L’amore, alla maniera egizia

Cosa succede quando un grande museo d’Italia riesce a tenere bassi i prezzi del biglietto, attraverso una serie di riduzioni studiate ad hoc? Succede che un’allegra famigliola, di per sé poco interessata alle mummie e ai faraoni, decide in ogni caso di farsi un giro al Museo Egizio di Torino, perché… “e perché no?”.
A questo punto, ci si potrebbe mettere a parlare dei prezzi (talvolta esosi) di certi luoghi di cultura… ma non lo farò. Anzi: ne approfitto per ricordare che, fra una settimana esatta, tutte le coppiette innamorate hanno la possibilità di entrare in molti musei d’Italia… a metà prezzo. Sì, insomma: lui paga il biglietto per sé, e lei entra gratis. È il modo con cui il MiBac ha scelto, anche quest’anno, di festeggiare San Valentino. Per maggiori informazioni, potete curiosare qua.

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E, in effetti, trascorrere San Valentino al Museo Egizio non dovrebbe neanche essere così malaccio, per chi ha voglia di festeggiare in modo inconsueto. Durante la visita che ci ho fatto io, sono stata colpita da una sala che racchiudeva alcuni reperti variamente riconducibili al tema “amore e corteggiamento”. A parte un papiro descrivente un’orgia (la didascalia andava molto fiera di precisare che quell’orgia ivi descritta è la più vivida, caotica e affollata di tutte le orge egizie di cui la Storia abbia memoria, oh yeah, un’orgia così ben fatta non la trovi neanche al Cairo!), sono conservate al Museo Egizio di Torino anche delle poesie d’amore, o dei graziosi ritratti di leggiadre fanciulline. ‘Nsomma: una sorpresa che non mi aspettavo, in mezzo a gatti mummificati e vasi canopi contenenti viscere di gente morta.

Gli Antichi Egizi, a quanto pare, prestavano una certa attenzione al tema dell’amore. Le liriche d’amore sono abbondanti e pure graziose, in stile Cantico dei Cantici (potete fare una ricerca su Google, per avere qualche esempio); ma la cosa che stupisce di più è, a ben vedere, il ruolo di grande importanza che, in un rapporto di coppia, veniva dato alla donna.
Diodoro Siculo, storico greco che visitò l’Egitto nel 59 a.C., ha lasciato scritto che “in Egitto, curioso paese in cui tutto avviene in modo straordinario, è la donna che ha pieno potere sul marito”, mentre “il marito si impegna a obbedire in tutto e per tutto alla moglie”.
Evidentemente le cose non stavano proprio così; però, (mi dicono che) è senz’altro vero che, rispetto ad altri popoli coevi, gli Antichi Egizi si erano avvicinati molto di più a quella che noi, oggi, definiremmo “parità dei sessi”. A giudicare dalle fonti che ci sono state tramandate, il matrimonio, nell’Antico Egitto, era, certo, fondato sugli interessi economici e sulla convenienza… però, non era nemmeno trascurata l’importanza dell’affetto fra i due coniugi. Solo due sposi che riescono a trovare un equilibrio, a provare benevolenza e stima nei confronti l’uno dell’altro, possono costituire le fondamenta di un’unione salda e duratura. E siccome in ogni matrimonio c’è sempre una povera disgraziata che, chiusa in casa da mane a sera, deve occuparsi di: partorire i figli, cucinare, gestire l’economia domestica, allattare i pupi, svezzare i grandicelli, educare i grandi, e così via dicendo… beh: allora, secondo gli Antichi Egizi, era saggia e giusta cosa “coccolare” la propria sposa con gratifiche e complimenti vari. Se se lo merita… in fondo in fondo, se lo merita.

Sì, insomma. Amico maschio che mi leggi: vuoi approfittare di queste feste per sommergere di attenzioni la tua amata sposa, ma non sai bene da che parte cominciare?
Fallo alla maniera egizia.
In diretta da testi sapienziali dell’Antico Egitto (e risalenti alla XIX e XXVII dinastia – io, molto arbitrariamente, li ho mescolati tutti quanti assieme), ecco per te una serie di utili consigli… di cui far tesoro.
Mica scemi questi Antichi Egizi, ahò.

  • “Scegli per tua figlia un marito saggio; non scegliergliene uno ricco”
  • “Non spiare la tua sposa. Non chiederle di continuo ‘dov’è il tale oggetto?’, perché sicuramente lei l’ha messo al suo posto”
  • “Non essere brutale. Otterrai più da lei con i riguardi, che con la violenza”
  • “Osserva la tua sposa con occhio attento, in modo che tu possa conoscere i suoi desideri”
  • “Ricorda. Per le donne, i profumi e i cosmetici sono rimedi magici”
  • “L’uomo può anche lasciarsi trasportare dal piacere dei sensi, ma la felicità che ne ricava sarà un nulla, un piccolo nulla, come un sogno che svanisce”
  • “Se respingi la tua sposa, il matrimonio andrà a rotoli. Dalle prove del tuo amore”
  • “Uomo, smetti di attaccar briga con la tua stessa famiglia”
  • “Il cuore della sposa è felice, se la mano di suo marito è nella sua”
"Ancient egyptian couple", di Lemondjinn (Museo di Alessandria d'Egitto)

“Ancient egyptian couple”, di Lemondjinn (Museo di Alessandria d’Egitto)

29 risposte a "L’amore, alla maniera egizia"

  1. Topenz

    Non chiederle: “Dov’è il tale oggetto?”, perché sicuramente lei l’ha messo al suo posto”.
    Il problema è che io, questo posto, non lo conosco, mi esce di mente dopo pochi secondi…

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    1. Lucyette

      …ma se voi maschi avete di questi limiti, fatevi un elenco in cui scrivete dove è cosa… almeno per gli oggetti di uso comune… :-DD

      (LOL, questa cosa del “dov’è la tal cosa?” mi ha fatta morir dal ridere perché è la tipica scenetta che si ripete in casa mia fra mia madre e mio padre… non so se è una costante di tutte le famiglie, ma della mia sicuramente sì :-P)

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      1. AlphaT

        Uomo: elaborazione delle immagini di profondità, per cacciare nel folto della foresta. Donna: elaborazione delle immagini che punta sulla estensione laterale, per non perdere di vista l’ambiente circostante e sorvegliare i figli. Ci mettiamo di più a trovare le cose perchè abbiamo una predisposizione diversa.

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        1. klaudjia

          Mamm secondo me è pigrizia mediterranea. Abituati a donne che provvedono a tutto sin dall’infanzia sono convinti che una donna sappia dove sono i loro calzini come se lo avessero scritto nel DNA. Quando sono cose che riguardano loro (sport, lavoro, attrezzature che gli piacciono) trovano sempre tutto e sono precisissimi. Sono 4 anni che spiego a mio marito che LA PLASTICA NON VA NELL’UMIDO! Ti mangi la plastica forse? E puntualmente ogni giorno mi dice “questa vaschetta/bottiglia di plastica dove va buttata?”

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      2. Lucyette

        Uhm. Okay, AlphaT. Elaborazione delle immagini in profondità. Ci può stare. Adesso però spiegami evolutivamente questa.

        Uomo chiede di poter usare il mio bagno, usa il bagno, tira l’acqua, si lava le mani, esce dal bagno, senza aver chiuso lo sciacquone da cui frattanto continua a scorrere l’acqua, facendo anche un certo rumore. Successo più di una volta.

        Mi sfugge precisamente l’utilità di questa dote nel contesto della caccia… :-PP

        😉

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      3. AlphaT

        (A parte che da che mondo è mondo gli sciacquoni ci pensano da soli a chiudersi…) Si vede che nel contesto della caccia aveva una preda su cui focalizzare la sua attenzione 🙂 ignorando le distrazioni esterne… (per questo facciamo una cosa alla volta e portandola in fondo.)

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      4. Lucyette

        Non riesco francamente a immaginare in quale modo uno sciacquone lasciato aperto possa aiutarti a catturare la tua preda, anche volendo intendere “preda” in senso metaforico… >.>
        😛

        Uh, “sciacquone” è solo quella vaschetta sul water con il pulsante da sciacchiare per far scendere l’acqua? Forse sì, adesso che ci penso. E quei water che funzionano con la manopola, come si chiamano? “Manopola del water”? Vabbeh, comunque chiaramente intendevo quella 😛

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      5. AlphaT

        Lo sciacquone a manopola, tipo rubinetto, mi giunge nuovo. Altra stranezza tutta pavese?
        Volevo dire che uno si focalizza sull’obiettivo, ignorando particolari che non c’entrano.

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      6. Lucyette

        Ehm… ‘spetta O.o
        Giacché non posso credere che tu non abbia mai visto degli sciacquoni a manopola (io sono circondata da sciacquoni a manopola!), allego immagini perché secondo me stiamo parlando della stessa cosa, solo che non ci capiamo per un problema di terminologia.

        Allora.
        Con sciacquone a cassetta, io intendo una cosa del genere:

        (Oh che aria gioviale, questo water!)
        (E’ il primo risultato che mi viene su Google immagini 😀 )

        Mentre invece, per sciacquone a manovella io intendo questo:

        E… ho questo coso sia a Torino, sia a Pavia, sia nella casa al mare, sia in alcuni bagni di uffici che m’è capitato di usare, quindi non sarà mica una stranezza nostra, voglio dire O.o
        Ce l’hai presente anche tu, veeero?

        (Peraltro io non capisco il senso degli sciacquoni a cassetta, mi sembrano un assurdo spreco d’acqua: talvolta, mica c’è bisogno di usare tutta quell’acqua tutta in una volta! Mi stupisce che, con tutto l’ecologismo che c’è in giro in questi anni, gli sciacquoni a cassetta continuino a esser venduti…)

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      7. AlphaT

        No, non ricordo di aver mai usato in vita mia uno sciacquone che richiede di aprire e poi chiudere un rubinetto. Peraltro è necessario per ragioni ehm, di rimozione, e niente affatto uno spreco d’acqua, far venire un flusso improvviso, tutt’assieme, di acqua, cosa che ben si adatta all’idea di svuotamento di una cassetta. Un flusso continuo dovrebbe essere molto intenso, quindi foriero di schizzi di rimbalzo e di spreco di acqua…

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      8. Lucyette

        Ma no… O.o
        Cioè: a parte che continuo ad essere sconvolta per la tua non-conoscenza degli sciacquoni a manopola (scusate, voialtri che leggete: ma voi ce li avete in casa sì o no? O_o)… a parte quello, no, non si verifica nessuno dei problemi che dici tu.
        Il getto d’acqua è regolabile, ma ovviamente può diventare potente tanto quanto il getto d’acqua dello sciacquone a cassetta (e no, non spruzza fuori. O meglio: in effetti lo sciacquone di Pavia spruzza un pochettino, ma parliamo di una-due goccioline d’acqua ogni tanto).
        Ma la cosa che io trovo comodissima è proprio il fatto di poter regolare l’intensità e la durata, a seconda del bisogno… perché in effetti non c’è mica bisogno della stessa quantità di acqua ogni volta che tiri l’acqua: magari ci sono… operazioni che ne richiedono di più, ed altre per cui basta molto meno 😛

        Io ad esempio, se trovo in casa una cimice, la butto nel water: mica mi serve svuotare un’intera cassetta d’acqua per farla finire nello scarico, voglio dire. Oppure: se sono in bagno per un po’ (es. se mi sto truccando) e mi cola il naso, mi soffio il naso e poi butto il fazzoletto nel water; anche lì, mica mi servono tutti ‘sti litri d’acqua. Per dire.
        In questi casi, secondo me, lo sciacquone è proprio uno spreco d’acqua che si potrebbe evitare, un po’ per ragioni ecologiche e un po’ per ragioni di bolletta, anche. Un bagno con lo sciacquone non lo vorrei mai, brr, vade retro!

        (Ma davvero tu non sapevi di cosa sto parlando? O__o )

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        1. Elisabetta

          La cimice nel water funziona? Da me galleggiano facendo le morte e rimangono a galla (ho lo sciacquone classico,ma i visto altro), quindi o lo sterminio o la finestra.
          Fra l ‘altro non mi sono maia bituata alle cimici marroni, quelle verdi sembrano estinte.

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          1. Lucia

            🤣
            Che razza di post avete riesumato, quando mi è arrivata la notifica del tuo commento (senza notare immediatamente a quale post era collegato) sono rimasta un attimo interdetta 🤣

            Sì, a casa mia la cimice-nel-water funziona benissimo. Nella misura in cui tu prendi qualche foglietto di carta igienica, li usi per prende la cimice e poi butti nel water tutto il malloppo. (Io lo faccio a prescindere, perché mi fa senso tenere in mano la cimice a mani nude, la sento che mi sgambetta addosso, bleargh).

            In effetti, io avevo un grosso problema di cimici (verdi) anni e anni fa quando vivevo a Pavia, dopo il trasloco a Torino non ne ho quasi più viste 🤔 Non so dire che fosse casa mia a Pavia ad esserne infestata in modo particolare o se effettivamente le cimici siano scomparse nel frattempo. Adesso ne vedo qualcuna marroncina, una volta ogni morte di papa, ma in effetti niente di che.

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          2. Elisabetta

            Immagino la sorpresa,ma ho risposto di getto , proprio per la sorpresa di sapere che qualcuno riesce a buttarle giù nel wc.
            Qui ce ne sono un bel po’in campagna, nere e anche asiatiche e rovinano i raccolti, tanto che han dovuto liberare vespe aggressive per competizione. Oltre al colore, secondo me queste asiatiche sono anche più resistenti: le aspiro con la scopa elettica (quindi si frullano) la apro nel wc, sciacquone (altra frullata umida con litri di acqua), galleggiano e tornano su. Se vi pare normale!!!!

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        2. zimisce

          Oh, vista la riesumazione del post, rispondo alla domanda lasciata in sospeso sette anni fa.
          Sono cresciuto in centro Italia, ho studiato in Emilia e ho lavorato in Friuli e no, non ho mai visto un water a manopola. Se la incontrassi oggi sicuramente per abitudine mi dimenticherei di chiuderla.

          E comunque, che bella la scenetta da sit-com tra moglie e marito del Medio Regno!

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    1. Lucyette

      😀

      Il Museo Egizio, dici? Bello, eh?
      L’hai visto con l’allestimento pre-2006, o con quello nuovo che hanno inaugurato in occasione delle Olimpiadi Invernali? In effetti è davvero migliorato, soprattutto i locali dello statuario sono tutta un’altra cosa!

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