Siete appassionati di birra e avete qualche fine-settimana libero da dedicare ai vostri hobby? Benissimo, siete capitati nel momento giusto: prenotate un alberghetto, preparate le valigie, e catapultatevi immantinente a Monaco. Sta per avere inizio lo Starkbierzeit, il festival della birra forte!
Proprio così: dal 15 marzo al 15 aprile di quest’anno, la città di Monaco sarà sede di un colossale festival dedicato alla “birra forte”: l’Oktoberfest è più famosa, ma anche questa festa ha ben poco da invidiarle.
Come mai vi parlo di birra nel bel mezzo della Quaresima? È presto detto, in verità.
Premetto che la sottoscritta è astemia, e che il contributo di qualche amante della birra sarebbe decisamente assai gradito. Non sono esperta di terminologia, ma pare che esista un tipo di birra che è detta “birra forte”. Ai profani come me, una parola del genere evoca immagini di birre ad altra gradazione alcolica che ti stordiscono dopo pochi sorsi: al contrario, invece, le “birre forti” sono birre con un contenuto alcolico relativamente basso… ma in compenso, sono molto nutrienti. Non mi è perfettamente chiaro in che modo una birra possa risultare più nutriente di altre, ma pare che dipenda dal modo in cui la preparano. In ogni caso, la Starkbier è un tipo di birra particolarmente calorica, con un altissimo valore nutritivo: su alcuni siti viene definita “caramellosa”, “dolce-amara per la forte tostatura”, e “quasi masticabile” (che schifo).
Insomma: si tratta di un liquido particolarmente nutriente e calorico, che viene tradizionalmente consumato in questo periodo dell’anno.
Vi dice niente?
Massì!
Avete capito bene!
Come vuole l’antico adagio, liquidum non frangit. Ovverosia, le bevande liquide non spezzano il digiuno quaresimale: con qualche eccezione per il latte (che, fino a un certo punto del Medioevo, è stato comunque interdetto poiché di origine animale), l’assunzione di liquidi non invalidava minimamente il tempo di digiuno.
Insomma: anche nel bel mezzo del digiuno quaresimale, era perfettamente lecito bersi un buon sorso di qualcosa. E siccome i cristiani non son cretini (con buona pace di Odifreddi), era perfettamente logico che i cristiani cominciassero a bere qualche tipo di liquido particolarmente nutriente: qualcosa che li aiutasse a sopportare i morsi della fame, insomma, e che li mettesse in condizioni di poter reggere il lavoro.
Tradizionalmente, nei monasteri s’è sempre prodotto un sacco di birra.
Il topos del monaco un po’ brillo non è solamente un topos, ma rispecchia un dato storico: pensate anche solo alle birre più comuni, e vi verrà in mente la Franziskaner Weissbier, la Augustiner Helles, la Trappe, la Paulaner. Produttori autorizzati: Francescani, Agostiniani, Trappisti e Minimi di San Francesco da Paola, rispettivamente. E son solo pochi esempi.
Insomma: nei monasteri, si è sempre prodotta molta birra. Birra di tutti i tipi, naturalmente: birra adatta a tutte le occasioni. E, pensa che ti ripensa, i monaci in digiuno avevano architettato un gran bel piano: siccome liquidum non frangit e la birra è senz’altro un liquido… allora, è senza dubbio lecito preparare una birra particolarmente nutriente, che possa essere consumata durante tutta la Quaresima. E senza il minimo peccato, sia ben chiaro!!
La Starkbier, ovverosia la birra forte, ovverosia la birra quaresimale preparata dai monaci in attesa della Pasqua, veniva per l’appunto spillata nella prima settimana di Quaresima. I monaci se ne riempivano i boccali, e – un sorso dopo l’altro – riuscivano a sopportare meglio il lunghissimo digiuno…
… e la tradizione, come ben vedete, si mantiene ancora oggi.
Ogni anno, a Monaco, ha luogo il festival della birra forte: ed è una festa mobile, proprio come la Pasqua. Prende il via una quarantina di giorni prima del giorno della Resurrezione, e si protrae, ogni anno, per quasi tutta la Quaresima.
Avreste mai pensato di poter trovar tracce cristiane anche in una comitiva di bavaresi alticci che si ubriacano in un pub?
Se qualcuno, invece di farsi il fegato amaro a forza di negare le radici cristiane dell’Europa, andasse in birreria per farsi un buon birrozzo…
marinz
Io sono un'amante della birra di qualità, quella prodotta non per essere commercializzata a livello di mercato internazionale ma quella dei microbirrifici.
Il nome birra forte lo avevo sentito ma non l'ho mai assaggiata ma ora capisco il perchè di questo nome, tra l'altro le birre trappiste, vengono così definite tutte quelle fatte con un modo particolare ispirato dai frati, sono le più buone e quelle che contengono più calorie… ed ora capisco anche il perchè. :o)
Purtroppo non potrò andare al festival ma credo che mi sacrificherò per provare questa forma di digiuno… sperando di non avere troppa pancia alla fine della quaresima :oP
Ti saprò dire come procede l'esperimento e se trovo qualche microbirrificio qui a Milano che fa birre forti
un sorriso 🙂
Ps l'ho sempre detto che i frati sono troppo furbi.. tra birre e alcolici si passavano l'inverno e anche la quaresima senza peccare :o)
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ago86
Se già la birra "normale" fa venire la pancia, figuriamoci quella forte. Ecco perché si dice "grasso come un frate".
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utente anonimo
ooooh ben
a me la birra forte piace, e in effetti una pinta di guinness alla spina (chè quella in lattina fa schifo) è come aver cenato abbondantemente.
Del resto come molti alimenti tradizionali non ci si deve stupire che sia ipercalorica: mica stavano tutto il giorno davanti a una tastiera, i buoni monaci birraioli! E faceva pure freddo lassù al nord… mica potevano campare di tisana al finocchio!
Mi piace moltissimo il calendario della quaresima 🙂 brava Lucy!
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s.m.t.
Ho l'impressione che l'autrice di questo blog sia una di quelle cattoliche che riescono a scovare ogni modo per aggirare i divieti della sua fede… quanto al sesso, quanto alla gola, quanto ai digiuni…
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s.m.t.
Cioè, me la figuro come quei due fidanzatini infoiati, che in sagrestia domandano parroco, cercando maldestramente di nascondere la malizia: "gli atti impuri sono proibiti, però <i>fino a che punto</i> possiamo arrivare senza fare peccato?"
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Lucyette
Marinz, vedi quante cose interessanti di cui io non avevo assolutamente idea?! I microbirrifici non sapevo manco che esistessero…
Beh: se ti capita di bere un sorso di birra forte, dacci la tua opinione, allora 😉
Ago, in effetti è vero: nell'immaginario collettivo, i monaci sono sempre bassi e grassottelli! 😀
Seavessi, peraltro i monaci facevano digiuno stretto per tutta la Quaresima, il che sarebbe stato un regime del tutto insostenibile senza "rinforzi" (anche perché poi lavoravano pure!). Quindi… la birra ci stava, per l'appunto 😛
Stella: caspita, che memoria! In effetti ne avevo già parlato tempo fa in un commento… o ci avevo già fatto anche un altro post? Occielo, non dirmi che ho ripetuto un post senza ricordarmelo! 😛
Guarda… per la birra, non so assolutamente cosa dirti. Fino a poco tempo fa, non avevo nemmeno idea che esistessero diversi tipi di birra…
Magari può illuminarti Marinz o qualche altro birrofilo esperto… 😉
s.m.t., LOL, sei proprio cascato male, povero 😀
Se c'è un genere di persone che detesto (ma detesto proprio, nel vero senso della parola: roba che vado anche a confessarlo perché mi rendo conto che è un atteggiamento molto poco cristiano, ma non riesco a farci niente)… se c'è un genere di persone che detesto, dicevo, sono proprio quei cattolici che non fanno digiuno/astinenza nei giorni di digiuno/astinenza, o che peggio ancora fanno spallucce di fronte al sesto comandamento. ODIO la gente che si crea una religione fai-da-te e poi viene a dirmi "ma guarda che sei retrograda, non crederai mica che fare la tal cosa sia ancora" (!!) "peccato, ma non scherzare! Io sono un cattolico al 100% anche se non osservo questi comandamenti ridicoli!".
Ritengo peraltro che la castità e i digiuni siano decisamente sopravvalutati (nel senso che sembrano scogli insormontabili che solo un santo può affrontare), mentre io sono di tutt'altra opinione. In fondo in fondo, digiunare e astenersi dai rapporti sessuali è solo ed esclusivamente una questione di forza di volontà (beh: nel caso del digiuno, magari c'è qualcuno che accusa anche qualche fastidio fisico, tipo il mal di testa). Se io non sono nemmeno capace di avere quel minimo di autocontrollo per rimanere casta o per fare un giorno di digiuno, veramente riuscirò a mettere in pratica sul serio tutti gli altri comandamenti più impegnativi (porgi l'altra guancia, ama il prossimo tuo come te stesso, perdona, e così via dicendo)? Magari qualcuno ci riesce, non metto in dubbio, ma a me sembra un controsenso.
Io sono senz'altro facilitata dal fatto di avere una grande forza di volontà (anche per cose che non c'entrano niente con la fede, dico), ma cadere di fronte a queste "piccolezze" mi sembra proprio un peccato (nel senso che non ne val la pena… oltre che nel senso letterale :-P).
Mi sconcerta veramente che la gola e la lussuria siano spesso considerati i due peccati più difficili da combattere, perché io mi trovo nella situazione esattamente opposta: caspita, ci va solo un po' di forza di volontà…
(E' superfluo specificicare che io non sono affatto una santa; però, su quelle due cose lì oggettivamente sono sempre stata brava (fino ad oggi, quantomeno: del futur non v'è certezza. Facciamo le corna! ;-P). Non è merito mio: sicuramente sono avvantaggiata dal fatto che ho molta forza di volontà proprio in senso generale – anche quando si tratta di fare cose che non c'entrano niente con la religione, tipo studiare duro, mettersi a dieta, e così via dicendo).
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filippociak
Ehehehehe 😀
Si Lucy, lo ammetto: anch'io leggo questo blog come "muanuale di sopravvivenza per il cattolico evasore" …ho già la dispensa piena di birra! Scherzi a parte, a me un pò di forza di volontà farebbe comodo (per diete e studio, preciso più che fulmineamente per non essere detestato :-D).
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utente anonimo
siccome liquidum non frangit e la birra è senz’altro un liquido, è senza dubbio lecito preparare apposta una birra particolarmente nutriente, che possa essere consumata durante tutta la Quaresima
C’è una confusione terminologica di base causata dalla evoluzione della lingua: la “birra particolarmente nutriente” è con tutta probabilità la cervogia «una specie di porridge diluito che funge da bevanda e da cibo» essenzialmente uno zuppone di cereali.
Su questo tema cfr. Jean Verdon, Bere nel Medioevo. Bisogno, piacere o cura, Dedalo, Bari 2005; il capitolo III, dal quale ho tratto la citazione, è dedicato alle alternative al vino.
“p”
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Lucyette
Oh! Grazie per l'informazione, non lo sapevo assolutamente (e grazie anche per il titolo, che sembra interessante)!
Ma quindi questa cervogia era alcolica o no? Nel senso: la cervogia è poi diventata materialmente la Starkbier, oppure era proprio un'altra cosa che è rimasta un'altra cosa? Perché mi domando da dove salti fuori la Starkbier e l'usanza di consumarla solo in Quaresima, allora 🙂
Ora che ci penso, il termine cervogia l'avevo già incontrato durante il corso di Filologia Romanza.
Perché avevamo parlato di cervogia durante il corso di Filologia Romanza?? A che proposito?
Filippo, LOL 😛
Beh: anche io preciso più che fulmineamente per non esser presa per pazza. Ovviamente, a me non danno fastidio quei cattolici che peccano sapendo di peccare: cioè, se uno infrange il tal comandamento e poi dice "occaspita, ho peccato", non sono così pazza da criticarlo (ci mancherebbe altro). Quello che mi da molto molto molto fastidio è proprio l'atteggiamento che aveva evidenziato s.m.t., cioè cercare in ogni modo di aggirare le prescrizioni che non ci piacciono accampando scuse e costruendo una religione fai-da-te. Quello mi manda veramente in bestia 😀
La forza di volontà, in effetti, è molto comoda. Però ha anche i suoi risvolti negativi, quando è troppa: io ho senso del dovere decisamente eccessivo, e mi capita tavolta di tirare troppo il filo anche quando sono stanchissima (mi è successo recentemente con lo studio), "perché caspita, sarebbe un fallimento se io cedessi proprio adesso! Ci va solo un po' di forza di volontà!".
E' un'arma a doppio taglio 😉
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