Un martirio non convenzionale

Quando i soldati si presentarono alla sua porta annunciandogli che il governatore romano lo convocava al suo palazzo, il vescovo Emidio deglutì lentamente e sussurrò fra sé: ‘ecco l’ora del martirio’.
Quando il governatore romano gli ordinò di aspettare in una lussuosa stanza decorata, con un letto morbido e un vassoio di stuzzichini a sua disposizione, il vescovo Emidio aggrottò le sopracciglia e pensò fra sé: ‘però! Son cordiali, questi persecutori!’.
Quando la porta della stanza si dischiuse ed entrò a passo leggero una fanciulla emozionata, che Emidio riconobbe essere la figlia del governatore… allora, il nostro vescovo rimase in educata attesa.
Quando la fanciulla si gettò ai suoi piedi e incominciò a baciarli, il vescovo Emidio prese a sospettare che ci fosse qualcosa di strano, in questa forma di martirio.
Figliola”, cominciò interdetto. “Perché caspita mi stai baciando?”.
La ragazza, inginocchiata ai suoi piedi, sollevò su Emidio due occhi lucidi, emozionati, e ardenti. “Ti prego”, sussurrò lasciva. “Fammi tua”.

Calò il silenzio, per trenta secondi buoni.
Emidio, stranito, fissò la ragazza; e la ragazza, raggiante, fissò il nostro Emidio.
Poi, Emidio si schiarì la gola e spintonò leggermente la fanciulla, per scrollarsela di dosso. “Figlia mia, temo che ci sia un malinteso: io sono Emidio di Ascoli, sono un vescovo, a breve verrò ammazzato: forse stavi cercando qualcun altro?”.
La ragazza gli sorrise ancor di più, con le guance imporporate per l’emozione. “Oh, no. Stavo cercando proprio te”. Gli abbracciò le gambe, inginocchiata davanti a lui. “Ti prego. Prendimi. Sono tua”.

Il Vescovo Emidio tossicchiò, interdetto, facendo mente locale a tutte le Passiones che gli era capitato di leggere e far leggere: gli sembrava di ricordare che i martiri dei cristiani si svolgessero un po’ diversamente.
“Figliola mia”, ripeté per la terza volta, con una nota di angoscia della voce: “ti pregherei di staccarti dalle mie ginocchia e di smettere di sbaciucchiarle. Ci dev’essere un drammatico malinteso. Sono un cristiano. Sto per morire. Adesso vorrei pregare. Grazie”.
“Non ti piaccio?”, sussurrò la ragazza, levando su di lui due occhi lucidi.
Il buon vescovo si passò una mano fra i capelli, cercando di scrollarsi di dosso quella donna psicolabile che gli stava abbrinchiata addosso come ‘na patella. “Figliola mia, tu sei molto piacente, ma continuo a supporre che ci sia stato un errore. Sono un cristiano. Sono un prete. Non mi interessano le donne”.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime. “Mio padre si arrabbierà tantissimo…”.
Emidio visualizzò l’immagine della figlia del governatore romano che si strusciava contro un vescovo cristiano ormai prossimo al martirio, e convenne “in effetti sì, lo penso anch’io”.
“Ci teneva così tanto…”, sussurrò la ragazza, disperata. (Sant’Emidio sgranò gli occhi). “Ti prego: non ti chiedo tanto. Prendimi, una volta sola: mi impregnerai come hai fatto con la dolce Aristodama, alla quale hai generato Arato; e poi non ti chiederò più niente; non mi vedrai mai più…”.
Emidio rischiò seriamente di soffocarsi. “Non-conosco-questa-donna-e-non-so-di-cosa-tu-stia-parlando”.
“Non mi trovi degna delle tue attenzioni? Farò tutto quello che vorrai! Innalzeremo a te una statua! Costruiremo un tempio in tuo onore, amore mio!”.
Al povero Emidio stava cominciando a venire la tachicardia (oltre che il sospetto di esser vittima di una tentazione demoniaca, così, in extremis). “D’accordo, figliola: abbiamo capito che tu sei pazza. Se adesso qualcuno venisse a recuperarti, dandomi l’opportunità di essere martirizzato in santa pace, sarebbe perfett…”.
Ti prego. Ti prego. Faremo tutto quello che vuoi”. La ragazza si strinse ancora di più alle ginocchia del pover’uomo. “Solo per questa volta. Mio padre ha insistito tanto. Sarebbe così fantastico se il mio grembo generasse un semidio”.
“PER FAVORE”, strillò Emidio scattando in piedi: “NON C’È NESSUNO IN QUESTA CASA CHE VUOLE MARTIRIZZARE UN CRISTIA… eh?”. Alle ultime parole della ragazza, si era interrotto improvvisamente, fissandola stranito. “Un semidio?”.
“Sì… ti prego…”.
Il pover’uomo tossicchiò. “Ah: eccolo, il malinteso, figliola mia. Io agisco in persona Christi, non sono Cristo: sono solo un umile sacerdote, non…”.
“Non è vero”, sussurrò lei, dolcemente, accarezzandolo. “Lo sappiamo tutti, chi sei. È da un bel po’ di tempo, che mio padre ti tiene d’occhio”.
“Ah. Ne ho piacere”, esalò il pretino, prendendo la mano della fanciulla, che si stava allungando troppo, e rimettendola al suo posto.
“Ti abbiamo visto. Sappiamo tutto. Hai sanato una ragazza paralitica. Hai dato la vista a un cieco. Hai curato degli storpi. Hai mondato lebbrosi. Hai operato guarigioni miracolose sull’Isola Tiberina. Amore mio, splendore eterno”.
“Sì, d’accordo”, mormorò Emidio, un po’ a disagio: “ma io sono solo un umile sacerdote che…”.
“TU SEI IL DIO ESCULAPIO!!”, esclamò la donna, con passione. “C’è un’unica persona al mondo in grado di compiere questi prodigi! Ti prego, potente dio, abbassa su di me il tuo sguardo: rendimi degna di generare la tua discendenza, tu, che ti sei degnato di scendere fra gli uomini per mostrare al mondo il tuo potere”.

A quel punto, Sant’Emidio si guardò disperatamente attorno, alla ricerca della telecamera nascosta.
Ma purtroppo per lui, non si trovava affatto in una candid camera.

***

Post scriptum: la figlia del governatore, in ogni caso, andò in bianco. Non solo Emidio si rifiutò categoricamente di generare discendenze con chicchessia; anzi, la prese da parte, la catechizzò, e infine la battezzò pure.
Al governatore romano, che sperava di diventare nonno di un semidio e invece dovette ammettere di aver scambiato per Esculapio un vescovo cristiano, girarono un po’ le scatole. Ordinò che Emidio fosse decapitato; quanto alla ragazza, preferì togliersi la vita pur di non dover tornare a casa.

Post post scriptum: sant’Emidio, che era vescovo di Ascoli, fu unanimemente nominato patrono della città di Ascoli. Quando, nel 1703, un violento terremoto devastò le Marche lasciando tuttavia intatta l’intera città di Ascoli, gli Ascolani gridarono comprensibilmente al miracolo. “È il nostro santo patrono, sant’Emidio, che ci ha protetti!!”.
Com’è, come non è, da quel momento sant’Emidio è ufficialmente diventato il santo patrono da invocarsi per avere protezione durante (o contro) i terremoti.

Post, post, post scriptum: a proposito: se in questi giorni avete sentito il terremoto, (o anche se non l’avete sentito ma vi trovavate in una zona in cui altri l’hanno fatto), dedicate mezzo minuto del vostro tempo ad un’opera di utilità pubblica.
Il Questionario Macrosismico raccoglie le segnalazioni dei cittadini che si trovano nelle zone interessate da un evento sismico. Consiste in una serie di semplici domande attraverso le quali gli utenti comunicano le proprie osservazioni. Le domande si riferiscono agli effetti che l’evento sismico ha prodotto sulle persone e sulle cose, e rendono possibile la realizzazione di mappe del risentimento sismico. Sono importanti anche le segnalazioni di coloro che non hanno avvertito il terremoto. A noi non costa niente (anzi: è pure divertente)… ma all’INGV, a quanto pare, è molto, molto utile.

13 risposte a "Un martirio non convenzionale"

  1. giudig

    Buona vacanza, carissima Lucyette. Un post davvero insolito, ma sempre in riga con tutti i tuoi.
    Ricordati di portare il pc al mare, visto mai che anche là tu avverta un terremoto! Se non ricordo male, di solito, ti segue! 😉

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    1. Lucyette

      Purtroppo, al mare sono sempre senza computer (o meglio: computerizzata sì, ma senza connessione Internet)… ma in caso di terremoto, mi cercherò un Internet Point 😛

      Sì, esattamente, i terremoti mi inseguono… peraltro mi ero dimenticata lo scambio di battute esilarante che c’era stato nei commenti a questo post, ma anche quello merita… 😛

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  2. Daniele

    Prima del 6 Aprile, quando le scosse di terremoto si stavano facendo più intense, all’Aquila, ho conosciuto Sant’Emidio perchè venni a sapere che il vescovo celebrò una messa in onore del Santo per evocare la protezione del Santo sulla città dell’Aquila e sui suoi abitanti… preghiera non totalmente efficace in effetti ma a qualcuno è sicuramente venuto in aiuto. Il Santo è molto venerato in Abruzzo, del resto pare abbia evangelizzato molti luoghi di questa regione compresa L’Aquila stessa che non è così lontana da Ascoli. Tuttavia diverse cittadine hanno abbandonato via via il culto nelle sue forme più importanti in seguito ai vari terremoti che hanno preso di mira la regione, che è tra le più sismiche d’Italia o.o

    Leggevo sul tuo (profilo? non so come si dice) twitter che ti chiedevi come mai il terremoto in Emilia ha fatto zero danni e zero vittime, mentre all’Aquila c’è stato un disastro importante… Non pretendo di essere un esperto (anzi!) però posso parlare per esperienza diretta. Anzitutto conta molto il fatto che le scosse che si stanno producendo in Emilia sono tutte a 50-70 km di profondità, mentre all’Aquila si sono prodotte tutte tra i 2 e gli 11 km. I motivi esatti non li so, penso abbia a che fare con la profondità delle faglie, inoltre la profondità aiuta il terremoto ad arrivare “meno deciso” sul suolo, ma sarà poi avvertito su un’area maggiore. C’è anche da dire che L’Aquila è tagliata a metà circa da una faglia, e il terremoto come molte delle scosse precedenti e successive, ha avuto epicentro in una frazione dell’Aquila, cioè praticamente sotto una città di provincia, a differenza dell’Emilia dove è avvenuto diciamo tra La Spezia e Fidenza in una zona a minor concentrazione di case e popolazione. Il terremoto della Nuova Zelanda di tempo fa è avvenuto a 50 km dal centro abitatato, quindi niente danni, così come il terremoto del Giappone (uno dei più forti della storia) è avvenuto a centinaia di km dalla costa, tant’è che non ha causati danni in sè se non indirettamente con lo tsunami. Tra un grado e l’altro della scala Richter ci sono differenza di 30 volte, cioè un terremoto di 5 gradi è 30 volte meno forte di uno di grado 6 per intenderci, quindi una minima differenza (tipo 0,5) su questa scala è un’enorme differenza di fatto. Poi c’è l’accelerazione al suolo… praticamente questo valore all’Aquila è stato molto elevato rispetto alla media dei terremoti di quella magnitudo (non che sia stato un terremoto particolare, scientificamente è perfettamente in linea con le caratteristiche di tutti i terremoti di cui si hanno dati scientifici). Si può notare che in alcuni comuni o frazioni i danni sono stati contenuti (anche importanti ma meno diffusi) mentre frazioni immediatamente confinanti hanno avuto danni molto maggiori (alcuni comuni sono come scomparsi) per la tipologia di suolo che ha a volte amplificato l’accelerazione. E’ importante anche la durata del fenomeno.

    Questo lo dico solo perchè penso che molti (non è che ti metto nei molti eh) si saranno fatti la stessa domanda e avranno pensato che all’Aquila evidentemente le case sono di cartapesta o.o invece non è affatto così, è un’insieme di cose… l’evento in sè, il fatto che il centro storico è molto grande e da sempre mal curato, il fatto che molte case del centro storico erano affittate (anche in nero) a studenti essendo una città universitaria, e tanti altri fattori. Ah poi io sinceramente non credo più a niente di quello che dicono… state calmi che non succederà niente lo dicevano anche prima del 6 Aprile, state in casa… dicevano così (e ora sono tutti sotto processo)… prevedere il terremoto è impossibile, certo, ed allarmare le persone è sbagliato, ma io per esperienza fossi strettamente sull’epicentro dormirei in macchina almeno anche oggi e domani, e poi valutare la situazione. Altra cosa di cui non mi fiderei assolutamente è quando dicono che due eventi sismici vicini (tipo quelli di… 5 giorni fa?) non sono correlati. Secondo me non ci sono sufficienti dati per affermare una cosa del genere, e se è vero che lo dicono anche per tranquillizzare, dovrebbero usare una cautela un po’maggiore perchè in passato per infodere troppa calma si sa quel che è accaduto. La prudenza non è mai troppa.

    Ora che ti ho allarmata, posso augurarti buone vacanze XD

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  3. Ilaria

    Questo è uno dei “Ma che Sant’uomo” più esilaranti che abbia mai letto!!! Quando avrò voglia di ridere verrò qui (ehm, con tutto il rispetto per sant’Emidio, s’intende!).

    Sui terremoti, oltre a concordare con la spiegazione di Daniele (coincide con spiegazioni di esperti che avevo ascoltato anch’io), dico che a scuola ci avevano sempre detto che la pianura padana essendo zona alluvionale è al riparo dai terremoti, quindi io, forte di questo dogma, me ne sono sempre stata tranquilla… invece negli ultimi anni le scosse ci sono eccome!

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  4. marinz

    Beh allora buon viaggio… non so se hai notato che il primo terremoto è stato a Verona, il secondo tra Reggio Emilia e Mantova e l’ultimo vicino a Parma… la direzione mi sembra quella della Liguria :oP

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  5. Francesca080389

    Quand’è accaduto tutto ciò? °-°
    Perché il celibato dei preti a quanto ne so non venne mica istituito tanto presto…
    A ben pensarci in fondo poteva pure sacrificarsi, dopotutto era per il bene di una povera ragazza… D:

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    1. ago86

      Nell’antichità si potevano ordinare degli uomini sposati, ma dopo l’ordinazione non potevano più sposarsi o avere rapporti sessuali nemmeno con la propria moglie, come attestato dal Concilio di Elvira del 305, che non avrebbe ammesso tale pratica se non fosse stata di antica tradizione. Tale pratica si è conservata in occidente con certe variazioni, ma non in oriente, vedi il concilio trullano del 692 (che, tra parentesi, per ammettere la clerogamia falsificò anche alcuni atti di concili africani).

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    1. senm_webmrs

      p.s. Ehm, non è che la città di Ascoli nel 1703 restasse proprio “intatta”. Le andò solo di lusso in confronto a quello che stava capitando a Norcia, Amatrice, Aquila e dintorni. Senza parlare delle rocambolesche vicende capitate a vari ascolani in trasferta nelle aree più colpite
      http://wp.me/p1nfEC-PP

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