Quelle belle letterine di Gallieno

Ma com’era possibile che un alto funzionario romano ci provasse con la sua bella parlando esplicitamente del “suo Signore”, al singolare?
Beh: era passata appena una ventina d’anni dalla persecuzione di Valeriano; ma le cose, per la Chiesa cristiana, erano cambiate profondamente…

***

Rispetto ai suoi predecessori, Valeriano era stato un imperatore decisamente più fortunato. Era morto pure lui dopo pochi anni di regno, non c’è che dire; però, aveva avuto il buon senso di “fare una cosa a due”, nominando “co-imperatore” anche suo figlio, Gallieno. Alla morte di Valeriano, nel 260, l’impero passò nelle mani del suo erede, assicurando a Roma una relativa stabilità. Che non durò poi così tanto (anche Gallieno morì in battaglia, nel 268)… però, la fortuna arrise a Roma per una seconda volta, dal momento che il posto di Gallieno fu preso da un certo Claudio, che era stato per lungo tempo un fedele consigliere dell’Imperatore.
Dai: una certa continuità di governo, per qualche anno, l’Impero ce l’aveva avuta.

Continuità di governo, ma non di idee – nel senso che, per quanto ci riguarda, Gallieno emanò nel 260 un editto in cui abrogava i provvedimenti di suo padre. Le persecuzioni contro i cristiani cessarono improvvisamente, e le proprietà confiscate alla Chiesa vennero restituite ai sacerdoti e al clero. C’è di più: quando, nel 262, l’imperatore riuscì ad estendere questo provvedimento anche alla Chiesa in Egitto (perché l’Egitto, nei due anni precedenti, era caduto nelle mani di alcuni usurpatori che non riconoscevano l’autorità imperiale), Gallieno annunciò la lieta novella… rivolgendosi proprio alla Chiesa. Cioè, le mandò una letterina in cui diceva “cara Chiesa egiziana, siccome l’Egitto è appena tornato sotto il mio controllo, io, che sono tanto buono, restituisco pure a te i beni che mio padre ti aveva fatto sequestrare”.
Sembra un dettaglio stupido, ma non lo è per niente: le letterine, (soprattutto se sei un Imperatore), le mandi solamente agli enti di cui riconosci l’esistenza. Il fatto che l’Imperatore Gallieno si rivolgesse apertamente all’Organismo-Chiesa-Cristiana implicava, non dico un’approvazione, ma quantomeno un riconoscimento. Sarà forse poca cosa, ma è un notevolissimo passo avanti, se pensiamo alla situazione di qualche anno prima, quando la Chiesa era percepita come una specie di società segreta, dedita a chissà quali atroci e misteriose gesta.
Certo, non è molto; ma allo stesso tempo, è già moltissimo.

Nel quarantennio che precede la persecuzione di Diocleziano, la Chiesa aveva quindi goduto di una situazione di relativa calma. I fedeli avevano “ricomposto le fila”, nuovi sacerdoti erano stati ordinati; c’erano anche state numerose conversioni, rese meno tormentate dal fatto che, tutto sommato, i Cristiani non andavano più incontro a chissà quali discriminazioni. Né Gallieno, né Claudio, né gli imperatori successivi, si fecero mai passare per la testa la bislacca (e fallimentare) idea di lanciare un’altra persecuzione.
La lotta senza quartiere scatenata da Diocleziano cadrà come un fulmine a ciel sereno su una Chiesa che, ormai, aveva avuto modo di assestarsi, di organizzarsi, di espandersi: da Roma all’Asia minore, dall’Africa fino alla Gallia, dalla Spagna fino in Britannia, la Chiesa cristiana abbracciava ormai uno sterminato territorio. E non sembrava minimamente intenzionata a schiodarsi da questa posizione; e faceva nuovi proseliti, e andava avanti con le sue cose.
Con parole molto suggestive, lo storico Filoramo commenta significativamente che

chi osservava questa presenza diffusa e capillare, in grado di riunire, in zone cruciali dell’Impero, decine se non centinaia di vescovi che presidiavano ormai a comunità stabilmente insediate sul territorio, dotate di una solida struttura organizzativa, […] capaci di affrontare, senza esserne distrutte, la tempesta delle persecuzioni, non poteva che giungere a una conclusione. Il cristianesimo era riuscito nell’impresa che ai suoi primi seguaci sarebbe parsa impossibile, se non come opera di Dio.

 ***

E, tanto per metterci nei panni di questi primi seguaci del cristianesimo: chissà se l’avrebbero mai detto che, duemilatredici anni dopo la nascita di Cristo, una Chiesa viva e vitale si sarebbe riunita ancora una volta per eleggere il suo “capo”?
Nell’imminenza del Conclave, approfitto di questo post per linkare alcune risorse fra il serio e il faceto (ehm. Diciamo pure fra il faceto e il faceto) che, in questi ultimi giorni, ho già pubblicato anche su Facebook.

“Mamma, ma cos’è il conclave?”. “Ehm…”. Per imparare divertendosi, il blog The Catholic Toolbox propone questo buffo gioco da tavolo, a metà fra il trivial e il gioco dell’oca, che ha lo scopo di spiegare ai più piccoli cos’è il Conclave e come funziona. Lo svantaggio, ovviamente, è che le domande son tutte scritte in Inglese; ma se voi genitori in linea siete attirati dall’idea, e avete cinque minuti di tempo per tradurle in Italiano…

“Mamma, ma allora chi è il nuovo Papa?”. “Ehm…”. Non permettere che la fumata bianca ti colga impreparato: grazie a questo “Indovina chi” in salsa cattolica, potrete divertirvi ad associare un nome ad ogni cardinale!
Certo non è molto, ma almeno evitiamo l’effetto di “hanno eletto il cardinal Beppino? Ollamiseria, è chi è costui?”.

Scommettiamo che indovino? Passando dal serio (vere scommesse con soldi veri!) al faceto (scegli il tuo candidato-Papa e condividilo su Facebook) al genio tutto pavese (ormai lo sapete che in ‘sto posto son tutti pazzi), potete anche fare “una puntata” sul vostro favorito. Aehm.

E tu? Hai le carte giuste per diventare Papa? Te lo dice questo buffo video-game (qui in versione molto ridotta – è solo una demo – ma comunque assai godibile). All’interno del gioco, impersoni il giovane Pedro de los Santos, seminarista dell’Opus Dei e decisamente molto molto ambizioso. La tua “missione” è quella di diventare Papa – ma sei proprio certo di riuscirci?
A partire dal giorno della tua ordinazione sacerdotale, sarai tenuto a compiere una serie di scelte che influiranno, inevitabilmente, sulla tua “carriera”. Alcune ti faranno guadagnare punti, alcune te ne faranno perdere: sarai in grado di fare le scelte giuste, per guadagnare la stima degli altri cardinali e per non inimicarti troppo l’opinione pubblica?
(Io ci ho provato una decina di volte, ma non sono mai, e dico MAI, riuscita a farmi eleggere)

“Mamma, ma io non ci capisco niente…”. Se allevate figli poliglotti, questo “libro-gioco” da scaricare gratuitamente è una specie di piccolo capolavoro… sennonché è scritto in Inglese.
Ma se avete figli bilingue… o tanto tempo da perdere, per tradurre tutto il materiale… beh: è perfetto. Abdicazioni & Papa & Conclave & Fumata bianca, tutto spiegato a misura di bambino.

“Bello, mamma! Giochiamo?”. Con dei rotoli di carta igienica finiti, e un po’ di inventiva, si possono fare dei veri miracoli, come sa qualsiasi bambino. Grazie ai printables di questo sito, ci puoi allestire addirittura un conclave.

Stai sul pezzo! Il sito Pope Alarm promette di avvisarti con una e-mail o con un tweet su Twitter, non appena dalla Cappella Sistina si leverà la fumata bianca. Utile per chi non può controllare la tv tutti i momenti.

Ma soprattutto: prega per un Papa in gamba! Ora, io non vorrei far pressioni allo Spirito Santo… ma, se lo Spirito Santo passa di qua, avrei intenzione di segnalarGli che i fedeli filippini sembrano essere piuttosto sicuri della bontà del “loro” candidato. Ecco a voi un meraviglioso, indescrivibile spot promozionale, volto a sensibilizzare i cardinali in conclave circa l’eventualità di votare per monsignor Tagle.
Vi prego, guardatelo. Non lasciatemi sola a canticchiare il ritornello come una cretina. Help me.

12 risposte a "Quelle belle letterine di Gallieno"

  1. levminskij

    una risorsa seria: adoptacardinal.org
    un commento faceto: è possibile che vi venga assegnato un cardinale consono al vostro carattere. a me infatti è toccato il cardinal ritardatario, l’ultimo elettore arrivato, dopo che già da un paio di giorni erano presenti a Roma gli altri 🙂

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    1. Lucyette

      Adoptacardinal: sì, quello l’avevo già segnalato il 28 🙂
      Cardinale consono al mio carattere: a me hanno assegnato Mahony, quello per cui s’è aperta una campagna mediatica per farlo escludere dal conclave a causa dei suoi presunti intrighi per coprire casi di pedofilia nel clero.
      >.>
      Cosa debbo dedurne, sul mio carattere? >.>

      😛

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  2. Emilia

    “Adopt a Cardinal” mi è parsa una bella trovata, la versione 2.0 di quello che in Diocesi di Milano alcune parrocchie e comunità religiose fanno quando esce il poster dei preti novelli: ne ritagliano le piccole foto con le loro facce e le fanno estrarre a sorte alla gente, per far pregare per loro.
    A me è toccato l’Arcivescovo emerito di Quito, in Ecuador. Non so molto di lui e non mi sono ancora documentata, prego solo che faccia la scelta giusta.

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    1. vanwitch

      @ Emilia anche a me è stato assegnato Raul Eduardo Vela… E oggi l’ho visto al giuramento (è un omone grande e grosso!), e prima di lui ho visto anche il “mio” cardinale Caffarra (sono di Bologna). Mi è sembrata una carezza di Gesù aver potuto assistere proprio a loro.
      vw

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    1. Lucyette

      Il cardinale che ha ringraziato tramite Twitter è stato il cardinal Napier, del sud Africa… che caro! 🙂
      In compenso non avevo assolutamente idea che ne avesse parlato anche padre Lombardi: e cosa ha detto, di preciso?! (A parte nominare l’iniziativa, ovvio… :-P)

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      1. vanwitch

        ha ringraziato i più di 200.000 aderenti all’iniziativa adopt a cardinal. c’era il video ed il testo nelle notizie ufficiali dei briefing (credo mercoledì o giovedì) di padre Lombardi

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  3. Pingback: [Pillole di Storia] Ma precisamente, in che anno siamo? | Una penna spuntata

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