Lazarakia: le mummiette per il Sabato di Lazzaro

 

Lazzaro è un personaggio di primissima importanza, nella cultura greco-ortodossa. Non ci si limita a venerarlo come Santo (come facciamo anche noi, del resto): nel giorno della sua festa, si fa proprio festa grande, e persino il digiuno quaresimale è mitigato in onore dell’eccezionalità del giorno.
Mentre i cattolici festeggiano San Lazzaro in piena estate, il 29 luglio, gli ortodossi lo ricordano nel sabato che precede la Domenica delle Palme (il “Sabato di Lazzaro”, per l’appunto, come loro lo definiscono).
Insomma: lo ricordano oggi.
E lo ricordano oggi, non a caso: nella morte e resurrezione dell’amico di Gesù, gli ortodossi leggono (mica scemi, veh) un preannunzio di quello che sarà, di lì a poco, il destino del Signore.
“Pure i cattolici”, mi direte: , però gli ortodossi ci danno proprio tantissimo rilievo, alla festa di San Lazzaro.

Nel giorno che precede il Sabato di Lazzaro, i ragazzi e la ragazze vanno nei campi fuori dal paese per raccogliere fiori freschi e profumati, con cui adornare la propria tavola. È un momento di gioia e di svago nel tepore primaverile; una volta, era anche una buona occasione per fare nuove conoscenze, pensare a un fidanzamento, e organizzare un matrimonio.
Il giorno seguente, la gente del paese – e questo accade soprattutto in Grecia – vaga per la città cantando tradizionali componimenti funebri, dedicati appunto al povero Lazzaro che giace morto nel sepolcro. Anche quello è un momento di festa: di lutto e di festa ad un contempo. Si piange per la morte di Lazzaro ma si gioisce per la sua resurrezione, che ormai si fa imminente. E passando di porta in porta – proprio come i coretti natalizi tanto cari alla tradizione inglese – quelli che cantano i canti funebri ricevono in dono un piccolo omaggio. Denaro, farina, frutta, o altri cibi.

Per l’appunto: il Sabato di Lazzaro è un sabato di grande festa, in cui anche il digiuno quaresimale si addolcisce e si fa più mite.
E alla sera di quel sabato – quando, ormai, la Settimana Santa bussa alle porte – si festeggia l’imminente Pasqua con un dolcetto tradizionale.
Il Lazarakia.
Un impasto di farina e zucchero (rigorosamente senza uova e latte: siamo in Quaresima!) viene insaporito dalle spezie e poi lavorato a fondo, lungamente. Potete trovare una ricetta qui; io, invece, mi limito a mostrarvi il risultato.
Il prodotto finale è un dolcetto a forma umana… in cui l’uomo giace sdraiato sulla schiena, strettamente avvolto in un lenzuolo che è chiaramente il suo lenzuolo funebre.
È Lazzaro, nel suo sepolcro: è quel Lazzaro chiaramente morto, addirittura già maleodorante, che improvvisamente si alza in piedi, avvolto nelle sue bende, e torna miracolosamente in vita.

E allora sì che c’è spazio per la festa: e allora sì che bisogna festeggiare!
Perché Lazzaro è risorto: e ci ha mostrato, con la sua resurrezione, che la potenza del Signore davvero non ha limiti.

Stiamo per entrare nella Settimana Santa.
Fra qualche giorno, toccherà a Gesù. Dio soffrirà, verrà tradito: sarà flagellato, umiliato, appeso ad una croce, e morirà.
Ma risorgerà: noi lo sappiamo.
E anche solo questa consapevolezza dovrebbe spingerci a sorridere, a urlar di gioia… e a fare festa, in questo ultimo sabato in cui si preparan già le palme.

Lazarakia

 

6 risposte a "Lazarakia: le mummiette per il Sabato di Lazzaro"

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  2. Avatar di Emilia

    Emilia

    Nella Liturgia Ambrosiana, invece, la quinta domenica di Quaresima è detta “di Lazzaro” perché ogni anno si proclama sempre, come Vangelo, il racconto della sua risurrezione miracolosa.

    Mi sa che suggerirò a qualche prete ambrosiano che conosco di vendere in quella circostanza, fuori dalla chiesa, dei “Lazarakia”! Potrebbe essere una buona idea per rimpinguare le casse delle loro parrocchie, no?

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    1. Avatar di Lucia Graziano

      Lucyette

      😀

      Ma si può fare?
      Nella mia parrocchia di Pavia non si son mai posti questo problema (cioè: se lo son posti ma hanno deciso di lasciar perdere sperando che nessuno faccia storie); a Torino, invece, una parrocchia che conosco ha smesso a malincuore di vendere cibo “fatto in casa”, perché… appunto: essendo fatto in casa, era considerato potenzialmente “pericoloso”. Per capirci: non è detto che la sciura Maria rispetti gli standard igienici che servono per garantire la sicurezza di un cibo.
      E ormai vendono solamente cibo già confezionato: ma niente più marmellatine fatte in casa, torte appena sfornate, ecc…
      [sniff!]

      Uh, che bello! Non sapevo che si leggesse quel brano del Vangelo, a Milano, nella quinta di Quaresima!
      Beh, in effetti è una scelta molto sensata… 😉

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  3. Avatar di Paolo Pomata

    Maturin

    Non da un po’ fastidio anche a voi che, citando l’episodio di Lazzaro, tutti (beh, quasi tutti, và…) facciano dire a Gesù: “Lazzaro, alzati e cammina!” (?) anziché il corretto e francamente più logico “Lazzaro, vieni fuori!”???

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    1. Avatar di Lucia Graziano

      Lucyette

      Peraltro, quello a cui ha detto “alzati e cammina” era pure un altro… LOL! 😀

      Chissà se è solo un caso di citazione errata, o se magari l’esclamazione di Gesù era stata presentata così in qualche vecchia traduzione del Vangelo…

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