I mille usi del topazio, la gemma che teneva lontani i demoni

“Brilla come le acque del mare quando i raggi del sole si infrangono sulle onde”, dicevano poeticamente gli autori medievali nel descrivere lo splendore del topazio blu; e davvero quella gemma sembrava esercitare una irresistibile fascinazione sugli uomini del tempo, che le attribuivano poteri miracolosi e mirabolanti.

In fin dei conti, questa malia trovava un addentellato nel testo biblico: il topazio era una delle pietre preziose che Dio stesso aveva scelto per adornare il pettorale del sommo sacerdote Aronne (cfr. Esodo 28, 17). Se era stato l’Onnipotente stesso a mostrare una speciale predilezione per questa gemma, va da sé che la Cattolicità non poteva essere da meno: nella predicazione, il colore azzurro e chiaro del topazio fu spesso accostato alla limpida sapienza della Vergine Maria. Qualcuno amò anche scrivere che i sette doni dello Spirito risplendono nell’anima di un buon cristiano proprio come la luce rifulge su un topazio, inondandolo di chiaro splendore.

Insomma: per come ragionavano gli uomini del tempo, una pietra così amata e così considerata non poteva mica limitarsi a fornire spunti per il discorso allegorico. O no?
Naturalmente no: e infatti, nel corso del Medioevo, il topazio si rivestì gradualmente di proprietà mediche e spirituali.

Ho già parlato in altre occasioni del modo in cui cui gli uomini del Medioevo guardavano ai minerali e alle pietre preziose, ritenendoli portatori di proprietà salvifiche non poi diverse da quelle delle erbe officinali. In fin dei conti, si trattava d’una supposizione ragionevole: se la camomilla aiuta a riposare bene, la corteccia del salice abbassa la febbre e l’arnica dà sollievo in caso di contusioni, perché mai qualcuno avrebbe dovuto negare a prescindere l’ipotesi che anche altre sostanze del mondo naturale (tipo le pietre e i minerali) avessero al loro interno principi attivi di pari efficacia?

Certo: le erbe officinali crescono ai lati della strada e possono essere studiate con facilità. Le pietre preziose sono difficili da reperire, e decisamente più costose da sacrificare in nome della ricerca medica, sicché gli studiosi ci misero parecchio tempo a realizzare che quelle supposizioni erano, di fatto, errate. Ma per diversi secoli, alle pietre preziose furono attribuite proprietà che ai nostri occhi possono forse sembrare “magiche” ma che, per l’ottica di un uomo medievale, sarebbe probabilmente stato più corretto definire “medicamentose”.

Ma insomma: ciò detto, quali erano queste mirabolanti proprietà del topazio?
Innanzi tutto la gemma distendeva i nervi, donava serenità e garantiva sonni quieti anche a chi soffriva d’insonnia. E furono queste le prime proprietà ad esserle attribuite, destinate però ad ampliarsi col passar dei secoli. Ad esempio, a un certo punto qualcuno cominciò a dire che il topazio aveva il potere di donare sogni sereni e senza incubi: tutto sommato, una aggiunta di poco conto visto che stiamo parlando d’una gemma che era già nota per le sue proprietà di conciliare il sonno.

Ma nel Medioevo, gli incubi – si sa – erano ben di rado un prodotto onirico del nostro inconscio. La maggior parte degli intellettuali riteneva che i brutti sogni fossero provocati da demoni notturni (gli incubi, giustappunto) che tra le altre cose profondevano un grande impegno nel rovinare il riposo notturno della brava gente.
Ma allora, se il topazio aveva il potere di tener lontani i sogni spaventosi, ciò voleva implicitamente significare che aveva anche la capacità di allontanare i demoni!

L’affermazione parve quanto mai acconcia a una pietra che, del resto, Dio stesso aveva scelto per ornare le vesti del suo primo sommo sacerdote. E dunque, si cominciò a mormorare che nessun demone sarebbe riuscito a penetrare in un luogo in cui si fossero trovate grandi quantità di topazi – vale a dire: bastava essere sufficientemente ricchi e investire un po’ di soldi nel settore per potersi creare in casa una specie di bunker anti-tentazione.
Similmente, indossare gioielli di topazio (meglio ancora se montati su castoni d’oro, un metallo prezioso che si credeva avesse la facoltà di potenziare le proprietà naturalmente presenti nelle gemme) dava la ragionevole certezza di poter essere temuti dai demoni: cosa utile non solo per la brava gente che voleva tenerseli alla larga, ma anche (e soprattutto) per quei loschi individui che coi demoni avevano intenzione di mercanteggiare. Tipo i maghi, che infatti facevano largo uso di questa gemma nell’ambito dei loro rituali.

Ma le mirabolanti proprietà del topazio non si esaurivano qui. Partendo dal non irragionevole presupposto per cui, se dormi bene e non hai di che temere le forze infere, sarai presumibilmente un individuo molto sereno e rilassato, si diceva anche che indossare un topazio con regolarità distendesse lo spirito, rendesse più amichevoli, facesse svanire tutte le ansie inutili, donasse gioia ai malinconici.
Come se non bastasse, curava pure l’alopecia. Che vuoi volere di più dalla vita?


Per approfondire: A Lapidary of Sacred Stones di Claude Lecouteux

7 risposte a "I mille usi del topazio, la gemma che teneva lontani i demoni"

  1. Elena

    Non sai quanto mi fa piacere leggere questo post, minerali e pietre sono la mia passione da sempre!
    Comunque ci sono un sacco di studi scientifici che valutano l’influenza dei colori sulla psiche e il blu è un colore che ha un effetto rilassante per cui non sbagliavano di tanto…
    E in effetti anche certi minerali vengono usati in medicina, basti pensare banalmente al magnesio o altri sali.
    Tra l’altro l’utilizzo dei colori è molto importante in certi reparti ospedalieri proprio perché ogni colore stimola le persone in modo diverso e diventa un modo quasi di coadiuvare le cure mediche.
    Nota di folklore attuale: il 99,5% delle persone che mi sentono dire che sono appassionata di minerali mi chiedono se è per via delle “proprietà” curative che hanno… veramente inquietante.

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        1. Lucia Graziano

          Elena, sono contenta che questa serie di post ti piacciano! 😀

          In effetti vedo che hanno un buon successo. Io non sono una fan delle gemme in modo particolare, ma in effetti per chi lo è devono essere delle chicche curiose in modo tutto particolare. Tornerò sul tema 😉

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      1. Lucia Graziano

        Ché poi, sono convinzioni new age e medievali al tempo stesso 😅

        Nel senso: non è che le proprietà curative di cui parla oggi la cristalloterapia derivino direttamente dai lapidari medievali. Sono completamente diverse, e in alcuni casi persino in opposizione (cioè le pietre “di oggi” fanno le cose esattamente opposte rispetto a quelle che si diceva facessero nel Medioevo). Non c’è una derivazione diretta ecco. Tutt’altro.

        Così a naso (ma dovrei approfondire perché non sono espertissima) credo che sia un processo che è iniziato in sordina in età vittoriana, quando ad esempio sono nate le moderne corrispondenze delle “pietre di nascita” (sai, quelle che in teoria sono particolarmente adatte e “benefiche” per chi è nato in un determinato mese).

        Lo stesso concetto esisteva anche nel Medioevo, ma le corrispondenze erano completamente diverse: per fare il mio esempio, guardando le liste di oggi, in teoria la mia pietra di nascita sarebbe l’acquamarina, ma nel Medioevo sarebbe stata il rubino. Nel caso delle gemme, davvero ci sono state nel corso del ‘900 delle reinterpretazioni modernissime che poco hanno a che vedere con la tradizione passata e che poi sono esplose negli ultimi decenni durante l’era del New Age.

        Ma un uomo medievale non si raccapezzerebbe, leggendo un manuale di cristalloterapia di oggi. Direbbe che siamo impazziti tutti e non abbiamo capito niente 😅

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  2. mariluf

    Sempre affascinanti i tuoi articoli….A me piacciono moltissimo le pietre, e avevo cominciato a collezionarle, poi diventava troppo dispendioso, e ho smesso. Grazie, come sempre! Ciao!

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