10 spunti per una Quaresima… hygge!

Per me, la Quaresima è sempre stata un periodo di mortificazione e di penitenza – pure abbastanza “spinte”, nel senso che lo scopo ultimo del mio fare mortificazione era proprio… beh: mortificarsi. Ogni tanto fa bene (almeno: a me sì).
Quest’anno, mentre il Mercoledì delle Ceneri si avvicina a grandi passi, mi rendo conto che è bene che a ‘sto giro io riveda qualcosa nel mio solito schema. Arrivo da un anno pesante e frenetico, e con la prospettiva di altri mesi auspicabilmente meno stressanti, ma indaffarati anche più.
Ergo: già di mio, sono alquanto provata. E mi sono resa conto che, adottando il mio solito modello quaresimale tipo “ricordati che devi morire, tu laida peccatrice”, l’unica cosa che avrei ottenuto sarebbe stata quella di arrivare al Triduo esausta.
E così, ho deciso di rimodellare un po’ la mia Quaresima. Quest’anno, le piccole rinunce e le piccole mortificazioni avranno come fine non secondario quello di farmi stare bene, tipo “dieta detox” per corpo e per l’anima.
Ragionavo proprio su questo, con una mia amica, quando lei ha commentato ridendo “insomma, hai deciso di fare una Quaresima hygge!”.

***

hygge-libroSe avete in giro per casa una donna tra i venti e i trent’anni, è difficile che siate riusciti a scampare alla moda del momento: l’hygge, anche noto come “metodo danese per la felicità”.
Per gli spiriti felici che non sapessero ancora di cosa sto parlando: pare che in Danese esista questo termine “hygge”, sostanzialmente intraducibile in Italiano, che indica tutte quelle cose che fai per coccolarti un po’. Hygge è la copertina di lana sulle ginocchia quando guardi un telefilm sul divano; hygge è la candela accesa che decora il salotto nei giorni prima di Natale. Hygge è la cena con gli amici, la domenica pomeriggio in famiglia, il profumo della torta al cioccolato che lievita nel forno. Hygge, per la cronaca, secondo me è anche evitare di spendere 18 euro per comprare un libro pieno di banali ovvietà come quelle di cui sopra, nonostante le librerie lo stiano pompando tantissimo.
Comunque, il concetto è questo: lo hygge è la moda del momento tra le donne attorno ai 25-30, e a quanto pare io mi sono appena inventata, senza neanche saperlo, una Quaresima ironicamente hygge-style.

Come?

1) Riscopri il piacere di qualche antica ricetta

Poco da fare: le limitazioni alimentari, in Quaresima, ci sono, e, se vogliamo essere coerenti, l’astinenza del venerdì e le mortificazioni quotidiane non dovrebbero mancare (anzi è bello che ci siano).
Ma allora – visto che siamo tenuti a cambiare dieta in ogni caso – perché non approfittare dell’occasione per riscoprire qualche antica ricetta “di magro” dei tempi dei nostri nonni?
Spesse volte, le ricette rustiche della tradizione portano con sé storie, culture e messaggi non da poco. Riscoprire il significato del biancomangiare (per dirne una), o rispolverare qualche antica ricetta per i giorni di penitenza può essere un’esperienza gastronomica interessante… e anche un modo per scoprire qualcosa di più sulla nostra Storia (che passa anche attraverso la tavola).

Se ce la faccio, in questa Quaresima mi piacerebbe sperimentare alcune di queste ricette antiche e condividerle qui sul blog. Se anche non ce la facessi, le grandi librerie cattoliche sono strapiene di ricettari tipo “la cucina dei conventi” – generalmente, uno più suggestivo dell’altro, e con un apparato di notiziole storiche mica da poco.

2) Approfitta dell’astinenza per una dieta detox (e per l’anima, e per il corpo)

Fare Quaresima non vuol dire mettersi a dieta, e se la scelta delle mortificazioni alimentari si basa sull’unico criterio di “cos’è che mi farà perdere più peso in quaranta giorni?”, allora c’è decisamente qualcosa che non va.
Però, nulla vieta di unire l’utile al dilettevole, e di approfittare del rigore quaresimale per adottare un’alimentazione globalmente più sana. Un discrimine ad esempio potrebbe essere: niente cibo spazzatura, niente merendine preconfezionate, niente bibite piene di zuccheri, surgelati solo se strettamente necessari.
Cucinare con questi criteri è ‘na penitenza mica da poco per la massaia di turno… ma anche per i commensali potrebbe essere una sfida interessante decidere di alimentarsi solo ed esclusivamente con cibo di stagione e/o poco lavorato.
Sicuramente è una piccola mortificazione; in maniera altrettanto sicura, non fa bene solamente all’anima.

3) Stacca, se puoi prenderti qualche giorno di ferie

Mi rendo conto che assentarsi dal lavoro sia un lusso non alla portata di tutti. Ma se in ufficio vi danno la possibilità di farlo, e se potete sacrificare qualche giorno di ferie senza poi impazzire sul piazzamento figli quando le scuole chiudono a metà giugno… beh: perché non approfittarne, e prendersi qualche giorno nei momenti strategici?
Chiaramente non parlo di far Quaresima andando in vacanza alle Bahamas. Ma ad esempio: da quando mi sono liberata dai ritmi serrati del liceo, io mi sono sempre rifiutata nella maniera più categorica di lavorare (o studiare) il mercoledì delle ceneri, e il giovedì e il venerdì santo.
Evidentemente non prendo ferie per godermi la bella vita – ma il fatto di essere a casa, lontana dal tran-tran di ogni giorno, mi permette di dedicarmi alla lettura e alla preghiera… e, per dirla tutta, anche di fare un digiuno più “serio” con piena tranquillità. Tanto sono a casa, non devo guidare, non devo affaticarmi sul lavoro… e globalmente non ho alcuna incombenza, se non quella di vivere al meglio quei momenti.

4) Spegni lo smartphone, di tanto in tanto, per un po’ di tempo “di qualità”

Che la connessione 24h/24 sia diventata una schiavitù, è sotto gli occhi di tutti. Emblematico è stato l’episodio di ieri notte, in cui io, controllando “un attimo” il cellulare prima di addormentarmi, leggevo una mail di lavoro che uno sventurato mi aveva scritto alle 23:03, rispondendo a una domanda che io – non meno infelice – gli avevo posto alle 22:46. Di una domenica, peraltro.

Ecco: almeno in Quaresima, vorrei evitare il ripetersi di certe scene. Non sarebbe male “imporsi” un coprifuoco dopo il quale si stacca il wifi, ci si slogga da Facebook, la si smette di perdere tempo saltellando da link in link, e ci si dedica (magari, tutti assieme in famiglia) a qualche attività un po’ più meritoria.
Anche solo guardare assieme un bel film o roba del genere eh, mica niente di troppo esotico.
Oppure…

5) Dedicati a una buona lettura

In questo, io sono avvantaggiata: sono abituata a leggere narrativa solo nei periodi in cui posso immergermi nel romanzo per ore ed ore consecutive (cioè: tipicamente, durante le vacanze). Nella quotidianità, preferisco la saggistica; e trovare saggistica scema è già un po’ più difficile.
Però, il mio buon proposito per la Quaresima è dedicarmi a qualche buona lettura edificante che sia di arricchimento culturale e spirituale. Non serve necessariamente un libro di meditazione, e non serve nemmeno un saggio di chissà quale livello. Anche solo un romanzo di alta qualità, che magari ruoti attorno a qualche tema cristiano e/o comunque etico, potrebbe già essere un buon modo per occupare la nostra mente in modo intelligente.

Sul versante narrativa cristiana, io consiglio a tutti gli ottimi romanzi di De Wohl, casomai non li conosceste ancora (peccato grave, da espiare assolutamente prima di Pasqua). Personalmente, io credo che mi lancerò su una agiografia “seriosa”, su un libro di teologia “matrimoniale”, e, se mi prende vaghezza, su un romanzo ispirato alla vita di santa Ildegarda.

6) Datti dei ritmi (lenti)

Strettamente collegato al punto numero 4: per una vita meno frenetica e con più spazio per la riflessione, diventa fondamentale, secondo me, imporsi dei ritmi. Si cena a una certa ora, non alla “come viene viene”; a una certa ora si stacca tutto e ci si dedica alla famiglia. Le preghiere si fanno all’ora X e all’ora Y, e cascasse il mondo non va a dormire senza il Ti adoro della sera. Troppa elasticità nella nostra agenda rischia di fare più danni che benefici, mentre un po’ di sana routine può aiutare a far scorrere le nostre giornate secondo binari confortantemente prestabiliti.

Dal lato preghiera, non è detto che tutti debbano trovarsi bene con i ritmi che piacciono a me, ma io ho scoperto che la liturgia delle ore è la “mia” preghiera per eccellenza. È bello il modo in cui plasma e ritma delicatamente le nostre giornate, senza quasi che noi ce ne si renda conto.

7) Ascolta buona musica

C’è stato un momento della mia vita (quando vivevo da sola a Pavia, e dovevo pur occupare in qualche modo le lunghe serate in una casa vuota) in cui avevo preso l’abitudine di ascoltare ogni sera la musica; parecchia musica. Su YouTube avevo trovato una playlist di karaoke con cui era possibile cimentarsi, e spesso mi divertivo a cantare sulle basi, esercitandomi ed esercitandomi finché non ero soddisfatta dei risultati.
Non c’era ovviamente nulla di male in tutto questo, anzi era un bellissimo passatempo divertente – al quale un bel dì ho deciso di rinunciare per la Quaresima, scimiottando un po’ le tradizioni del passato che mettevano al bando per quaranta giorni gli spettacoli profani. È stata una piccola rinuncia che, nel suo piccolo, ha pesato – pesato piacevolmente, se me la passate. Mentre sospiravo per la mancanza dei miei karaoke di Chicago, ripiegavo ascoltando ottima musica classica. Se mi prendeva la vaghezza di cantare, non cantavo Britney Spears ma qualche canzone di Chiesa.
Era ‘na scemenzina, eh, ma l’ho trovata così inaspettatamente fruttuosa che ho deciso di ripetere il “sacrificio” di anno in anno. Ancora adesso, in Quaresima mi costringo a non ascoltare musica leggera, e anche davanti alla TV cerco di evitare i programmi più sciocchini.
E non è male!

8) Riprendi il contatto con quell’amico che non sentivi da tempo

Soprattutto se il tuo silenzio è un po’ colpevole – perché sei tu a non aver mai richiamato, sei tu quello che è sempre sommerso dagli impegni…
Oppure: se avete qualche parente anziano, qualche amico particolarmente solo, qualche conoscente a riposo in una casa per la terza età, considerate la possibilità di far loro una visita. Son quelle piccole cose che a voi non cambiano molto, ma che possono davvero svoltare la giornata per chi non aspetta altro.

9) Approfittando dei primi caldi primaverili, fai una gita… ad alto tasso spirituale

La primavera invoglia, non c’è dubbio: i primi caldi, le prime gonnelline, le prime giornate lunghe di sole splendente… a chi non viene il desiderio di prendere la macchina e fare una bella gita fuoriporta?
Evidentemente non c’è niente di male nell’organizzare una gita destinazione Gardaland (ci mancherebbe altro). Però… perché non sfruttare il periodo della Quaresima per dirigerci verso mete “spiritualmente meritevoli”?
Scommetto che anche voi avete vicino a casa un qualche sacro monte da scalare, una qualche abbazia che conoscete solo di nome, una qualche certosa di cui avete visto solo i cancelli.
Benissimo, avete appena trovato la meta di una nuova gita domenicale.

10) Poniti un obiettivo preciso, e fai di tutto per raggiungerlo

Non so per voi, ma per me gli obiettivi saranno essenzialmente lavorativi/scritturali: concludi il tal articolo entro data X, scrivi tot. pagine entro data Y. La procrastinazione è un “peccato” in cui è facilissimo scivolare, soprattutto quando le consegne sono molto in là nel tempo.
Ma per attuare questo buon proposito, non avete necessariamente bisogno di essere dei lavoratori sfaticati: basta prefissarsi un obiettivo da raggiungere, un lavoretto da portare a termine, anche solo a livello di hobby.
Un rigido scadenziario è di certo una piccola mortificazione, soprattutto se ti costringe a stare al computer anche in quel bellissimo pomeriggio di sole, in cui, tutto sommato, un break potresti anche prendertelo. Eppure, è una rinuncia che fa bene, richiamandoti all’autodisciplina, e fa sentire bene: vuoi mettere, la soddisfazione nel pensare che hai lavorato come una matta ma sei riuscita a concludere (magari pure anzitempo!) quel piccolo progetto che ti eri prefissata?

17 risposte a "10 spunti per una Quaresima… hygge!"

  1. vogliadichiacchiere

    Allora . . . magari ci faccio un post anch’io. Con i miei propositi! 🙂
    Intanto, per il primo punto, ritiro fuori il libro delle ricette di Abbazie e Conventi che consigliasti anni fa.
    Per il secondo, è legato al primo!
    Il terzo, potrei prendermi almeno qualche ora per me. Da “spendere” magari in quella chiesa, un po’ fuori mano!
    Il quinto, è un’abitudine che ho da qualche anno nei due momenti “forti”: Quaresima e Avvento. Ho qualche libro che occhieggia da un po’ . . . lo asseconderò! 🙂

    Grazie degli spunti . . . Fior

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  2. Trasparelena

    la questione dell’astinenza da smartphone mi piace moltissimo. Però, e scusa se te lo dico, quella che proponi tu è proprio il minimo sindacale della vita sana (che già facciamo, perchè la radiazione wifi, bene o male è sempre un’onda e dormire immersi nel wifi non è proprio il top, molto meglio spegnere tutto) Se vogliamo fare un po’ di astinenza vera sarebbe almeno da rinunciare a facebook (almeno alle notifiche realtime, meglio se proprio all’app) e a tutte le altre inutilità che ci “regala” lo smartphone, trasformandolo, di fatto, in un videogame per adulti
    E se imponiamo ai nostri figli delle limitazioni ai videogiochi, ci sta che lo facciamo anche su noi stessi, ti pare?

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    1. Lucia

      Guarda, credo che accennerò alla questione nel mio post di venerdì, dedicato all’astinenza e al digiuno 😉
      In sintesi: a dirla tutta, io non ho mai trovato fruttuosi, per me, sacrifici tipo “digiuno dai social network, digiuno dallo smartphone”. Se arrivi al punto di trarre beneficio da un digiuno da Facebook vuol dire che probabilmente lo usi male per il resto dell’anno, e così lo stesso per smartphone, televisione, etc. In quel caso, benissimo approfittare della Quaresima per disintossicarsi; ma in caso contrario… boh? Io ad esempio non ne trarrei nessun beneficio, e otterrei solo di perdere un mezzo che uso (con moderazione) per rimanere in contatto con amici lontani e per confrontarmi con altra gente in gruppi di discussione. Scarsissimo beneficio spirituale nel rinunciare a tutto questo, secondo me, così come sarebbe scarso anche il beneficio nel rinunciare alla televisione in toto… o altri digiuni simili di cui ogni tanto leggo in giro.
      Chiaramente dipende da persona a persona e dall’uso che si fa di questi mezzi durante l’anno.

      Io a dirla tutta ho una teoria – che espliciterò nel famoso post del venerdì 😛 – in cui se si parla di digiuno e astinenza bisognerebbe intenderli “vecchio stampo”, cioè astinenza da un cibo e/o comunque da qualcosa di fisico (chessò: dal poltrire a letto nei finesettimana).
      A mio modo di vedere, l’astinenza e il digiuno devono essere qualcosa che si sentono proprio nel corpo, a livello fisico, e che costringono la ragione a “lottare” contro il corpo per far prevalere l’autodisciplina. Esempio banale: sto senza carne per 40 giorni, verso la fine della Quaresima sento letteralmente l’acquolina in bocca quando passo davanti al Mac, ma niente, non entro. Per dire.
      E’ un allenamento a cui siamo pochissimo abituati oggi, ed è secondo me un allenamento fruttoso.
      Salvo casi di dipendenze patologiche, non ottieni questo effetto astenendoti di Facebook e compagnia 😉

      Quindi sì, io personalmente ho questa tecnica: astinenza e digiuno da qualcosa di fisico, e che sia possibilmente un sacrificio abbastanza “tangibile” per il corpo.
      Tutte le altre moderazioni che mi do (es. spegnere di tanto in tanto lo smartphone, leggere e guardare solo cose meritevoli, etc) le mantengo al livello che tu giustamente hai definito “di vita sana”: cioè diventano un aiuto collaterale per vivere bene in questo mese e mezzo, ma non L’ASTINENZA quaresimale della mia Quaresima.

      Non so se in così poche righe sono riuscita a farmi capire 😉

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  3. abbaubar

    Grazie! Non conoscevo de Wohl e espiare questa colpa pare interessante… che libro consiglieresti per iniziare? Anche su Santa Ildegarda è un po’ di tempo che vorrei leggere qualcosa….consigli?

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    1. Lucia

      Emendati!!! 😉

      De Wohl scrive davvero dei romanzi deliziosi, la maggior parte dei quali non è ancora stata tradotta in lingua italiana (ma vedo che il piano di traduzioni pian piano va avanti). Io l’ho scoperto al liceo perché me lo aveva consigliato il professore di Storia, pensa te.

      Guarda: posto che tutti quanti i libri sono molto belli, secondo me ti conviene scegliere il protagonista che ti interessa di più (per devozione, per curiosità su quello specifico periodo storico, etc) e partire da lì. Io ad esempio ho amato particolarmente i libri ambientati nel pieno Medioevo (quindi Il glorioso mendicante, La mia natura è il fuoco e La liberazione del gigante), ma probabilmente perché mi piacciono molto il periodo storico e i personaggi scelti come protagonisti.

      Se non mi sfugge niente, credo che in Italia siano tradotti:

      L’albero della vita, su Sant’Elena, Costantino, etc;
      Attila, intuibile capire a chi sia dedicato, forse è quello che mi ha entusiasmato di meno ma magari lì son io;
      La lancia di Longino, e anche qui è facile capire a chi sia dedicato;
      Una fiamma inestinguibile su sant’Agostino d’Ippona, bello!
      La città di Dio, su San Benedetto;
      La liberazione del gigante, su San Tommaso d’Aquino e sul Barbarossa;
      La mia natura è il fuoco, su Santa Caterina e sull’esilio avignonese;
      Il glorioso mendicante, su San Francesco;
      L’ultimo crociato su don Giovanni d’Austria il comandante delle truppe a Lepanto (carino, ma preferisco quelli sui santi-santi :-P)

      Di Ildegarda, oltre alla biografia di Cristina Siccardi, ho letto un mucchio di ricettarii o di singole opere (o pezzi di opere) tradotte. Qualche mese fa ho comprato il romanzo Fuoco verde di Costanza Cavalli, che dovrebbe essere una biografia romanzata… non è troppo lungo, dovrei trovare il tempo di leggerlo in queste settimane persino se non posso immergermici per ore… 😉 Ti farò sapere se merita!

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      1. abbaubar

        Grazie! Visto che S.Tommaso è tra i santi che vorrei conoscere meglio quest’anno (ho appena comprato la sua biografia di Chesterton) allora mi sa che forse forse “La liberazione del gigante” potrebbe essere un buon inizio… ma per la prima occhiata che ho dato per ora mi sembrano tutti davvero interessanti! Grazie per avermi fatto scoprire questo autore!

        Avevo sentito parlare proprio di Fuoco Verde qualche tempo fa e mi aveva incuriosita… una tua opinione sarà preziosissima per me!

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      2. Lucia

        La liberazione del gigante è stato il primo che ho letto anch’io, se non ricordo male… consigliatoci come lettura estiva dal nostro professore di Filosofia, l’anno prima di studiare San Tommaso.
        (Secondo me però l’avremmo apprezzato di più dopo aver studiato qualcosina di San Tommaso a onor del vero – specifico per chi passasse di qui e pensasse di proporlo al figlio liceale).

        Spero che i romanzi ti piacciano quanto piacciono a me, fammi sapere!

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        1. abbaubar

          Cara Lucia,
          Alla fine ho cominciato ad emendarmi con “La mia natura è il fuoco”, sulla vita di Santa Caterina da Siena… ne sono stata conquistata (per rendere l’idea, ero giunta persino a contemplare l’ipotesi folle di alzarmi prima la mattina per leggere di più, nonostante io abbia un neonato e al momento sia vitale far tesoro di ogni nanosecondo di sonno a disposizione) e ho già in pole position sul comodino “La liberazione del gigante” (che spero di apprezzare anche di più adesso che ho letto la bellissima biografia di S. Tommaso di GKC) e “Set all afire” sulla vita di Francesco Saverio. Insomma mi hai trasformata in una famelica divoratrice di libri di de Wohl! 🙂

          Ho letto anche Fuoco Verde, ma ti dirò che non mi ha entusiasmata particolarmente. Sarà anche che è il primo libro che leggo su Ildegarda e forse serve conoscere meglio la santa per apprezzarne una biografia romanzata.

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  4. Ilaria

    Questo post vola tra i miei preferiti in assoluto, mi piace questa Quaresima non punitiva e mi hai dato anche degli ottimi consigli. Proverò de Wohl (perché non ne ho mai sentito parlare in vita mia?) e, dato che era da tempo che volevo riprenderlo ma a parte leggiucchiarlo in qua e in là temporeggiavo, come lettura edificante rileggerò tutto “Resistenza e resa” di Bonhoeffer, che per me è e resta un libro fondamentale per la mia fede e la mia spiritualità (più che una mortificazione sarà un vero piacere). Tutti i tuoi punti mi piacciono, ma l’8 è al momento quello su cui devo concentrarmi di più.

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  5. Pingback: “Fioretti” di Quaresima | hovogliadichiacchiere . . .

  6. mariluf

    Grazie, Lucia! In passato (neanche troppo lontano) ricordo un periodo in cui avevo una specie di trip (si dice così?) per i solitari a computer. Ho approfittato della quaresima per astenermene in toto, l’ho trovata più dura del previsto, ma mi è servita. Tra i tuoi suggerimenti quello che mi costa di più, e sul quale voglio puntare questa quaresima, è il non procrastinare. E’ per me un proposito ricorrente, perchè ci ricasco sempre, ma mi pare che ogni volta qualche miglioramento alla fin fine c’è.
    Per i libri che suggerisci, neanch’io conoscevo de Vohl, e i titoli che citi mi interessano…Mi ispira anche Fuoco Verde, perchè Ildegarda un po’ la conosco…. Ho una lista di libri da leggere di qui a Milano, ma vedrò di non dimenticarli. Grazie ancora, e buona quaresima!

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    1. Lucia

      I surgelati in generale come tecnica di conservazione, niente di che (credo che tutti quanti saremmo comunque d’accordo nel preferire verdura appena colta dal felice ortolano o carne di mucca morta dopo appagante e rilassante vita, ma va beh).
      Trovo poco quaresimali, e forse anche non salutari al 100%, i surgelati che di solito compro io, che, quando mi butto sul banco freezer, punto quasi sempre ai surgelati “lavorati”, e anche parecchio. Tipo Sofficini Findus o contorno di mare precotto o patatine già unte per la friggitrice o cose del genere. Tutti salvavita per quando arrivi a casa tardi la sera e hai bisogno di qualcosa da buttare al volo in microonde e che possibilmente abbia anche un buon sapore; però… 😉

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      1. Lucia

        Hai capito perfettamente!
        Anche perché la lettura e la meditazione mi piacciono ;-P

        (Anche spignattare mi piace, in realtà, ma quando ho tempo e voglia e ispirazione. Se torno a casa tardi stanca dopo una giornata pesante e ho mezz’oretta per preparare cena, mi piace un po’ meno 😉

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