è che un modo per manifestare affetto ai nostri defunti e, di rimando, per continuare a sentirli più vicini, per quelle notti in una maniera un pò più concreta forse.

    Per il resto, ritengo che ogni tradizione (o anche superstizione, si) debba essere salvaguardata. Un pò come possiamo fare con un tempio pagano (per collegarmi al discorso della superstizione) o qualsiasi altro corpo archeologico. Non sono altro che testimonianze concrete del nostro passato storico.

    P.S – Mi sa, però, che anche quest'anno sotto il cuscino non trovo nulla u.u

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  2. marinz

    Le tradizioni fanno parte della storia di un popolo, e tu come medioevalista (non so se si scrive così), dovresti riscontrare spesso questo nei libri che "tratti". Un po' come gli avvocati che si rivalgono della consuetudine… però l'importante è che ognuno lo viva e lo senta a suo modo non tanto perchè è così la tradizione, perchè è così che ci hanno insegnato… e in questo tuo post tu hai capito il "perchè" tuo padre faceva quello tutte le sere del 1° novembre.

    Mi viene un paragone… in fondo anche la Fede è una tradizione e se si limitasse a viverla tramite un rito, una preghiera imparata a memoria, questa perderebbe, in parte il suo valore. L'importante è fare nostre le cose che ci vengono tramandate e viverle con lo spirito giusto.

    Un sorriso 🙂

    Ps Ma nella foto il vino è bianco???? :o)

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  3. marinz

    Le tradizioni fanno parte della storia di un popolo, e tu come medioevalista (non so se si scrive così), dovresti riscontrare spesso questo nei libri che "tratti". Un po' come gli avvocati che si rivalgono della consuetudine… però l'importante è che ognuno lo viva e lo senta a suo modo non tanto perchè è così la tradizione, perchè è così che ci hanno insegnato… e in questo tuo post tu hai capito il "perchè" tuo padre faceva quello tutte le sere del 1° novembre.

    Mi viene un paragone… in fondo anche la Fede è una tradizione e se si limitasse a viverla tramite un rito, una preghiera imparata a memoria, questa perderebbe, in parte il suo valore. L'importante è fare nostre le cose che ci vengono tramandate e viverle con lo spirito giusto.

    Un sorriso 🙂

    Ps Ma nella foto il vino è bianco???? :o)

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  4. StellaSenna

    A me si è aperto un mondo al contrario!
    No davvero… io pensavo che TUTTI vegliassero i morti prima di essere seppelliti… no, davvero… ne ero convinta…!
    Poi vabbè, la monetina e le castagne non lo sapevo… però 'sta cosa delle castagne pare carina…:)

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  5. utente anonimo

    Che bellezza!! anche io mi sono commosso, tuo padre dev'essere un tipo davvero tenero (anche se in alcuni post che hai messo lo dipingi un po' come un tipo strano)…
    e poi noto come dopo le inevitabili opposizioni generazionali i filgi tendono ad assomigliare ai genitori… (c'è ancora uno scarto nella scelta del vino però… meglio distinguersi comunque).
    auguri, buona festa. Un saluto anche ai tuoi!

    Diego

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  6. utente anonimo

    Che bellezza!! anche io mi sono commosso, tuo padre dev'essere un tipo davvero tenero (anche se in alcuni post che hai messo lo dipingi un po' come un tipo strano)…
    e poi noto come dopo le inevitabili opposizioni generazionali i filgi tendono ad assomigliare ai genitori… (c'è ancora uno scarto nella scelta del vino però… meglio distinguersi comunque).
    auguri, buona festa. Un saluto anche ai tuoi!

    Diego

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  7. Lucyette

    Cappellaio, in effetti posso capire il "rischio" di queste usanze: far passare il messaggio che ai morti serve un bicchier di vino e un piatto di castagne (e non, ad esempio, una preghiera, che sarebbe ben più utile). Ma in realtà il bicchier di vino serve a noi: è un modo per ricordarci concretamente, e non solo "in termini astratti", che i morti non sono perduti per sempre.
    Io sono profondamente convinta che le due cose si possano integrare. Se avessi dei bambini, continuerei tranquillamente a portarle in tavola, le castagne per i morti; e contemporaneamente reciterei l'Eterno Riposo, per far capire che, al di là del giochino delle castagne, le cose importanti sono altre.
    Stesso dicasi per Halloween: vedo un sacco di genitori spaventati, che non sanno come spiegare questa festa. In realtà sono convinta che le due cose si possano conciliare, e senza alcun problema!

    Quanto alle tradizioni e superstizioni da salvaguardare… beh, sì: concordo, anche se in certi casi bisogna stare attenti ai modi. La credenza che i gatti neri portino sfortuna è certamente interessantissima; però non è carino salvaguardarla ammazzando tutti i gatti neri che incontri per la strada, insomma 😛
    Le superstizioni le vedo più come dei resti archeologici da mettere in un museo per ricordarci del nostro passato; le tradizioni come le castagne, invece, forse forse sono ancora vive adess. Hanno ancora molte cose da dirci…
    🙂

    Marinz, caspita, è vero… anche la religione può diventare una tradizione vuota e sterile, se ti limiti a recitare a pappagallo la preghierina una volta ogni tanto "perché così fan tutti"!

    Stella: ecco, invece io non la condivido, questa cosa di vegliare il cadavere. Cioè: per carità, ognuno faccia cosa vuole, non dico che sia sbagliato, ma io non ci penso proprio, a vegliare il cadavere di un mio parente morto. Che senso ha?
    Al cadavere, presumibilmente non gliene importa niente.
    A me che son viva, farebbe più male che bene passare tre notti a fissare il cadavere di una persona che ho amato (non ho una fobia per i cadaveri, non mi fa impressione vedere un morto… ma preferisco comunque ricordarmelo quand'era vivo!).
    Se è per onorare la memoria dell'estinto, posso farlo in mille modi più creativi, che non comportino il passare ore e ore attaccati a una carcassa. (Anche i post che ho dedicato a mia nonna, al limite, sono un modo per ricordarla).
    Quindi, questa cosa della veglia mi sembra effettivamente un poco inutile. Dopo la morte di un parente, io voglio potermi mettere nel mio letto, tranquilla nella mia casa, a fare quello che più mi serve in quel momento (piangere, sfogarmi, cercar conforto, e così via), senza dovermi sentir legata a una pratica che trovo peraltro inutile.
    Peraltro, gli ultimi giorni prima della morte di un parente sono sempre un po' convulsi (stai al capezzale, chiama il medico, fai avanti e indietro dall'ospedale a casa, ecc.), e quindi arrivi alla fine che probabilmente sei anche esausto. Ci manca solo che in quelle condizioni io debba ancora passare tre notti seduta sul divano a vegliare il cadavere di un morto: questo è sadismo, altro che pietà.
    A mio padre, ho già comunicato ufficialmente che, quando verrà il suo momento, il suo cadavere probabilmente non sarà vegliato da nessuno. Lui non ne era molto entusiasta (forse l'ha presa come una mancanza di rispetto), ma questo è il tipico caso di tradizione di cui non capisco il senso, che trovo anzi controproducente… e che quindi non ho interesse a portare avanti.
    Speriamo non venga a perseguitarmi come fantasma >_>

    Suibhne: cioè, una spreca un intero post a spiegare perché questa cosa non è paganesimo, e poi arrivi tu con un commento del genere? 😛 😛

    Aerie, grazie! 🙂

    Diego: buona festa a te, e porterò il saluto anche ai miei genitori! 😀
    E… LOL: non è che dipingo mio padre come un tipo strano; è che lo è davvero! :-DD
    Del resto, è pur sempre mio padre… 😉

    Diego, Marinz, avete ragione, il vino è bianco!
    Non è una ribellione generazionale (:-D): è che… mia nonna odiava il vino rosso! Lo detestava, veramente: le veniva la nausea anche solo a sentirne l'odore!
    Non posso assolutamente propinarle del vino rosso: è capace a tornare dagli Inferi apposta per tirarmelo in testa, se lo faccio!
    😉

    "Mi piace"

  8. Lucyette

    Cappellaio, in effetti posso capire il "rischio" di queste usanze: far passare il messaggio che ai morti serve un bicchier di vino e un piatto di castagne (e non, ad esempio, una preghiera, che sarebbe ben più utile). Ma in realtà il bicchier di vino serve a noi: è un modo per ricordarci concretamente, e non solo "in termini astratti", che i morti non sono perduti per sempre.
    Io sono profondamente convinta che le due cose si possano integrare. Se avessi dei bambini, continuerei tranquillamente a portarle in tavola, le castagne per i morti; e contemporaneamente reciterei l'Eterno Riposo, per far capire che, al di là del giochino delle castagne, le cose importanti sono altre.
    Stesso dicasi per Halloween: vedo un sacco di genitori spaventati, che non sanno come spiegare questa festa. In realtà sono convinta che le due cose si possano conciliare, e senza alcun problema!

    Quanto alle tradizioni e superstizioni da salvaguardare… beh, sì: concordo, anche se in certi casi bisogna stare attenti ai modi. La credenza che i gatti neri portino sfortuna è certamente interessantissima; però non è carino salvaguardarla ammazzando tutti i gatti neri che incontri per la strada, insomma 😛
    Le superstizioni le vedo più come dei resti archeologici da mettere in un museo per ricordarci del nostro passato; le tradizioni come le castagne, invece, forse forse sono ancora vive adess. Hanno ancora molte cose da dirci…
    🙂

    Marinz, caspita, è vero… anche la religione può diventare una tradizione vuota e sterile, se ti limiti a recitare a pappagallo la preghierina una volta ogni tanto "perché così fan tutti"!

    Stella: ecco, invece io non la condivido, questa cosa di vegliare il cadavere. Cioè: per carità, ognuno faccia cosa vuole, non dico che sia sbagliato, ma io non ci penso proprio, a vegliare il cadavere di un mio parente morto. Che senso ha?
    Al cadavere, presumibilmente non gliene importa niente.
    A me che son viva, farebbe più male che bene passare tre notti a fissare il cadavere di una persona che ho amato (non ho una fobia per i cadaveri, non mi fa impressione vedere un morto… ma preferisco comunque ricordarmelo quand'era vivo!).
    Se è per onorare la memoria dell'estinto, posso farlo in mille modi più creativi, che non comportino il passare ore e ore attaccati a una carcassa. (Anche i post che ho dedicato a mia nonna, al limite, sono un modo per ricordarla).
    Quindi, questa cosa della veglia mi sembra effettivamente un poco inutile. Dopo la morte di un parente, io voglio potermi mettere nel mio letto, tranquilla nella mia casa, a fare quello che più mi serve in quel momento (piangere, sfogarmi, cercar conforto, e così via), senza dovermi sentir legata a una pratica che trovo peraltro inutile.
    Peraltro, gli ultimi giorni prima della morte di un parente sono sempre un po' convulsi (stai al capezzale, chiama il medico, fai avanti e indietro dall'ospedale a casa, ecc.), e quindi arrivi alla fine che probabilmente sei anche esausto. Ci manca solo che in quelle condizioni io debba ancora passare tre notti seduta sul divano a vegliare il cadavere di un morto: questo è sadismo, altro che pietà.
    A mio padre, ho già comunicato ufficialmente che, quando verrà il suo momento, il suo cadavere probabilmente non sarà vegliato da nessuno. Lui non ne era molto entusiasta (forse l'ha presa come una mancanza di rispetto), ma questo è il tipico caso di tradizione di cui non capisco il senso, che trovo anzi controproducente… e che quindi non ho interesse a portare avanti.
    Speriamo non venga a perseguitarmi come fantasma >_>

    Suibhne: cioè, una spreca un intero post a spiegare perché questa cosa non è paganesimo, e poi arrivi tu con un commento del genere? 😛 😛

    Aerie, grazie! 🙂

    Diego: buona festa a te, e porterò il saluto anche ai miei genitori! 😀
    E… LOL: non è che dipingo mio padre come un tipo strano; è che lo è davvero! :-DD
    Del resto, è pur sempre mio padre… 😉

    Diego, Marinz, avete ragione, il vino è bianco!
    Non è una ribellione generazionale (:-D): è che… mia nonna odiava il vino rosso! Lo detestava, veramente: le veniva la nausea anche solo a sentirne l'odore!
    Non posso assolutamente propinarle del vino rosso: è capace a tornare dagli Inferi apposta per tirarmelo in testa, se lo faccio!
    😉

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  9. utente anonimo

    Veramente anche io pensavo la stessa cosa di Stella O_O
    Quando è morta mia nonna per esempio i miei (e i miei zii) sono rimasti la notte lì a vegliare, a recitare il rosario, questo genere di cose, certo che 3 notti non le avrebbero sostenute però si vegliano i morti, si, e poi la monetina, io pensavo fosse pratica comune, si lasciano delle monete in tasca, o il portafoglio… a me sembra normalissimo! E' un po'come dire… mi dispiace che non ci sei più, siccome avrei voluto passare altro tempo con te non ti lascio proprio ora ma ti resto vicino fino all'ultimo perchè sono sicuro che mi mancherai. Per la monetina, a me viene sempre in mente l'antica Grecia, quando si lasciava un obolo sulla bocca (o sugli occhi?) per Caronte, e poi anche i Greci vegliavano i loro morti la notte, e nella bara mettevano gli oggetti più cari del defunto, anche altre cose ci sarebbero, però pure oggi si fa così, progrediamo tanto ma gira e rigira… Comunque se il defunto è all'ospedale sicuro non lo puoi vegliare la notte >_<

    Del pasto che si lascia la notte per i cari che tornano a farti visita pure l'ho sentito da tante persone, con varianti (il brodo per esempio), anche se non lo facciamo noi, pensavo fosse una cosa comunissima 😛

    Brava Lucia, un post veramente originale

    Daniele

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  10. utente anonimo

    Beh, certo Lucy, c'è limite e limite, si capisce.
    Non è che semmai dovesse nascermi un bimbo albino lo vado a lasciare sulla porta di un convento perchè son convinto mi porti demoniaca jella, eh. Ghghg
    Spesso, parlando di alcune surprestizioni più innocue e comuni, ecco, si tende a bocciarle in toto, non riuscendo, cioè, a distinguere una loro natura storico-antropologica da una mera natura "ereticale" (passami il termine, ma è stato il primo a venirmi in mente).
    Bollare tutto come scemenza (o come male) non ha senso. E' come voler a tutti i costi cancellare una parte del nostro bagaglio culturale senza capire che la sua sopravvivenza non intacca assolutamente il nostro presente.
    Ricollegandomi alla prima parte della tua risposta, il punto focale sta proprio lì: capire il perchè quel determinato atto si compie, conoscerne la vera identità.
    Togliere tutti gli specchi da una stanza nel quale giace un defunto per me non ha alcuna utilità, ma "permettere" di conservarne l'uso consente di tramandare una scheggia del nostro passato modus pensandi.

    Una volta un'amica, all'uscita di una libreria, mi disse: "un giorno mi spiegherai perchè ti sei comprato quel libro sulla simbologia dei tarocchi se non credi nemmeno (per lei era uno scandalo) all'oroscopo". u.u
    E' che manca proprio la curiosità di studiarlo il folclore (e anche la superstizione lo è, si). O lo si denuncia come pericoloso , o lo si bolla come idiozia o lo si abbraccia (ingenuamente) come verità. In realtà c'è tanto, tanto, sotto.

    Sarò andato fuoritema, ma ormai ero partito, si.

    P.S – Ed anche quest'anno, inoltre, vari cori si innalzano per denunciare la nefandezza di Halloween. Chi perchè la vede diabolica festa pagana, chi invece estranea alle nostre tradizioni.
    I primi scordano forse che in quasi tutte le ricorrente più importanti del Cristianesimo perdurano tranquillamente elementi di epoche precristiane, gli altri si lasciano invece sospingere da uno sterile nazionalismo, dimenticando come la Notte di Ognissanti sia stata in realtà sempre festeggiata anche in moltissime parti della nostra Penisola (dal dolcetto o scherzetto ai travestimenti), solo con naturali ma estetiche differenze.

    Cappellaio

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  11. utente anonimo

    Beh, certo Lucy, c'è limite e limite, si capisce.
    Non è che semmai dovesse nascermi un bimbo albino lo vado a lasciare sulla porta di un convento perchè son convinto mi porti demoniaca jella, eh. Ghghg
    Spesso, parlando di alcune surprestizioni più innocue e comuni, ecco, si tende a bocciarle in toto, non riuscendo, cioè, a distinguere una loro natura storico-antropologica da una mera natura "ereticale" (passami il termine, ma è stato il primo a venirmi in mente).
    Bollare tutto come scemenza (o come male) non ha senso. E' come voler a tutti i costi cancellare una parte del nostro bagaglio culturale senza capire che la sua sopravvivenza non intacca assolutamente il nostro presente.
    Ricollegandomi alla prima parte della tua risposta, il punto focale sta proprio lì: capire il perchè quel determinato atto si compie, conoscerne la vera identità.
    Togliere tutti gli specchi da una stanza nel quale giace un defunto per me non ha alcuna utilità, ma "permettere" di conservarne l'uso consente di tramandare una scheggia del nostro passato modus pensandi.

    Una volta un'amica, all'uscita di una libreria, mi disse: "un giorno mi spiegherai perchè ti sei comprato quel libro sulla simbologia dei tarocchi se non credi nemmeno (per lei era uno scandalo) all'oroscopo". u.u
    E' che manca proprio la curiosità di studiarlo il folclore (e anche la superstizione lo è, si). O lo si denuncia come pericoloso , o lo si bolla come idiozia o lo si abbraccia (ingenuamente) come verità. In realtà c'è tanto, tanto, sotto.

    Sarò andato fuoritema, ma ormai ero partito, si.

    P.S – Ed anche quest'anno, inoltre, vari cori si innalzano per denunciare la nefandezza di Halloween. Chi perchè la vede diabolica festa pagana, chi invece estranea alle nostre tradizioni.
    I primi scordano forse che in quasi tutte le ricorrente più importanti del Cristianesimo perdurano tranquillamente elementi di epoche precristiane, gli altri si lasciano invece sospingere da uno sterile nazionalismo, dimenticando come la Notte di Ognissanti sia stata in realtà sempre festeggiata anche in moltissime parti della nostra Penisola (dal dolcetto o scherzetto ai travestimenti), solo con naturali ma estetiche differenze.

    Cappellaio

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  12. altarf

    Riguardo ad Halloween  mi pongo pure io dalla parte dei contestatori, proprio perché nel nostro paese esistono già tante tradizioni legate alla festa di Ognissanti, non vedo la necessità di importare nomi e abitudini americane  come maschere e zucche e feste notturne con diavoli veri o presunti.
    Ricordo un primo novembre a Milano, nelle vetrine di una pasticcerie ho visto strani dolci: erano i dolci dei morti , mi hanno detto , erano proprio a forma di ossa, tibie , femori, e via dicendo…
    Sono riti antichi, fatti confluire come tanti altri nella religione cristiana. In fondo è proprio il culto dei morti a distinguere l'essere umano dagli animali. Non credo che in questo caso si possa parlare di superstizione, o paganesimo, come nel caso di oroscopi, gatti neri, o specchi rotti. Come dice Lucyette, è un modo per sentirci uniti  con chi ci ha lasciato , ma non per sempre.
    Per quanto riguarda le veglie notturne, sinceramente, non me la sentirei proprio di prolungarle per tre notti di seguito. Penso che sia comunque difficile, ai nostri giorni, che un morto rimanga in casa così a lungo. 
    Un pochino invidio Lucyette, cresciuta tra le favole della nonna e le tradizioni del papà. Sono cose che ti fanno mettere le radici… e io  me ne scopro quasi priva… 
    Buona festa di Ognissanti a tutti voi!

    Ornella 

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  13. altarf

    Riguardo ad Halloween  mi pongo pure io dalla parte dei contestatori, proprio perché nel nostro paese esistono già tante tradizioni legate alla festa di Ognissanti, non vedo la necessità di importare nomi e abitudini americane  come maschere e zucche e feste notturne con diavoli veri o presunti.
    Ricordo un primo novembre a Milano, nelle vetrine di una pasticcerie ho visto strani dolci: erano i dolci dei morti , mi hanno detto , erano proprio a forma di ossa, tibie , femori, e via dicendo…
    Sono riti antichi, fatti confluire come tanti altri nella religione cristiana. In fondo è proprio il culto dei morti a distinguere l'essere umano dagli animali. Non credo che in questo caso si possa parlare di superstizione, o paganesimo, come nel caso di oroscopi, gatti neri, o specchi rotti. Come dice Lucyette, è un modo per sentirci uniti  con chi ci ha lasciato , ma non per sempre.
    Per quanto riguarda le veglie notturne, sinceramente, non me la sentirei proprio di prolungarle per tre notti di seguito. Penso che sia comunque difficile, ai nostri giorni, che un morto rimanga in casa così a lungo. 
    Un pochino invidio Lucyette, cresciuta tra le favole della nonna e le tradizioni del papà. Sono cose che ti fanno mettere le radici… e io  me ne scopro quasi priva… 
    Buona festa di Ognissanti a tutti voi!

    Ornella 

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  14. utente anonimo

     Tralascio il rito delle castagne che è presente in modi e metodi in varie nazioni/religioni. Per esempio i Lari latini del focolare sono molto simili alle statuette degli antenati che una mia amica cinese ha in casa sua (con offerte di cibo e latte giornaliero).

     Tralascio ma parliamo dei defunti e di tuo padre….

    Lucy, ma non pensi che lo stare al capezzale dei defunti abbia una "componente cristiana"?
     Pensaci, vegliarli tre giorni prima di seppellirli. Non metterli subito in una bara sottoterra. Ti ricorda qualcosa?

     Per quanto ricordi sia Lazzaro che Gesù furono subito messi nel sepolcro. E invece resuscitarono. E uno di questi due al terzo giorno

    E ora veniamo a cose meno spirituali…
    Io non credo che la medicina sia perfetta, ma già la pratica del beccamorto (per stabilire se una persona fosse veramente defunta) è antica. L'ultimo caso di donna risvegliatasi dopo la morte è di pochi giorni fa http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Francia-donna-dichiarata-morta-si-risveglia-ho-fatto-una-bella-dormita_311138383279.html , ma ne troverai decine se giri per il web. La gente dichiarata morta è morta, ma alle volte si risveglia.
     E quando ho fatto l'operaio comunale (quindi anche tagliato l'erba nel cimitero) parlando con il custode mi ha detto che alcune volte, all'apertura delle bare dopo i 10-20 anni, alcune volte si trovano i cadaveri spostati, con le braccia conserte o le mani tese a ghermire la bara.
     E' vero, è falso? Boh… Si parla negandolo del tuo conterraneo Pier Giorgio Frassati (parente di Jas Gawronsky). Una cosa di cui poco si parla è il "rantolo del defunto" (lo appresi da un libro di Patricia Cornwell), uno assiste la salma, semiappisolato o semispaventato o sereno e dopo ore e la compressione dei polmoni fa rantolare il morto… Cosa faresti tu  se ti succedesse che la salma morta ti rantoli vicino? :O

     Tornando alla scienza e non alla tradizione o credenza popolare (o ai racconti di E.A.Poe) la legge ci dice che chi è morto lo diviene dopo la registrazione del medico. Il medico necroscopo redige un bel certificato e ZAK sei dichiarato morto… Ah, Il medico agisce da pubblico ufficiale e fa la visita entro 30 ore dalla morte (vabbè, questo per legge. Se sei sepolto in un pilastro di cemento magari passa più tempo.)
     …
     … 
    MA
    La legge dice anche che per 24 ore devi essere osservato e non devono essere impedite le tue "eventuali manifestazioni di vita" Cioè se ti risvegli non ti debbono aver legato, fatto autopsie o messo in un sacco; non ti devono aver bloccato il mento o magari staccato un arto. Ti risvegli? Buon per tutti e congratulazioni da parte del medico che si era fortunatamente sbagliato (e ha commesso un falso in atto pubblico nella sua veste di pubblico ufficiale. Ma sorvoliamo 🙂 )

     Ti rimando all'osservazione della Salma a pagina 9 di un testo dell'università "La sapienza" sul ruolo dell'infermiere sulla morte di un paziente in reparto. http://www.infermieri.com/archivio/camicioli/camicioli_morte.pdf Ma quelli che donano gli organi? Aspettano anche loro per essere sicuri? Preferisco non saperlo, ma temo che la necessità di avere un organo faccia sorvolare su alcune questioni.

    In ogni caso se ti risvegli dalla morte e ti trovi un parente o un amico vicino che ti veglia ti fa capire chi ti voglia bene, no? 🙂 Succedeva anche in Tom Sawyer (o era Huckleberry Finn? )

     Stò anche leggendo cose sulla logica Fuzzy. In pratica le cose non sono solo nere o bianche… per esempio, come determinare lo sporco di una maglietta? Con la logica Fuzzy (va alla grande in Giappone) si parla di percentuale di sporco. Una variabile che non è nè 0 e nè 1, nè vero e nè falso (stò semplificando al massimo).

    La frase "Il cretese Epimenide afferma che il cretese è bugiardo" fa parte della logica Fuzzy; non è bugiardo Epimenide oppure lo è, ma non si può stabilire con un vero/falso.

     Vegliare i morti risponde in pieno ai concetti di logica Fuzzy 🙂

    Topografo

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  15. utente anonimo

     Tralascio il rito delle castagne che è presente in modi e metodi in varie nazioni/religioni. Per esempio i Lari latini del focolare sono molto simili alle statuette degli antenati che una mia amica cinese ha in casa sua (con offerte di cibo e latte giornaliero).

     Tralascio ma parliamo dei defunti e di tuo padre….

    Lucy, ma non pensi che lo stare al capezzale dei defunti abbia una "componente cristiana"?
     Pensaci, vegliarli tre giorni prima di seppellirli. Non metterli subito in una bara sottoterra. Ti ricorda qualcosa?

     Per quanto ricordi sia Lazzaro che Gesù furono subito messi nel sepolcro. E invece resuscitarono. E uno di questi due al terzo giorno

    E ora veniamo a cose meno spirituali…
    Io non credo che la medicina sia perfetta, ma già la pratica del beccamorto (per stabilire se una persona fosse veramente defunta) è antica. L'ultimo caso di donna risvegliatasi dopo la morte è di pochi giorni fa http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Francia-donna-dichiarata-morta-si-risveglia-ho-fatto-una-bella-dormita_311138383279.html , ma ne troverai decine se giri per il web. La gente dichiarata morta è morta, ma alle volte si risveglia.
     E quando ho fatto l'operaio comunale (quindi anche tagliato l'erba nel cimitero) parlando con il custode mi ha detto che alcune volte, all'apertura delle bare dopo i 10-20 anni, alcune volte si trovano i cadaveri spostati, con le braccia conserte o le mani tese a ghermire la bara.
     E' vero, è falso? Boh… Si parla negandolo del tuo conterraneo Pier Giorgio Frassati (parente di Jas Gawronsky). Una cosa di cui poco si parla è il "rantolo del defunto" (lo appresi da un libro di Patricia Cornwell), uno assiste la salma, semiappisolato o semispaventato o sereno e dopo ore e la compressione dei polmoni fa rantolare il morto… Cosa faresti tu  se ti succedesse che la salma morta ti rantoli vicino? :O

     Tornando alla scienza e non alla tradizione o credenza popolare (o ai racconti di E.A.Poe) la legge ci dice che chi è morto lo diviene dopo la registrazione del medico. Il medico necroscopo redige un bel certificato e ZAK sei dichiarato morto… Ah, Il medico agisce da pubblico ufficiale e fa la visita entro 30 ore dalla morte (vabbè, questo per legge. Se sei sepolto in un pilastro di cemento magari passa più tempo.)
     …
     … 
    MA
    La legge dice anche che per 24 ore devi essere osservato e non devono essere impedite le tue "eventuali manifestazioni di vita" Cioè se ti risvegli non ti debbono aver legato, fatto autopsie o messo in un sacco; non ti devono aver bloccato il mento o magari staccato un arto. Ti risvegli? Buon per tutti e congratulazioni da parte del medico che si era fortunatamente sbagliato (e ha commesso un falso in atto pubblico nella sua veste di pubblico ufficiale. Ma sorvoliamo 🙂 )

     Ti rimando all'osservazione della Salma a pagina 9 di un testo dell'università "La sapienza" sul ruolo dell'infermiere sulla morte di un paziente in reparto. http://www.infermieri.com/archivio/camicioli/camicioli_morte.pdf Ma quelli che donano gli organi? Aspettano anche loro per essere sicuri? Preferisco non saperlo, ma temo che la necessità di avere un organo faccia sorvolare su alcune questioni.

    In ogni caso se ti risvegli dalla morte e ti trovi un parente o un amico vicino che ti veglia ti fa capire chi ti voglia bene, no? 🙂 Succedeva anche in Tom Sawyer (o era Huckleberry Finn? )

     Stò anche leggendo cose sulla logica Fuzzy. In pratica le cose non sono solo nere o bianche… per esempio, come determinare lo sporco di una maglietta? Con la logica Fuzzy (va alla grande in Giappone) si parla di percentuale di sporco. Una variabile che non è nè 0 e nè 1, nè vero e nè falso (stò semplificando al massimo).

    La frase "Il cretese Epimenide afferma che il cretese è bugiardo" fa parte della logica Fuzzy; non è bugiardo Epimenide oppure lo è, ma non si può stabilire con un vero/falso.

     Vegliare i morti risponde in pieno ai concetti di logica Fuzzy 🙂

    Topografo

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  16. utente anonimo

    Ah, nel caso di P.G.Frassati (laureatosi nel 2001 senza discutere la sua tesi), mi ricordo la storia per via di un articolo sulla stampa (l'ho ritrovato http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200803articoli/30788girata.asp ), naturalmente esiste anche una smentita e la rivista Petrus parla di "Buono stato di conservazione" in una salma sepolta da 83 anni… http://www.cattoliciromani.com/forum/showthread.php/riesumata_salma_beato_p_g_frassati-15596.html

    La verità? boh…

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  17. utente anonimo

    Ah, nel caso di P.G.Frassati (laureatosi nel 2001 senza discutere la sua tesi), mi ricordo la storia per via di un articolo sulla stampa (l'ho ritrovato http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200803articoli/30788girata.asp ), naturalmente esiste anche una smentita e la rivista Petrus parla di "Buono stato di conservazione" in una salma sepolta da 83 anni… http://www.cattoliciromani.com/forum/showthread.php/riesumata_salma_beato_p_g_frassati-15596.html

    La verità? boh…

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  18. utente anonimo

    Oddio vi prego non parlate di risvegli dalla morte O__O
    Secondo me sono quasi tutte scemenze, i cadaveri che vengono ritrovati spostati per esempio, io sapevo che il rigor mortis fa spostare il cadavere, possono muoversi, girarsi, aprire o chiudere la bocca e le palpebre, una serie di cose… le bare di oggi poi hanno una capsula a tenuta stagna, dopo 10 minuti che sta chiusa si esaurisce già l'ossigeno quindi addio. Altra cosa, i graffi sulle bare, ma se le bare sono strettissime, in più ormai si usa la capsula a tenuta stagna di zinco, quindi come è possibile? Il 90% di queste storie sono leggende metropolitane :S

    Daniele

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  19. Lucyette

    Rispondo solo alla cosa dei morti viventi perché sono di corsa e devo andare a studiare (poi torno).
    Quindi, Topografo, tu dici che bisogna vegliare i morti perché è necessario esser lì nel caso in cui si risvegliassero? 😛

    Comunque, il mio commento al volo ha lo scopo di esprimere il massimo stupore per tutte le volte in cui sento gente che strabuzza gli occhi alla notizia di cadaveri riesumati e ritrovati in strane posizioni.
    Ma scusate un attimo…
    Nel caso in cui si muoia in ospedale, vabbeh, la camera mortuaria è sempre comoda per i parcheggi; ma nel caso di morto che muore in casa…! Se muori in casa, ti portano la bara fin nel tuo appartamento e poi, ovviamente, la riportano giù dopo averci chiuso dentro il cadavere. Ovviamente la cassa da morto non ci sta, nell'ascensore, e ovviamente la portano a spalle giù per la scala. Ovviamente le rampe delle scale di un condominio medio sono molto strette, e ovviamente gli impresari di pompe funebri sono costretti a strane contorsioni per far passare 'sta benedetta bara: la inclinano, la sbilanciano da un lato (altrimenti non ci passa proprio). Quindi, insomma: se anche il morto era bello e ricomposto quando si trovava nel suo appartamento, immagino che cambi comunque posizione, essendo sballottato qua e là giù per cinque o sei piani di scale. No? O forse rimane fermo immobile a causa del rigor mortis? (Non ho idea di quanto rigido sia un cadavere, non ho mai controllato :-P)
    Insomma: se aprissi adesso la tomba di mia nonna, mi aspetterei di ritrovare il corpo in una posizione comunque diversa da quella in cui l'avevo lasciato a suo tempo. Non mi sembra strano!

    LOL, la cosa di Frassati sepolto vivo è meravigliosa, Topografo: dove l'hai letta? Tu non sai che Piggì è uno dei miei amici di infanzia (mi avranno raccontato la storia di Frassati millemila volte, quando ero una bambina), quindi la notizia mi ha colta particolarmente di sprovvista 😀
    Comunque, a proposito di Santi sepolti vivi, aggiungo che Giulia di Barolo, di cui è stata avviata la causa di beatificazione, aveva, a quanto pare, un vero e proprio terrore di esser sepolta viva. Aveva ordinato che le mettessero nella bara una campanella (o qualcosa del genere: non ricordo i dettagli) che potesse suonare in caso di bisogno.
    In effetti dev'essere una fine ben misera… 😛

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  20. Lucyette

    Rispondo solo alla cosa dei morti viventi perché sono di corsa e devo andare a studiare (poi torno).
    Quindi, Topografo, tu dici che bisogna vegliare i morti perché è necessario esser lì nel caso in cui si risvegliassero? 😛

    Comunque, il mio commento al volo ha lo scopo di esprimere il massimo stupore per tutte le volte in cui sento gente che strabuzza gli occhi alla notizia di cadaveri riesumati e ritrovati in strane posizioni.
    Ma scusate un attimo…
    Nel caso in cui si muoia in ospedale, vabbeh, la camera mortuaria è sempre comoda per i parcheggi; ma nel caso di morto che muore in casa…! Se muori in casa, ti portano la bara fin nel tuo appartamento e poi, ovviamente, la riportano giù dopo averci chiuso dentro il cadavere. Ovviamente la cassa da morto non ci sta, nell'ascensore, e ovviamente la portano a spalle giù per la scala. Ovviamente le rampe delle scale di un condominio medio sono molto strette, e ovviamente gli impresari di pompe funebri sono costretti a strane contorsioni per far passare 'sta benedetta bara: la inclinano, la sbilanciano da un lato (altrimenti non ci passa proprio). Quindi, insomma: se anche il morto era bello e ricomposto quando si trovava nel suo appartamento, immagino che cambi comunque posizione, essendo sballottato qua e là giù per cinque o sei piani di scale. No? O forse rimane fermo immobile a causa del rigor mortis? (Non ho idea di quanto rigido sia un cadavere, non ho mai controllato :-P)
    Insomma: se aprissi adesso la tomba di mia nonna, mi aspetterei di ritrovare il corpo in una posizione comunque diversa da quella in cui l'avevo lasciato a suo tempo. Non mi sembra strano!

    LOL, la cosa di Frassati sepolto vivo è meravigliosa, Topografo: dove l'hai letta? Tu non sai che Piggì è uno dei miei amici di infanzia (mi avranno raccontato la storia di Frassati millemila volte, quando ero una bambina), quindi la notizia mi ha colta particolarmente di sprovvista 😀
    Comunque, a proposito di Santi sepolti vivi, aggiungo che Giulia di Barolo, di cui è stata avviata la causa di beatificazione, aveva, a quanto pare, un vero e proprio terrore di esser sepolta viva. Aveva ordinato che le mettessero nella bara una campanella (o qualcosa del genere: non ricordo i dettagli) che potesse suonare in caso di bisogno.
    In effetti dev'essere una fine ben misera… 😛

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  21. fiordicactus

    @ Cappellaio matto,
    non so se c'è l'usanza di lasciare il cibo per i morti (ma, visto che lo si fa per S. Lucia e per il suo asinello . . .), ma che i morti portino regalini ai bambini di casa, capita anche in alcune valli della bergamasca e in certi paesini tra Marche e Abruzzo!  

    @ Lucyeta,
    circa l'usanza della veglia, qui, nella Città sulla Costa, i morti stanno "fuori terra" per sole 24 ore, una notte di veglia non gliela toglie nessuno, se muoiono in casa . . . ma mi risulta che, dopo rosari, racconti di aneddoti, aggiornamenti delle varie parentele (con certe parentele, ormai ci si vede solo in questi casi), ad un certo orario, la maggioranza dei parenti se ne torna a casa sua, e chi rimane, si "adatta" a qualche ora di sonno in scomode posizioni.
    Quando è morto mio suocero, era disteso sul suo letto, sul lenzuolo "di primo letto" (cioè quello della 1° notte di matrimonio) . . . alla suocera hanno approntato un lettino in cucina, gli altri, tra sedie e poltroncine . . io e l'Uomodellamiavita, nella nostra roulotte, che era parcheggiata in cortile . . . poche ore di sonno e poi è ricominciata la processione dei conoscenti e dei parenti, più gli amici e i conoscenti dei figli . . . perchè, ricordiamoci, che sono 3 i momenti della vita che diventano "sociali" al massimo livello: quando si nasce, quando si sposa e quando si muore (mi pare che sia così dalla notte dei tempi).

    Scusa se mi sono dilungata troppo! Argomento affascinante!

    Ciao, R

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  22. fiordicactus

    @ Cappellaio matto,
    non so se c'è l'usanza di lasciare il cibo per i morti (ma, visto che lo si fa per S. Lucia e per il suo asinello . . .), ma che i morti portino regalini ai bambini di casa, capita anche in alcune valli della bergamasca e in certi paesini tra Marche e Abruzzo!  

    @ Lucyeta,
    circa l'usanza della veglia, qui, nella Città sulla Costa, i morti stanno "fuori terra" per sole 24 ore, una notte di veglia non gliela toglie nessuno, se muoiono in casa . . . ma mi risulta che, dopo rosari, racconti di aneddoti, aggiornamenti delle varie parentele (con certe parentele, ormai ci si vede solo in questi casi), ad un certo orario, la maggioranza dei parenti se ne torna a casa sua, e chi rimane, si "adatta" a qualche ora di sonno in scomode posizioni.
    Quando è morto mio suocero, era disteso sul suo letto, sul lenzuolo "di primo letto" (cioè quello della 1° notte di matrimonio) . . . alla suocera hanno approntato un lettino in cucina, gli altri, tra sedie e poltroncine . . io e l'Uomodellamiavita, nella nostra roulotte, che era parcheggiata in cortile . . . poche ore di sonno e poi è ricominciata la processione dei conoscenti e dei parenti, più gli amici e i conoscenti dei figli . . . perchè, ricordiamoci, che sono 3 i momenti della vita che diventano "sociali" al massimo livello: quando si nasce, quando si sposa e quando si muore (mi pare che sia così dalla notte dei tempi).

    Scusa se mi sono dilungata troppo! Argomento affascinante!

    Ciao, R

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  23. MelinLe

    Esattamente, la chiesa parla di un paio di resurrezioni, no?
     E non ti stupire se dopo 2000 anni si vegliano i morti, non si và a tavola in 13 in onore di un ultima cena in cui morì il Messia.
     
     Per i cadaveri spostati, con le inghia rotte, capelli strappati, vestiti lacerati et similia dai un occhiata ad internet. Ne parlano quì e là. Cmq non parte tutto da E.A.Poe.

    Per Frassati la trovi quì e là la notizia. Visto che la salma è stata riesumata a Torino sulla Stampa ne parlano (anche Uaar, ma riporta la notizia della stampa). C'è una smentita con l'offerta di postare le foto di una salma ben conservata di una persona morta di polio 83 anni fa (e che era? Di ferro? O.o), ma naturalmente le foto mancano e l'articolo della Stampa ne parla…. Anche quì Internet ti aiuta a trovare news.

    Topografo

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  24. MelinLe

    Esattamente, la chiesa parla di un paio di resurrezioni, no?
     E non ti stupire se dopo 2000 anni si vegliano i morti, non si và a tavola in 13 in onore di un ultima cena in cui morì il Messia.
     
     Per i cadaveri spostati, con le inghia rotte, capelli strappati, vestiti lacerati et similia dai un occhiata ad internet. Ne parlano quì e là. Cmq non parte tutto da E.A.Poe.

    Per Frassati la trovi quì e là la notizia. Visto che la salma è stata riesumata a Torino sulla Stampa ne parlano (anche Uaar, ma riporta la notizia della stampa). C'è una smentita con l'offerta di postare le foto di una salma ben conservata di una persona morta di polio 83 anni fa (e che era? Di ferro? O.o), ma naturalmente le foto mancano e l'articolo della Stampa ne parla…. Anche quì Internet ti aiuta a trovare news.

    Topografo

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  29. Matteo

    […] Narrava la leggenda che la caverna sotterranea, per un passaggio misterioso, fosse in comunicazione colla sepoltura della chiesetta soprastante; e che ogni anno, il dì dei Morti – nell’ora in cui le mamme vanno in punta di piedi a mettere dolci e giocattoli nelle piccole scarpe dei loro bimbi, e questi sognano lunghe file di fantasmi bianchi carichi di regali lucenti, e le ragazze provano sorridendo dinanzi allo specchio gli orecchini o lo spillone che il fidanzato ha mandato in dono per i morti un prete sepolto da cent’anni nella chiesuola abbandonata, si levasse dal cataletto, colla stola indosso, insieme a tutti gli altri che dormivano al pari di lui nella medesima sepoltura, colle mani pallide in croce, e scendessero a convito nella caverna sottostante, che chiamavasi per ciò «la Camera del Prete»[…]
    La festa dei morti, 1887. Giovanni Verga.

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