Sapevate che a Benedetto XVI è stato dedicato un tartan?

 

Ovviamente è cosa nota, ma faccio una premessa per dover di cronaca: quella che noi chiamiamo riduttivamente “la stoffa scozzese” (o tartan, con più proprietà terminologica) non è una roba fatta a casaccio secondo l’estro del momento, nata dalla combinazione casuale di colori vari “perché stavano bene assieme”.
Anticamente, in Scozia, il tartan era un po’ l’equivalente degli stemmi araldici nostrani. Se ne indossava uno (se se ne aveva il diritto) per indicare la propria appartenenza a una religione, a un clan, a un’area geografica. A partire dal 1815, i tartan “ufficiali” furono addirittura “brevettati” – vale a dire che si mise per iscritto che quel tartan lì, creato con quel mix di fili colorati disposti in quel modo fino a formare quello specifico disegno: ecco, quello è il tartan ufficiale del clan Tal Dei Tali.
Insomma: un tartan “col marchio di fabbrica”, che a suo modo racchiude in sé un pezzetto di Storia.

Detto ciò, di quale tartan ho intenzione di parlarvi, oggi?
Beh: di un tartan molto recente – quello di Benedetto XVI.

***

Tutto comincia nel vicino 2010, quando Ratzinger decide di intraprendere una visita apostolica nel Regno Unito. Nel corso del suo soggiorno, era prevista anche una breve visita alla Scozia.
La visita era stata fissata per il giorno 16 settembre, festa liturgica di un certo san Ninian, un oscuro vescovo medievale semi-sconosciuto al di sotto della Manica… ma molto, molto popolare in Scozia. Potremmo dire che Ninian è il san Patrizio delle Highlands: è il vescovo che per primo ha evangelizzato la Scozia, annunciando il Vangelo ai popoli barbarici.
Insomma, un personaggio importante. E, da parte di papa Benedetto, era anche stato un gesto carino, il voler portare omaggio a questo evangelizzatore, dandogli improvvisamente una rinnovata notorietà a livello mondiale.

E che decisero di fare gli Scozzesi per ringraziare Benedetto XVI di questa specialissima attenzione e per commemorare la sua visita?
Beh, facile! Crearono un tartan dedicato papa Ratzinger, lo brevettarono per fissarlo per sempre nella Storia scozzese… e poi, ovviamente, lo regalarono al vescovo di Roma.

Benedetto XVI indossa il tartan a lui dedicato, durante la sua visita in Scozia.
Benedetto XVI indossa il tartan a lui dedicato, durante la sua visita in Scozia

Come è d’uopo per un’iniziativa di questa importanza, il progetto fu affidato a mani esperte – specificatamente, quelle di Matthew Newsome, capo della Scottish Tartans Authority e direttore di un museo dedicato esclusivamente ai tartan. Nonché cattolico praticante e ministro straordinario dell’Eucarestia, nella vita privata, il che sicuramente costituiva un bonus aggiunto.

Matthew è uno che studia la storia dei tartan a livello accademico: ha dedicato all’argomento numerosi saggi di alto livello; non stupisce, insomma, che abbia creato in onore di Benedetto XVI un tartan che è una vera allegoria su tessuto.

Tartan Ninian

Il filo bianco su sfondo azzurro allude ai due colori della bandiera nazionale scozzese. Se ci fate caso, la “riga” bianca è più spessa delle altre, composta da otto fili bianchi accostati l’uno all’atro: non è un numero scelto a caso, ma volutamente rispecchia il numero delle diocesi cattoliche presenti in terra di Scozia.
Ogni riga di fili bianchi si interseca con un’altra a formare un quadrato: all’interno di ognuno di questi quadrati, si contano complessivamente 452 fili intrecciati fra loro. Di nuovo: non un numero a caso: 452 sono le parrocchie cattoliche suddivise nelle otto diocesi.

All’interno del tartan, non potevano mancare dei fili di colore giallo: notoriamente, assieme al bianco, il colore della bandiera vaticana. Né poteva mancare un accenno di rosso sangue: stavolta, l’allusione è allo stemma del cardinal Newman, di cui Ratzinger aveva voluto presiedere la cerimonia di beatificazione in occasione del suo viaggio Oltremanica.

E tutto quel verde che si mescola all’azzurro, nella base del tartan?
Quella è un’allusione alla storia locale e, principalmente, alla storia di san Ninian. Che – riportano le agiografie – era riuscito nell’impresa strabiliante di costruire una chiesa meravigliosa (la prima chiesa di Scozia!) con materiale ricercatissimo: pietre completamente bianche.
Provate a immaginare questa enorme costruzione candida che si ergeva, splendendo sotto i raggi del sole, in un nulla nebbioso e grigiastro dominato da boschi e licheni. Era praticamente impossibile non vederla di lontano, così innaturalmente splendida e divina: e così, ecco il verde (simbolo, della Scozia “pre-cristiana”, se così vogliamo dire) intrecciarsi al bianco della fede.

Come sottolineava il creatore di questo tartan,

il disegno è stato creato strizzando l’occhio alla tradizione. Questo tartan non sarebbe fuori luogo nella bottega di un tessitore di inizio ‘700.
Del resto, la continuità col passato e il desiderio di tenere vive le proprie tradizioni sono un tema ricorrente sia nella teologia cardianl Newman, sia nel pontificato di Benedetto XVI – e questo modello ripropone ed onora l’antichissima tradizione scozzese della tessitura del tartan.

Matthew Newsome sfoggia orgogliosamente la sua creazione
Matthew Newsome sfoggia orgogliosamente la sua creazione

Detto ciò, veniamo alle cose curiose: il tartan dedicato a Benedetto XVI è ancora in vendita!
Potete comprarlo in una varietà di modelli diversi andando a questo indirizzo; non è manco troppo costoso, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare.  

8 risposte a "Sapevate che a Benedetto XVI è stato dedicato un tartan?"

  1. Mercuriade

    Il problema è che sulla Scozia se ne sparano tali e tante che San Colombano si rivolterebbe nella tomba, per giunta senza conoscere la sua storia.
    In questi giorni è stato tirato in ballo di tutto, dalla Scozia celtica a William Wallace
    Tutti dicono “Scozia celtica”: ma quando? Al tempo di Wallace no di sicuro, e nemmeno nell’Alto Medioevo: la Scozia era un minestrone di etnie (Pitti, Scoti, Gaeli, Vichinghi), ognuno con il suo dialetto. Poi la struttura dei regni scozzesi era fondamentalmente modellata su quello del continente Ottoniano, e, in più, nell’VIII secolo si trovò il modo di avvicinare le forme della fede cristiana radicate in Scozia e Irlanda, dominate dall’abbazia di Iona (nelle Ebridi) a quelle “ufficiali” romane.
    Molti, poi, credono di conoscere William Walllace solo per aver visto “Braveheart”, una versione ROMANZATA della sua storia. Se il povero Wallace sapesse quel che si dice su di lui si rivolterebbe nella tomba. Il nome stesso, Wallace, indice che era di origine gallese, e in Scozia, tra fine Duecento e inizio Trecento c’era una nutrita comunità gallese, soprattutto a Edimburgo, dove vi era anche una comunità francese. Poi c’era la differenza tra le Lowlands, più simili come cultura all’Inghilterra, tant’è vero che Andrew de Mournay, il signore feudale del Wallace, aveva origini fiamminghe, e le Highlands, in cui si intrecciavano Pitti, Scoti, Danesi, Norvegesi… Quella del Wallace, o meglio, di Robert Bruce, più che una questione di “indipendenza di popolo” era una questione di “rivendicazione dei diritti” sulla corona di Scozia, da una parte di Edoardo d’Inghilterra, imparentato alla lontana con gli antichi sovrani, e dall’altra di Robert Bruce. I rapporti tra Inghilterra e Scozia erano intrecciati fin dall’Alto Medioevo, le loro dinastie avevano intrecciato legami matrimoniali più e più volte, e lo faranno ancora fino a Maria Stuarda. Dunque attenzione a far ragionare i Medievali come ragioniamo noi: William Wallace e Andrew de Moray non combattevano tanto “per la Scozia contro l’Inghilterra” ma “per Robert Bruce contro Edoardo Plantageneto”. C’è perfino chi ha voluto fare di William Wallace un “pagano” contro il “Cristianesimo Inglese”: e allora come spiegano il fatto che Wallace si sia rifugiato in Francia per la bellezza di tre anni, e che, durante la prigionia nella Torre di Londra, avesse scritto nientedimeno che al papa perché lo tirasse fuori da lì?

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  2. marinz

    Interessantissimo post… ma al posto di fartelo spedire non hai nessuno che fa un giro in Scozia o negli states che te lo posso comprare a prezzo di costo e quindi non dover pagare le spese di spedizione?

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    1. Lucia

      Aehm, no. “Dal vivo”, io frequento tendenzialmente animi affini al mio. E il posto più lontano in cui io sia mai stata, è Roma, e già lo ricordo come un periglioso viaggio in terre lontane che mi aveva lasciata spossata e stanchissima.
      E, come dicevo, i miei amici sono tutti animi affini 😉

      (In realtà, ho provato a vedere se si può comprare in Scozia, ma apparentemente no. Da quanto risulta online, l’unico rivenditore, ora come ora, sembrerebbe essere il museo (americano) di cui è direttore il signore che ha creato il motivo del tartan. Lo vendessero in Scozia, si risparmierebbero almeno le spese di dogana…)

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  3. Pingback: SAPEVATE CHE A BENEDETTO XVI E’ STATO DEDICATO UNA TARTAN? – JOSEPH RATZINGER :B16 e G.GÄNSWEIN

  4. luigi pertici

    «Matthew Newsome … ministro dell’Eucarestia», quindi un vescovo o un prete? … 😉 …
    forse volevate dire “ministro straordinario della Comunione” … 🙂 …
    teologicamente corretto: soltanto il vescovo e i preti a cui il vescovo lo concede (perché l’ordinazione presbiterale non dà automaticamente la facoltà di celebrare senza vescovo – la “prima messa” vera è quella dell’ordinazione, con il vescovo e gli altri preti presenti -, i preti che dicono Messa senza il consenso del vescovo commettono un abuso) sono “ministri dell’Eucarestia”, benché ordinati neppure i diaconi sono “ministri dell’Eucarestia” (rispetto all’Eucarestia sono “ministri ordinari della Comunione”, i “ministri straordinari” sono dei laici).

    comunque articolo carino, grazie.

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    1. luigi

      … andando sulla pagina di Matthew Newsome ho scoperto che è diacono, ma questo non lo fa “Ministro dell’Eucarestia”, ma “della Comunione”, come già specificato

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    2. Lucia Graziano

      Oh boia! 😶

      Il bello è che lo sapevo benissimo, cioè, “ministro straordinario dell’Eucarestia” è un termine che uso frequentissimamente, oltretutto. Secondo me, mi son mangiata quello “straordinario” ieri mattina, quando ho limato al volo il post prima di ricondividerlo, cancellando qua e là cose che, a distanza di anni dalla prima volta che l’avevo scritto, mi sembravano ridondanti e riscrivendo un po’ alcuni passaggi. Ecco, secondo me ci sono andata giù pesante con la gomma per cancellare perché ero di fretta 😂

      Grazie mille, correggo!
      (Fra l’altro, no, non sapevo che Newsome fosse anche un diacono! Chissà se lo era già a suo tempo, o se lo è diventato in questi ultimi anni).

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