La Teologia del Gelato

Aaaahh, il gelato.
Quant’è bello, quant’è buono; quanto ti nutre e ti ristora, in quelle calde serate estive in cui hai giusto voglia di gustare qualcosa di dolce e fresco.
Non dico che, d’estate, sarei capace di andare avanti per tre mesi a suon di gelati (e di Special K nel latte freddo), ma… insomma: non siamo comunque molto lontani dalla realtà.

Coppa Gelato Pesca

Alla luce di queste premesse, è stato – devo dire – con un certo incredulo entusiasmo che, qualche giorno fa, mi sono imbattuta una specie di Teologia del Gelato, navigando casualmente su un sito americano che offriva catechesi per donne cristianamente attive.
E, a quanto pare, secondo Julia Bettencourt – curatrice del sito Creative Lady Ministry, e membro di un movimento femminile facente capo alla Chiesa Evangelica – la vita di fede di una donna è sostanzialmente riconducibile a questo.
A una bella coppa di gelato.

Ma una coppa di gelato di quelle buone, veh, mica sto parlando del ghiacciolino preconfezionato che prendi al baretto sul lungomare. No!
Immaginate un gelato con la G maiuscola, l’apoteosi del gelato; immaginate l’idea platonica di Gelato Perfetto, quello che ti si scioglie in bocca mentre lo gusti e ti regala momenti di pura estasi. Ecco: immaginate quel Gelato Perfetto, e poi applicatelo alla vita di fede di una persona.
Non ci vedete delle somiglianze?

Secondo Julia Bettencourt ce ne sono eccome; e cioè, ad esempio…

…la qualità degli ingredienti

Non è per fare pubblicità a Grom, che in ogni caso non ne ha bisogno, ma il suo gelato alla nocciola sta proprio su un altro pianeta rispetto a qualsiasi altro gelato alla nocciola che io abbia mai assaggiato nell’universo mondo.
È questione di ingredienti, suppongo. Cucinati con la ricetta giusta, ingredienti selezionati per la loro altissima qualità possono veramente fare prodigi, che diversamente sarebbero impensabili.

E… beh: sapete cosa? Noi siamo ingredienti di qualità decisamente alta (almeno in potenza); e siamo nelle mani del gelataio migliore del mondo.

…un cono pieno di gelato. Fino alla punta

Ma avete presente quanto è irritante, quando vi state gustando il vostro buonissimo cono gelato, siete circa alla metà del cono, affondate i denti nella crema soffice e pensate che, minimo minimo, il piacere di questo buon gelato si prolungherà ancora per qualche minuto… e poi invece scoprite che il cono è pieno solo per metà?
Che tutto il gelato è rimasto nella parte alta del cono, e che la punta del cono biscotto languisce desolatamente vuota?
Sembra quasi una presa in giro: no?

Beh: noi dovremo essere come il Gelato Perfetto, dice Julia Bettencourt. Dovremmo essere persone che, nella loro vita di fede, vanno fino in fondo, donandosi senza riserve e dicendo un “sì” incondizionato.
Ti lascia quasi con l’amaro in bocca, un cono gelato che sembra tutto lì a modino, sembra esser perfetto in superficie, e poi invece ti si nega all’ultimo momento. E sotto un fantastico mantello di cioccolato e fiordilatte, nasconde un vero e proprio nulla.

Se un gelato che ci fa questo scherzo finisce per lasciarci con l’amaro in bocca, figuriamoci come reagisce Nostro Signore quando siamo noi a trattarlo nello stesso modo.

 …il piacere che ti dà

Avete presente una coppa di gelato fresca e traboccante, dolce al punto giusto, con il vostro ingrediente preferito, da gustare in tutta calma nella Gelateria Migliore Del Mondo mentre soffia tra i vostri capelli una bella arietta fresca ma non troppo?
Avete presente, il piacere che dà affondare il primo cucchiaino in questo capolavoro?

Ecco.
Dio ce lo da, un piacere anche solo lontanamente simile?

 …la sua preziosa fragilità

Beh, diciamolo: rispetto ad altri alimenti, il gelato è ‘na bella rogna da conservare, se te lo porti a casa.
Va sorvegliato con cura, va protetto: se te lo dimentichi fuori dal freezer, è da buttare; se non lo tiri fuori dal freezer con un po’ d’anticipo, servirai ai tuoi ospiti un dessert troppo gelato. Non è che sia facile conservarlo nella sua piena bontà, se ci pensate. Va seguito con molta attenzione, altrimenti è facile che si rovini.

E mica siamo tanto diversi, noi…

…la panna. E la cialda di biscotto. E la graniglia di nocciole.

Insomma: tutti quegli ingredienti che formano il topping e che trasformano un gelato di per sé buono nel Gelato Perfetto che ti fa restare a bocca aperta.
Perché di gelati buoni ce ne sono tanti, ma per arrivare ai livelli del Gelato Perfetto bisogna avere Qualcosa In Più.
E forse che Dio non è, in un certo senso, la ciliegina sulla nostra torta?

Gelato Ciliegia

5 risposte a "La Teologia del Gelato"

    1. Lucyette

      Ma sai che invece io non ne ho ancora mangiato uno, di quest’estate?!
      Temo di aver sviluppato una specie di nausea di riflesso dopo tutti quelli che ho dovuto ingurgitare quando mi avevano tolto il dente del giudizio e la convalescenza è stata lunga e complicata 😛

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  1. Cleo

    Chi si avvicina per la prima volta al mondo del gelato spesso non è a conoscenza del mondo delle gelatiere e volendo fare lo stesso il gelato prova tutti i metodi casalinghi senza gelatiera. Questa soluzione può andare bene se siete solo appassionati di cucina, se invece siete golosi di gelato dovete provare il gelato fatto con la gelatiera e dopo un solo assaggio (di un gelato fatto bene) deciderete di comprare una gelatiera e non smetterete più di fare gelati.

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  2. Laurie

    Allora la scusa per il prossimo gelato è pronta: non è un peccato di gola ma è evangelizzazione!! Ottimo! (in tutti i sensi!)
    Scherzi a parte, è un paragone simpatico ma verissimo.

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