Il Natale che non ti aspetti – col demonio che bussa alla porta

Quand’ero piccola, mia mamma mi leggeva dei romanzetti deliziosi che, a un certo punto degli anni Novanta, erano stati pubblicati dalle edizioni Paoline. Non li ho mai più visti in giro, ed è un peccato, perché erano romanzucci molto graziosi, un po’ sullo stile di “Piccole Donne” o “Anna dai Capelli Rossi”.
L’autrice era Martha Sandwall-Bergström, una signora svedese nata all’inizio del ‘900. Quanto alla protagonista, era la piccola Gulla, un’orfanella generosa (… e un po’ Mary Sue, se me la passate) che doveva affrontare molti ostacoli prima di raggiungere il suo sospirato lieto fine.

Vabbeh: se trovate in giro i romanzi di Gulla, dategli una chance perché son carucci.
Ma non ho fatto questa premessa perché sono in vena di recensioni: più che altro, volevo condividere con voi il mio stupore di bambina al ricordo di certe scene incomprensibilmente paurose di questa serie di romanzi.

La serie di libri, come già accennavo, racconta una buona fetta di vita della protagonista: dalla sua nascita al suo matrimonio. Periodicamente, nel corso di questi romanzi, a un certo punto arrivava Natale…
…e il Natale di Gulla era un Natale spaventosissimo, gente!!

Tutti i personaggi, dal primo all’ultimo, sembravano sinceramente terrorizzati dalla notte di Natale. Nelle pagine di quei romanzi si respirava come un’aria di speranza sospesa mista a paura: dopo la cena della vigilia, si mettevano al sicuro gli animali, si sprangavano le porte, si spegnevano le luci… e si pregava fino a sprofondare nel sonno, terrorizzati da ciò che avrebbe potuto succedere.
Agli occhi di una bambina italiana, la cui unica preoccupazione alla vigilia di Natale era quella di riuscire a prendere sonno nonostante l’impazienza di spacchettare i regali il giorno dopo, certe scene di terror panico erano francamente incomprensibili.

Presente, quando la mamma ti dice “studia, impegnati, ché lo studio ti serve, nella vita?”.
Embeh, è vero: a me è servito per capire quale caspita di problemi avesse ‘sta benedetta Gulla.

***

In Svezia, la notte di Natale è un periodo francamente angosciante.
Sospesa fra la gioia e lo spavento, fra il timore e la speranza, la notte di Natale è un periodo magico, di confine: un momento in cui niente è normale e tutto è straordinario: la quotidianità viene sconvolta; le normali regole, sovvertite. Ciò che è impossibile nelle altre notti dell’anno, in questa notte magica diventa in realtà.

Ad esempio, gli spiriti dei defunti tornano sulla terra a visitare i vivi. I nonni, i bisnonni, gli zii che se ne sono andati ricevono il “permesso speciale” di tornare nelle loro case, per abbracciare i loro figli e ammirare i loro nipotini. Un po’ come si faceva, altrove, nella notte di Halloween, i vivi si preparano ad accogliere i loro morti. Imbadiscono la tavola per offrire un degno pasto ai loro cari; dormono sulla paglia, pur di lascare i propri letti ai loro nonni, stanchi per il viaggio ultraterreno.

…epperò – proprio come succedeva, altrove, nella notte di Halloween – non è mai una bella cosa, quando succede qualcosa del genere.
Niente si dà per niente: e se, per una notte, si allentano le barriere che separano i vivi dall’oltretomba… beh: vuol dire che gli spiriti dell’oltretomba hanno libero accesso al mondo dei vivi.
E l’oltretomba, purtroppo, non è popolato solamente dalle anime dei defunti, che ci amano di lontano.
L’oltretomba è popolato anche da mostri spaventosi: dèmoni, spiriti malvagi, troll selvaggi e senza pietà. E non c’era modo di evitarlo: nella notte di Natale, queste malefiche forze infere sarebbero tornare sulla terra, seminando morte e distruzione su chi avesse avuto la sfortuna di incontrarle.

Guai a voi, se nella notte di Natale doveste attardarvi troppo a lungo per la strada!
Guai a voi, se uno spirito malvagio dovesse cogliervi di sorpresa, strisciando in casa vostra sotto la fessura della porta, o attraversando le vostre mura attraverso uno scure lasciato socchiuso!
Sarebbe morte e distruzione, per voi e per i vostri cari. Il bestiame si ammalerebbe, il neonato smetterebbe improvvisamente di succhiare il latte; sareste colti da un’immediata malattia; gli spiriti malvagi potrebbero addirittura distruggervi casa; sfidarvi in una lotta letale che non avete alcuna speranza di vincere.

Come proteggersi da queste terribili minacce?
Molto facile: usando l’arma più potente in assoluto… una croce cristiana.

Gli spiriti malvagi, per loro stessa natura, temono il potere divino e rifuggono il suo simbolo. L’unico modo per proteggersi dal male, in questa notte misteriosa di speranza e di paura, è affidarsi a Colui che solo può difenderci in ogni frangente. E quindi, bisogna pregare: bisogna pregare intensamente, il più a lungo possibile, finché si regge; e bisogna contrassegnare le proprie case con quei segni che possano fermare i mostri, gridando “altolà! Questa casa è protetta da Cristo”.

Dunque, occorrerà tracciare una croce su tutte le porte, tutte le finestre; sulle pareti dei magazzini; sulle mura delle stalle.
E sopra ogni cosa, bisognerà pregare. Per le anime dei propri morti, che in quella notte torneranno a visitare le loro case; e per ottenere protezione contro le malefiche forze infere.
Che, come in ogni fiaba che si rispetti, spariranno la mattina di Natale, alle prime luci dell’alba.

In fin dei conti, per allora il Cristo sarà già nato.
E quindi, cosa mai potrebbe ancora danneggiarci?

11 risposte a "Il Natale che non ti aspetti – col demonio che bussa alla porta"

    1. Lucia

      Beh… spiritelli, fantasmi, mostri, demonietti, troll, folletti e compagnia bella… li butto tutti nella categoria dei “cosi spaventosi che normalmente non ti trovi fra i piedi ma in occasioni speciali sì”, ecco 😉

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      1. Lucia

        Ma no! O.o
        Il Piccolo Popolo abita in un altro mondo, parallelo al nostro ma irrimediabilmente separato da quello degli uomini, come se fosse in un’altra dimensione. Gli spiritelli, essendo dotati di poteri magici, hanno abbastanza energie per spezzare la barriera fra i due mondi e fare incursioni nel nostro, di tanto in tanto… ma di base, i mondi sono separati (e infatti, se un uomo entra per sciagura nel mondo delle fate, in genere non ne esce, o se esce non ne esce bene). Persino il tempo scorre diversamente…

        :-O

        Ohibò! Invece tu sapevi che le fate vivono nel nostro stesso mondo, solo che si nascondono? Ma davvero? O.o
        (E’ la prima volta che la sento, giuro!)

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      2. Lucia

        Beh, fa parte del Piccolo Popolo che li comprende tutti… fate, folletti, elfi, spiritelli, mostriciattoli, ecc.
        No? O.o

        Ohibò, casco dalle nuvole e adesso sono davvero curiosa di sapere come funziona il mondo dei folletti secondo quello che sai tu 😀 Cioè, tu invece sai che i folletti vivono nel “nostro” mondo normalmente, solo che si nascondono? :-O

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        1. marinz

          Io non so nulla… lavoro di fantasia… forse troppe influenze di fumetti, fantasy e di maghi o meglio di draghi… che vedo non menzionati in questa caregoria… per me comunque si nascondono e si mostrano solo a chi crede in loro :o)

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      3. Lucia

        Uhm… io invece sono molto debitrice della tradizione irlandese e anglosassone in generale, dove il Piccolo Popolo vive in un mondo “altro” che si trova sottoterra rispetto a dove siamo noi, in quelle che noi chiamiamo colline e che in realtà sono le cupole del mondo delle fate.

        A me raccontavano così, quand’ero piccola 😛

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