A un certo punto, ieri notte, quando il Frecciarossa ha cominciato a rallentare avvicinandosi alla stazione di Torino, mi sono girata indietro e ho scattato una foto al vagone semivuoto, con i (pochi) passeggeri vicini alle porte e già pronti a scendere.
Credo che ricorderò a lungo questo strano viaggio, e credo che serberò per sempre la memoria di questo strano Giovedì Santo in cui ho (provato a) vegliare assieme a Gesù, non nel buio di una chiesa spoglia inginocchiata davanti all’ostensorio, ma nel silenzio di un vagone del Frecciarossa Roma-Torino, in mezzo a (pochi) passeggeri stanchi con la testa che ciondolava nel sonno, mentre il treno sfrecciava nella notte buia.
Costretta a saltare la Messa in Coena Domini, ero convinta che avrei odiato le circostanze. E invece no: è stata una notte strana, silenziosa, riflessiva, che credo ricorderò a lungo in maniera tutta speciale.
Cosa ci facevo nella notte del Giovedì Santo su un treno AV Roma-Torino?
Tornavo a casa dagli studi di Tv2000, dove ero stata invitata a parlare di astinenza dalle carni e digiuno del Venerdì Santo.A tutti quelli che sono curiosi di sentire cos’ho detto, a tutti quelli che oggi stanno digiunando, e a tutti quelli che magari non lo stanno facendo ma sono ancora in tempo per lasciarsi “tentare”, la registrazione della puntata di ieri pomeriggio e un – bel – commento, con qualche noticina a margine da teologo, dal blog di Giovanni Marcotullio.
di Giovanni Marcotullio
Venerdì santo. E come ogni santo giorno di digiuno comandato arriverà qualcuno a chiedere: «Ma che s’intende per “digiuno”?».
Di sicuro si deve intendere “qualcos’altro”, qualcosa di diverso da quello che la parola così sfacciatamente sembrerebbe dire.
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