Nel presepio – La Chiesa

Magari non ci avete mai pensato, magari ce l’avete ma non sapevate neppure di averla. Eppure, questa statuetta nel presepio c’è. Sempre. Per definizione.
Parlo della statuetta che rappresenta noi.
Cioè, la Chiesa.

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“Monsieur le Curé”, di Marcel Carbonet

A volte la si nota, eh.
In alcuni presepi, fa mostra di sé sfacciatamente.
Nei presepi provenzali, ad esempio, è antica usanza quella di inserire una statuetta in terracotta che rappresenta un curato di campagna, tradizionalmente rappresentato nell’atto di asciugarsi il capo con un fazzoletto o andare a spasso con l’ombrello (chissà poi perché).

Altrove – soprattutto nei presepi a ispirazione francescana – si inserisce un po’ in disparte un fraticello di San Francesco.

D’accordo, è un anacronismo: nella Betlemme di Cristo, evidentemente non c’erano  in giro né francescani né curati di campagna. Ma se partiamo dall’assunto che il presepio è una enorme allegoria in cui nulla è messo lì per caso, diventa chiaro che anche il frate, anche il prete, hanno una loro ragion d’essere. In fin dei conti, Cristo “nasce” ed è presente in mezzo a noi anche a distanza di duemila anni.

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Una Chiesa in adorazione (Presepio Landi)

In alcuni casi, dunque, la presenza della Chiesa è evidente e chiara.
In altri casi – e sono quelli che preferisco – la Chiesa si mimetizza all’interno delle statuine: e bisogna osservarle; guardarle; saperle leggere, per scorgerla.

La Chiesa è presente nel presepio ogni qualvolta che vediamo un gruppo di due o più persone che si avviano verso la grotta o si raccolgono in preghiera. Anche la Tradizione, se vogliamo, è una Chiesa: una Chiesa che… fa catechismo.
Perché, a ben vedere – ed è un messaggio straordinariamente splendido – qualsiasi gruppo di persone può formare una Chiesa.

Sono “Chiesa” i due sposini che si avviano verso la grotta portando offerte a Maria e Giuseppe.
Sono “Chiesa” i bambinetti che si avvicinano alla mangiatoia tenendosi per mano.
È “Chiesa”, insomma, qualsiasi gruppo di persone che si appresti, comunitariamente, ad adorare Cristo: “perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Ma c’è un tipo di “Chiesa” che io trovo particolarmente suggestivo.
È una Chiesa in cui uno dei personaggi non sarebbe normalmente in grado di raggiungere da solo la capanna (vuoi perché è troppo vecchio, vuoi perché affetto da qualche handicap) e l’altro personaggio lo aiuta amorevolmente (ad esempio, trainando l’asino su cui viaggia la vecchietta o facendo da “bastone” al genitore ormai malfermo).
La trovo una simbologia meravigliosa, dal significato profondissimo: ognuno di noi ha bisogno degli altri per poter vivere pienamente.
La Chiesa – la comunione vera – la si trova solo aiutando e facendosi aiutare. Vivendo da fratelli. Dando se stessi per il prossimo. Mettendosi nelle mani amiche di chi sa guidarti.
E – se serve – aprirti gli occhi.

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Cieco con cane guida (Presepe La Scarabattola)

10 risposte a "Nel presepio – La Chiesa"

  1. rosenuovomondo

    Sia sto raccontando oralmente alla figliola diciassettenne quanto tu scrivi sulle statuine del Presepe, così abbiamo deciso di comprarne qualcuna con altri occhi, davvero. E’ bellissimo leggerti. Questo post in particolare è molto molto bello ed esprime cose che sono molto radicate in me.
    N. B. domenica pigra in casa, prima di una settimana per me difficilissima. Ma sabato in giro disperati a cercare un calendario dell’Avvento per la figliola perchè devo essere affetta da qualche morbo che per la prima volta in tanti anni me l’ha fatto dimenticare…

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    1. Lucyette

      Ehm.
      Mi viene un po’ da ridere, perché è da tre anni che sto cercando di preparare questo “calendario dell’Avvento” a tema presepistico, ed era da tre anni che rimandavo perché non riuscivo a trovare della documentazione seria 😛

      Un libro molto bello, di cui ho proprio fatto tesoro, è Il presepe e i suoi personaggi di Fernando Lanzi, edito da Jaca Book.
      Problema numero uno: è costosissimo.
      Problema numero due: il problema 1 non è neanche un problema, nel senso che apparentemente questo libro è introvabile (in commercio). Io l’ho faticosamente trovato in una biblioteca dopo mille peripezie e dopo che era due anni che tampinavo le librerie Paoline, che mi assicuravano “sissì, dovrebbe arrivare, arriverà!”, e invece non arrivava mai.
      Che dire? In bocca al lupo… :-S

      Un altro libro a tema (ma mooolto meno rigoroso da un punto di vista storico) è Presepe piemontese: i personaggi della tradizione, edito da Priuli & Verlucca e scritto da Guido Moro. Vabbeh: lo davano a prezzo scontato l’anno scorso con La Stampa e l’ho comprato: qualcosa di interessante lo dice anche lui, ma è a un livello infinitamente più “amatoriale” rispetto a quello di Lanzi.

      Un articolo molto bello e curato (ma breve, per forza di cose) era Presepe: sogno di una mezzanotte d’inverno di Claudio Corvino, pubblicato sul n. 12 (167) della rivista Medio Evo del dicembre 2010 (pp. 28-41) edita da De Agostini / My Way.

      In ultimo, consiglio anche un librettino carino che non c’entra niente con la simbologia ma che presenta molto brevemente, ma in modo sufficientemente esaustivo, le origini del presepio francescano: Il primo presepio del mondo di Umberto Occhialini e Pietro Messa, editore Porziuncola. Questo l’ho trovato quest’anno alle Paoline e costa pochi euro; quindi, se qualcuno è interessato al tema…

      Altre informazioni le avevo prese qua e là (ad esempio la leggenda del bastone di San Giuseppe e del gallo canterino le sapevo di mio e non mi ricordo più dove le avevo lette; altri post che ho in cantiere sono frutto dei miei appunti di un corso sulla teatralità medievale che ho frequentato qui a Pavia). Altre informazioni le ho trovate en passant su altri libri più generici sulle tradizioni natalizie in generale (sono una appassionata del Natale… si era notato? :-P). Altri testi specifici sul presepio, non ne conosco proprio. So che ce ne sono un paio d’altri sul presepio napoletano (che comunque non ho letto), ma lì si va su una simbologia che è piuttosto diversa da quella del presepio “classico” e che comunque vale solo se si vuole fare un presepio napoletano, appunto.

      Aggiungo un avviso che sembra vergognosamente autoreferenziale ma che non vorrebbe esserlo: il 90% delle cose che ho letto in questi libri è confluito in vario modo in questa serie di post. I libri sono meravigliosi e li consiglio tutti, ma vorrei evitare la scena tipo “li compro in una libreria online a scatola chiusa perché me li ha consigliati Lucyette, ci spendo 100-150 euro, e poi scopro che a me bastava anche la sintesi ragionata che potevo leggere gratis sul blog. Indi, tiro un sacco di accidenti a Lucyette”.
      Per capirci: il libro di Lanzi è BELLISSIMO, lo consiglio a chiunque, ma costa un sacco ed è composto al 80% di fotografie di presepi artistici. E’ bellissimo, ma a livello di simbologia non è che aggiunga molto rispetto a quello che si legge qua: avviso prima, perché non vorrei farvi spendere tanti soldi solamente sulla fiducia. Magari sfogliatelo (o prendetelo in biblioteca) per vedere se val la pena di comprarlo (a patto che sia ancora in commercio, cosa di cui peraltro sto cominciando a dubitare…)
      🙂

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      1. Khayr-Al-Din

        Ma avrai perso almeno 15 min a rispondere! Scusa il disturbo!
        Comunque direi di no, 150€ è il budget del materiale, direi che e’ fuori portata.
        Sono al terzo presepe e ogni cosa che hai scritto in questi post la ignoravo. Mi hai aperto un mondo.
        Prenderò appunti diligentemente.

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      2. Lucyette

        …ma sono stati quindici minuti estremamente soddisfacenti!
        Lo so, è inquietante.
        Non so se è una cosa delle bibliotecarie o se è solo una cosa mia, ma l’opportunità di dare consigli bibliografici (richiesti!!!) è qualcosa che mi manda in estasi.
        Quindi, scusami tu, semmai, la pappardella 😛

        (Lo so, ho dei problemi seri. C’è gente che per sballarsi va in discoteca a farsi di roba forte, e c’è gente che si sballa compilando bibliografie. Aehm).

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