The Sword of Mercy: quella che insegnò ai re d’Inghilterra la misericordia

“Se andiamo avanti così, quello me lo ammazza”, commentò con un filo d’apprensione l’angelo custode del Vassallo Infedele Macchiatosi di una Grave Colpa, sporgendosi dalla sua nuvoletta per seguire gli eventi che avevano luogo sulla terra. Re Edoardo il Confessore era appena sceso da cavallo per scambiare due parole col suo servo traditore, e il confronto non prometteva niente di buono.
“Ma va là!”, ridacchiò l’angelo custode del Santo Re, in tono rilassato. “Magari lo prende a male parole, ma figurati se fa altro. Guarda che il mio assistito è un santo! Un brav’uomo!”.
“Sarà pure un santo”, osservò il primo angelo custode, “ma in questo momento mi sembra un santo armato fino ai denti e arrabbiato nero”.
L’angelo custode di re Edoardo lanciò un’occhiata verso il basso e si strinse nelle ali. “Da un certo punto di vista, ha anche le sue ragioni”.
“Non discuto”, commentò il primo, con crescente preoccupazione. “Ma dico solo che se non intervieni quello ammazza il mio assistito”.
Naaaa”, ripeté il secondo, con quieta nonchalance.
L’angelo custode del Vassallo Infedele strinse la labbra. “Gli ha appena urlato: io ti ammazzo”.
“Massì, massì!”. Il collega fece un gesto distratto con la mano, come a scacciar via quelle preoccupazioni. “Certo che lo minaccia: è un re! Se non alza un po’ la voce, come fa a ottener rispetto dai suoi sudditi?”.
“Ah, non ne ho idea, non sono mica io quello che deve custodire l’anima del re d’Inghilterra…”, commentò l’angelo numero uno, occhieggiando verso il basso. “Purtuttavia, a me pare…”.
“Ma vai tranquillo! Davvero. È un santo. Uno di quelli da canonizzazione, proprio. Keep calm e carry on, bro
“Con tutto il rispetto”, insistette l’altro, “anche san Pietro era un santo da canonizzazione, e questo non gli ha impedito di fare una vasta serie di cavolate nel corso della sua vita. E comunque, ti informo che il tuo re santo da canonizzazione ha appena estratto la spada dal fodero”.
“Vabbeh, ma vedrai che è tutta scena”.
“La sta puntando contro il mio assistito”.
“Massì: è solo per spaventarlo un po’…”.
A me, sembra che l’intenzione sia proprio quella di tagliarlo in due”.
L’angelo custode del Vassallo Infedele sgranò gli occhi quando il re puntò la spada verso il servo traditore puntando dritto dritto al cuore. E in quel tempo sospeso d’una frazione di secondo lunga quanto l’eternità (ché in Paradiso – si sa – queste cose sono relative), l’angelo custode del Santo Re sussultò e sparì in un palpito di luce.

Il momento dopo era sulla terra, al fianco di re Edoardo e gli strappava la spada dalle mani.
“MA CHE, TI SEI AMMATTITO?”, gli urlò esterrefatto sbattendo la spada su una roccia per spaccarla in due.
Oddio”. Edoardo il Confessore sgranò gli occhi, sbiancò, perse una decina d’anni di vita, e fissò a bocca aperta quel coso infuocato e enorme che era appena spuntato dal nulla per strappargli la spada dalle mani.
“Ma ti sei rincretinito del tutto?!”, gli urlò l’angelo custode. “Lo stavi ammazzando!“, e indicò con un braccio infuocato il povero vassallo traditore (che, nel frattempo, per non capirci niente, era già a cinque metri di distanza e stava correndo via come un ossesso).
“Ma mi ha tradito!” tentò Edoardo, sulla difensiva.
E che vuol dire! Solo perché sei un re, pensi di poter disporre della vita dei tuoi sudditi come di pare e piace? Che è, hai deciso di divertirti a giocare a fare il dio?”.
“…” fu l’unico, eloquente, commento di re Edoardo.
“Ti sei dimenticato quello che hai giurato durante la tua cerimonia di incoronazione? Se hai una corona in testa è perché Dio ha deciso di affidarti in feudo questo piccolo pezzo di mondo, per un piccolo lasso di tempo”. L’angelo buttò per terra i due pezzi della spada rotta, guardando il re con espressione di schifatissima delusione. “Ed è così che pensi di onorare il compito che ti sei preso di fronte a Dio? Ammazzando gente a destra e a manca perché è l’unico modo in cui riesci a governare?”.
“…ma io ho fatto anche delle cose buone, per questa nazione, tante…”, pigolò timidamente il re, con la voce rotta dall’ansia.
“Indubbiamente. E poi a quanto pare ti sei rincretinito e ti sei abbandonato all’ira, senza nemmeno provare a trovare una soluzione che non facesse scorrere inutilmente sangue”.
Edoardo il Confessore aprì la bocca per rispondere ma decise prudentemente di restare zitto. Abbassò lo sguardo, mortificato. Ai suoi piedi, la lama luccicante della sua spada giaceva in mezzo al fango.
“Dovresti vergognarti di te stesso, se ancora hai un minimo di decenza”; e con un’ultima occhiata piena di delusione, l’angelo sparì in un lampo di luce.

La leggenda ci racconta che re Edoardo pianse, quella notte.
Pianse per l’umiliazione, per i sensi di colpa e per la consapevolezza della sua imperfezione, come cristiano e come monarca. Pianse perché si rese conto che quell’angelo aveva detto il vero: la sua ira, in quel momento, stava per farlo sragionare, spingendolo ad ammazzare un uomo per una pura questione di orgoglio ferito, combinata forse a desiderio di vendetta. Preso dalla rabbia, nemmeno aveva tenuto inconsiderazione le conseguenze pratiche del suo gesto (tipo la possibilità di far nascere una faida all’interno della nobiltà): e se dannarsi l’anima è un problema individuale, rendere instabile il trono d’Inghilterra vuol dire far piovere addosso il dramma a una nazione intera.
Quella notte, re Edoardo il Confessore sentì gravare sulle sue spalle il peso della responsabilità per le sue azioni. E capì di non essere abbastanza forte per portare da solo questo fardello; e allora pianse, e pregò, e continuò a piangere pregando: implorò Dio di aiutarlo a non scordare mai questa lezione e lo supplicò di aiutarlo a essere sempre magnanimo e giusto, inflessibile nel giudizio ma compassionevole al tempo stesso. Gli chiese di aiutarlo a diventare un re migliore; e perché i suoi discendenti non avessero mai a commettere i suoi stessi errori, scelse di conservare come tesoro caro quella spada ormai inutilizzabile che l’angelo gli aveva strappato dalle mani.

Anzi: diede ordine che fosse lucidata e deposta in mezzo ai tesori che compongono i Gioielli della Corona. E chiese di far raccontare questa storia a tutti i re che sarebbero saliti al trono dopo la sua morte: affinché nessuno di loro avesse mai a indossare la corona senza essere costretto a riflettere adeguatamente sul suo peso.

Ancora oggi, la spada dalla lama infranta di Edoardo il Confessore, popolarmente definita “the Sword of Mercy”, cioè “la spada della misericordia”, viene portata in processione durante la cerimonia d’incoronazione dei vari sovrani inglesi: affinché il re non scordi mai che, tra i suoi doveri, c’è anche quello di comprendere e di perdonare.

18 risposte a "The Sword of Mercy: quella che insegnò ai re d’Inghilterra la misericordia"

  1. Lucyette

    N.B. Intuibilmente, questa storia è una leggenda (e la spada non risale nemmeno all’età di Edoardo il Confessore). Per chi volesse approfondire la faccenda, qui c’è un link e qui c’è la pagina Wiki 🙂

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    1. Lucyette

      Mi sto documentando, sì! 😀
      Quando, piccolissima, mi sono appassionata ad Harry Potter, ho scoperto che la mia passione in Harry Potter si trasformava in passione per il Regno Unito. La mia passione per il Regno Unito, poi, si è leggermente affievolita, concentrandosi piuttosto su uno degli aspetti più folkloristici del Regno Unito… cioè, la Royal Family 😀
      Per onorare degnamente il giubileo della regina Elisabetta, avevo pensato di pubblicare, nell’arco di questa estate, qualche post sui regalia della corona britannica… o su qualche altro re famoso 😛

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      1. Cappellaio Matto

        Abbiamo seguito un percorso simile, mi sa. :p
        Anch’io ho scoperto di provare un certo interesse per il mondo inglese un paio di anni fa, ed anch’io partendo da un libro. Ghghg.
        Adesso, posso dir con assoluta certezza di essere rimasto affascinato dall’ Età Vittoriana, sì. Con un occhio di riguardo per la letteratura.

        Così, mentre tu scandirai quest’estate con storie ed aneddoti sulla monarchia, io mi son promesso di iniziare a leggere un po’ tutti i romanzi dei cosiddetti scrittori vittoriani non ancora letti. Ho già fatto mambasse su Bol, sì. u.u

        Inizierò (il tempo che mi arrivino) con quello che mi manca di Dickens. In ordine cronologico, il famoso “Il Circolo Pickwick”, per esempio, non l’ho mai letto, no.

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  2. Daniele

    Una storia molto bella :O

    A proposito della royal family… Mi son sempre chiesto cosa pensa Carlo… non sarà impaziente di mettersi la corona in testa? Però è anche vero che non dev’essere facile fare il Re, molta responsabilità almeno formalmente, magari non freme per niente 😛

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    1. Lucyette

      Mah… per non capirci niente, io non fremerei così tanto all’idea di diventare re, sai?!
      Non è neanche tanto una questione di responsabilità (cioè, non solo. Anche se poi comunque a livello di immagine rivesti un ruolo importantissimo). Secondo me, è anche solo banalmente una questione di agenda: leggevo che la regina ha qualcosa tipo 300 incontri pubblici ogni anno, ogni tre per due deve essere lì a inaugurare un ospedale / incontrare sudditi / sorridere ai fotografi / far finta di godersi lo spettacolo musicale / visitare enti benefici / e così via dicendo.
      Non che l’agenda degli altri reali sia molto più vuota, eh: ma essere re dev’essere una noia mortale anche sotto questo punto di vista.
      Secondo me, Carlo se la gode molto di più (o si annoia molto di meno) così come sta facendo adesso, vivendo in una condizione relativamente ritirata finché ancora può permetterselo 😛

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      1. Lucyette

        😀
        No: veramente, quando pensavo ai concerti, pensavo più che altro al dramma di un altro capo di Stato… che è il Papa. Okay che a questo piace la musica e quindi magari se li gode sul serio; ma in generale, quando vedo i Papi, magari già anzianotti e prostrati, costretti a star seduti per ore e ore davanti a un’orchestra fingendosi interessati… poveretti, non vorrei essere al loro posto 😀
        E immagino che anche gli altri re e regine debbano sottoporsi a supplizii di questo genere, e a molti altri ancora che non so neanche immaginare 😉

        (P.S. A proposito: ma hai/avete letto del principe Filippo che è finito all’ospedale a forza di prendere pioggia durante le celebrazioni del giubileo?! Mappovera stella!!)

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  3. Mara nada

    Ricordatevi di Mara nada voi due!
    Cercando di inserire nuove idee tra quelle che già spesso frequentate (e così irrobustite, approfondite..) vengo accusato di portare confusione, caos, Babele…
    E i miei commenti sospesi per tempo infinito….
    Temete così tanto i miei doni?

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    1. Lucyette

      E chi ti scorda, Mara nada? 😀

      Scherzi a parte… ma ti riferisci solo ai commenti sul blog di Claudio, sì? Perché se hai avuto problemi anche nel commentare sul mio blog, io non ho attivato alcuna forma di moderazione e quindi vuol dire che c’è qualche problema che io non conosco (argh!). Ti riferivi solo al blog di Claudio, vero? Vero?? 😐

      (Si sa mai: parlavi al plurale… :-P)

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  4. Pingback: I miei Eroi . . . in attesa della Vigilia di Tutti i Santi | hovogliadichiacchiere . . .

    1. Lucia

      A quanto dice Google, attualmente si festeggia a gennaio (il 5), che è la data della sua morte. La data però è stata cambiata in tempi recentissimi, con la revisione del Martirologio Romano che c’è stata pochi anni fa: fino a quel momento, era festeggiato a ottobre (13), nell’anniversario della prima traslazione delle sue reliquie.
      😀

      Evidentemente m’ero persa il commento precedente a questo, e quindi chiedo (in lieve ritardo)… hai già provato a raccontarla al Piccolo Lord, visto che di tempo ne è già passato un po’? 😀

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  5. Pingback: Lo Zaffiro di sant’Edoardo: la memoria di un miracolo, all’interno dell’Imperial State Crown – Una penna spuntata

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