Santa Barbara e il miracolo del grano

Santa Barbara, che è donna ragionevole, di certo non s’adonterà se scrivo ciò che, in fin dei conti, è pur vero: il miracolo che le viene attribuito (il famoso “miracolo del grano”) fa parte di un topos agiografico in realtà molto più ampio, che si ripete paro paro nelle agiografie di numerose sante vergini.

Variamente attribuito alla madre di Gesù o ad altre sante femmine (tra le più famose: Macrina, Radegonda, Valpurga, Milburga… e poi Barbara, per l’appunto), il topos agiografico ebbe grande diffusione nella letteratura sacra medievale. Lo schema è sempre uguale: la giovane santa, trovandosi in una situazione di grave pericolo (vuoi perché inseguita dagli sgherri di re Erode, puoi perché insidiata da soldati che vogliono martirizzarla e/o stuprarla a seconda del periodo storico), fugge in direzione di un campo in cui si trova guarda caso un contadino, che se ne stava quieto e buono a seminare il grano per i fatti suoi. Vedendolo di lontano, la santa gli si appella “se qualcuno dovesse chiederti se hai visto passare di qui una donna, ti prego buon uomo: non dire altro, se non che l’hai vista passare quando stavi seminando il grano”.  
Perplesso, il contadino acconsente a quella bizzarra richiesta dando così modo alla santa d’allontanarsi. Ma ecco (miracolo del cielo!) entro pochi minuti, tutti i semi che lui aveva appena posato nel terreno portano frutto. E il campo si riempie di mille dorate spighe di grano pronte per la mietitura (peraltro fuori stagione, dunque ancor più preziose!).
Quando i malintenzionati raggiungono il campo e chiedono al contadino se abbia visto passare una donna in fuga, lui – come da istruzioni – risponde che effettivamente sì, l’ha vista passare di lì mentre stava seminando il grano. Tenuto conto che il grano è già alto, i poco acuti malintenzionati presumono che siano trascorsi mesi da quell’avvistamento: convinti ormai di star cercando nella direzione sbagliata, fanno dietrofront e si spostano altrove.

E così, la Vergine ha modo di fuggire in Egitto col bambinello; la giovane fanciulla sfugge al martirio (almeno quella volta); la pia dama medievale ha modo di conservare la sua virtù.

***

La leggenda che si racconta a proposito di santa Barbara, ricordata dal martirologio il 4 dicembre e cioè all’inizio del periodo d’Avvento, ha dato origine in molte aree del mondo a dolci tradizioni natalizie legate a questo episodio agiografico. In Medio Oriente, ad esempio, è tradizione cucinare in onore di santa Barbara dolci al cucchiaio a base di grano (oggi, Mani di Pasta Frolla ve ne propone una ricetta). In compenso, nell’Europa dell’Est e nella Francia meridionale era invece tradizione quella di “seminare” chicchi di grano il 4 dicembre, adagiandoli in un pattino che veniva poi ricoperto da piccoli panni di cotone umido. Se tutto andava bene, i chicchi di grano avrebbero cominciato di lì a poco a germogliare, trasformandosi in mille fili verdi pronti a far bella mostra di sé, a mo’ di centrotavola, durante il pranzo di Natale.

Splendenti di colore anche là dove tutto è grigio è spento, simbolo di rinascita anche nel più freddo inverno, i preziosi germogli di grano avrebbero dispensato ai commensali sorrisi e ricchezza in pari quantità. Si mormorava infatti che quel piccolo rito, quel ripetersi domestico e addomesticato del miracolo compiuto dalla santa avesse il potere di portare prosperità e gioia alla famiglia che lo portava avanti. Se non altro, per intercessione di santa Barbara – che, a quanto pare, guarda di buon occhio i suoi fedeli più devoti.

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