Hanβ: il piccoletto che andava al sabba

I bambini giocavano nel cortile della scuola di Winnenden, mentre l’autunno del 1662 si incamminava a grandi passi verso l’inverno. Nelle campagne attorno a Stoccarda, giovani scolari dell’istituto di paese si godevano le pause tra una lezione e l’altra nell’unico modo che conoscono i bambini: con quella serenità quieta e quell’allegria fantasiosa che graziano gli anni beati dell’infanzia. C’era solo un dettaglio ad appesantire quei giochi da cortile, rimbombando cupo nelle testoline dei bimbi come una nota stridula e stonata: e cioè, l’insistenza con cui il piccolo Hanβ diceva ai suoi amici di avere una frequentazione abituale con Satana.

Era un figuro alto alto e nero nero, con due corna lunghe e spaventose. Amava la musica e le belle danze, e infatti non si perdeva nemmeno una di quelle feste che la mamma e la nonna di Hanβ frequentavano abitualmente, portandosi dietro anche il bambinetto.  Erano ricevimenti bellissimi e affollati, pieni di gente che il bimbo non aveva mai visto altrove, ma frequentati anche da un buon numero di uomini e di donne che abitavano in paese. Tutti quanti mangiavano a sazietà e poi ballavano in allegria, al ritmo delle danze suonate dal quel musicista itinerante che teneva spesso i suoi spettacolini tra le vie di Winnenden; poi, alla fine della festa, si tornava tutti a casa, riprendendo la normale vita di ogni giorno.

Sfortunatamente, gli amichetti di di Hanβ non mostrarono lo stesso entusiasmo nello scoprire d’avere un compagno di classe che trascorreva le sue notti in compagnia di Satana.

Dopo aver ascoltato per mesi e mesi racconti di questo tenore, i bambini di Winnenden decisero confidarsi col loro maestro; il maestro di scuola si allarmò ancor di più e s’affrettò a segnalare la faccenda alle autorità locali. E fu così che, nei primi giorni del 1663, il piccolo Hanβ Ferner, bambino di otto anni, fu convocato dai magistrati cittadini con la richiesta di fornire maggiori spiegazioni riguardo quella brutta storia di diavoli e di danze.

Di fronte ai magistrati, il bimbo si mostrò singolarmente collaborativo: accettò di buon grado di collaborare con le autorità cittadine e di raccontare loro tutto ciò che aveva visto. Nell’arco di pochi giorni, i giudici avevano tra le mani un elenco di nomi più lungo di una lista della spesa; e, naturalmente, cominciarono a interrogare a uno a uno tutti i sospettati.

Il più sconvolto fu il musicista di paese, che si scoprì animatore di sabba infernali senza nemmeno avere un’idea precisa di chi fosse il bambino che lo stava accusando. Le più allarmate di tutti furono la madre e la nonna di Hanβ, che negarono in lacrime di aver mai partecipato ai festini demoniaci descritti dal bimbetto. Supplicarono i magistrati cittadini di potergli parlare faccia a faccia; un’opportunità che fu concessa loro nel corso di un confronto pubblico durante il quale Hanβ ritrattò le sue accuse: effettivamente, non era più così sicuro di aver visto la mamma e la nonna a quelle feste. Peccato però che, non appena le due donne se ne furono andate, Hanβ ritrattò la ritrattazione: in realtà le aveva viste eccome, erano frequentatrici abituali; tutt’al più, non era sicuro di averle viste ballare.

Già che c’era, accusò anche una vicina di casa che spesso lo sgridava a causa del suo cattivo comportamento, dicendogli che se fosse andato avanti di questo passo l’uomo nero sarebbe venuto a prenderlo. Chiaramente era una che ne sapeva, tenuto conto che, di lì a poco, l’uomo nero era entrato per davvero nella vita di Hanβ! Di certo, anche lei era una strega; anzi, secondo lui era stata proprio lei a fare il suo nome a Satana.

Furono affermazioni di questo tenore a insospettire i giudici: più passava il tempo, più quelle denunce di stregoneria avevano l’aria di starsi trasformando nelle fantasie di un bambino ansioso.
Per di più, la madre e la nonna di Hanβ erano state in grado di fornire informazioni verificate che sembravano spiegare in modo convincente le turbe e le paure del bimbetto. Hanβ aveva una storia dolorosa, di quelle che oggi suggerirebbero forse un po’ di terapia: innanzi tutto, era stato concepito al di fuori del matrimonio da una donna che non dichiarò apertamente di essere una prostituta irregolare, ma che dava fortemente l’impressione di essere una del mestiere. Appena nato, il bimbo era stato affidato alle cure della nonna mentre la madre si dedicava al suo lavoro; questo ménage era andato avanti per quattro anni, finché la donna non era riuscita a trovare uno disposto a sposarla.

Portato via dalla casa in cui era sempre cresciuto per andare a vivere con la madre e suo marito¸ Hanβ aveva appena avuto modo di assaporare la normalità… quand’ecco che il patrigno, per colmo di sfortuna, era morto in un brutto incidente. Era stato più o meno in quel periodo che Hanβ aveva cominciato a comportarsi in modo strano, cadendo vittima di paure incontrollabili e di incubi notturni.
Così giurarono le due donne, con le lacrime agli occhi; e il bimbo, implicitamente, parve confermare quella testimonianza dichiarando che la mamma e la nonna avevano cominciato a portarlo al sabba poco dopo la morte del patrigno.

Ormai, il quadro sembrava sufficientemente chiaro. I magistrati giunsero alla conclusione che Hanβ fosse alternativamente un bambino molto disturbato o un ragazzaccio molto cattivo, che in ogni caso aveva testimoniato il falso e accusato di stregoneria degli individui innocenti. Non mostrarono particolare compassione nei confronti del pargoletto, che anzi considerarono un elemento sociale di disturbo, evidentemente traviato da un’infanzia in cui i tutori che avrebbero avuto educarlo non si curarono minimamente di svolgere il loro lavoro.

Altro che angioletti innocenti! I bambini sono capaci delle peggiori abiezioni, nel momento in cui vengono abbandonati a se stessi e messi nelle condizioni di assorbire il peggio, da quel piccolo microcosmo di adulti che li circondano. I magistrati lo dissero con sdegno, allineandosi del resto con una linea di pensiero che, in quegli anni, andava per la maggiore nella severa Europa della post-Riforma: se non vengono raddrizzati fin da subito con una solida e robusta educazione e nutriti nel terreno fertile di una famiglia come si deve, i bambini crescono come piante storte, marce fin dalle radici. Non c’era di che stupirsi di fronte a un bambino come Hanβ: che, evidentemente abbandonato a se stesso negli anni più importanti della sua formazione, adesso andava in giro a infamare l’onore di sua madre, a millantare affiliazioni con Satana, a denunciare per stregoneria gente che non gli aveva mai fatto niente o che (peggio ancora!) aveva avuto l’unica colpa di provare a offrirgli quei rimproveri e quelle lezioni di vita di cui il bambino avrebbe avuto disperatamente bisogno. In tempi migliori. Prima che fosse troppo tardi.

Ma era davvero troppo tardi per una rieducazione in extremis? I magistrati, evidentemente, speravano di no: Hanβ non fu sottratto alla sua famiglia, ma il parroco del paese fu incaricato di prenderlo sotto la sua ala protettrice e di curarne la formazione. Poiché la prudenza non è mai troppa, la madre e la nonna di Hanβ furono informate del fatto che sarebbero state tenute sotto stretto controllo dalle autorità e che qualsiasi comportamento sospetto avrebbe determinato il riaprirsi del processo per stregoneria a loro carico. Ma, alla prova dei fatti, fu una cautela inutile: il piccolo frequentatore del sabba e tutte le donne della sua famiglia sparirono dalla Storia dopo questi fatti, senza lasciare altra traccia del loro passaggio.

Ed è con Hanβ che si chiude (almeno per il momento!) la collaborazione che in questi mesi ha legato il mio blog a quello di Babacio, l’antropologa-bambolaia assieme alla quale mi sono imbarcata in una caccia alle streghe su larga scala, alla ricerca delle storie più belle da raccontare.

Alcune le ho raccontate sul mio blog, in questi mesi.
Altre le ho conservate gelosamente come un piccolo tesoro prezioso, da condividere nei tempi e nei modi giusti.

E pare che i tempi siano maturi, a giudicare dai segni del cielo (e dall’inquietante numero di pagine che ha ormai raggiunto la raccolta: sopra le 300, non sei più un libro di divulgazione storica ma ti stai rapidamente evolvendo in un’arma contundente da tirare addosso a streghe moleste di passaggio). Sicché: rullino i tamburi per annunciare che, se queste storie di streghe vi hanno appassionati, potrete leggerne molte altre in un libretto che, coerentemente, vedrà la luce nel giorno in cui il sole si oscurerà in pieno giorno (aehm: martedì 25 ottobre è prevista una piccola eclisse che sarà visibile anche nel Nord Italia. Nel Medioevo, erano tutti molto convinti che fossero le streghe a procurarle; e quindi, perché non approfittare di quel giorno per sguinzagliare un po’ di streghe a spasso per il mondo?).

Nei giorni che ci separano dal D-Day, Babacio ed io ci divertiremo a dare maggiori dettagli centellinando spoiler dopo spoiler. Per esempio: sarà sempre possibile acquistare singolarmente il solo libro, scritto da me, o le sole bambole, amorevolmente create in pezzi unici dalle mani d’oro di Babacio. Ma chi volesse profittare dell’occasione per portarsi a casa, in bundle, una copia del volume e anche una delle bambole ispirate alle streghe di cui si parla nel libro: ci sarà (ovviamente!) la possibilità.

Per quanto riguarda direttamente il mio lavoro, lo spoiler di oggi è il numero 21.
Ventuno sono le storie che troverete nel libro: dieci le avete già lette su questo blog, ma nel libro le leggerete con molto più dettaglio e soprattutto con un commento storico molto più approfondito (quindi, in soldoni: secondo me, val decisamente la pena di rileggerle). Undici, invece, sono totalmente inedite, e non vi stupirà se confesso che ho conservato per il volume le più belle, le più intriganti e le più assurde.

Non troverete solamente streghe, ad annidarsi tra le pagine del libro: anzi, troverete un buon numero di maghi (e stregoni, e fattucchieri di campagna, e persino un lupo mannaro). Perché i maghi, secondo me, sono stati bravissimi a fregarci tutti lasciandoci credere che la magia cattiva fosse appannaggio esclusivo delle donne: in realtà, l’idea diventa maggioritaria solo a partire dal 1487, quando Kramer declina al femminile il titolo del suo Malleus Maleficarum. Andando, fra l’altro, in netto contrasto con l’opinione di altri inquisitori: negli stessi anni in cui usciva il Malleus, un collega di Kramer dava alle stampe il suo Flagellum Maleficorum. Eloquentemente: un titolo declinato al maschile.

Ma la prima delle storie che racconto nel mio libro è ambientata nel 1308, quando Kramer non era nemmeno nella mente dei suoi trisavoli e nessun uomo sano di mente di sarebbe sognato di preoccuparsi dei piccoli rituali delle donnine di paese, visto che c’era da gestire un problema ben più urgente: la diffusione dei libri di magia cerimoniale che arrivavano dall’Oriente e che esercitavano una fascinazione irresistibile su intellettuali, studenti e persino sacerdoti (veramente un sacco di sacerdoti).

E così, anche io ho voluto allinearmi alla tradizione medievale declinando al maschile il titolo del mio libro dedicato alla caccia alle streghe. Perché non sono solamente le donne, quelle da sorvegliare con attenzione: a praticare la magia, e ad andare a processo, ci furono anche un sacco di uomini. Ingannatori, malefici e sapienti, chi più e chi meno, a seconda del carattere!

9 risposte a "Hanβ: il piccoletto che andava al sabba"

  1. Pingback: Le Masche #10 – Hanβ Ferner – Babacio, pupazzi artigianali

      1. chiamatelaneuro

        Sulla fiducia, ma non solo.
        Leggo il tuo blog da anni e ho letto tutte le puntate della collaborazione con Babacio. Sono rimasta sempre piacevolmente colpita, quindi non dubito della qualità di questo lavoro. Ormai non sono una lettrice, sono una stalker! AHAHAHAHAHAHAH!

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        1. Lucia Graziano

          💚
          La mia stalker preferita!

          Beh, in effetti in bibliografia compaiono anche The Journal of the History of the Behavioral Sciences e il British Journal of Medical Psychology e c’è molto materiale che, probabilmente, potrebbe interessare una studentessa di psicologia. A suo tempo, sarò molto curiosa di sapere che impressione avrà fatto la lettura su una professionista del settore 🙂

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    1. Lucia Graziano

      Beh, grazie mille! 😀 In effetti ho già un po’ di altre idee: non cento, ma abbastanza da tenermi occupata nel futuro prossimo… 😛

      E per Hans: speriamo, sì! Nella sfortuna generale (della sua vita) ha già avuto molta molta fortuna a incontrare adulti tutto sommato ragionevoli…

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