[Pillole di Storia] Gli ultimi dolori

Giuliano l’Apostata, per l’appunto, morì il 27 giugno del 363.
Non designò un erede: anche in questo, aveva voluto distinguersi da Costantino, che alla sua morte aveva suddiviso l’Impero come se fosse un bene privato, con le tragiche conseguenze che Giuliano aveva patito sulla sua pelle.

All’indomani stesso della morte, l’esercito si riunì per eleggere un suo successore. Dopo un tentativo andato a vuoto con il prefetto Saluzio Secondo, che rifiutò perché troppo anziano, la scelta dell’esercito ricadde su Gioviano, un giovane militare che professava la fede cattolica. Uno dei suoi primi gesti appena salito al trono fu quello di porre immediatamente fine alla persecuzione portata avanti dal suo predecessore.
Purtroppo per lui, Gioviano non durò a lungo: morì dopo pochi mesi, soffocato dai fumi di un braciere difettoso che era stato posto nella sua tenda e lasciato acceso tutta la notte.
Si ripeteva in questo modo la situazione di incertezza verificatasi alla morte dell’Apostata: neppure Giovano, giovanissimo e inesperto, aveva avuto modo di eleggere un suo successore.

Dopo nuove consultazioni, e dopo un nuovo rifiuto del vecchio Saluzio, l’esercito imperiale si accordò nel nominare augusto un certo Valentiniano, un ufficiale di umili origini che andava ormai per la quarantina. Il neo-Imperatore, visti i chiari di luna, ebbe il buon senso di nominare immediatamente un suo erede, nonché co-Imperatore a cui affidare le terre d’oriente, e scelse per questo compito il fratello minore: Valente.
Entrambe gli Imperatori erano cristiani: Valentiniano di credo cattolico, Valente di fede ariana.

La faccio breve, anche perché oggi avremmo tutti quanti cose più importanti a cui pensare: il cattolico Valentiniano, dopo essersi consultato con Papa Damaso suo consigliere, inaugurò una politica di tolleranza religiosa. Non fece un granché per estirpare il paganesimo, e non prese provvedimenti nei confronti degli eretici, partendo dal presupposto che l’Imperatore governa lo Stato, e il Papa coi suoi presbiteri si occupa di apostolato e di dottrina. Morì per un infarto il 17 novembre 375, a causa di uno scoppio di collera avuto di fronte a una delegazione di barbari – assolutamente indegni, a suo dire, di presentarsi come pari al suo cospetto.
Gli successe il figlioletto Graziano, ancora giovane, che regnò assieme allo zio Valente  (il quale, per l’appunto, controllava le terre d’Oriente).

All’inizio del suo regno, Valente era stato visitato dal retore Temistio, che gli aveva rivolto un importante discorso sulla tolleranza. È pur vero che i Cristiani paiono divisi da questioni dottrinali anche importanti, ma queste divergenze non sono nemmeno paragonabili all’abbondanza di dottrine contrastanti che si trovano fra i pagani. Convinto almeno in parte, Valente, di fede ariana, non aveva preso provvedimenti nei confronti dei cattolici…
…almeno, fino al momento in cui sua moglie Domnica, “tanto infida quanto seducente” secondo i commenti degli antichi, riuscì a convincere il marito ad agire diversamente. Amica affezionata del vescovo ariano di Costantinopoli, questa bizzarra femme fatale convinse suo marito a scatenare una nuova persecuzione anticattolica: e vi furono nuove espropriazioni, nuove torture, nuove deposizioni, nuove violenze.

Sotto un certo punto di vista, si potrebbe dire che la Provvidenza seppe trarre del buono anche da questo. Di fronte a questa ennesima persecuzione, il “partito cattolico” cercò di evitare il più possibile ulteriori divisioni interne e cominciò a “compattarsi” attorno alla figura carismatica del vescovo di Roma. Si sperava che “papa” Damaso fosse in grado di farsi portavoce di tutti i vescovi cattolici, e di portare le loro suppliche alle orecchie degli Imperatori; del resto, pochi anni prima, con Valentiniano c’era riuscito.
Se ho messo fra virgolette il termine “papa” – perché, riferendosi a quell’epoca, sarebbe ancora scorretto attribuire questo titolo al vescovo di Roma – in realtà è proprio in quel frangente che il primato della Sede Apostolica comincia rapidamente a farsi strada.
Vogliamo metterla così? Le persecuzioni di Valentiniano hanno causato tante lacrime alla Chiesa, ma le hanno anche “donato” un Papa.

***

Nel frattempo, a causa delle popolazioni barbariche che minacciavano i confini, la situazione dell’Impero Romano si era fatta disastrosa. In una guerra contro i Goti, l’Imperatore Valente perse la vita: era il 9 agosto del 378. Le sorti dell’Impero sembravano essere in grave pericolo.
Graziano, l’Imperatore che aveva regnato con Valente negli ultimi quattro anni, sentì forte l’esigenza di eleggere immediatamente un sostituto che prendesse il posto di Valente regnando sulle terre orientali.
La scelta ricadde su un generale trentenne, di nome Teodosio, che fu proclamato imperatore nel gennaio 379.

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