Per grazia ricevuta

“Oh Lucia, ma è fantastico! Hai mai realizzato che questo ti rende simile alle grandi eroine bibliche?”.
“…scusi?”.
“No, sul serio, ho i brividi! Pensaci! È una storia simile a quella dei grandi personaggi della Bibbia, quando Dio fa nascere un figlio da una donna ormai anziana che tutti credevano sterile!”.
“…”.
“Hai una storia mica da poco”, strizza l’occhio lui. “Ti toccherà esserne all’altezza”.

Lui era il sacerdote che seguiva gli studenti nel mio liceo, ed era stato scelto per questo ruolo non a caso. Come forse si sarà intuito da questo scambio di battute, è uno dannatamente bravo a fare alla gente iniezioni di autostima – utili a chiunque, ma preziose in particolar modo per i ragazzini in crisi adolescenziale.
Sarà passata una decina d’anni dalla conversazione di cui sopra, ma ancor oggi ricordo quanto mi avesse colpita, all’epoca. Non ci avevo mai pensato, ma… in effetti, il sacerdote non aveva mica tutti i torti.

I miei genitori si sono sposati quando avevano venticinque anni e mezzo.
Io sono nata quando ne avevano quarantuno.
Se la matematica non è un’opinione, ciò vuol dire che sono passati più di quindici anni dal giorno delle loro nozze al giorno della mia nascita.
Vale la pena di specificare che, durante questo lasso di tempo, i miei genitori non avevano fatto niente per evitare una gravidanza. Semplicemente, non arrivava.

Devo dire che i miei l’avevano presa con molta filosofia. Alla domanda su come avessero vissuto questa quindicina d’anni (!) d’infertilità, loro rispondono, candidamente, “bene”. E – sarà che io sono ispirata dal loro buon esempio – ma secondo me hanno anche ragione: non c’è scritto da nessuna parte che in un matrimonio debba per forza arrivare un figlio, tipo atto dovuto dalla Buona Sorte a ogni coppia di sposi.
Per quindici lunghi anni, di conseguenza, i miei genitori non ne hanno fatto un dramma… però, ciò non toglie che l’avrebbero voluto, un figlio. Il tempo passava e mia mamma di certo non ringiovaniva, e questo desiderio diventava via via più urgente.

A questo punto la scena si sposta in Val Soana, lungo un sentierino di montagna che costeggia un ameno torrentello nel vallone di Arlens.
Mio padre è un ex-alpino, appassionato di montagna; il vallone di Arlens, chissà perché, è uno dei suoi posti preferiti.
In tale bucolica vallata alpina, qualcuno, nel corso della Storia, doveva aver pensato bene di edificare un piloncino votivo dedicato alla Madonna. Nella primavera del 1987, mio padre sta passeggiando in montagna e si ferma a riposare davanti al piloncino. Guarda la Madonna e sospira con un po’ di malinconia, mormorando qualcosa tipo: “se poi un giorno non hai niente di meglio da fare, ci sarebbe sempre quella faccenda del bambino che non arriva…”.

Passano un paio di mesi, e mia mamma rimane incinta. Passano altri nove mesi, la sottoscritta nasce sana e salva, e mio padre, gongolante, va in un negozio di articoli religiosi per comprare un ex voto da appendere, come ringraziamento, su quel piloncino nella valle di Arlens.
Dopodiché, il pover’uomo, tutto contento, inforca gli scarponi da montagna, si imbaccucca ben bene, infila l’ex voto nel suo zaino, e parte per la missione… salvo scoprire che il piloncino è scomparso nel nulla.

Sorvoliamo pietosamente sul fatto che la Madonna evidentemente preferisce darsi alla macchia, pur di smentire qualsiasi suo coinvolgimento con l’esistenza in vita della sottoscritta. Torniamo al mio povero padre che, assai perplesso per l’accaduto, ferma un valligiano e gli domanda che cosa caspita ne sia stato del piloncino mariano che sorgeva lungo la stradina.
È stato distrutto da una valanga, gli rispondono. C’è stata una brutta valanga qualche tempo prima, e il piloncino è rimasto sommerso dalla neve. Quando hanno spalato la neve per liberare il sentiero, del piloncino non restavano che pochi mattoni sparpagliati in terra; era del tutto irrecuperabile. Triste storia, ma c’est la vie.

Dire che mio padre c’è rimasto male, è dire poco.
Peraltro, gli si poneva un problema non irrilevante: l’ex voto che si era inutilmente trascinato dietro fino in montagna, adesso dove lo appendeva?
Mi direte “da qualsiasi altra parte”, ed avete anche ragione; però, è pur vero che in genere c’è sempre un rapporto affettivo molto stretto tra il fedele che chiede la grazia, e il santuario in cui depone la sua offerta per grazia ricevuta. Mi direte che la Madonna è sempre la stessa, indipendentemente dal fatto che sia dipinta sul piloncino o in una basilica, ed avete anche ragione; però, è pur vero che il legame affettivo mio padre ce l’aveva con “quella Madonna lì”. Offrire il suo ex voto a un’altra chiesa scelta a caso, “tanto per fare”, era un’idea che non gli piaceva affatto.
E così, s’è rimesso in saccoccia il suo ex voto, l’ha riportato a casa, e l’ha custodito con religiosa cura nel cassetto del suo comodino, partendo dall’assunto che se tu ti prendi un impegno con una donna e poi quella si disintegra sotto a una valanga prima che tu abbia modo di regalarle il brillozzo, senz’altro è un dispiacere, ma neanche si può dire che tu non ci abbia provato.

La situazione è rimasta immutata per circa un quarto di secolo, fino al momento in cui io ho messo mano al comodino di mio padre per cercare una cosa, mi sono imbattuta in questo ex voto, e sono discretamente inorridita allo scoprire che era da venticinque anni lì a far niente, chiuso in un cassetto.
Ché va bene il piloncino distrutto, e va bene la volontà di apporre il proprio ex voto in un luogo a cui sei legato da particolari vincoli d’affetto, ma possibile che in venticinque anni di vita mio padre non fosse mai riuscito a trovare una soluzione alternativa?

È cominciata così una lunga campagna di logoramento, in cui io ho garbatamente insistit fatto pression tormentato mio padre fino al suo sfinimento, ovverosia fino al convincerlo a pensare seriamente a una collocazione alternativa.
Ci abbiamo pensato a lungo, ci abbiamo rimuginato, e infine l’abbiamo trovata. Abbiamo contattato il sacerdote che officia nel luogo prescelto, gli abbiamo raccontato la storia di questo ex voto tristo e abbandonato, e lui è stato ben contento di accoglierlo fra le mura della sua chiesetta.
E così, qualche tempo fa l’ex voto è stato finalmente consegnato alla sua legittima Proprietaria, con tanto di piccola cerimonia per la sua deposizione di fronte alla statua della Vergine.

E ovviamente io ero presente a questa cerimonia, e sono stata io in persona a prendere l’ex voto dalla sua custodia per consegnarlo nelle mani del sacerdote.
Ed è stato un episodio singolarmente buffo, e profondamente significativo. Non capita tutti i giorni di essere presenti (…e dotati di raziocinio) a una cerimonia in cui mezzo mondo si mobilita per ringraziare Dio per la tua nascita. Proprio per la tua.

Non capita tutti i giorni ma forse dovrebbe: per me è stato un momento prezioso. Tante volte tendiamo a sottovalutare – a dare per scontato – quel dono sconvolgente che Dio ha voluto farci: il dono della nostra vita.

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19 risposte a "Per grazia ricevuta"

    1. Lucia

      🙂

      Io sono molto affezionata alla Stella Maris / Madonna della Stella, più che altro perché è una prezzemolina e mi insegue, ne trovo una ovunque io vada 😉
      Ovviamente è vero che la Madonna è sempre la stessa, ma, oh… “al cuor non si comanda” 😉

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    1. Lucia

      …sì, in effetti è una storia molto “alla Lucyette”: mentre i fatti avevano luogo, continuavo a pensare “caspita, devo decisamente fare un post su questa cosa”… 😀

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  1. giudig

    Bel post, Lucia! Complimenti al tuo babbo. La tua storia sarebbe piaciuta assai alla mia cara nonna Anna, devotissima della Madonna. Da piccola, quando mi portava in chiesa per le “funzioni” , indicava sempre la Madonna dalle sette spade ( quella dell’ordine dei Servi e Serve di Maria) e tutti gli ex voto che la incoronavano dentro la nicchia. Alla mia richiesta di cosa fossero tutti quegli oggetti, affascinanti per i miei occhi di bambina, e a cosa servissero, rispondeva sempre:” E’ un modo di ringraziare la madonnina per un pericolo scampato, una guarigione o una grande gioia. Dietro ognuno ci sta una storia vera, anche se non c’é scritto sotto il perché della donazione.. Da allora ho sempre nutrito un grande rispetto per tutti gli ex voto che ho visto e incontrato nel mio peregrinare tra un Santuario e l’altro. Buon anno, carissima! 🙂

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    1. Lucia

      Buon anno a te! 🙂

      Sai, a me quasi quasi dispiace che adesso gli ex voto vengano consegnati così, senza che nessuno lasci traccia della storia che ci sta dietro. A mio gusto, io preferivo gli ex voto di una volta, quelli in cui c’era un dipinto che raccontava l’evento miracoloso che stava dietro alla donazione. Era forse una testimonianza in più.
      Anche se in effetti c’è tutto un fascino particolare nell’andare in certi santuari e vedere intere parete tappezzate da ex voto a forma di cuore. Non possiamo far altro che immaginare le storie che ci sono dietro, e anche quello è un esercizio potentissimo…

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  2. Anonimo

    io non ho un granché di legami affettivi con immagini della Vergine, c’è quella del Murillo che mi piace da morire, ma non è devozione proprio…solo un’immagine è talmente bella e le sono talmente legata che potevo passare ore con lei e mi parevano minuti. è quella della Madonna delle Porte dell’alba di Vilnius, quando vivevo lì andavo da lei il più spesso possibile….
    è questa qui:
    http://www.panoramas.lt/m_katalog.php?&p_id=106&code=1b84dccc779ab2a332e1db08fbdda95c&lg=2 (bisogna girare l’immagine per vederla)

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    1. Lucia

      Che beeeella! :-O
      Ancor più che la Madonna in sè, e sorprendetemente bello proprio il locale che la ospita. Fantastico!
      Ci credo che passavi spesso di lì: è davvero un godimento per gli occhi e per lo spirito, meraviglioso!!

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  3. Emilia

    Anche secondo me quel sacerdote ha avuto ragione!
    Anch’io sono nata dopo parecchi anni dal matrimonio dei miei, però, come sai, ho una sorella maggiore di otto anni, che è la primogenita. Non so se loro si fossero votati a qualche personaggio in particolare, anche se ho una mezza idea.

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    1. Lucia

      Anche io conosco un paio di amici che hanno avuto la vostra stessa storia familiare: prima gravidanza che arriva subitissimo, a pochi mesi dal matrimonio, e poi tanta attesa per il secondogenito.
      Che cosa bizzarra: vista la facilità di trovare una gravidanza la prima volta, uno non direbbe. E invece…

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    1. Lucia

      Mi dicono dalla regia che era sul sentiero per Arlens, subito prima di attraversare l’arian.
      😐
      Non so se l’indicazione è sufficientemente precisa, ma questo passa il convento 😀

      (P.S. Auguri, vecchio diavolaccio a due cifre! 😉 )

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      1. Berlicche

        Grazie!
        Se è il sentiero da Pianetto, l’Arlens lo attraversa due volte; poco prima della seconda (dove c’è anche un interessante ponte scolpito) c’è un pilone recentemente restaurato, se non ricordo male. Ma se era distrutto non credo sia quello.

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      2. Lucia

        Il sentiero dovrebbe essere quello; domani chiedo maggiori dettagli.
        Se salta fuori che il pilone non era stato distrutto completamente e/o comunque adesso è stato restaurato, mi deprimo 😛 Io vengo al mondo tutta contenta piena di belle speranze, e i piloncini mariani scappano pur di non assumersi la responsabilità del fatto… 😉 😉

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      3. Lucia

        Fiùùù, scampato pericolo Berlic: il pilone desaparecido era all’altro attraversamento.
        La cosa mi consola assai e sa molto meno di presa in giro 😉

        (A margine, i miei genitori sono sconvolti all’idea che io abbia trovato su Internet un tizio che frequenta la valle di Arlens e la conosce pure bene: “ma proprio in quel buco di posto ignorato dalla civilizzazione, va a spazzo ‘sto Berlic?”, dice mia mamma. “Incredibile!!”.
        Alquanto incuriositi dalla tua esistenza in vita, i miei genitori ti porgono cordiali saluti 😉

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