Chi ha inventato la prima ambulanza?

Si dice spesso che dalle tragedie possa nascere del bene – e in questo senso forse fu davvero un bene la morte prematura di monsieur Larrey, che nel 1779 passò a miglior vita lasciando orfano un figlioletto di tredici anni.
Gli orfani di un calzolaio – si sa – ben di rado hanno vita facile. E così, il giovane Dominique Jean fu costretto all’unica mossa ragionevole in quella miseranda situazione: abbandonare il suo paese natìo per andare a vivere nella casa di un parente facoltoso.

Sembra l’incipit di un romanzo di formazione, invece è Storia. Giovane adolescente, Dominique Jean Larray fu accolto nella casa di suo zio Alexis, che era stimato chirurgo a Tolosa.
…e, insomma: Dominique Jean doveva pur trovarlo, un modo per ripagare l’ospitalità che gli veniva offerta. Fu instradato a un lavoro, o meglio: fu instradato al lavoro che scelse per lui lo zio.

Possiamo dunque dire che sia stato un caso, se Dominique Jean finì col diventare un medico come lo zio? Se non fosse rimasto orfano, avrebbe seguito le orme del padre nel calzaturificio?
Domande a cui è impossibile dar risposta. Fatto sta che Dominique Jean si diede allo studio della scienza medica. Puntò moltissimo sulla sua carriera; in termini moderni, lo definiremmo un ricercatore. Lavorò a Parigi nell’antichissimo (e prestigioso) Hôtel-Dieu, si arruolò nella marina come medico militare e fu spedito a lavorare in Labrador; rientrato in patria, prese servizio all’ospedale degli invalidi e da lì seguì, con vivace entusiasmo, lo scoppio della rivoluzione.
E poi, inebriato dalle nuove idee di libertà, sì unì come medico militare all’esercito rivoluzionario francese, costituito allo scopo di esportare la rivoluzione negli altri Paesi d’Europa.

Nominato capo-chirurgo dell’Armata del Reno, seguì gli spostamenti dei vari battaglioni lungo i confini orientali della Francia… scontrandosi però con un enorme senso di shock e di impotenza quando si rese conto della totale inefficienza degli strumenti a sua disposizione.

I soldati che scendono in battaglia – si sa – ben di rado se la cavano con ferite superficiali. Nella maggior parte dei casi, i tapini si trovano pallottole conficcate in organi vitali e ferite che perdono sangue a fiotti. Sicché, ogni minuto (ogni secondo!) è per loro prezioso. Se si vuole dare ai soldati una chance di sopravvivenza, bisogna intervenire il prima possibile: subito, prima di subito.

Fu, questa, una convinzione che maturò in Dominique Jean dopo pochi giorni di servizio presso l’ospedale da campo. La stragrande maggioranza dei feriti gli venivano portati arrivavano da lui già cadavere, o comunque sulla buona strada per diventarlo… ma la cosa assurda è che molti di loro morivano a causa di ferite che sarebbero state perfettamente curabili, se solo fossero state prese per tempo.
E invece: aspetta che la battaglia sia finita; aspetta che qualche anima pia arrivi con un carretto a raccattare i corpi; aspetta che il carretto si metta in moto e arrivi pian piano all’infermeria… a forza di aspettare, va a finire che muore dissanguato anche chi, con un pronto intervento, se la sarebbe cavato con qualche punto, una fasciatura e una stampella.

Eh: ad averlo, un pronto intervento.
Ad averlo, un pronto soccorso.
Pensa che ti ripensa, Dominique Jean si rese conto che le cose non potevano andare avanti in quel modo, e… inventò il pronto soccorso.

E prima ancora del pronto soccorso inventò l’ambulanza.

Fino dal suo primo giorno sul campo di battaglia, Dominique Jean era stato colpito dall’efficienza e dalla velocità con la quale il suo esercito riusciva a trasportare gli strumenti di artiglieria pesante. In effetti, i Francesi avevano appena cominciato a produrre cannoni “portatili”, più compatti della media, inventati dall’ing. Vaquette de Gribeauval: le armi erano caricate su appositi carriaggi che permettevano ai soldati di spostarle con poca fatica, persino nel corso della battaglia.

Ecco: pensa che ti ripensa, Dominique Jean si rese conto che lo stesso meccanismo poteva applicarsi anche al trasporto dei feriti.

Senza aspettare la fine della battaglia; senza aspettare i lunghi tempi di spostamento di un carretto trascinato alla bell’e meglio: se i feriti fossero stati messi in salvo e affidati alle mani di un medico nel minor tempo possibile, allora avrebbero avuto qualche chance di salvarsi.

Nacquero così le ambulances volantes, dei carretti appositamente progettati per il trasporto dei feriti e dotati di materiale medico di primo soccorso: garze, pinze chirurgiche, acqua pulita, quelle robe lì. A bordo di ogni ambulanza, si trovava un medico il quale sarebbe sceso nel campo di battaglia non appena ciò fosse stato ragionevolmente possibile, per prestare cure immediate ai soldati feriti.
O meglio: ai soldati feriti più gravi.
Sì, perché – non pago di aver inventato la prima ambulanza e il concetto stesso di pronto soccorso – Dominique Jean organizzò anche il primo sistema di triage della Storia, esortando i suoi medici a esaminare i feriti suddividendoli in tre grandi categorie: quelli che sarebbero sopravvissuti comunque; quelli che sarebbero morti comunque; quelli che avevano qualche chance di sopravvivere, ma solo a patto di ricevere assistenza medica immediata. Va da sé che i feriti della terza categoria venivano trattati con particolare urgenza: trasportati a bordo dell’ambulanza e messi al riparo dai pericoli della battaglia, venivano curati con tutte le attenzioni del caso.

Come?
Dove?

Beh, dipendeva. Dominique Jean per primo intuì quel concetto che ancor oggi è la chiave della medicina d’emergenza – e cioè, la necessità di compiere in pochi istanti la scelta cruciale: effettuare subito, a bordo dell’ambulanza, un intervento di portata limitata o ordinare il trasporto immediato in una struttura adeguata dove poter lavorare con più comodo?

Le strambe idee di Dominique Jean furono ascoltate dai comandanti delle varie armate con una certa garbata curiosità, fino al momento in cui il chirurgo militare non ebbe occasione di mettere alla prova l’insieme degli strumenti da lui approntati. Ciò accadde nel 1793, quando – durante la battaglia di Metz – le ambulanze dell’esercito francese riuscirono a salvare la vita di decine e decine e decine di soldati.

La bontà dell’invenzione fu immediatamente evidente a tutti. I comandanti di tutto il Vecchio e il Nuovo Mondo cominciarono ad attrezzare i loro eserciti con strumenti analoghi a quelli inventati dal nostro amico.

Durante la guerra civile americana, quasi tutti i reggimenti disponevano di ambulanze.
Nel 1899, Chicago fu la prima città a introdurre l’uso di ambulanze con motore elettrico (seguite nel 1905 da quelle con motore a scoppio), più veloci e maneggevoli di quelle trainate da cavalli.

Una ambulanza della Croce Rossa di Torino negli anni della Prima Guerra Mondiale

Ma la grande evoluzione – il grande salto di qualità – si ebbe negli anni ’50, un decennio che fu funestato da incidenti in una magnitudo tale “che la metà bastava”.

I disastri ferroviari di Richmond Hill (78 morti e 363 feriti) e Londra (112 morti e 340 feriti) e l’impressionante quantità di incidenti aerei (…ché volare, all’epoca, era assai pericoloso) portano i medici a riflettere sui cambiamenti che si doveva necessariamente imprimere alla medicina d’urgenza in un mondo che cambiava di giorno in giorno. Le ambulanze si trasformarono così in veri e propri mini-ospedali, dotati di attrezzature per ECG e monitoraggio cardiaco nonché (a partire dagli anni ’60) di defibrillatori.

Negli anni del boom, il medico Adam Cowley introdusse il concetto di “ora d’oro”, ad esprimere la convinzione per cui le terapie iniziate entro un’ora dall’emergenza migliorano sensibilmente le possibilità di guarigione.
Steve Parker, che con il suo Medicina. La Storia illustrata, mi ha fornito la maggior parte delle informazioni per questo articolo, mi informa che, negli anni ’90, al concetto di “ora d’oro” si è affiancato anche quello di “dieci minuti di platino”, che meglio riflette la rapidità di trattamento che possiamo sperare di ottenere ai giorni nostri

Quanta differenza, e quale evoluzione, rispetto ai tempi in cui operava il nostro amico Dominique Jean!

10 risposte a "Chi ha inventato la prima ambulanza?"

    1. Lucia

      😮

      Ma in effetti è molto intelligente!
      Ovviamente con la motoambulanza non puoi trasportare i pazienti, però penso sia oggettivo che con una moto arrivi prima, nell’attesa di soccorsi. E in effetti non è neanche detto che tutti i pazienti soccorsi dall’ambulanza debbano poi essere portati via, a ben vedere…

      Non male come idea, anzi 🤔

      "Mi piace"

      1. blogdibarbara

        No, certo, però puoi prestare immediatamente sul posto i primi soccorsi che possono salvare la vita: applicare un defibrillatore, mettere un laccio sopra un’arteria tagliata, praticare un massaggio cardiaco… Ho letto che anche a New York hanno cominciato ad adottarne qualcuna (però non ditelo a Conte, che magari si inventa la monopattinambulanza).

        "Mi piace"

    1. Lucia

      Uh, grazie per il link!
      In effetti non sapevo che lo usassero già gli Egizi!

      …però non so fino a che punto si possa dire che è “erroneo” farlo risalire all’epoca di Larray, nel senso: se anche gli Egizi ne avevano introdotto per primi l’uso, questo uso a un certo punto deve esser stato abbandonato (o più probabilmente non ha mai valicato i confini della civiltà egizia).
      Perché, per quanto ne so io, l’idea di Larray è stata assolutamente innovativa per l’Europa dell’epoca, proprio perché nessuno prima di lui l’aveva mai messa in pratica.

      Ecco, magari sarebbe più corretto dire nessuno nell’arco di svariati secoli, toh 😅

      Però, nel momento in cui Larray l’ha introdotta in Europa, è stata (a quanto mi risulta) una grande novità per tutti i suoi colleghi. Se gli Antichi Egizi ci avevano pensato prima di lui, evidentemente se n’era persa la memoria.

      Piace a 1 persona

      1. blogdibarbara

        Sì, certo, e infatti anche lui fa presente che, sia pure erroneamente, la pratica si fa partire da lì, però, è un fatto che qualcuno l’idea l’aveva già avuta, e dato che in queste cose sei sempre molto precisa (vabbè, anche nelle altre), ho pensato che sicuramente questo documento ti sarebbe interessato.

        "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...