Comunicazione di utilità sociale: quest’oggi è venerdì. Almeno nei venerdì di Quaresima, se proprio non ce la fanno negli altri venerdì dell’anno, i cattolici sono tenuti all’astinenza dalle carni.
“E grazie tante”, direte voi.
Io vi ribatterò, a questo punto, che l’informazione non era niente affatto scontata, a dire il vero: il venerdì di astinenza è una cosa ovvia per noi moderni (e anche per generazioni e generazioni di nostri avi), naturalmente…
…ma i primissimi cristiani – quelli delle catacombe e della Patristica – potrebbero invece far tanto d’occhi, di fronte ad un’affermazione simile.
Sì, insomma.
Come si digiunava e quando si digiunava, agli albori del Cristianesimo?
Beh.
Andiam con ordine.
***
Ai tempi di Gesù – come ci racconta anche il fariseo della parabola evangelica – un buon Ebreo timorato del Signore digiunava due volte a settimana: il lunedì e il giovedì. Francamente non so perché gli Ebrei digiunassero proprio in quei due giorni […anche se oggi, domenica 11, ho avuto occasione di documentarmi meglio, e ho scoperto che apparentemente lo facevano per digiunare in giornate che fossero vicine, ma non proprio attaccate, al grande giorno del Sabato].
I primi Ebrei convertiti al Cristianesimo – cioè Apostoli & Compagni – scelsero comprensibilmente di mantenere le buone e vecchie usanze penitenziali dell’antica religione: ché evidentemente il Buon Dio è contento, se salti il pranzo. Ma, per distinguersi dagli Ebrei, pensarono bene di continuare a digiunare due giorni a settimana ma cambiando i giorni di digiuno. E siccome il lunedì e il giovedì erano già occupati, scelsero due fra gli altri giorni disponibili: il venerdì e il mercoledì.
La ragione per cui abbiano scelto il venerdì è abbastanza chiara a tutti: Crocifissione di Cristo, morte in croce del Signore, e tutte quelle altre cose ovvie che vi vengono in mente ripensando alla Passione.
La ragione per cui abbiano scelto anche il mercoledì è già un po’ più oscura, e pare aver scatenato una ridda di interpretazioni fra gli storici del Cristianesimo. Tendenzialmente la si spiega dicendo che il mercoledì è stato il triste giorno in cui Guida ha tradito Cristo: mercoledì si mette d’accordo col sinedrio, giovedì prende parte all’Ultima Cena, nella notte dà il famoso bacio a Gesù… e tutto il resto è Storia.
Fatto sta che i primi Cristiani digiunavano, ogni settimana, di mercoledì e di venerdì.
E quando dico “digiunavano”, voglio proprio dire che “digiunavano”: non era come ai nostri giorni, quando di venerdì puoi mangiare quello che ti pare fermo restando l’astinenza dalle carni. All’epoca si digiunava proprio, in segno di penitenza, due giorni alla settimana.
Il digiuno del mercoledì, gradualmente, è caduto nel dimenticatoio.
Si conserva ancora oggi nella Chiesa Ortodossa (dove si continua a digiunare rigorosamente e strettamente: mica come noi mollaccioni di Cattolici, ahò!). Nella Chiesa Latina, invece, entro il secolo XI il digiuno settimanale del mercoledì era scomparso definitivamente: rimaneva il digiuno del venerdì, che però si era molto allontanato dal rigore dei primi tempi.
Gradualmente, lentamente, il digiuno si fa sempre meno rigido fino a trasformarsi nel “banale” obbligo di astinenza dalle carni. Dal 1966 non c’è neanche più quello, perché è stato stabilito che – nei venerdì non quaresimali – l’astinenza dalle carni può eventualmente essere “commutata” con qualche altra penitenza o altra opera di misericordia.
(Io ho troppa poca fantasia per cimentarmi in altre penitenze, quindi continuo a mangiar di magro e grazie tante).
In compenso, nella Chiesa Latina si era affermato, fin dai primi secoli, un terzo giorno di digiuno settimanale che era il sabato, in segno di riverenza verso la sepoltura del Signore. La Chiesa di Oriente si rifiutava di osservarlo perché riteneva che il sabato dovesse essere considerato un giorno semi-festivo (è pur sempre il giorno in cui Dio ha finito di creare il mondo!), e nei giorni di festa non si digiuna mica. I Romani non si son mai fatti tanti problemi e hanno portato avanti per un po’ di tempo la consuetudine di digiunare anche di sabato. Poi, come possiamo ben vedere oggi, anche questa pia abitudine si è attenuata trasformandosi in un normale giorno d’astinenza, per poi cadere nel dimenticatoio.
[Un’eco di queste usanze, curiosamente, si trova ancora nel comportamento dei fedeli che indossano lo scapolare del Carmelo. Scapolarizzati in linea: me lo confermate? A me risulta che ci si debba astenere dalle carni nei giorni di mercoledì, di venerdì e di sabato; il che, se è vero, è certamente un’eco di queste vecchie consuetudini].
Certo: queste norme, originariamente, regolavano il comportamento dei Cristiani nelle varie settimane dell’anno.
In periodi dell’anno “normali”, intendo.
Naturalmente c’erano anche dei periodi dell’anno particolarmente forti (come la Quaresima, per capirci) in cui l’atteggiamento penitenziale dei fedeli diventava ancor più penitenziale…
…ma se vado avanti ancora un po’ con questo sproloquio inconcludente, mi trovo qualcuno sotto casa che mi tira sassi addosso per zittirmi… e quindi mi taccio da sola, preventivamente.
Chiaramente era per aiutare voi a fare una penitenza extra in questo venerdì di Quaresima: se siete arrivati fino al fondo di questo post, la lettura vale decisamente come mortificazione, ahò!
rosenuovomondo
ih hi hi piacevole come mortificazione il tuo post!!
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Lucyette
Leggermente meno peggio di una sessione di flagellazione, ma lì siamo… 😛
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Daniele
Dai io lo trovo interessante 🙂 Fossero tutte così le mortificazioni…
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AlphaT
Centinaia di generazioni? Ma in duemila anni, quante generazioni ci staranno, 80-100?
Ahiahiahi!
😛
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Lucyette
O.o
Si nota che io ho qualche piccolo problema con la matematica, sì? 😛
Aehm, grazie mille, ho corretto!
(E già che c’ero ho anche aggiornato il post con una informazione che ho scoperto casualmente oggi: a quanto pare, gli Ebrei digiunavano il lunedì e il giovedì perché erano due giorni vicini, ma non proprio consecutivi al sabato. Era bene far penitenza “nei dintorni” del sabato, ma nemmeno si voleva digiunare subito prima o subito dopo il giorno di festa. O quantomeno: oggi sfogliavo un libro di Biffi sulla storia dei primi sacramenti, e diceva questo 🙂 Meglio (scoprirlo) tardi che (non scoprirlo) mai… :-P)
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